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Foglio di Collegamento n. 116



Cari amici,
                  vi invio nel corpo di questo messaggio e in allegato Word
il numero 116 del nostro Foglio di Collegamento.

Questa volta non ci sono petizioni da spedire, bensė importanti
informazioni, in parte sconvolgenti, che č opportuno conoscere per
migliorare la comprensione del mondo in cui viviamo e ravvivare il
desiderio di fare la nostra parte per cambiarlo!

Chi vuole, ci faccia avere di tanto in tanto un commento anche breve su
quanto scriviamo nel F. d. C.

Cordiali saluti
Loredana Giannini

N. B. Si puo' chiedere in qualsiasi momento la cancellazione dalla lista
per l'invio del F. d. C.
         Se non volete ricevere l'allegato Word dal prossimo numero in poi,
fatecelo sapere

*****************

FOGLIO  DI COLLEGAMENTO  INTERNO

DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

Numero 116  -  Marzo 20004


Sommario:

1 ) Kenneth critica la procedura del processo capitale
2 ) Ordine di espulsione di richiedenti asilo dall'Inghilterra in Iran
3 ) Passi verso l'abolizione della pena di morte per i minorenni
4 ) Al fianco di Amnesty contro la pena di morte per i minorenni
5 ) Subito liberati in Inghilterra cinque ex detenuti di Guantanamo
6 ) Per ora niente avvocati per i prigionieri di Guantanamo
7 ) Diritti umani: gli Usa relatori imparziali?
8 ) Un'altra esonerazione in North Carolina ripropone la moratoria
9 ) Respinto il ricorso di Thomas Miller-El
10) Commutazione disposta dal governatore dopo 81 esecuzioni
11) Il governatore Perry in Italia per affari e vacanza
12) Uomini del presidente
13) Giordania: doppia impiccagione di una donna
14) Gli ultimi 11 minuti di Marcus Cotton
15) Lucida descrizione di un'autentica tortura
16) Indagine forense sull'orrendo genocidio compiuto dai Khmer rossi
17) Richieste di corrispondenza
18) Notiziario: Filippine, Iraq, Michigan, Sudan, Tennessee, Texas, Utah,
Virginia, Zambia


1) KENNETH CRITICA LA PROCEDURA DEL PROCESSO CAPITALE

Cari amici italiani, quelli di voi che hanno letto il mio articolo del mese
scorso, hanno avuto modo di conoscere una parte molto importante del
processo capitale. Ho riprodotto per voi il Mandato della Corte alla Giuria
che regola la procedura per l'inflizione della pena. E' molto raro che
gente al di fuori dal contesto specifico legga queste cose. L'articolo di
oggi costituisce il seguito di quel primo pezzo. Ce ne sara' un altro nel
prossimo numero. Cio' che tentero' di fare oggi, e' di mostrarvi le pecche
della procedura che porta alla pena di morte. Mentre tutti sappiamo che la
pena di morte e' moralmente sbagliata, e' utilizzata con gravi pregiudizi,
non costituisce un deterrente al crimine e non si puo' mai essere certi di
giustiziare la persona che ha commesso il reato, la maggior parte delle
persone non ha mai guardato alle radici di questo albero marcio che e' la
procedura con cui si arriva alla pena di morte. Come disse Kahlil Gibran:
"Chiunque di voi punira' nel nome della giustizia alzando la scure
sull'albero del male, guardi prima alle radici dell'albero".
   Nella nostra societa', noi abbiamo la possibilita' di eleggere i nostri
capi. Il concetto potrebbe essere stato dimenticato, ma in effetti lo scopo
delle autorita' elettive e' quello di servire il popolo in modo giusto e
responsabile. Oggi noi vediamo che questo non succede poiche' molti degli
eletti abusano della loro autorita'. Sfortunatamente, molti cittadini
accettano questo fatto. Apprendiamo delle rivolte  ad Haiti e in Liberia:
avvengono perche' la gente e' stanca di essere oppressa. L'America un
giorno potrebbe dover affrontare rivolte su vasta scala. L'America ha gia'
visto nei tempi passati molte ribellioni, ma nessuna cosi' grande. Dico
questo per affermare che noi cerchiamo di riporre fiducia nei capi da noi
eletti. A volte questi personaggi creano leggi che di fatto non sono utili
per il popolo. La pena di morte e' stata l'oggetto di una scelta del
genere. La pena di morte e' una regola che e' stata data ai cittadini per
infierire gli uni sugli altri. Forse in epoche medievali ragionavamo su
livelli cosi' bassi (pensavamo cioe' che fosse bene uccidersi gli uni gli
altri), ma con il progredire della nostra civilizzazione i nostri modi di
rapportarci dovrebbero aver progredito. Tristemente, come possiamo vedere
nel caso della pena di morte, siamo rimasti vicino al medio evo piu' di
quanto ci potremmo aspettare.
   Dunque, attraverso il Mandato della Corte riguardo alla Punizione per un
reato capitale, il Sistema Giudiziario incarica 12 persone (la giuria) di
decidere se risparmiare un uomo o farlo giustiziare. Il sistema ha
inventato un metodo molto ingegnoso. Per prima cosa voglio sottolineare che
se qualcosa viene scritto sotto forma di "Legge", questo non significa che
sia giusto! Guardate indietro nel tempo, a diversi periodi della storia in
cui esistevano Leggi che non erano giuste. Guardate le leggi che
legalizzavano la schiavitu'. Guardate le Leggi, fatte qui in America nei
primi anni del 1900 da Jim Crowe, che segregavano i Neri dai Bianchi. Ci
vollero molte lotte per abolirle, e questo e' quanto dobbiamo fare  contro
la pena di morte.
   Vorrei far vedere che il procedimento per punire la gente con la morte
e' sbagliato sotto tre aspetti.

1) Nella prima fase del processo la tua colpa deve essere dimostrata al di
la' di ogni ragionevole dubbio, non provata al di la' di ogni dubbio.
Pertanto, cio' che afferma il Sistema e' che non occorre dimostrare al
cento per cento che sei colpevole, tutto cio' che occorre fare e'
dimostrare che c'e' una grande probabilita' che tu abbia commesso il
crimine. Non trovate che questo suoni mostruoso? Le parole sono ingegnose,
ma questo e' il significato nascosto. Dicono: non usate la ragione, usate
la probabilita'. Sottraendovi l'uso della ragione, vi tolgono l'uso del
vostro senso morale, abbassano i vostri standard di giudizio. Se dobbiamo
incriminare le persone qui in America e poi condannarle a morire, ogni
giuria dovrebbe operare ai livelli piu' alti di giudizio e quindi la
colpevolezza di una persona da condannare dovrebbe essere dimostrata al
cento per cento. Chiedo forse troppo? Un alto livello di giudizio
consentirebbe a persone che commettono crimini di cavarsela ma, come disse
il Presidente della massima Corte di giustizia dell'India (T.L. Venkatraman
Iyer): "Qualche centinaio di criminali puo' essere messo in liberta', ma un
solo uomo innocente non deve finire in prigione, perche' questo
trasformerebbe l'intero sistema legale in un sistema criminale"

