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Fw: Due attiviste contro la pena di morte dell'Uzbekistan visitano l'Italia



DUE ATTIVISTE CONTRO LA PENA DI MORTE DELL'UZBEKISTAN VISITANO L'ITALIA

Due importanti attiviste contro la pena di morte, provenienti 
dall'Uzbekistan, saranno in Italia dal 23 al 28 settembre, all'inizio di 
un ciclo di conferenze che le portera' in numerose citta' dell'Europa e 
del Canada a descrivere l'esperienza personale e a denunciare la brutale 
realta' della pena capitale nel paese centroasiatico.

Tamara Chikunova e Dilobar Khudoberganova conoscono la pena di morte da 
vicino: il figlio di Tamara e' stato messo a morte nel 2000, il fratello 
di Dilobar e' nel braccio della morte dalla fine del 2002. Nel corso degli 
incontri pubblici, Tamara e Dilobar racconteranno delle condanne a morte 
emesse al termine di processi-farsa, delle intimidazioni, delle minacce e 
delle torture inflitte ai parenti dei ricercati, delle 'confessioni' 
estorte sotto tortura, della corruzione della polizia, della segretezza 
che circonda l'applicazione della pena capitale e, infine, di come ai 
parenti dei condannati a morte sia negata la possibilita' di dare un 
ultimo saluto ai propri cari, alla vigilia dell'esecuzione, e persino di 
andare a pregare sulle loro tombe. 

L'Uzbekistan e', con la Bielorussia, l'unico paese dell'ex Unione 
Sovietica in cui la pena di morte e' ancora in vigore.

Tamara Chikunova e' la fondatrice e la presidente di 'Madri contro la pena 
di morte e la tortura', un organismo non governativo che ha sede a 
Tashkent, la capitale dell'Uzbekistan. Suo figlio, Dmitry Chikunov, e' 
stato condannato a morte per omicidio nel 1999 e fucilato un anno dopo. 
Non le e' mai stato comunicato il luogo ove e' sepolto il figlio. Ha 
ricevuto, e continua a ricevere, numerose minacce per aver denunciato 
l'arbitrarieta' del processo e le condizioni di detenzione di Dmitry e per 
aver dato vita al movimento abolizionista nel suo paese. Per farla 
desistere, le autorita' hanno fatto pressioni sui suoi familiari. I 
poliziotti sono andati a trovare sua madre, una 76enne che non puo' 
muoversi dal letto, e le hanno detto: 'Se tua figlia non chiude la bocca, 
va a finire molto male?'. Ancora oggi Tamara riceve numerose telefonate 
anonime, specialmente di notte.

Il fratello di Dilobar, Iskandar Khudoberganov, e' stato arrestato in 
Tagikistan e consegnato all'Uzbekistan il 5 febbraio 2002 perché 
sospettato di aver preso parte a una serie di attentati a Tashkent, nel 
febbraio 1999. E' stato condannato a morte il 28 novembre 2002 per 
'terrorismo' al termine di un processo che un diplomatico ha descritto 
come 'clamorosamente irregolare'. Dilobar e altri componenti della 
famiglia Khudoberganov sono stati piu' volte sottoposti a minacce e 
pestaggi perché rivelassero il nascondiglio di Iskandar. Dilobar ha perso 
il posto di lavoro presso la radio di Stato e non puo' ancora essere 
assunta nelle istituzioni statali. Le frequenti irruzioni della polizia 
con armi pesanti hanno avuto effetti negativi sulle condizioni 
psicologiche dei piu' piccoli componenti della famiglia Khudoberganov.

Ulteriori informazioni

Tamara Chikunova e Dilobar Khudoberganova interverranno a due incontri 
sulla pena di morte a Padova (25 settembre) e Venezia (28 settembre). 
Lunedi' 27 settembre alle ore 11.30 presso il Comune di Venezia a Ca' 
Farsetti si terra' una conferenza stampa. Le attiviste saranno nuovamente 
in Italia dal 12 novembre al 2 dicembre.

FINE DEL COMUNICATO  
Roma, 22 settembre 2004
 
Per approfondimenti e interviste: 
Amnesty International Italia - Ufficio stampa 
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it