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R: La morte di Ion Cazacu pesa come un macigno...
- Subject: R: La morte di Ion Cazacu pesa come un macigno...
- From: "Gabriele Guerini Rocco" <gabriguro at libero.it>
- Date: Tue, 18 Apr 2000 10:08:09 +0200
Carissimi amici grazie per questo vostro messaggio. E' sempre un piacere scoprire e sapere che c'è gente sensibile ai valori dell'accoglienza, della condivisione, della promozione dei diritti e della dignità umana, gente che vuole lavorare per creare ponti e non muri (come molti vorrebbero)...Tutto ciò mi dà speranza in una società in cui tutto sembra dire il contrario... Grazie ancora e ...buon cammino! Gabriele Guerini odc Caccivio (Como) -----Messaggio originale----- Da: luisa morgantini <MC6381 at mclink.it> A: pck-diritti at peacelink.it <pck-diritti at peacelink.it> Data: lunedì 17 aprile 2000 16.19 Oggetto: La morte di Ion Cazacu pesa come un macigno... >Nella bacheca esposta davanti alla sede della Camera del Lavoro di >Bologna, ho letto di prima mattina, in prima pagina sul giornale >Liberazione, della morte di Ion Cazacu, ingegnere rumeno, immigrato in >Italia, a cui il padrone per il quale Ion faceva il muratore in nero a >Gallarate, gli aveva dato fuoco, Ion lascia moglie e due figlie e tanti >compagni di sventura. >Non mi trovavo lì per caso, ero con Roberto Morgantini, fratello che amo >e di cui vado orgogliosa che lavora da più di 12 anni al Centro diritti >della CGIL. Volevo stare con lui quel mattino, vedere i casi che si >presentavano, salutare alcuni degli immigrati che conosco (prestano >servizio attivo al centro per aiutare la comunicazione di chi non parla >italiano, ma anche per avere un ruolo attivo da parte degli immigrati >stessi nella gestione delle loro condizioni di vita) e discutere con loro >come parlamentare europea per contribuire all'accoglienza e al diritto di >cittadinanza degli "stranieri", cercando di almeno porre argine al razzismo >che, invece di essere combattuto, viene dispiegato e alimentato, con la >certezza dell'impunità, da parte di forze politiche e sociali sempre più >ampie. >La notizia sulla prima pagina di Liberazione, ci ha lasciati senza parole, >ci siamo scambiati sguardi di angoscia, di dolore, di sgomento e di rabbia. >Eppure Roberto è abituato a convivere con le angosce e le sofferenze dei >nuovi dannati della terra, perché si confronta quotidianamente con le >singole storie di sfruttamento e discriminazioni, di fame, di atti >razzisti commessi contro immigrati da "cittadini perbene", con le >istituzioni sorde (anche quando danno assistenza) al problema della >relazione con la persona in carne ed ossa e non >solo con le categorie di immigrato, clandestino, extracomunitario. E' >abituato a confrontarsi con le violenze tra immigrati, quelle domestiche >e non, con il degrado di vite vissute in scantinati o a decine in casolari >abbandonati, con le liti tra imam islamici fondamentalisti e non, con i >rapporti tribali, gerarchici e patriarcali ancora manifesti nella diverse >nazionalità delle comunità dei migranti. Purtroppo la povertà, la >precarietà, la solitudine non rendono spontaneamente la gente solidale e >buona. > > >Questo assassinio che ricorda gli orrori della schiavitù ha sconvolto >tutti. > >Ne abbiamo parlato con alcuni degli immigrati che quel mattino sono venuti >al centro. Bisognava dare risposte collettive, ma è così difficile, quando >ogni momento del giorno devi passarlo pensando a come trovare qualcosa per >sopravvivere. E Ion è morto perché si è ribellato per questo la sua morte è >ancora più pesante. Mentre noi discutevamo una giovane avvocata, volontaria >rispondeva alle richieste degli immigrati. Sono arrivati anche i nonni dei >due bambini bruciati vivi nella roulotte del campo nomadi di Bologna >qualche settimana fa. Il nonno doveva ripresentare la richiesta del >permesso di soggiorno, era a Sarajevo quando i due piccoli sono bruciati >vivi, adesso oltre al permesso di soggiorno chiedeva come poteva pagare una >bolletta della luce che gli era arrivata con l'importo di 950.000 lire. >Ho proposto al gruppo di immigrati di lavorare insieme per la raccolta di >fatti concreti, di azioni razziste e di discriminazioni, compiuti da >cittadini o da istituzioni e di pensare ad una manifestazione europea. Lo >proporrò a tutte le reti antirazziste, alle associazioni di immigrati, di >rifugiati, di profughi, vorrei trovare su questa strada anche le sezioni di >Rifondazione Comunista e non solo >i giovani comunisti. >Il fine non è solo quello della denuncia all'Unione e alla Corte Europea di >fatti per i quali le convenzioni internazionali per la difesa dei diritti >umani pongono sanzioni e condanne precise, ma anche di responsabilizzare >ciascuno di noi di fronte ad ogni atto di razzismo o discriminazione al >quale si assiste e condurre una campagna affinchè l'Europa riconosca il >diritto di cittadinanza e di accoglienza agli immigrati. >Ma intanto Ion è morto, la responsabilità non è solo dell'imprenditore >disumano e schiavista, ma anche di tutti quelli che invece di educare la >società e le individue/i alla solidarietà e alla convivenza incitano gli >atteggiamenti più negativi e xenofobi. Al governo bisogna chiedere >(naturalmente oltre a una diversa politica dell'emigrazione) di farsi >carico non solo del funerale, ma della vita della famiglia di Ion. >Ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte: la solidarietà alla famiglia >non può essere esprimersi solo a parole o con la partecipazione alla >manifestazione organizzata per Mercoledì, chiedo anche a tutti noi di >aprire una sottoscrizione per la famiglia e di adottare a distanza le >figlie di Ion perché possano continuare a studiare, come lui desiderava. >Glielo dobbiamo, come lo dobbiamo a tutti quelli che dalla nostra >solidarietà potranno trovare la forza di ribellarsi senza trovare la morte >con Ion ma insieme a tutti noi esercitare il diritto alla vita, al lavoro >e alla convivenza. > >LUISA MORGANTINI > > >
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