2) Nella prima "questione" del Mandato utilizzato nella fase del processo
in cui si infligge la pena, si dichiara che i giurati devono determinare se
vi sia una "probabilita'" che l'imputato commetta altre violenze in futuro.
Come puo' questa essere una domanda ragionevole? Chi ha la capacita' di
vedere all'interno di un essere umano per giudicare accuratamente se questi
potra' commettere violenze in futuro? Parlano di probabilita', ma chi puo'
valutarle? Ancora una volta usiamo ipotesi per condannare una persona a
morire. Questo e' cio' che noi chiamiamo "speculazione letale". Cio' di cui
dobbiamo renderci conto e', certamente, che vi sono persone che, in base
alle loro azioni, si intuisce potranno commettere atti di violenza, ma
molti vengono spesso inclusi in questa categoria senza meritarlo. Cercano
di giustificare la pena di morte dicendo che ci occorre una pena come
questa per persone come Saddam Hussein o Bin Laden, ma il dramma e' che una
volta messo in moto un meccanismo come questo non c'e' modo di garantire
che non travolgera' altri che sono innocenti o altri che potrebbero
cambiare e ravvedersi. Nessun essere umano puo' prevedere la vita futura di
un'altra persona in questo modo. Un uomo puo' vivere nel peccato oggi, ma
entro due anni cambiare vita rivolgendosi a Dio. Attraverso la pena di
morte non puoi far tornare indietro le lancette de tempo. Questa parte del
mandato e' letteralmente una pecca mortale.

3) Nella seconda "questione", in sintesi, si dichiara che devi scoprire se
l'imputato ha provocato la morte della persona uccisa o l'ha prevista.
Questa e' una problematica importante su cui ritornero' anche in seguito.
Si dice cioe' che se anche non hai ucciso qualcuno, se hai cospirato per
commettere, per esempio, una rapina, e nulla piu', e la persona con cui hai
cospirato uccide qualcuno, tu sei altrettanto passibile di condanna a
morte. Quindi, anche se non hai ucciso nessuno personalmente, se hai
cospirato per commettere un crimine e qualcun altro uccide una persona, tu
avresti dovuto prevederlo. Cio' che rende tutto questo un'ipocrisia e' che
una persona puo' commettere un delitto orrendo e non affrontare la pena di
morte, mentre la persona che non l'ha commesso si'. Gia' questo costituisce
uno fatto immorale al di la' di ogni comprensione.

Ho trattato tre questioni che si aggiungono all'intrinseca abiezione della
pena di morte. Nel prossimo numero aggiungero' qualche pensiero conclusivo
su cio' che occorre fare e cio' che si fa (anche con la mia lotta personale
per liberarmi dal braccio della morte) contro questo processo disumano.
Fino ad allora, meditate su queste idee e pensate al modo di cambiare
questo sistema e orientarsi alla salvezza delle vite umane anziche' alla
loro annichilazione.


2) ORDINE DI ESPULSIONE DI RICHIEDENTI ASILO DALL'INGHILTERRA IN IRAN

Una notizia allucinante e' stata data il 6 marzo in Inghilterra dal Sunday
Herald: tre rifugiati curdi, ai quali e' stato negato il diritto di asilo,
hanno ricevuto dal governo laburista l'ordine di espulsione verso l'Iran,
paese in cui potrebbero essere condannati a morte.
   Gli attivisti trentenni Faroq Haidari, Fariboz Gravindi e Mokhtar
Haydary, in sciopero della fame da 17 giorni a Glasgow, hanno le bocche
cucite e rifiutano di essere curati. Sono in pessime condizioni fisiche. La
possibilita' che i tre vengano condannati a morte e' confermata dal fatto
che Habib Kharabi, uno zio di Haydary, e' stato 'giustiziato' in Iran per
le sue attivita' politiche. Il parlamentare laburista Mike Watson - eletto
nella circoscrizione in cui i tre risiedono - ha fatto loro visita
esortandoli a smettere lo sciopero della fame. "Il loro caso non e'
favorito dal comportamento che hanno assunto, anzi stanno di fatto
compromettendo la propria causa." Ha dichiarato Watson.
   Il Comune di Glasgow che ha sfrattato i tre uomini dice di essere
legalmente costretto a far cio'. "Capiamo che puo' apparire una decisione
senza cuore, data la situazione" - ha dichiarato un portavoce del Consiglio
comunale - ma e' la sola cosa che possiamo fare. Non spetta a noi decidere."
   Il 7 marzo un redattore del Sunday Herald e' andato ad intervistare i
tre e ha trovato solo Haidari cosciente. La bocca di costui ha un piccolo
pertugio tra i punti di sutura che consente in qualche modo l'emissione
della voce. "Quando ho cucito le labbra ho provato un dolore terribile - ha
detto Haidari - ma voglio far sapere al Governo inglese che i diritti umani
di cui parlano non esistono. Lo abbiamo detto; ne abbiamo abbastanza di
parlare; nessuno ci ascoltera' mai."
  Siamo in attesa di conoscere l'esito di questa vicenda incredibile di cui
si parla poco. E' appena il caso di ricordare che - a parte il sacrosanto
diritto di ogni cittadino del mondo di ricevere asilo politico - i tre sono
tutelati da norme sia inglesi che dell'Unione Europea che proibiscono
perfino l'estradizione di criminali detenuti per crimini comuni verso paesi
in cui vi sia il rischio di una condanna capitale.



3) PASSI VERSO L'ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE PER I MINORENNI

Dopo la decisione di gennaio della Corte Suprema degli Stati Uniti di
prendere in esame la liceita' costituzionale della pena capitale per i
minorenni  (v. n. 115) si e' intensificato il dibattito in merito, tra gli
esperti, nei media nonche' nei parlamenti di diversi stati nordamericani.
   I primi importanti risultati di un'intensa attivita' legislativa, si
sono avuti il 3 marzo: in South Dakota e nel Wyoming e' stata
contemporaneamente abolita la pena di morte per i minorenni all'epoca del
crimine. Un provvedimento dello stesso genere e' atteso nel giro di mesi
anche per nel New Hampshire.
   L'abolizione della pena di morte minorile in South Dakota e in Wyoming
non ha una conseguenza pratica in questi stati, che non applicano la pena
capitale pur mantenendola nei codici, ma contribuisce al far evolvere la
situazione a livello nazionale. Il fatto che gli stati che non ammettono la
pena di morte per i minorenni siano ormai 31 su 50 dovrebbe indurre la
Corte Suprema a dichiarare la pena di morte minorile incompatibile con
"l'evoluzione degli standard di decenza". Infatti quando, nel giugno del
2002, fu dichiarata incostituzionale la pena di morte per i ritardati
mentali, l'aveva proibita per legge un minor numero di stati (30). Al
momento in cui la Corte Suprema si riunira' per discutere, gli stati che
avranno bandito la pena capitale per i minori di 18 anni non saranno
soltanto 31 ma almeno 32. Come abbiamo detto nel numero 115, un
pronunciamento progressista della Corte Suprema federale avrebbe inoltre il
supporto del 70% dell'opinione pubblica statunitense.
   La grande maggioranza dei commenti e delle proposte di legge in
discussione sono orientate al superamento di questa pratica barbara. Ma vi
e' anche l'opposizione esplicita degli ultra conservatori. Si tratta di un
ristretto numero di persone ma molto influenti nel mondo politico e nel
sistema giudiziario. Intanto sono in corso in Arizona e in North Carolina
processi capitali contro imputati che avevano 16 o 17 anni al momento dei
delitti di cui sono accusati e il 9 marzo Eric Dale Morgan, che aveva 17
anni all'epoca del reato, e' stato condannato a morte in South Carolina.
Sono state programmate numerose esecuzioni di detenuti che avevano meno di
18 anni all'epoca del crimine. Nella seconda meta' di febbraio le
esecuzioni stabilite erano sei, di cui cinque in Texas. Per quattro di
queste esecuzioni e' stata poi disposta una sospensione in attesa del
pronunciamento della Corte Suprema. Rimangono tuttavia programmate le
esecuzioni di Cedric Howard a maggio in Louisiana e di Mauro Barraza a
giugno in Texas. Howard aveva 16 anni e Barraza 17 anni all'epoca dei
delitti loro contestati.


