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Sintesi del piano di rinascita democratica
- Subject: Sintesi del piano di rinascita democratica
- From: Francesco Lauria <francescollauria at yahoo.it>
- Date: Thu, 22 Jul 2004 00:17:17 +0200 (CEST)
Ho inserito nel io blog (
http://francescolauria.blog.tiscali.it )
questo illuminante scritto di Luigi Cipriani risalente
ai primi anni ottanta.
Sintesi del piano di rinascita democratica
postato da Francesco Lauria
Scritto di Luigi Cipriani, agghiaccianti le analogie
con il programma del secondo governo Berlusconi.
STRAGI E STRATEGIE AUTORITARIE
Sintesi del piano di rinascita democratica, in Dossier
cit.
"Non occorre eccessivo acume per capire che non è
farina del sacco di Gelli, basta confrontarlo con la
banalità di molte risposte date nella intervista del
1980. Certamente vi hanno lavorato costituzionalisti,
industriali, esperti della comunicazione e politici
interni alla Dc e ai partiti che successivamente
concorreranno alla formazione del pentapartito".
Come nella migliore tradizione, il Piano di rinascita
democratica di apre con un cappello di ordine politico
generale, segue una seconda parte di ordine
programmatico.
-La situazione politica italiana è caratterizzata
dalla ingovernabilità e dalla conflittualità sociale
incontrollata.
-La crisi economica viene aggravata dai salari troppo
alti e dalla produttività del lavoro troppo bassa.
-Alla crisi economica si affianca una crisi morale,
dovuta alla 'crisi' della famiglia ed alla
laicizzazione dei costumi.
-La incapacità di direzione politica, dovuta alla
crisi della Dc (mentre le confederazioni sindacali
sono costrette a cavalcare la tigre dell'anarchismo
sociale) può portare a conseguenze negative, già
conosciute nel passato in vari Paesi, come in Russia
nel 1917, in Italia nel 1922 ed in Germania nel 1933.
La Francia, nel 1958, si salvò grazie a De Gaulle.
-In Italia il Pci fa il doppio gioco, mostra la faccia
democratica, mentre sappiamo che esiste un piano del
Kgb per prendere il potere. Le elezioni mostrano
questa escalation.
-All'avanzata del Pci corrisponde una crisi della Dc,
col pericolo di una polarizzazione di voti a destra,
evento che può scatenare la guerra civile.
-D'altro canto l'Italia è inserita nel sistema di
alleanze occidentali e una presa del potere da parte
del Pci potrebbe scatenare un conflitto
internazionale.
-Si tenga presente, a questo proposito, la posizione
strategica dell'Italia nell'area petrolifera
mediterranea.
-La situazione è gravissima, non possiamo starcene con
le mani in mano ed attendere il solito stellone.
Dobbiamo favorire il formarsi di due schieramenti
politici, uno social-laburista ed uno conservatore,
favorendo lo scongelamento dei voti del Msi.
-I tempi sono stretti, è necessario quindi puntare
sullo schieramento dei partiti esistenti: Psi, Pri,
Dc, Pli e Psdi.
-Segue un'analisi della crisi della Dc (scritta da una
mano e con un tono molto interni al partito) i cui
elementi principali vengono individuati nel distacco
dalla Chiesa, nel benessere che ha provocato
l'allontanamento di intere categorie sociali, nelle
lotte intestine tra le correnti e nella questione
morale.
-La rifondazione della Dc deve quindi passare
attraverso un nuovo assetto territoriale (clubs
territoriali e settoriali) per instaurare un nuovo
rapporto coi ceti medi, e attraverso la formazione
culturale e teorica dei quadri.
-In conclusione del documento l'estensore, che
evidentemente conosce bene l'ambiente democristiano,
si preoccupa di aggiungere che saranno necessari
almeno 10 miliardi (del 1976) per acquistare un numero
di tessere sufficienti per controllare il partito.
-Altri 10 miliardi saranno necessari per impedire
l'unità sindacale, peggiore nemico della democrazia
sostanziale, come testualmente indica il documento.
Segue la seconda parte del Piano di rinascita, più
direttamente programmatica che, riassunta per
argomenti, è stata integrata con le dichiarazioni di
Licio Gelli, contenute nella famosa intervista al
Corriere della sera del 5 ottobre 1980, fatta da
Maurizio Costanzo, giornalista P2.
