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Immigrazione permanente, lavoro interinale.
- Subject: Immigrazione permanente, lavoro interinale.
- From: Francesco Lauria <francescollauria at yahoo.it>
- Date: Fri, 13 Aug 2004 10:36:08 +0200 (CEST)
AUTOGRILL SPA.
Immigrazione permanente,
lavoro interinale.
di Francesco (Vincenzo) Lauria
http://francescolauria.blog.tiscali.it
Non mi va, una volta tanto, di partire parlando di me.
Vorrei parlarvi di Jacrop.
Jacrop, è una ragazza indiana, viene da vicino Dheli,
in Italia, più precisamente a Parma, da circa cinque
anni.
E' simpatica, specialmente con quello strano accento
che ha ricavato parlando in italiano, quando lavori
insieme a lei per esempio ha alcune espressioni che la
fanno assomigliare ad una bambina quando trasforma
l'imperativo "buttalo" in "buttilo".
Jacrop è una veterana nel mondo degli autogrill, dove
il turnover lavorativo è rilevantissimo, e la gran
parte degli addetti sono giovani assunti tramite le
agenzie di lavoro interinale.
I motivi sono dettati dalla durezza del lavoro e dai
bassi stipendi, Jacrop lavora nell'Autogrill di Parma,
sull'Autosole da circa due anni.
Ha il privilegio di vedere il suo nome scritto sulla
targhetta della divisa, mentre per la gran parte degli
altri operatori, io per esempio mi chiamo Vincenzo, il
nome è semplicemente il primo che si trova : potere ed
inganni del marketing.
Come lei durante il mio breve lavoro estivo ho
conosciuto altri immigrati.
Maria, per esempio, davvero bella, mezza nigeriana e
mezza statunitense (di Chicago, ci tiene a precisare),
ma con un accento parmigianissimo, la r veramente
arrotata che tradisce il lunghissimo soggiorno a Parma
(meglio, a Sorbolo, ci ritiene a precisare).
Mi racconta che in Nigeria non saprebbe come vivere,
ma conosce, a differenza mia, che mi sono trasferito
da anni in Friuli, tutte le uscite delle tangenziali
di Parma.
O come una terza operatrice che io chiamo "la
pizzaiola".
Di lei è inequivocabile l'origine latinoamericana ed
entrambi, per motivi che non vi sto qui a spiegare,
sorridiamo quando insieme pronunciamo la parola
Ecuador.
Infine Timeo.
Lui, posso dirvi solo vagamente che è africano.
Ha un accento così parmigiano, ma così parmigiano che
tra me e me mi sono detto : "beh, almeno questo qui lo
hanno adottato...".
Poi arrivano gli immancabili francesi a chiedere i
cappuccini un po' macchiati con latte tiepido e
magari, sì i cappuccini, in tazza di vetro.
(per inciso in Italia tazze grandi di vetro per
cappuccini io non le ho mai viste..., figuriamoci
all'Autogrill di San Martino...).
Nel momento critico Timeo tira fuori un francese che
avvilisce il mio (frutto di anni e anni di sudori
universitari) e mi dimostra che ancora una volta mi
sbagliavo.
Mi fermo qui, ma potrei continuare.
Questa è l'immigrazione di tutti i giorni,
l'immigrazione permanente.
Che non ci fa paura, non ci ruba lavoro, frena il
nostro declino demografico e ci regala qualche colore
in più.
Che vive di sacrifici e di lavori interinali, in
affitto.
Si, i colori.
Quando una sera ho visto Jacrop alla fine del turno,
avvolta nel suo splendido sari, mi sono fermato un
lungo attimo.
Jacrop, non è certo una modella, ma in quel momento
era davvero bellissima.
In quel momento ho pensato alle dichiarazioni del
Ministro Calderoli dopo il tragico naufragio dei
profughi al largo di Lampedusa.
Il suo fazzoletto verde nel taschino, mi è sembrato
così volgare, così colmo di egoismo e superficialità
che, anche se di solito non faccio classifiche sulle
persone, mi sono detto che essere ministro in certe
circostanze davvero non vale la metà di un sorriso di
Jacrop...
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