4) AL FIANCO DI AMNESTY CONTRO LA PENA DI MORTE PER I MINORENNI

Il Comitato Paul Rougeau partecipera' intensamente alle diverse fasi della
Campagna biennale di Amnesty International contro la pena di morte per i
minorenni che e' stata lanciata poco piu' di un mese fa in tutto il mondo
(v. n.115). Campagna importantissima alla quale - con un po' di enfasi -
possiamo riconoscere un'importanza 'storica'.
   La nostra prima iniziativa, nella seconda meta' del mese di marzo,
consiste nel raccogliere le sottoscrizioni in calce a due petizioni,
dirette ai governi degli Stati Uniti e del Pakistan, che i rappresentanti
di Amnesty consegneranno nelle mani dei rispettivi ambasciatori in tutte le
piu' importanti capitali del mondo.
   Non essendoci stato il tempo di utilizzare il Foglio di Collegamento, i
nostri soci e simpatizzanti sono stati contattati per e-mail con una
circolare che conteneva le istruzioni necessarie per compiere con efficacia
e precisione il compito che ci siamo assunto.
   Dobbiamo dire che i numerosi riscontri che ci sono immediatamente
pervenuti ci hanno sorpreso e incoraggiato facendoci sperare che molte
centinaia di sottoscrizioni possano essere raccolte in varie parti d'Italia
dai nostri corrispondenti (alcuni dei quali, essendo anche soci attivi di
Amnesty, dopo aver ricevuto una richiesta di mobilitazione tramite il
Coordinamento pena di morte e il Gruppo di A.I. di cui fanno parte, sono
stati ulteriormente stimolati dal nostro 'input').
   Nel prossimo numero vi informeremo sull'andamento complessivo di questa
iniziativa e sulla nostra partecipazione.


5) SUBITO LIBERATI IN INGHILTERRA CINQUE EX DETENUTI DI GUANTANAMO

Cinque detenuti di Guantanamo, portati in Gran Bretagna il 9 marzo, sono
stati tutti rilasciati entro due giorni dal loro arrivo. Si tratta di
cittadini inglesi di origine araba: Tarek Dergoul, di 26 anni, Asif Iqbal
di 22, Shafiq Rasul di 26, Rhuhel Ahmed di 22 e Jamal al-Harith di 37.
   L'alleanza strettissima e acritica del Primo Ministro inglese con il
gruppo neoconservatore che governa gli Stati Uniti non ha impedito che dal
Regno Unito si levassero voci fortemente contrarie a taluni aspetti della
'guerra' combattuta da George Bush contro il 'terrore' dopo l'11 settembre
2001. Le critiche inglesi hanno riguardato in particolare i maltrattamenti
e la negazione dei diritti alla difesa legale nei confronti dei detenuti
nel limbo di Guantanamo e, ovviamente, il destino e il trattamento dei nove
prigionieri di nazionalita' britannica. Lunghe e complesse trattative hanno
portato in un primo tempo a ottenere condizioni di favore per i prigionieri
inglesi nel caso di un giudizio davanti alle commissioni militari (rinvio
di due processi gia' decisi, esenzione dalla pena di morte e concessione di
possibilita' per la difesa legale che venivano negate agli altri). Cio'
ovviamente non era sufficiente e non avrebbe tacitato le obiezioni. Alla
fine, il 9 marzo scorso, cinque su nove cittadini britannici sono stati
rispediti da Guantanamo nella madre patria. Il governo americano, che non
ha voluto confermare fino all'ultimo il loro imminente trasferimento, aveva
chiesto che questi fossero detenuti in maniera rigorosa in Inghilterra. Si
pensava che i prigionieri dovessero rimanere carcerati dopo il loro arrivo.
Invece giunti in patria sono stati lasciati tutti liberi.
   Probabilmente i cinque sono ritenuti non pericolosi dagli Inglesi, a
differenza di quanto ritenevano gli Americani che li hanno imprigionati in
condizioni durissime per tanto tempo. Verranno sicuramente tenuti sotto
stretta osservazione e la loro liberta' potra' avere delle limitazioni. Ma
quale differenza con il trattamento subito a Guantanamo! Ora ci domandiamo:
se almeno cinque su nove prigionieri sono stati trattenuti erroneamente (e
liberati soltanto per le pressioni inglesi), quanti innocenti ed ignari
malcapitati - ed ex combattenti inoffensivi - ci sono tra i 650 tuttora
rinchiusi nel campo Delta?
  La popolazione della cittadina di Tripton ha accolto con ostilita'
razzista tre di questi malcapitati che ritornavano a casa reduci da
Guantanamo. Tra gli arrivati, Tarek Dergoul e' irraggiungibile dai media,
e' definito di stato 'mentale fragile' ed ha difficolta' a camminare. Ha
una mano amputata. Aveva tutte e due le mani quando fu catturato. Si
ritiene che sia stato portato a Guantanamo nel maggio del 2002. Robert
Lizar, avvocato di Jamal al-Harith, lamenta che il suo cliente e' stato
trattato in maniera crudele, inumana e degradante per due lunghi anni. Si
prospettano cause per danni fisici e psichici nei riguardi del governo
americano.
  In un articolo del Mirror del 12 marzo si descrivono i maltrattamenti
riferiti da Jamal al-Harith, le razioni scadute da 10 anni, i pestaggi, le
amputazioni e le torture fisiche e psicologiche cui sono sottoposti i
prigionieri, allo scopo di annientare la loro personalita'. Per al-Harith
la piu' raffinata tortura psicologica consiste nell'invio di prostitute ai
musulmani piu' giovani, religiosi e osservanti, per umiliarli: 'coloro che
non avevano mai visto una donna senza velo erano costretti a guardare
prostitute nude che si toccavano.' Non e' la prima volta che, tra gli
strumenti 'sporchi' della politica americana, appare la corruzione
sessuale, anche di persone grande statura morale.


