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Il federalismo e la pace



Il federalismo e la pace

di Lucio Levi
http://francescolauria.blog.tiscali.it

Nella bozza di Costituzione elaborata dalla
Convenzione europea, alla pace non è attribuito il
rilievo di primo piano che meriterebbe né le è
riconosciuto il ruolo di pilastro dell’intero sistema
dei diritti. La parola pace compare solo tra gli
"obiettivi", ma non tra i "valori" sui quali si fonda
l'Unione. Alla pace non è dunque riconosciuto lo
stesso rango riservato al rispetto della dignità
umana, alla libertà, alla democrazia, all'uguaglianza,
allo Stato di diritto e al rispetto dei diritti umani.
Nella prima frase del preambolo della Carta, dove, con
una formulazione senza nerbo, che è ben lontana
dall’attribuire a questo principio il carattere di
fondamento dell’identità del cittadino europeo, si
legge: “I popoli europei nel creare tra loro un’unione
sempre più stretta hanno deciso di condividere un
futuro di pace fondato su valori comuni”.
Ciò che è sfuggito ai redattori della Carta è il fatto
che il valore specifico che le istituzioni federali
tendono ad affermare è la pace e che quindi il ruolo
internazionale della Federazione europea potrà essere
quello di veicolo della pace nel mondo. Va precisato
che il termine pace non deve essere inteso
nell’accezione negativa, come assenza di guerra, che
costituisce, a parte rarissime eccezioni, la nozione
più diffusa nella cultura politica contemporanea. Deve
essere inteso nella accezione positiva, cioè nel senso
che Kant ha attribuito a questa parola, come
organizzazione politica che rende impossibile la
guerra e “pone fine a tutte le guerre e per sempre”,
come sta scritto nella Pace perpetua.

L’unificazione europea e la pace
Questo è il valore che qualifica e definisce la novità
del disegno dell’unificazione europea. Nella
“Dichiarazione” pronunciata da Schuman il 9 maggio
1950, nella quale è formulato il progetto della prima
Comunità europea (la CECA), si sostiene che l’Alta
Autorità avrebbe realizzato “le prime basi concrete di
una Federazione europea indispensabile al mantenimento
della pace”. Con questa formulazione semplice e chiara
sono definiti il mezzo e il fine. 
L’Europa, che è stata per secoli il campo di battaglia
della lotta per l’egemonia tra Francia e Germania, si
è trasformata nel terreno della costruzione di
istituzioni sovrannazionali. Alla forza si va
sostituendo progressivamente la legge (e più
precisamente i regolamenti e le direttive) nel
regolare la società e l’economia europee. Il fine del
disegno federalista è la costruzione di istituzioni
sovrannazionali, il cui compito è sottrarre le
relazioni internazionali allo stato di natura.
Naturalmente la Federazione europea non esaurirà il
problema dell’espulsione della violenza dalla
politica. Lo risolverà solo tra i suoi Stati membri.
Finché non sarà stato raggiunto il traguardo della
Federazione mondiale, la pace continuerà a essere una
realtà circoscritta, divisa dal resto del mondo da
confini ben delimitati.
Non è senza significato che l’Europa, dove sono
cominciate le guerre più devastanti che la storia
abbia conosciuto, sia diventata il terreno più fertile
di ogni altra regione del mondo per sperimentare
istituzioni idonee alla costruzione della pace. Sulla
base della riconciliazione tra Francia e Germania e
tra le altre nazioni del continente si è avviato un
processo di pacificazione tra i popoli europei, che
non è ancora concluso. L’allargamento verso l’Europa
centro-orientale, che non è altro che l’unificazione
tra due Europe un tempo divise dalla cortina di ferro,
è la pacificazione di un vasto territorio che dopo la
caduta dei blocchi ha conosciuto gli orrori del
nazionalismo etnico, della guerra civile e del
genocidio.

