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30 settembre 2004



Non sempre siamo riusciti a ricordare Walter nella giornata di ricorrenza
del suo assassinio in forma non commemorativa, a volte è venuto meno
l’impegno dell’Associazione, costituita sette anni fa in suo nome, di
mantenere viva la memoria oltre che con la battaglia per l’individuazione
dei responsabili, con azioni che ne rivendicassero i valori.

I motivi sono vari, dalle difficoltà logistiche e organizzative alle poche
forze disponibili nel portare avanti in maniera efficace progetti e
programmi basati sul mantenimento della memoria, sulla solidarietà agli
oppressi ed ai perseguitati, sulla giustizia per le vittime di abusi e
crimini.

Nonostante le difficoltà in questo ultimo periodo siamo riusciti a
concretizzare alcuni progetti e promuoverne altri, in linea con quello che
ci eravamo prefissi al momento della costituzione della nostra associazione.




Memoria

Nel 2003 abbiamo pubblicato con la collaborazione del Manifesto, l’Unità,
Liberazione e Carta, il libro In ordine pubblico, dieci racconti scritti da
altrettanti autori, storie di vita e di morte di una generazione impegnata,
di memoria calpestata, dello Stato che nega giustizia.

Gli autori hanno destinato gli introiti derivanti dai loro diritti alla
realizzazione di progetti di solidarietà, il contributo ha permesso di
finanziare alcuni piccoli progetti in favore del popolo indio dei Guaranì,
nel Mato Grosso del Sud in Brasile.

Nei prossimi mesi pubblicheremo un secondo libro che proseguirà il racconto
delle storie che non vanno cancellate dalla memoria.



Solidarietà


L’impegno dell’Associazione Walter Rossi in favore dei popoli oppressi, in
particolare di quelli del deserto e delle foreste, dei ghiacci e delle
isole che lottano per mantenere la loro differenza, le loro tradizioni e i
loro territori, si è concretizzato, con l’indispensabile collaborazione di
alcune associazioni di solidarietà, nella realizzazione di alcuni piccoli
progetti in Brasile, nei villaggi Guaranì, con la fornitura di copertura
per le capanne, l’acquisto di strumenti di comunicazione, la realizzazione
di impianti per l’installazione di acqua potabile, l’acquisto e la
riparazione di macchine da cucire a pedali ad una cooperativa di donne.
Altre iniziative sono in via di preparazione, piccole cose realizzate e da
fare, un filo di sostegno ad una di quelle popolazioni tribali che hanno
subito e ancora vivono la tragedia che da secoli investe l’altro mondo,
quello dei diseredati, degli invisibili.




Un mondo fatto di riserve, in realtà ghetti, dove migliaia di persone sono
vittime di pressioni, umiliazioni, torture, espropri forzati, assassini.

Non possiamo restare indifferenti di fronte la disperata lotta contro
l’etnocidio che i Guaranì, come gran parte dei popoli tribali del mondo,
sta combattendo. Possiamo per il momento appoggiarli con le nostre poche
forze per piccoli aiuti ma dal grande significato, aiuti che per loro vuol
dire non solo avere l’acqua o la possibilità di comunicare, ma anche il
sentirsi non più isolati nella terribile prova che stanno affrontando.

Il nostro impegno a favore dei popoli diseredati proseguirà nel prossimo
futuro. Per l’estate del 2005 dovrebbero essere realizzati ulteriori
piccoli progetti di sostegno.



Giustizia e verità

Il Network Reti invisibili


Dopo alcuni infruttuosi tentativi finalmente, con il determinante impegno
della Fondazione Carlo Giuliani e la collaborazione di molte Associazioni
italiane, si è riusciti a costituire il portale Internet “Reti Invisibili”
(<http://www.reti-invisibili.net/>www.reti-invisibili.net), network di
associazioni italiane impegnate nella memoria storica, nella ricerca della
verità e della giustizia su molte vicende che hanno insanguinato il nostro
Paese dal dopoguerra ad oggi. Una Banca dati della memoria dove saranno
inseriti i profili delle associazioni, documenti giudiziari, schede e
cronologia dei principali fatti dal dopoguerra ad oggi, contributi tecnici
e giornalistici, iniziative ecc.