6) PER ORA NIENTE AVVOCATI PER I PRIGIONIERI DI GUANTANAMO

Data la disastrosa situazione degli ospiti del Calpo Delta a Guantanamo
Bay, apprendiamo con rincrescimento che, sia pure in via interlocutoria, la
Corte Suprema degli Stati Uniti il 19 febbraio ha accolto la richiesta del
governo americano di impedire ad un detenuto di Guantanamo di vedere il
proprio avvocato. Cio' almeno fino al pronunciamento della medesima Corte
sulla piu' ampia questione di quali siano i diritti legali residuali per i
cosiddetti "nemici combattenti" detenuti ormai da oltre due anni nella
malfamata base della Marina USA situata in un lembo dell'isola di Cuba.
   L'Avvocato Generale del governo, Ted Olson, la settimana prima aveva
inoltrato una richiesta di emergenza alla Corte Suprema contestando una
decisione della Corte d'Appello federale del Nono Circuito. Tale corte
aveva affermato che il detenuto libico Falen Gherebi ha il diritto non solo
di vedere l'avvocato assunto dalla sua famiglia, ma anche di essere
processato in una corte federale. Olson aveva obiettato che permettere a
Gherebi di incontrare un avvocato avrebbe "interferito con gli sforzi dei
militari di ottenere informazioni, dallo stesso Gherebi e da altri detenuti
di Guantanamo, riguardanti la guerra in corso contro il terrorismo."
   Nel mese di aprile la Corte Suprema degli Stati Uniti terra' una serie
di udienze per sentire le ragioni esposte dai legali di altri detenuti di
Guantanamo - i quali contestano la negazione del diritto ad accedere alla
giurisdizione delle corti americane per i loro clienti - e fara' conoscere
a fine giugno la propria sentenza in merito. Il governo di George Bush
attende con comprensibile preoccupazione questa sentenza che potrebbe dare
uno scossone alla filosofia su cui e' basata la cosiddetta 'guerra al
terrore'.


7) DIRITTI UMANI: GLI USA RELATORI IMPARZIALI?

Gli Stati Uniti hanno pubblicato il 25 febbraio il loro tradizionale
impegnativo rapporto annuale intitolato: "Rapporti sui paesi riguardo alla
Pratica dei Diritti umani", preparato dall'Ufficio federale della
Democrazia, di Diritti Umani e del Lavoro.
   Con grande scrupolo sono state evidenziate le pecche e le forme di
ingiustizia e razzismo in numerosi stati. Per un solo paese non si dice
nulla: gli stessi Stati Uniti d'America.
   Questa attivita' di controllo svolta dall'America e' indubbiamente molto
positiva e contribuisce significativamente a ravvivare, in tutto il mondo,
l'attenzione verso la problematica dei diritti umani. Tuttavia il rapporto
suscita notevoli perplessita' nelle persone che sono consapevoli delle
gravi violazioni dei diritti umani che avvengano proprio negli Stati Uniti,
e a causa degli Stati Uniti in tutto il mondo, soprattutto negli ultimi due
anni in conseguenza delle scelte strategiche degli USA. Ecco qualche
esempio molto parziale del 'doppio standard' usato dagli Stati Uniti.
   Nel rapporto la Cina viene - a ragione - criticata sotto molti aspetti.
Ma come possono essere condannate da parte degli Stati Uniti le esecuzioni
capitali, le esecuzioni extragiudiziali, le detenzioni in incommunicado e/o
senza processo che avvengono in Cina?
   Secondo la relazione degli Stati Uniti, in Nuova Zelanda si manifesta un
notevole razzismo. I Maori costituiscono infatti il 15 per cento della
popolazione complessiva, ma il 50 per cento di quella carceraria. Sempre
analizzando i problemi carcerari, in Nuova Zelanda c'e' stato nel 2003 un
caso di suicidio.
   Negli Stati Uniti gli Afro-americani costituiscono il 12 per cento della
popolazione complessiva, ma il 40 per cento di quella carceraria. Nelle
carceri del solo Kentucky ci sono stati, nel 2002, almeno 17 casi accertati
di suicidio. Questi dati non vengono resi noti dalla relazione.
   Ovviamente le condizioni carcerarie in America sono migliori di quelle
che si hanno in altre nazioni del mondo, per esempio in Cina o in Russia
(pare che nelle carceri russe muoiano circa undicimila detenuti all'anno,
soprattutto per mancanza di cure mediche adeguate e per scarsa igiene).
Tuttavia, affermare che gli Stati Uniti siano in assoluto migliori della
Russia o della Cina e' una distorsione della verita', perche' in ogni caso
anche negli Stati Uniti si hanno dati relativi alle condizioni carcerarie
che fanno rabbrividire. Per esempio si stima che migliaia di uomini e donne
vengano stuprati ogni anno nelle carceri americane. Riguardo alle violenze
fra prigionieri,  nella sola California ci sono state, nel 2001, 11.527
aggressioni, di cui 13 con conseguenze mortali. Secondo un rapporto del
2002, i detenuti in isolamento totale negli Stati Uniti sono 20.000, molti
dei quali segregati in condizioni estreme per mesi o per anni. (Grazia)


8) UN'ALTRA ESONERAZIONE IN NORTH CAROLINA RIPROPONE LA MORATORIA

Il 18 febbraio Alan Gell  - condannato a morte nel 1998 - e' stato
riconosciuto innocente. Gell e' stato prosciolto in North Carolina meno di
due settimane dopo l'esonerazione di Darryl Hunt, nero accusato
ingiustamente dello stupro e dell'uccisione di una donna bianca (v. nn. 114
e 115).
   Il processo originario di Gell era stato annullato da un giudice il
quale aveva riconosciuto che l'accusa  - sostenuta da due collaboratori di
Mike Easley, allora ministro della Giustizia, attuale Governatore - nascose
numerose prove di innocenza dell'imputato. Tuttavia lo stato, dopo aver
tentato in tutti i modi di opporsi all'annullamento del processo, si era
rifiutato di liberare Gell e' aveva cercato di farlo condannare, questa
volta al carcere a vita, nel secondo processo al termine del quale egli e'
stato invece riconosciuto totalmente innocente.
   Nel processo originario l'accusa era riuscita ad ottenere una sentenza
di morte per Alan Gell in base alla testimonianza concordata - come si
poteva arguire da intercettazioni telefoniche in possesso della medesima
accusa - tra due giovanissime delinquenti, pretese complici. Costoro
affermarono che Gell aveva ucciso tale Allan Ray Jenkins il 3 aprile del
1995. L'accusa aveva a suo tempo tenute nascoste anche sei testimonianze di
persone che affermavano di aver visto ancora viva la vittima dopo il 3
aprile, in un periodo in cui Gell era fuori dalla North Carolina e poi in
prigione per furto d'auto (dove rimase fin oltre il 14 aprile, data in cui
fu trovato il corpo di Jenkins). Durante il secondo processo, tre esperti
hanno testimoniato che i risultati degli esami eseguiti sul cadavere di
Jenkins escludevano che egli fosse gia' deceduto 11 giorni prima del
ritrovamento.
   Le quindicenni Crystal Morris e Shanna Hall, pretese complici di Alan
Gell, effettivamente implicate nell'uccisione di Jenkins, avevano a suo
tempo concordato con l'accusa di testimoniare contro Gell in cambio di una
condanna, per omicidio di secondo grado, a soli 10 anni di prigione.
   Alan Gell, che ora ha 28 anni,  e' stato immediatamente liberato
nell'aula del tribunale dopo la lettura della sentenza di assoluzione. Non
ha voluto commentare il comportamento dell'accusa. Ha abbracciato gli
avvocati e la madre singhiozzante e ha dichiarato: "Vado a casa, dove
dovrei essere da parecchi anni."
   Oltre a quello di Gell, nel corso di 6 anni, sono stati annullati in
North Carolina altri 4 processi capitali in cui gli avvocati dell'accusa
occultarono delle prove. Questi casi hanno dato origine ad una campagna di
stampa che chiede di porre i pubblici accusatori sotto... accusa per la
loro condotta contraria all'etica processuale.
   Le due esonerazioni verificatasi quest'anno in un breve lasso di tempo,
un periodo nel quale Corte Suprema della North Carolina ha anche annullato
altre due sentenze capitali, rendono probabile la ripresentazione di una
legge per la moratoria delle esecuzioni capitali che era gia' stata
approvata l'anno scorso al Senato ma che era stata lasciata cadere alla
Camera.


