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Un probabile attentato razzista a Viterbo
- Subject: Un probabile attentato razzista a Viterbo
- From: aercoli at mail.pelagus.it (sandro ercoli)
- Date: Thu, 30 Mar 2000 00:57:45 +0200
Ai mezzi d'informazione Un probabile attentato razzista a Viterbo Incendiata la cantina dell'abitazione di una famiglia cingalese, fortunatamente salva la vita delle tre bambine sole in casa; e il proprietario dell'edificio sfratta le vittime La vicenda Saranno i competenti organi di polizia giudiziaria ad accertare la dinamica dei fatti e le responsabilità, ma i dati già noti così come diffusi dagli organi di stampa locali sono i seguenti: un cittadino dello Sri Lanka residente a Viterbo con la moglie e tre bambine denuncia che mentre lui e la coniuge non erano in casa, nella cantina si è sviluppato un incendio, che ha parzialmente devastato l'abitazione e messo in pericolo la vita delle tre bambine che si trovavano al piano superiore. Sembra, da testimonianze di vicini, che sia stato visto qualcuno aggirarsi intorno alla casa con oggetti e atteggiamento sospetti. E' assai probabile che si sia trattato di un attentato prevedibilmente a sfondo razzista. Inoltre sembra che il padrone di casa abbia deciso di sfrattare la famiglia vittima dell'incendio. Fin qui, praticamente unanime, la stampa locale. Una riflessione s'impone Una riflessione s'impone, con due premesse ed una conclusione. In primo luogo in questi ultimi giorni in varie parti d'Italia stanno moltiplicandosi eclatanti ed atroci gesti di violenza contro gli immigrati: alcuni balordi a Roma hanno tentato di uccidere tra le fiamme gli immigrati dormienti in un sottopassaggio; un altro tentativo di omicidio è stao commesso in Lombardia da un imprenditore italiano ai danni di un suo dipendente immigrato; e quasi ogni giorno emergono altri inquietanti episodi. In secondo luogo purtroppo Viterbo non è nuova ad episodi di violenza, di diverso segno e verosimilmente di diversi autori, ma tutti riconducibili a ideologie e pratiche dell'odio: devastazioni di luoghi di culto e deturpazioni di opere d'arte in essi contenute, sfregi e fin distruzione di monumenti funebri, aggressioni e pestaggi a giovani impegnati contro il razzismo, distruzioni di bacheche di organizzazioni politiche e culturali di diversi orientamenti, addirittura due attentati (uno con bomba molotov, uno a colpi di pistola) contro il centro sociale occupato; ed a fare da contesto ed istigazione a questi atti criminali le frequenti e pervasive scritte murali che eccitano alla violenza, e l'affissione di proclami truci e deliranti sui muri della città fino ad un ripugnante manifesto neonazista che propaganda l'antisemitismo più folle e criminale. La conclusione che è necessario ricavarne è che oggi più che mai occorre che tutte le persone di volontà buona, tutte le associazioni democratiche, e tutte le istituzioni fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana si impegnino contro la violenza, contro la discriminazione, contro il razzismo; in difesa dei diritti umani di tutti; per difendere la vita e l'incolumità delle donne e degli uomini più esposti alla furia criminale; per promuovere una cultura della pace e della solidarietà, una convivenza civile, una vita degna. Un paese di antica civiltà come il nostro, che nel suo straordinario patrimonio storico e artistico reca le tracce visibili dell'incontro fecondo di tante tradizioni culturali, deve contrastare e sconfiggere i poteri criminali e le ideologie e le pratiche dell'odio e della violenza; deve riaffermare la primazia dello stato di diritto, deve riaffermare i valori di giustizia e libertà, della solidarietà e del rispetto della dignità umana come fondamento dei costumi e della società. Peppe Sini responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, tel. e fax 0761/353532 Viterbo, 26 marzo 2000 -- Sandro e Roberta Ercoli Via C.P. La Fontaine 69 01100 Viterbo tel. 0761 290037
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