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governo boccia le coppie gay nello Statuto dellUmbria



 Il governo boccia le coppie gay nello Statuto dell’Umbria 
Il presidente Arcigay Lo Giudice: “Un nuovo attacco al principio di uguaglianza 
e alla Carta di Nizza”. E' il secondo caso dopo la Toscana      Ufficio stampa 
Arcigay, 4 settembre 2004  
     
      Il governo illiberale ed antieuropeista di Berlusconi va di nuovo lancia 
in resta contro il principio di uguaglianza fra i cittadini e prosegue la sua 
crociata contro le coppie di fatto impugnando, dopo lo Statuto della Regione 
Toscana, quello della Regione Umbria. 

      Anche stavolta fra i punti contestati c’è il riconoscimento di “altre 
forme di convivenza”, cioè dei diritti delle coppie non sposate, fra cui quelle 
omosessuali. Si tratta di un nuovo attacco sferrato dal governo di centrodestra 
contro la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, proclamata a 
Nizza nel 2000, che entrerà presto a far parte della nuova Costituzione 
Europea, è già stata recepita dal Parlamento italiano e da quasi tutte le bozze 
di Statuto in discussione nelle Regioni italiane.

      Lo Statuto dell’Umbria, come quello della Toscana (e, fra quelli in via 
di approvazione, di Emilia Romagna, Marche, Campania ed altre ancora) si 
limita, infatti, a recepire il principio stabilito all’art. 9 della Carta di 
Nizza che distingue il diritto di sposarsi da quello di costituire una 
famiglia. Ancora una volta, il governo rifiuta di mettere in pratica principi 
di libertà su cui l’Italia si è impegnata in sede europea, cedendo a quella 
commistione fra istituzioni repubblicane e confessionalismo religioso che 
rappresenta un tratto specifico dell’Italia.

      Un riconoscimento di forme di convivenza non fondate sul matrimonio, 
inoltre, è già presente nella Costituzione italiana che sottolinea, accanto ad 
un particolare riconoscimento dei diritti delle coppie sposate, la funzione 
delle altre formazioni sociali e stabilisce un criterio generale di non 
discriminazione. 

      Siamo di fronte ad una nuova pagina nera dello scontro, tutto italiano, 
fra un Paese laicamente aperto all’Europa e alle sue più recenti elaborazioni 
in tema di diritti e un Governo che considera più importanti delle libertà 
civili l’affermazione di alcuni principi confessionali e la subordinazione ai 
poteri vaticani.

      Sergio Lo Giudice
      Presidente nazionale Arcigay