Fatti diversi accaduti in tempi diversi, ma che hanno una unica matrice
omicida sia che a commetterli siano stati fascisti, organizzazioni mafiose,
singoli elementi delle forze dell’ordine.

Fatti che, nonostante le differenze, hanno avuto tutti la copertura e il
fiancheggiamento da parte di apparati politici e amministrativi dello Stato
tramite silenzi, inefficienze, depistaggi, rendendo difficoltose le
indagini ed ostacolandole in modo spesso irrimediabile (pensiamo ad esempio
al segreto di stato, ancora inspiegabilmente operante sulle stragi,
nonostante l’avvicendarsi di Governi anche di sinistra).

Fatti che hanno il comune denominatore della mancanza, totale o parziale,
di verità e giustizia. I colpevoli e i mandanti degli omicidi e delle
stragi non sono stati individuati, e quando individuati sono quasi sempre
rimasti impuniti. Un’impunità che diventa totale se limitiamo l’analisi
alle vittime per mano delle forze dell’ordine.

Questo è quanto accomuna tutti quei morti; uccisi due volte: nella propria
fisicità (in un treno, in una piazza, in un aereo…) e poi nella memoria (in
un’aula del tribunale).

Reti Invisibili si rivolge a tutti i cittadini che non vogliono dimenticare
quelle vittime senza giustizia. E’ quindi nostra intenzione arrivare ad
istituire “una giornata per la Verità”, per ricordarli. Una giornata per
chi, fino ad oggi, troppo spesso si è visto negare verità e giustizia.




C’era una volta un’“altra” società, composta da operai che sabotavano le
linee di produzione, giovani con i capelli lunghi che tiravano uova sulle
pellicce dei “signori” alla prima della Scala, donne che si battevano per
la parità dei diritti, piccoli vietnamiti con i sandali ai piedi e il
fucile in spalla che combattevano contro le mostruose macchine che
vomitavano napalm sulle loro case, giovani e vecchi africani che cacciavano
i secolari colonialisti dalle loro terre, americani del centro e del sud
che nonostante torture e sparizioni di massa si opponevano a dittature
sanguinarie. Erano gli stessi che pochi anni prima avevano lasciato il loro
sangue sulle montagne italiane nella lotta contro fascisti e nazisti, erano
i contadini russi che piantavano la bandiera rossa  nel cuore della Berlino
nazista, erano gli studenti, gli operai, gli intellettuali di tutto il
mondo che combattevano il fascismo nelle brigate internazionali in Spagna,
erano tutti coloro che da sempre, ovunque e con ogni mezzo, si ribellano
alla prevaricazione, all’ingiustizia, alla guerra, allo sfruttamento
dell’uomo sull’uomo, al razzismo, alla povertà.



Walter Rossi era uno di loro, un ragazzo di vent’anni che combatteva la
prepotenza dei forti, l’ingiustizia del potere, che voleva essere padrone
della propria vita e dei propri pensieri. Walter è stato ucciso in un
agguato concordato da fascisti e polizia perché in questa società è un
delitto schierarsi sempre e comunque con i più deboli, gli sfruttati,
tentare di pensare con la propria testa, essere coerente con i propri
valori, se non sono quelli della classe al potere.



Per chi dice che tutto è cambiato...

forse, a ben vedere, niente è cambiato…. solo chi lo afferma



Appuntamenti



Mercoledì 29 settembre 2004

ore 18.30

presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione (Centro Congressi)

via Salaria 113

“Genova. Per non dimenticare”

Nel corso dell’iniziativa verrà presentato il Network Reti invisibili



Giovedì 30 settembre 2004

ore 16.00

piazza Walter Rossi

Interventi di rappresentanti del Comune di Roma



ore 18.00

appuntamento alla lapide in via Medaglie d’Oro

Un fiore per Walter



Associazione Walter Rossi

Roma, 30 settembre 2004

Sito:
<http://www.associazionewalterrossi.it/>www.associazionewalterrossi.it

Email:
<mailto:posta at associazionewalterrossi.it>posta at associazionewalterrossi.it