9) RESPINTO IL RICORSO DI THOMAS MILLER-EL

Il nero Thomas Miller-El fu condannato a morte nel 1986 a Dallas nel Texas
in un clima di forte pregiudizio razziale. Lo ha riconosciuto anche la
Corte Suprema federale che ha sospeso l'esecuzione del condannato nel
febbraio 2002 e, un anno dopo - con una votazione di 8 contro 1 -  ha
ordinato alla Corte d'Appello federale del Quinto Circuito di riesaminarne
il caso (v. nn. 93, 94, 101, 105). Questa famigerata Corte d'Appello, dopo
aver ben riflettuto, il 26 febbraio scorso ha respinto il ricorso di
Thomas. Senza escludere un possibile comportamento razzista dell'accusa, la
Corte si e' limitata a usare 'deferenza' nei riguardi delle corti inferiori
che avevano respinto i ricorsi di Thomas (ha sentenziato che 'il ricorrente
non era riuscito a portare prove chiare e convincenti che le corti
inferiori avevano errato nel sentenziare che non vi fu un intenzionale
comportamento discriminatorio dell'accusa nell'escludere giurati di colore
durante la formazione della giuria'.)
   Gli avvocati difensori di Thomas Miller-El - che si dichiara innocente -
hanno reso noto il proposito di riportare davanti alla Corte Suprema questo
caso, ormai famoso, che ha assunto, sia per i sostenitori di Thomas che per
i suoi avversari, anche un significato politico. E' probabile che venga
comunque fissata di nuovo la data di esecuzione del condannato. Sarebbe
l'undicesina. Potrebbe essere l'ultima.


10) COMMUTAZIONE DISPOSTA DAL GOVERNATORE DOPO 81 ESECUZIONI

L'attuale governatore Rick Perry aveva lasciato sperare in una revisione
del sistema della pena di morte del Texas dopo le 152 esecuzioni avvenute
sotto il governatorato di George W. Bush. Il predecessore non aveva
risparmiato minorati, malati mentali, minorenni all'epoca del crimine e
probabili innocenti. Per alcuni mesi dopo il suo insediamento avvenuto
all'inizio del 2001, Perry aveva lasciato credere di essere favorevole a
importanti provvedimenti legislativi che dovevano, almeno, rendere piu'
giusto e prudente l'uso della pena di morte nel suo stato. Purtroppo molto
presto il nuovo governatore si lascio' convincere dai peggiori conservatori
ad opporsi ad ogni innovazione e - come Bush, se non peggio di lui - ha
lasciato fluire senza opporsi una serie di 81 esecuzioni nell'arco di tre
anni.
   L' 11 marzo ha pertanto sorpreso gli osservatori la commutazione, nella
massima pena detentiva, della condanna a morte di Robert Smith, del quale
era stato ampiamente dimostrato un sensibile ritardo mentale. Per la
verita' il Governatore e' stato costretto ad intervenire, dopo essersi
fatto raccomandare la commutazione dalla Commissione per le Grazie, dal
riconoscimento del ritardo mentale da parte dello stesso Chuck Rosenthal,
famigerato Procuratore distrettuale della contea di Harris. Infatti una
famosa sentenza della Corte Suprema federale del giungo 2002 proibisce la
pena capitale per i ritardati mentali.
   D'altro canto anche Bush - a fronte di 152 esecuzioni - aveva concesso
UNA grazia (ad un detenuto che si trovava fuori dallo stato quando avvenne
in Texas l'omicidio per cui ricevette la pena capitale). Tale commutazione
servi' egregiamente a George W. Bush per fregiarsi dell'appellativo di
'conservatore compassionevole' e per rintuzzare le critiche degli
abolizionisti.


11) IL GOVERNATORE PERRY IN ITALIA PER AFFARI E VACANZA

Il Governatore del Texas, Rick Perry, e' un efficiente servitore della pena
di morte in uno stato che 'giustizia' lo stesso numero di persone pro
capite della Cina comunista, compresi molti minorenni all'epoca del crimine
(cosa che la Cina non fa). Bene, la crema del mondo degli affari e alcuni
politici hanno avuto il piacere di ospitare in Italia l'Hon. Perry e la sua
famiglia, per una settimana a partire da sabato 13 marzo.
   La visita di Perry e' stata tenuta pressoche' segreta forse temendo
qualche contestazione degli abolizionisti che avrebbe potuto turbare la
bella festa. Dobbiamo tuttavia ricordare che il Governo italiano e' tenuto,
per fedelta' alle richieste del nostro Parlamento e ai vincoli europei, a
porre il problema della pena di morte negli incontri internazionali, anche
bilaterali. Si dira' che la visita di Perry non era un evento ufficiale. E'
vero, ma gli interlocutori del governatore del Texas dovrebbero avere anche
una coscienza privata e personale.
   La Sezione Italiana di Amnesty International ha colto l'occasione per
sollevare almeno lo scottante problema della pena di morte minorile, in un
lettera che il presidente Marco Bertotto ha spedito a Rick Perry, fermo
posta all'Ambasciata Americana.


