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Re: Turchia: cinque buoni motivi contro l'ingresso nell'Unione Europea
A me sembrano 5 buoni motivi per aprirli i
negoziati. Infatti questi ultimi si devono concludere con la risoluzione dei
problemi ke sollevate. Ritardare o addirittura bloccare l'apertura dei negoziati
significa mettersi il prosciutto davanti agli okki e fregarsene dei progressi
compiuti finora.. progressi ke possono andare avanti solo in virtu'
dell'apertura dei negoziati e con la prospettiva dell'adesione. Porsi con questo
atteggiamento intransigente e, direi, antagonista ad oltranza non porta a
nulla se non alla perpetuazione dello status quo.. ma qua e' evidente ke ci
divide l'approccio politico...
Ovvio ke quelle questioni (o gran parte di esse)
andranno risolte nell'arco di questi 10-15 anni di negoziati (e non sono
le uniche oltretutto).. se cosi' nn sara' la Turkia, come qualsiasi altro
stato ke compie quelle violazioni, non dovra' entrare... e' quello ke dice il
rapporto stesso della comm. europea d'altronde. Aprire i negoziati nn significa
infatti ke l'adesione e' automatica.
----- Original Message -----
From: "Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft
fuer bedrohte Voelker" <info at gfbv.it>
Sent: Wednesday, December 15, 2004 3:50 PM
Subject: Turchia: cinque buoni motivi contro l'ingresso
nell'Unione Europea
> www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/041215it.html
>
> Turchia
> Cinque buoni motivi contro l'ingresso nell'Unione
Europea
>
> Bolzano, Göttingen, 15 dicembre 2004
>
>
L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) lancia un appello ai paesi
>
membri dell'UE affinché si aprano le consultazioni per l'ingresso della
>
Turchia nell'UE siano solo quando la Turchia garantirà il ritorno a casa
> dei 2,4 milioni di profughi kurdi, la ricostruzione dei 3400 villaggi
> kurdi distrutti e l'amnistia per i 3.500 prigionieri politici kurdi.
> Inoltre le minoranze cristiane in Turchia dovranno essere riconosciute
> come organizzazioni religiose paritetiche e dovrà essere permesso ai
> 180.000 sfollati ciprioti, cacciati dalla parte nord dell'isola di
Cipro
> di tornare a casa. L'APM infine chiede che la Turchia ponga fine
alla
> minaccia militare contro la vicina regione autonoma kurda nel nord
> dell'Iraq.
>
> * 1. 2,4 milioni
di profughi kurdi, 3.400 villaggi distrutti
>
Tra il 1980 e il 1999 l'esercito turco ha
cacciato 2,4 milioni di
> Kurdi da oltre 3.400 villaggi poi distrutti.
Tuttora si continua a
> impedire alla maggioranza di queste persone di
tornare nei propri
> villaggi. Secondo i dati forniti dall'ONU si tratta
del numero più alto
> di profughi interni sul territorio di un paese
membro del Consiglio
> europeo. L'80% dei profughi è disoccupato, il 50%
vive ancora in alloggi
> di fortuna, l'82% soffre di disturbi di salute,
il 78% è malnutrito e
> solo il 5% gode di una copertura sanitaria. Il
40% non ha accesso ad
> acqua potabile, il 42% dei profughi è analfabeta
e un quarto dei bambini
> non va a scuola.
>
* 2. 3.500 prigionieri politici
>
Dai tempi della guerra civile turco-kurda
3.500 prigionieri
> politici kurdi sono ancora reclusi in carceri turche.
Mentre i generali
> turchi, responsabili di gravi violazioni dei diritti
umani, continuano a
> restare impuniti, i Tribunali per la sicurezza
nazionale hanno
> condannato centinaia di Kurdi per "separatismo" o
presunto terrorismo.
> In Turchia 15 milioni di Kurdi aspettano finora
invano un'amnistia per i
> loro prigionieri politici.
>
* 3. Occupazione di Cipro
>
Fino ad oggi la Turchia nega a 180.000
ciprioti greco-ortodossi
> maroniti e armeni il ritorno nella parte nord
dell'isola di Cipro,
> occupata da 30.000 soldati e da 300 carri armati
turchi. Nel 1974
> l'esercito turco ha occupato il 36% dell'isola e
cacciato l'80% della
> popolazione del territorio occupato. Nel frattempo
ha lasciato l'isola
> anche metà della popolazione turco-cipriota che è
stata rimpiazzata da
> 100.000 Turchi dell'Anatolia. Le richieste per un
ritorno dei profughi,
> la restituzione delle proprietà e il ritiro delle
truppe sono state
> finora ignorate.
> *
4. Discriminazione della minoranza cristiana
>
In Turchia le comunità cristiane e di altre
religioni ancora non
> godono di pari diritti. Alle chiese cristiane si
continua a negare lo
> stato giuridico di diritto pubblico e le proprietà
ecclesiastiche
> confiscate sono state restituite solo in casi
eccezionali.
> * 5. Minaccia permanente della
regiona autonoma del Kurdistan iracheno
>
Governo, opposizione ed esercito turco
continuano a minacciare
> l'invasione della vicina regione autonoma kurda
in Iraq. In questo modo
> la Turchia contribuisce alla destabilizzazione
del paese vicino e quindi
> dell'intera area
mediorientale.