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Da Cunf. Comunistas Sardos
- Subject: Da Cunf. Comunistas Sardos
- From: "Comit. Intern.sta Arco Iris" <ale.ramon at numerica.it>
- Date: Thu, 25 May 2000 15:39:15 +0200
Da: "Cunf.Comunistas Sardos" <concomsardos at hotmail.com> Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perché saranno GIUSTIZIATI P. Bellocchio L'ennesima prova che il sistema giudiziario e penitenziario sia fondato sul sadismo, c'è lo dimostrano giorno per giorno, ed ecco che non solo reinseriscono in organico le guardie di S. Sebastiano, ma dopo che saltano anche i vertici del carcere di Badu ‘e Carros i signori giudicanti, riescono solo a trasferire gli indagati in altre strutture per continuare i loro sporchi compiti. Questo è il massimo che la nostra giustizia sa fare col suo personale :TRASFERIRE. L'istituzione carceraria è marcia dalle fondamenta è fallimentare sul piano della sua funzione ufficiale, mentre è efficentissima nella repressione. Il carcere intendiamoci è denaro trasformato in forze antisociali, è denaro estorto, in modo sia pure legale e indiretto agli ignari cittadini. E tutte le commoventi parole non servono a niente come non servono le inchieste se chi le svolge invece di indagare visita l'esterno del carcere o la chiesa , perché non s'interrogano i detenuti?. Troppo spesso si conoscono le barbarie del sistema, però si finge di non sapere, così fino alla prossima rivolta e allora giù a scandalizzarci e indignarci, ma che bravi... Sappiamo benissimo tutti, che la società neoliberista, dove si reclama la civiltà, dove si fa sfoggio di teorie che inducono al perdono e alla carità o solidarietà, altro non è che una civiltà dove le barbarie si alternano con una velocità ed un atrocità allucinanti. Infatti è la violenza dei rapporti quotidiani che nega la quotidianità dei rapporti, soprattutto in carcere. Trentuno anni fa a S. Vittore ci fù una rivolta, nell'aprile 1969, ne riportiamo una testimonianza: .....a sera quando cessammo ogni resistenza fummo incolonnati, ci fu impedito di prendere qualsiasi vestito o oggetto personale, passammo attraverso un cordone formato da celerini e guardie carcerarie i quali incominciarono a percuoterci selvaggiamente con manganellate, pugni calci e cinghiate ed alcuni secondini con catene muniti di lucchetto all'estremità . Il pestaggio era cieco e indiscriminato , il livore, la rabbia sadica, la vendetta s'abbatteva contro di noi . E nonostante parecchi fossero caduti a terra sfiniti dalle botte, sommersi dall'acqua, delle tubazioni dei pompieri venuti per spegnere l'incendio, continuarono ad essere colpiti alla cassa toracica e alla testa. Giunti in matricola fummo ammanetati 5 a 5 e caricati su camion militari e trasportati a Genova , alcuni detenuti furono trasportati in mutande, tutti i visi erano pesti, sanguinanti, gonfi, occhi neri, costole fratturate, mal di testicoli, atroci mal di capo, e nonostante le ripetute richieste di soccorsomedico la scorta c'è lo negò, c'era anche un detenuto che per un colpo di sbarra all'avambraccio ed avesse l'osso che fuoriusciva dalla carne fu ammanetato come tutti gli altri, ferita che successivamente glicostò 75 punti di sutura... Giunti a Genova diretti in Sardegna fummo calati nella stiva della nave, era buio e sporco, costretti a mangiare e a dormire ammanettati, per terra come bestie. Arrivati nell'istituto sardo trovammo schierati tutti i secondini, il direttore e il maresciallo, il quale ci disse :"Voi siete dei ribelli, toglietevi i grilli dalla testa, noi abbiamo domato bestie più feroci di voi, state attenti che la Sardegna lascia brutti segni". (tratto da Liberare tutti i dannati dellla terra, edizioni Lotta Continua '72) . Parole queste ultime che sono ancora troppo attuali e troppo reali...... Questo succedeva nel 1969, ma come abbiamo visto recentemente a S. sebastiano non è cambiato nulla, in trent'anni lo stato italiano, non ha migliorato di una virgola la formazione professionale e la preparazione dei suoi vili servitori; che altro non sono se non persone che hanno rinunciato del tutto alla loro dignità di umani, che riescono solo a far ingoiare le peggiori umiliazioni a coloro che dovrebbero tutelare e custodire. Ma passiamo ai fatti di Nuoro , Badu ‘e Carros: sezione Alta Sicurezza, Luigi Acquaviva, 48 anni di San Giuseppe Vesuviano, da tempo chiedeva di essere trasferito per scontare la pena vicino al suo paese, niente dafare. Per disperazione il 22 gennaio 2000 sequestra una guardia, che poi libererà, voleva solo attirare l'attenzione e farsi trasferire, ma il giorno dopo il sequestro, misteriosamente il detenuto viene trovato morto......, ufficialmente si parla di asfissia per impiccagione, un suicidio. Si è impiccato alle sbarre della sua cella, ma i contorni sono troppo sospetti , di conseguenza è scattata l'inchiesta che indaga per reati che vanno dall'omicidio colposo alle lesioni, all'omissione di soccorso. Non possiamo permettere che vi sia ancora e solo silenzio. Prendiamo atto perciò che le condizioni disumane a cui sono costretti i detenuti non sono solo il prodotto di una mente malata di qualche sadico ma corrispondonoo ad una precisa scelta strategica di stato. I primi risultati dell'inchiesta iniziano ad arrivare : Francesco Gigante direttore di Badu ‘e Carros è trasferito nella Colonia penale di Mamone, il comandante delle guardie Antonio Deidda sempre indagato per la vicenda Acquaviva, trasferito a Maccomer. Ecco quindi come si risovono le questioni : ancora trasferimenti e allontanamenti .Si giustificano simili nefandezze legalizzate con problemi di spazi, di strutture e di organico. Per tutta risposta arriva un bel pacchetto di interventi per la Sardegna: ammodernamento delle strutture carcerarie, ampliamento degli organici e miglioramento delle condizioni di lavoro in carcere. Tante assunzioni in più, nuovi concorsi per i disperati disoccupati, nuove strutture, magari fuori dal centro abitato in modo che nessuno sappia bene cosa succede dentro, asservimento dei militari di leva e obbiettori, stanziamento di 30 miliardi, e tutti vissero felici e contenti........... Troppo semplice sanare la situazione talmente delicata come una polveriera, con quattro soldi, non sirisolvono così i problemi, bisogna andare alla radice. Perché non si ammette che è un abuso d'autorità quella di brutalizzare, pestare, umiliare i detenuti ? Perché queste autorità non pagano mai?per non parlare dell'abitudine di sottrarre continuamente alla sede in cui si presume si sia compiuto il reato e in cui si può godere dell'assistenza dei propri legali . Con i più diversi pretesti che altro non sono che capricci , ci sono ogni giorno traduzioni per ogni dove, con uno spreco impressionante di soldi ed energie. Questo è un problema, e tra i più gravi che qualcuno dalle comode poltrone dovrebbe risolvere, i detenuti non sono dei numeri o pedine da spostare da una parte all'altra della scacchiera, sono uomini, esseri viventi, che hanno gli stessi bisogni e gli stessi sentimenti di qualsiasi altro comune uomo. Ogni individuo infatti privato della libertà, recluso, per rieducarsi deve rimanere a contatto con la sua famiglia, con gente conosciuta con la quale è legata da sentimenti d'affetto. Allora perché spesso i detenuti vengono portati via dalla loro terra?, forse ad ogni costo non li si vuole reinserire,rieducare, forse non li si vuole aiutare a risocializzare; questa è la realtà. Col sistema carcerario vigente si cerca di isolare sempre di più i detenuti dal resto del mondo, il carcere è un mondo chiuso, un ambiente stagno, può succedere di tutto dentro e nei modi più disparati senza che nessuno possa controllare o replicare. Il carcere dovrebbe essere il vero momento di verifica della democrazia, invece è come se si cercasse di liquidare ogni richiesta dei detenuti con sistemi simili "ai regolamenti di conti" e con procedure di uno stato di diritto che si basa sulla democrazia. Ma arriverà il giorno in cui................... tutto si muoverà secondo la via, a parola d'odio parola d'odio risponda. Così gridando, la Giustizia verrà ad esigere il DEBITO (ESCHILO) .....anche se con l'amaro in bocca ammettiamo che la Giustizia è l'unico ideale che mai si realizzerà, e questo perché l'uomo e la società vi hanno costruito intorno un sistema di leggi pronte a disperdere anche il più piccolo anelito di giustizia e umanità con tenerezza e forza sa Cunfederatzione de sos comunistas sardos
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