-Collegamenti internazionali. E' importante stabilire
un collegamento stretto con la massoneria
internazionale.
-Partiti. I partiti da interessare al progetto sono
Psi, Pri, Dc, Psdi e Pli, verificando la disponibilità
dei seguenti uomini: per il Psi, Craxi, Mancini,
Mariani; per il Pri, Visentini e Bandiera; per il
Psdi, Orlandi e Amadei; per la Dc, Andreotti, Piccoli,
Forlani, Gullotti, Bisaglia; per il Pli, Cottone e
Quilleri. Occorrerà uno stanziamento di 40 miliardi
per far acquisire posizioni di preponderanza agli
uomini sui quali punteremo nei rispettivi partiti.
-Magistratura. Per la conquista di posizioni di potere
nel Consiglio superiore, possiamo contare sulla
presenza organizzata di Magistratura indipendente, di
orientamento moderato e che conta sul 40% dei
magistrati.
Sancire la responsabilità del Guardasigilli nei
confronti del Governo, per l'operato del pubblico
ministero. Nella sua responsabilità nei confronti del
Governo, il pubblico ministero deve assumere un ruolo
distinto da quello del giudice.
Modificare la costituzione nel senso di portare il
Consiglio superiore della magistratura a rispondere
nei confronti del Governo.
Modificare le norme sulla concessione della libertà
provvisoria, rendendole meno permissive.
Introdurre la responsabilità civile del magistrato.
Divieto di nominare sulla stampa i magistrati
investiti da procedimenti giudiziari.
Reintrodurre la soluzione meritocratica nella carriera
dei magistrati.
-Governo e Parlamento. Qualora avessimo a primo
ministro uno dei nostri candidati, evidentemente i
tempi della nostra iniziativa potrebbero essere
notevolmente accelerati e facilitati.
Varare urgentemente, in base all'art.95 della
Costituzione, le leggi sulla Presidenza del consiglio
e sulla nomina dei ministri, in modo che il Presidente
del consiglio sia eletto dal Parlamento, introducendo
la norma della sfiducia costruttiva (modifica
costituzionale) e che i ministri vengano a perdere la
qualifica di parlamentari, diventando collaboratori
del Presidente del consiglio, suoi dipendenti, scelti
sotto la propria responsabilità.
Riforma della Costituzione agli articoli 28, 97, 98,
fondati sulla teoria dell'atto pubblico non
amministrativo, sancendo la responsabilità personale,
non politica, degli amministratori pubblici.
Istituire sessioni di dibattito parlamentare con
corsie privilegiate da parte del governo, sancendo
contemporaneamente la inemendabilità dei decreti
legge.
Modifica della legge elettorale, istituendo collegi
uninominali anche per la Camera, in modo da ridurre i
deputati a 450 e i senatori a 250.
Modificare la funzione delle due Camere, assegnando ai
deputati funzioni politiche ed ai senatori funzioni
economiche e di controllo.
Modificare la legge di bilancio dello Stato, passando
da quello di competenza a quello di cassa.
Modificare la contabilità degli enti locali,
permettendo il consolidamento del loro debito, ma
stabilendo vincoli rigidi sull'accensione di nuovi
prestiti e sull'insieme della spesa.
Nell'intervista al Corriere della sera, Gelli
preciserà le posizioni, affermando che al Governo
avrebbe dovuto andare un socialista ed alla Presidenza
della repubblica un democristiano. Successivamente si
riuscirà a ricostruire che i candidati erano
rispettivamente Craxi e Andreotti.
-Costituzione e Presidenza della repubblica. Sancire
la non rieleggibilità del Presidente, riducendone
contemporaneamente il mandato a soli cinque anni ed
eliminando anche il semestre bianco.
Nel 1980, però, Gelli esprimerà una posizione molto
più nettamente presidenzialista ed anticostituzionale.
In materia presidenziale, con riferimento indiretto,
alla domanda di Costanzo: "Sbaglio o in più occasioni
lei si è espresso a favore di una repubblica
presidenziale?" rispondeva: "Sì, anche in una
relazione che inviai al presidente Leone". La
relazione terminava portando come esempio De Gaulle.