Il diritto alla pace
Domandiamoci a questo punto qual è il significato di
questa rivoluzione senza sangue e senza violenza per
gl’individui. Tutte le grandi trasformazioni
rivoluzionarie che hanno affermato nuovi valori e
hanno introdotto nuove e più elevate forme di
convivenza politica si sono tradotte in un’estensione
dei diritti individuali, nel riconoscimento di nuovi
diritti. Posto che usiamo la parola pace
nell’accezione kantiana, si può chiamare a giusto
titolo “diritto alla pace” l’insieme dei diritti che
saranno garantiti ai cittadini della Federazione
europea.
Il diritto alla pace è come un tronco dal quale si
dipartono numerosi rami, che sono le diverse
generazioni dei diritti, che sono stati
progressivamente riconosciuti nello Stato moderno e
che possono estendersi sul piano europeo e mondiale
solo a seguito dell’affermazione di nuove forme di
statualità federale. La pace, in conformità con i
princìpi affermati dalla cultura federalista, secondo
una tradizione di pensiero che da Kant arriva fino a
Kelsen, costituisce il presupposto della protezione
dei diritti dell’uomo. Dieter Senghaas ha chiamato
“esagono della civiltà” le sei trasformazioni
politiche che hanno segnato altrettante tappe del
processo di civilizzazione in seno allo Stato moderno
e hanno creato le condizioni che hanno reso possibile
la “pace interna”: 1. “deprivatizzazione della
violenza (monopolio della violenza)”; 2. “controllo
del monopolio della violenza e costituzione di forme
di Stato di diritto (Stato costituzionale)”; 3.
“controllo delle passioni” attraverso “il disarmo dei
cittadini e la socializzazione tramite forme
istituzionalizzate di regolazione dei conflitti”; 4.
“partecipazione democratica”; 5. “giustizia sociale”;
6. “una costruttiva cultura del conflitto”, orientata
verso il compromesso e la tolleranza. Un’ulteriore
specificazione è forse necessaria se si considera che
nuovi diritti si stanno affermando ed esigono
protezione. Mi riferisco ai diritti relativi alla
protezione dell’ambiente, dei dati personali, del
patrimonio genetico e così via.
Di fronte alla crescente interdipendenza tra i popoli
e gli Stati dell’Europa e del mondo e allo sviluppo
del processo di globalizzazione si impone l’estensione
dell’esagono della civiltà sul piano internazionale,
in modo da costruire “la pace tra gli Stati”. La piena
costituzionalizzazione dell'Unione europea
rappresenterà l’avvio di questo processo: garantirà la
pace permanente tra gli Stati federati e affermerà il
diritto alla pace per tutti i cittadini europei. Ciò
significa che le istituzioni federali europee
garantiranno la protezione dei diritti dell’uomo al di
sopra degli Stati in quello spazio nel quale
prevalgono tuttora, attraverso il diritto di veto, i
rapporti di forza tra i governi nazionali.

La Federazione europea come modello e come motore
dell’unificazione del mondo
L’affermazione del diritto alla pace nella Federazione
europea deve essere considerato come il punto di
partenza per la sua estensione a livello mondiale.
Il successo dell’azione politica per costruire la
Federazione europea sarà un evento decisivo per
l’avvenire del federalismo, perché dimostrerà che è
possibile far vivere un’unione di Stati al di là delle
nazioni e in particolare di nazioni divise da
conflitti secolari. La Federazione europea non sarà
solo un modello per l’unificazione delle altre regioni
e per il mondo intero (riforma dell’ONU), ma svolgerà
anche il ruolo di motore di questo processo.
Innanzi tutto, l’esempio del processo federativo
dell’Europa determinerà l’accelerazione di processi
analoghi, che sono in corso, con diversi gradi di
sviluppo, nelle altre regioni del mondo, rinvigorirà
il federalismo negli Stati Uniti e in India, dove ha
subìto un’involuzione centralistica, e in Russia, dove
si sta cercando di governare con istituzioni quasi
federali la transizione dal socialismo reale alla
democrazia e all’economia di mercato, e porrà il
problema della riforma in senso federale dell’ONU.
La Costituzione europea dovrà essere formulata in modo
tale da orientare la Federazione europea a svolgere il
ruolo di promotrice dell’unificazione del mondo e
della riforma in senso federale dell’ONU. A questo
fine la Costituzione dovrà affermare espressamente la
disponibilità della Federazione europea a limitare la
propria sovranità per rafforzare e democratizzare le
Nazioni Unite, analogamente a quanto stabilisce la
Costituzione italiana (art. 11).
Mi limito a fare un esempio. La Federazione europea
sarà il laboratorio della democrazia internazionale.
Essa diventerà il paese guida di questa nuova formula
politica. Sarà quindi incline a estendere questo
esperimento sul piano mondiale, a promuovere cioè la
democratizzazione delle Nazioni Unite. 
Inoltre nella Costituzione europea dovrebbe essere
inclusa una clausola contenente l’impegno a mettere le
forze armate della Federazione europea a disposizione
di un corpo di polizia mondiale. 
Sono numerose le iniziative che si può ipotizzare
saranno prese dalla Federazione europea in questo
campo. Valga per tutti questo esempio. Da anni si
discutono proposte relative alla costituzione di un
corpo permanente di volontari reclutati direttamente
dall’ONU e disponibile a un intervento rapido su
richiesta dell’organizzazione. Un deciso impegno
dell’Europa potrà sbloccare la situazione di stallo.

Lucio Levi
 Movimento Federalista Europeo
 



                
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