(Fwd) cs 32-2001



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Enti locali d'Italia contro la tortura.

Amnesty International lancia oggi un appello alle istituzioni locali 
italiane per l'adesione alla campagna internazionale sull'abolizione 
della tortura. 

L'organizzazione presenta un nuovo rapporto sulle discriminazioni 
sessuali.

In occasione della Giornata mondiale delle Nazioni Unite per le 
vittime della tortura, la Sezione italiana di Amnesty International 
lancia oggi un appello agli Enti Locali affinche' adottino un ordine 
del giorno a sostegno della campagna internazionale "Non 
sopportiamo la tortura". Ad ogni Regione, Provincia e Comune della 
penisola si richiede l'adesione alla campagna attraverso iniziative 
volte alla promozione di un'autentica cultura dei diritti umani.  

Nell'ambito della celebrazione odierna e al culmine di una serie di 
incontri sul tema svoltisi in piu' parti d'Italia, Amnesty International 
ha organizzato un dibattito con le testimonianze di vittime di tortura 
provenienti da diverse aree del mondo, che e' in corso oggi a 
Milano presso l'Auditorium San Carlo, in Corso Matteotti, 14. 

Sebbene sia condannata dalla comunita' internazionale come 
un'offesa alla dignita' umana e proibita in ogni circostanza dal diritto 
internazionale, la tortura continua ad essere quotidianamente 
perpetrata in tutto il mondo. In particolare, "la discriminazione - 
basata sull'identita' sessuale, il genere, la razza, l'etnia o ogni altro 
fattore - fornisce un terreno molto fertile per la persistenza e la 
proliferazione della tortura", dichiara Amnesty International. 

In un Rapporto lanciato oggi, l'organizzazione descrive la 
condizione di migliaia di persone, lesbiche, gay, bisessuali e 
transessuali (LGBT) in tutto il mondo, torturati, maltrattati, stuprati, 
soggetti con la forza a trattamenti medici e psichiatrici, costretti a 
fuggire dalla propria patria a causa della loro reale o presunta 
preferenza sessuale, considerata come una minaccia per l'ordine 
sociale. Il documento illustra esempi relativi a 30 Paesi, sebbene in 
oltre 70 i rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso siano 
considerati un crimine e in alcuni casi soggetti alla pena di morte.

A causa del pregiudizio che spesso colpisce omosessualita' e 
transessualita', la tortura e i maltrattamenti inferti alle persone 
LGBT sono circondati da una cospirazione al silenzio, nonostante 
siano perpetrati ovunque, dalle forze di polizia, nelle prigioni, ma 
anche nella comunita'. Per sradicare questo fenomeno le autorita' 
devono garantire l'accurata investigazione dei casi e la consegna 
alla giustizia dei relativi responsabili. 

"Combattere la tortura basata sull'identita' sessuale e' parte 
integrante della lotta complessiva verso un mondo realmente libero 
dalla tortura", aggiunge l'organizzazione che, pur avendo accolto  
con favore lo speciale meccanismo della Commissione ONU per i 
Diritti Umani volto allo scambio delle informazioni sugli abusi legati 
all'identita' sessuale, dichiara come "gli organismi delle Nazioni 
Unite per i Diritti Umani dovrebbero prestare maggior attenzione 
alle questioni riguardanti le persone LGBT".

FINE DEL COMUNICATO

Roma, 26 giugno 2001

Per ulteriori informazioni: 
Ufficio Stampa Amnesty International 
Tel. 06 44.90.224           




Ufficio Stampa 
Amnesty International

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