Più avanti, in materia costituzionale, Gelli
affermava: "Ma quando fossi eletto, il mio primo atto
sarebbe una completa revisione della Costituzione".
-Stampa e informazione. Dissolvere la Rai in nome
della libertà di antenna, art.21 Costituzione,
abolendone il monopolio.
Conquistare le televisioni via cavo, costituendo
agenzie locali per il controllo delle emittenti.
Acquisire il controllo di alcuni settimanali, Europeo
ecc., da gestire con la formula del Settimanale.
Legare al nostro progetto giornalisti delle seguenti
testate: Corriere, Giorno, Giornale, La stampa, Resto
del carlino, Messaggero, Il tempo, Roma, Mattino,
Gazzetta del mezzogiorno, Giornale di Sicilia,
Europeo, Espresso, Panorama, Epoca, Oggi, Gente,
Famiglia cristiana e, naturalmente, la Rai-tv. A
questi giornalisti bisognerà dare l'indicazione di
'simpatizzare' coi nostri candidati nei partiti.
Per quanto riguarda la stampa, nell'intervista del
1980 Gelli, in risposta ad una domanda fatta apposta
da Costanzo, porterà un durissimo attacco a L'Espresso
e Panorama che, su informazioni passate dai massoni di
sinistra, nel 1976 condussero parecchie inchieste
sulla massoneria e sul ruolo golpista svolto dalla P2.
-Sindacati. Soltanto attraverso una scissione delle
tre Confederazioni (definite, nell'oroginale del
testo, Trimurti) sarà possibile costruire un vero
sindacato, libera associazione di lavoratori, disposto
alla collaborazione per realizzare gli obiettivi della
produzione. Per favorire la rottura, possiamo puntare
sulla intera Uil e sulla minoranza della Cisl
(Marini).
Inoltre è urgente passare all'attuazione degli
articoli 39 e 40 della Costituzione, concernenti la
regolamentazione giuridica del sindacato e del diritto
di sciopero.
In materia di contrattazione si dovranno richiedere
l'eliminazione delle festività infrasettimanali e la
riduzione del costo del lavoro.
Successivamente dovremo valutare la possibilità di
attuare la cogestione nelle aziende sul modello
Germania.
Nella già citata intervista del 1980, Gelli rincarerà
la dose nei confronti del sindacato, affermando: "La
normativa e l'applicazione del cosiddetto Statuto dei
lavoratori non ha bisogno di commenti. Mi sembra che
l'Italia sia l'unica nazione in tutto il mondo ad
avere una legge di questo tipo, ma i risultati dal
1970 ad oggi sono, purtroppo, più che evidenti. Certe
conquiste ci ricordano che anche Pirro vantò la sua
vittoria".
-Ordine pubblico. Bisogna ripristinare la possibilità,
da parte delle forze dell'ordine, di interrogare
direttamente i fermati (fermo di polizia).
-Scuola. La disoccupazione intellettuale giovanile è
pericolosa perché fomenta rivolte, è necessario quindi
togliere valore legale al titolo di studio.
L'egualitarismo nella scuola è un elemento di
disgregazione, è necessario reintrodurre il merito
come valutazione. Soltanto i più meritevoli devono
poter accedere ai livelli superiori di istruzione. Per
quanto riguarda la scuola, dobbiamo aggiornare il
messaggio del presidente Leone.
-Fisco. Abolire la nominatività dei titoli di ogni
genere. Concedere forti sgravi fiscali ai capitali
esteri per favorire gli investimenti nel nostro Paese.
Prevedere forti sgravi fiscali per gli utili
accantonati dalle aziende e reinvestiti come
autofinanziamento. Ridurre le aliquote per i
lavoratori dipendenti.
-Pensioni. Vietare il pagamento della pensione prima
dei 60 anni. Eliminare il cumulo di più pensioni.
Controllo rigido delle pensioni di invalidità.
Si conclude qui il Piano di rinascita democratica. Non
occorre eccessivo acume per capire che non è farina
del sacco di Gelli, basta confrontarlo con la banalità
di molte risposte date nella intervista del 1980.
Certamente vi hanno lavorato costituzionalisti,
industriali, esperti della comunicazione e politici
interni alla Dc e ai partiti che successivamente
concorreranno alla formazione del pentapartito.
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