12) UOMINI DEL PRESIDENTE

Superando con un espediente l'ostruzionismo dei Democratici al Senato, il
20 febbraio il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha imposto la
nomina di William Pryor, Ministro della Giustizia dell'Alabama, a Giudice
nella Corte d'Appello federale dell'Undicesimo Circuito. E' la seconda
volta che il Presidente degli Stati Uniti evita di passare per
l'approvazione del Senato nel piazzare in posti di alta responsabilita'
giudiziaria uomini a lui graditi. Un mese prima aveva ottenuto
l'insediamento del giudice Charles Pickering nella famigerata Corte di
Appello federale del Quinto circuito.
   George Bush ha utilizzato una norma che consente al Presidente di
confermare un giudice da lui nominato senza la prescritta ratifica del
Senato nei periodi di recesso del Senato stesso. Anche se la sua mossa e'
perfettamente legale, l'opposizione ne ha stigmatizzato la scorrettezza
politica.
    "Una minoranza di senatori democratici fino ad ora ha usato pratiche
ostruzionistiche senza precedenti per impedire che egli ed altri
qualificati giudici ricevessero  la conferma del Senato." Ha invece
dichiarato Bush. "Le loro tattiche sono incompatibili con la
responsabilita' costituzionale del Senato e offendono il nostro sistema
giudiziario".
   In precedenza - nonostante la conquista da parte dei Repubblicani della
maggioranza al Senato nelle elezioni di medio termine del 2002 -
l'ostruzionismo dei senatori democratici era riuscito a bloccare le nomine
dei giudici ultra conservatori Priscilla Owen, Miguel Estrada, Carolyn Kuhl
e Janice Rogers Brown, oltre che dello stesso Pryor e di Charles Pickering.
   Bush ha la massima stima di Pryor, che si distingue nella schiera degli
ultra conservatori. Bush sostiene che Pryor sia persona irreprensibile,
"fior fiore fra gli avvocati d'America". Pare invece, secondo quanto
affermato dall'opposizione, che egli non sia del tutto immacolato: si dice
sia stato coinvolto in alcuni scandali nel favorire industrie della
manifattura del tabacco durante la sua campagna di raccolta fondi.
   Le corti federali hanno, fra gli altri, il compito di decidere la sorte
dei condannati a morte al termine del procedimento giudiziario, quando si
tratta di verificare se i casi capitali sono stati trattati con giustizia e
imparzialita' a livello statale. E' evidente che, visto lo spaventoso
attaccamento alla pena di morte da parte di Bush, e visto che a Bush, e
solo a lui, Pryor deve la sua nomina (che naturalmente gli fruttera' onori
e un'ottima remunerazione), egli sara' tra i giudici che si guarderanno
bene dal frustrare il palese desiderio di esecuzioni del suo amato
presidente.
   Per quanto riguarda Pryor, egli puo' metterci molto del suo. E' nota
infatti la sua propensione ad accelerare le esecuzioni in Alabama. Ed anche
la sua opposizione alle due ultime sentenze della Corte Suprema federale in
materia di pena capitale: quella che vieta la pena di morte per i ritardati
mentali e quella che richiede che siano le giurie e non i giudici ad
imporre le sentenze di morte. Egli e' anche un fautore della pena di morte
per i minorenni.
   Bush e i suoi colleghi di governo da tempo dichiarano apertamente di
perseguire un rafforzamento dell'influenza della Casa Bianca, piazzando
uomini di accertata 'fedelta'' nei gangli vitali del potere federale (v.
art.: " 'Buoni conservatori' o persone ottuse e pericolose?" nel n. 95).
   L'Attuale amministrazione federale tesse i suoi piani contando in primo
luogo sulla riconferma nelle prossime elezioni presidenziali. A noi non
rimane che sperare nella vittoria del principale avversario di Bush, il
democratico John Kerry, il quale, pur non essendo fino in fondo un convinto
abolizionista, potrebbe portare una ventata innovativa in questo "Jurassic
Park" rappresentato dalla corte di George W. Bush. Tuttavia non sara'
facile per Kerry, anche per le immense risorse economiche che i
Repubblicani di Bush stanno accantonando per la campagna elettorale. (Grazia)


13) GIORDANIA: DOPPIA IMPICCAGIONE DI UNA DONNA

Molto spesso le notizie piu' agghiaccianti che riguardano la pena di morte
si nascondono in trafiletti o brevi note di agenzia. Specie quando si
riferiscono a paesi poveri scarsamente illuminati dai riflettori dei media.
Da una dozzina di righe diffuse dell'Associated Press il 3 marzo appendiamo
che "oggi una donna giordana condannata per l'assassinio di due bambini e'
stata impiccata per la seconda volta dopo che al primo tentativo la corda
si era spezzata a causa del peso della donna. [...] I'tisan Hussein di 21
anni e' precipitata in terra quando si e' spezzata la corda ma non si e'
rotta nessun osso, ha detto una delle guardie che partecipava
all'esecuzione. Era spaventata e in preda al panico ma non le fu dato alcun
sedativo. [...] Il cappio e' stato cambiato ed entro un'ora si e' proceduto
ad una nuova impiccagione, dopo un intervallo nel quale le guardie hanno
tentato di calmarla."  Prima di chiudere, l'A. P. ricorda un altro
'incidente', avvenuto nel 1997 in Giordania: la testa di una donna
sottoposta ad impiccagione si stacco' dal busto.


14) GLI ULTIMI 11 MINUTI DI MARCUS COTTON

Lo stato del Texas, con precisione tedesca, registra in appositi moduli lo
svolgimento delle esecuzioni capitali. Ecco alcune annotazioni scritte per
Marcus Cotton, regolarmente 'giustiziato' ad Huntsville il 3 marzo.
"Prelevato dalla cella di attesa: 6:02 p. m. - Legato al lettino: 6:03 - La
soluzione fluisce: 6:04 - Ultima dichiarazione: 6:06 (l'ultima
dichiarazione viene registrata, poi trascritta e pubblicata in Internet) -
Inizio della somministrazione della dose letale: 6:07 - Completamento della
dose letale: 6:10 - Pronunciato morto: 6:13" L'ultimo spazio intitolato
'Fatti straordinari' risulta vuoto. In effetti, come la maggior parte delle
321 esecuzioni portate a temine in Texas dal 1982 in poi, quella di Cotton
ha rispettato con precisione nei tempi e nei modi il rituale. Dal suo
ultimo pasto  al suo ultimo 'gasp' il ventinovenne Cotton ha lasciato
questo mondo senza fare notizia.


15) LUCIDA DESCRIZIONE DI UN'AUTENTICA TORTURA

Kevin Cooper, condannato a morte in California, di cui abbiamo parlato nel
numero precedente, il  9 febbraio scorso ha ricevuto una sospensione poche
ore prima dell'esecuzione. Tornato nella sua cella abituale, egli ha
scritto una relazione lucida e dettagliata della procedura preliminare al
suo omicidio legalizzato. E' un'esperienza che costituisce gia' di per se'
un'autentica tortura. Desidero condividere con i nostri lettori le parole
di Kevin, riportando qui di seguito il suo scritto:

"Lunedi' 9 febbraio 2004, poco dopo le 18 e 15, il Rev. Jesse Jackson
recito' una preghiera per me e per i miei visitatori all'interno della sala
delle visite qui nel Carcere di San Quentin. Poi lui, la mia assistente
spirituale e i miei amici ricevettero l'ordine di andarsene, cosa che fecero.
   Mi scortarono al fondo della sala delle visite e fui condotto in un
corridoio su cui si affacciavano delle celle. Fui collocato in una di esse,
mi tolsero le manette e mi fu detto di svestirmi, cosa che feci. Fui
perquisito nudo e poi mi fu data una divisa del carcere nuova di zecca, mi
fu ordinato di indossarla e obbedii. Poi fui nuovamente ammanettato e
portato via da quella cella. Fui consegnato ad un altro gruppo di guardie.
Fui circondato da  sei guardie e scortato nella stanza d'attesa della
camera della morte. In precedenza, mentre mi trovavo ancora nella sala
delle visite, le guardie mi avevano detto che la Corte d'Appello del Nono
Circuito aveva concesso una sospensione, ma che fino a quando non avessero
avuto notizie dalla Corte Suprema degli Stati Uniti sulla conferma o meno
della sospensione, la prigione avrebbe proceduto con l'esecuzione come se
non vi fosse alcuna sospensione. Quando giunsi fuori dalla stanza d'attesa
della camera della morte, la porta era aperta, e mi fu detto di entrare,
cosa che feci. Mi dissero di mettermi con la schiena contro il muro mentre
venivo circondato da una nuova squadra di guardie. Erano le guardie
incaricate dell'esecuzione. Erano circa in otto. Il capo della squadra mi
si pianto' vicinissimo e mi chiese se ci sarebbero stati problemi quando mi
avrebbero tolto le manette. Risposi di no guardandolo dritto negli occhi, e
mi tolsero le manette. Mi chiesero di nuovo di spogliarmi, lo feci, e fui
nuovamente perquisito nudo. Questa volta usarono una torcia elettrica per
illuminarmi la bocca e l'ano mentre mi perquisivano! La stanza in cui mi
trovavo era freddissima: la temperatura doveva essere inferiore a dieci
gradi. Rimasi scalzo su quel pavimento gelato circondato da quelle guardie
mentre mi perquisivano da capo a piedi. Poi mi diedero altri vestiti,
questi erano gli abiti nei quali avrei dovuto essere giustiziato. Fui messo
in un'altra cella che misurava la meta' di una cella normale. Vi erano
soltanto un cesso, un materasso e un cuscino. Rimasi li' al freddo
aspettando che la mia assistente spirituale venisse a pregare con me e per
me. Sempre senza sapere che cosa avrebbe deciso la Corte Suprema degli
Stati Uniti. Dopo circa mezz'ora arrivo' l'assistente spirituale. La misero
in una cella vicino alla mia. Era sulla mia destra, ma ad una tale
angolazione che era difficile vederla attraverso le sbarre della cella,
comunque ci riuscii. Mi chiesero se volevo un ultimo pasto e rifiutai, mi
chiesero se volevo dell'acqua e rifiutai. Mi chiesero se avevo un'ultima
dichiarazione e dissi di no. Controllarono ancora una volta le mie braccia
per essere sicuri di trovare le vene. Intanto le guardie passavano davanti
alla cella con manciate di batuffoli di cotone e tamponi di garza con alcol
e altri articoli assortiti necessari per il mio assassinio, per
l'esecuzione che dovevano compiere! La mia assistente spirituale fece un
ottimo lavoro per tenere la mia mente concentrata e mentre leggeva il
telefono squillo'. Era la mia avvocatessa che voleva farmi sapere che mi
era vicina spiritualmente e che, non appena le fosse stato comunicato
qualcosa dalla Corte Suprema, avrebbe richiamato per dirmelo. Ero entrato
nella sala d'attesa della camera della morte alle 18 e 15 circa e alle 20
e15 circa il telefono suono' di nuovo ed era di nuovo l'avvocatessa. Mi
disse che la Corte Suprema non aveva dato ascolto alla petizione
dell'accusa. Avevano rifiutato la richiesta dello stato e la sospensione
era confermata!!! Persino prima di comunicare la notizia alla mia
assistente spirituale, dissi alle guardie che non intendevo mancare loro di
rispetto dicendo loro cio' che stavo per dire: che non avrebbero svolto il
loro compito quella sera! Poi informai la mia assistente spirituale e con
lei pregammo! Sono arrivato a 3 ore e 45 minuti dall'assassinio da parte
dello stato della California! Sto riprendendomi adesso dal rituale di morte
creato dall'uomo che ho sperimentato su di me. Non saro' mai piu' lo
stesso! Sto solo rafforzandomi e divenendo piu' determinato a compiere la
mia parte per distruggere l'orgoglio e la gioia dei governanti degli Stati
Uniti: il loro sistema di pena capitale! Con voi nella lotta dal Braccio
della Morte, Kevin Cooper"
   Penso che non vi siano commenti da aggiungere a un simile resoconto, ma
solo propositi di unirci a Kevin per porre fine a queste torture! (Grazia)


16) INDAGINE FORENSE SULL'ORRENDO GENOCIDIO COMPIUTO DAI KHMER ROSSI

Tra il 1975 e il 1979 il regime di Pol Pot fece morire un gran numero di
Cambogiani (probabilmente 1 milione e 700.000, piu' di un quarto
dell'intera popolazione) di stenti ed esecuzioni di massa, compiute, per
risparmiare le munizioni, solo in una minoranza di casi con armi da fuoco.
I colpi di macete e di zappa, che provocavano orribili sofferenze alle
vittime moribonde, sono ora visibili in un campionario di teschi messo
insieme dai ricercatori impegnati in un'indagine forense finanziata dal
governo americano. Gli Stati Uniti con una modesta iniziativa da 50 mila
dollari vogliono ora aiutare a far luce su un evento mostruoso che la loro
politica nell'area indocinese contribui' indubbiamente a scatenare.
   Il 26 febbraio 10 teschi che esemplificano i vari metodi di esecuzione
sono stati esposti nel Museo del Genocidio a Phnom Penh situato in una
scuola elementare in cui furono 'interrogati' con un sadismo incredibile
piu' di 16 mila 'nemici' prima di essere eliminati.
   Si tratta dei resti di 9 maschi e di una femmina, di eta' compresa tra i
20 e i 55 anni, quattro dei quali presentano fori da armi da fuoco e  sei
mostrano lesioni orribili prodotte da colpi di oggetti pesanti o macete.
   Fino ad ora nessuno degli esponenti del regime dei Khmer rossi e' stato
sottoposto ad un processo. L'ex presidente Pol Pot e' morto di morte
naturale nella giungla nel 1998, ancora a capo di un miserando piccolo
governo (alcuni mesi prima di morire aveva anche fatto sterminare 11
persone tra i suoi 'ministri' e i loro familiari). Altri esponenti Khmer,
ancora in vita dopo alterne vicende 'politiche', sono liberi. Lunghe
trattative tra l'ONU e la Cambogia potrebbero portare in un futuro piu' o
meno prossimo ad una resa di conti davanti ad un tribunale internazionale
per alcuni di essi.


17) RICHIESTE DI CORRISPONDENZA

Kevin, detenuto del braccio della morte del Texas, cerca amici di penna. E'
nero ed ha 22 anni. E' arrivato da pochi mesi alla Polunsky Unit. E'
cresciuto senza famiglia nella piu' grande solitudine ora accentuata dal
fatto che deve stare rinchiuso in cella da solo per 23 ore al giorno. Ha
una figlia di 3 anni che non puo' piu' vedere e questo gli fa molto male.
Mr. Kevin Watts  # 999456
Polunsky Unit
3872 FM 350 South
LIVINGSTON, TX 77351     USA

Geronimo Ibanez, non condannato a morte, detenuto in un carcere del Texas,
ha 49 anni ed e' molto solo. E' stato completamente abbandonato dalla
moglie e dai figli. Deve scontare almeno altri 18 anni di prigione. Si
esprime, in lingua spagnola, con una certa difficolta'. Chiede di
corrispondere con una persona  preferibilmente della sua stessa eta' che
possa 'compatire le sue pene'.
Mr. Geronimo Ibanez  # 487820
3001 S. Emily
BEEVILLE, TX 78102   USA


18) NOTIZIARIO

Filippine. Annullato il processo originario dei due che la Presidente
voleva far giustiziare. La Corte Suprema delle Filippine ha ordinato un
nuovo processo per due condannati che la Presidente Arroyo voleva lasciar
'giustiziare' il 30 gennaio dopo aver interrotto la moratoria delle
esecuzioni. Gli avvocati di Negrense Roberto Lara e di Roderick Licayan
hanno presentato nuove prove che suggeriscono che i due possano essere
innocenti del rapimento e dell'uccisione di un influente commerciante di
etnia cinese.

Filippine. Triplice condanna a morte per uno stupratore. Il 2 marzo si e'
appreso nelle Filippine che Nemesio Puntujan e' stato condannato a morte
tre volte per aver abusato di una nipote diciottenne in tre occasioni,
precisamente il 15 e il 28 gennaio 1998 e il 6 febbraio di quell'anno. Lo
zio, che ricorrera' in appello, si dichiara innocente e avanza un alibi ma
la nipote dice di essere stata anche minacciata con un coltello.

Iraq. Morto Abu Abbas prigioniero in incommunicado degli Americani. Amnesty
International e le altre organizzazioni per i diritti umani dovrebbero
chiedere un'inchiesta internazionale che accerti le cause della morte del
palestinese Abu Abbas, responsabile del sequestro della nave da crociera
'Achille Lauro' nel 1985. Abbas e' morto l'8 marzo scorso all'eta' di 55
anni mentre era detenuto e sotto interrogatorio da parte degli Americani in
una prigione imprecisata dell'Iraq. Aveva moglie cinque figli.

Michigan. Tentativo di ripristinare la pena capitale. Il Michigan aboli' la
pena di morte il  1° marzo 1847 ed e' pertanto nel mondo uno dei primi
stati abolizionisti. Attualmente diversi movimenti 'per le vittime del
crimine' e alcuni parlamentari stanno tentando insistentemente di far
approvare una modifica costituzionale che permetta di ripristinare la pena
capitale per i rei di omicidio di primo grado la cui colpa sia stata
stabilita con 'certezza morale'. L'opinione pubblica sarebbe moderatamente
favorevole alla reintroduzione della pena di morte. E' richiesta una
maggioranza qualificata dei 2/3 al Senato e alla Camera per indire un
referendum popolare in proposito. Ben difficilmente il tentativo potra'
riuscire, come e' avvenuto per simili tentativi in passato.

Sudan. Condanna alla lapidazione per adulterio. Da un'azione urgente di
Amnesty International del 19 febbraio apprendiamo che Alakor Lual Deng, una
donna sudanese di circa 30 anni che ha cinque figli, e' stata condannata a
morte per adulterio nel 2003 in un processo ingiusto. La sua condanna e'
ora in appello presso la Corte Suprema del Sudan. Si puo' firmare una
petizione per Alakor all'indirizzo:
www.amnesty.it/campaign/maipiuviolenzasulledonne/appelli/ua_70_04_sudan.php3

Tennessee. Parlamentare chiede la sospensione dell'esecuzione di Workman e
di altri 37. Joe Towns, parlamentare del Tennessee, ha chiesto al
Governatore Phil Bredesen di bloccare le esecuzioni di Philip Workman e
degli altri 37 condannati a morte per i quali il dott. O. C. Smith - ora
sotto processo con l'accusa di aver simulato un'aggressione - rese una
testimonianza accusatoria (v. n. 115). Il Governatore ha risposto che non
se ne parla: eventuali sospensioni dovranno essere richieste caso per caso
dai rispettivi avvocati difensori. La prossima udienza del processo contro
il dott. Smith si terra' il 22 aprile.

Texas. Annullata la condanna a morte di Delma Banks. La Corte Suprema
federale, che aveva sospeso con pochi minuti d'anticipo l'esecuzione del
condannato il 12 marzo 2003  (v. n. 105), ha fatto sapere il 24 febbraio di
aver deciso (7 contro 2) di annullare la condanna a morte di Delma Banks
per le gravi scorrettezze dell'accusa durante il processo che si tenne in
Texas 23 anni fa. Ora la parola ritorna alla Corte d'Appello federale del
Quinto Circuito la quale dovra' decidere se annullare tutto il processo a
solo l'inflizione della pena di morte. L'accusatore James Elliott ha fatto
sapere di essere decisissimo, se ne avra' la possibilita', a riprocessare
Banks ed ottenere di nuovo la pena di morte. Delma Banks ha avuto 16 date
di esecuzione in 23 anni di prigionia nel braccio della morte.

Utah. Per risparmiare niente esecuzioni di domenica e lunedi'. Il
governatore dello Utah, Olene Walker, con la sua firma ha mandato in vigore
 a meta' marzo una legge - approvata dal Parlamento il 19 febbraio - che
vieta le esecuzioni capitali di domenica, di lunedi' e nei giorni festivi.
Cio' per risparmiare i 45 mila dollari di straordinari festivi che
comporterebbe l'impiego del personale addetto in queste giornate.
L'esclusione del lunedi' e' motivata dal fatto che nel giorno precedente
un'esecuzione e' richiesta un'intera giornata di lavoro preparatorio.

Utah. Messa fuori legge l'esecuzione per fucilazione. Alcuni nostalgici
hanno accolto con rincrescimento la legge, firmata dal Governatore dello
Utah, Walker, il 15 marzo, che elimina la possibilita' di uccidere un
condannato a morte con la fucilazione. Proprio con la fucilazione nello
Utah del 'volontario' Gary Gilmore era cominciata il 17 gennaio 1977 la
nuova era della pena capitale negli USA dopo una moratoria di fatto di
dieci anni in cui la pena di morte era anche stata dichiarata
incostituzionale (29 giugno1972). La legge che prevede come unico metodo di
esecuzione l'iniezione letale, lascia la possibilita', a quattro condannati
che avevano gia' optato per la fucilazione, di essere accontentati.

Virginia. Pronunciate formalmente le sentenze per i due cecchini. Come
abbiamo ampiamente riferito nei numeri precedenti, i cecchini Muhammad e
Malvo che uccisero insensatamente 10 persone nell'ottobre del 2002, sono
stati riconosciuti colpevoli di reato capitale. Per John Allen Muhammad la
giuria in novembre ha proposto la pena di morte, mentre Lee Boyd Malvo, che
era minorenne all'epoca dei fatti, ha avuto in dicembre una condanna al
carcere a vita senza possibilita' di uscire sulla parola. Tali sentenze
sono state formalmente pronunciate da un giudice, secondo la legge della
Virginia, rispettivamente il 9 e il 10 marzo. Sentenziando per Muhammad, il
Giudice LeRoy F. Millette ha dichiarato: "Ritengo che nei casi capitali,
piu' che in ogni altra questione giudiziaria, la giuria rifletta la
coscienza della comunita'."  Ed ha fissato la data di esecuzione per il 14
ottobre. La sequenza degli appelli in Virginia dura circa 5 anni e il
condannato potra' ottenere una serie di rinvii. Per ora le richieste di
sottoporre i due cecchini ad ulteriori processi, sia in Virginia che in
altri stati, non hanno avuto seguito.

Zambia. Il presidente commuta 44 condanne a morte. Il presidente dello
Zambia Levy Mwanawasa il 27 febbraio ha commutato le sentenze capitali di
44 militari condannati all'impiccagione per un tentativo di colpo di stato
avvenuto nel 1997. Mwanawasa, contrario alla pena capitale, si e' proposto
di evitare ogni esecuzione in Zambia in attesa dell'abolizione della pena
di morte, abolizione fortemente sollecitata dalla chiesa cattolica.
Dall'avvento della democrazia nel 1999, in Zambia non si registrano
esecuzioni capitali.



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Questo numero e' stato chiuso il 17 marzo 2004