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I Baschi - una nazione di terroristi?
- Subject: I Baschi - una nazione di terroristi?
- From: Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft für bedrohte Völker <info@gfbv.it>
- Date: Fri, 12 Mar 2004 12:47:58 +0100
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040312it.html
I Baschi - una nazione di terroristi?
Gli attentati di Madrid impediscono una riforma dello Stato spagnolo
Bolzano, 12 marzo 2004
I micidiali attentati ai treni di pendolari a Madrid hanno conferito ai
Baschi una sinistra notorietà e attenzione da parte dei mezzi
d'informazione. Dopo le 200 persone assassinate e gli oltre mille feriti, la
questione basca è tornata al centro della cronaca, ma anche al centro del
terrorismo più sanguinoso.
Indipendentemente da chi abbia compiuto questi attentati, resta il fatto che
l'organizzazione ETA si sia posta già da tempo al di fuori da qualsiasi
logica politica. Negli oltre 3.400 atti di terrorismo compiuti dall'ETA dal
1968 ad oggi sono morte oltre 800 persone ed altre 2.300 sono state ferite.
Nei Paesi Baschi in Spagna e in altre regioni del paese i terroristi
dell'ETA diffondono terrore e paura. Tutto ciò non ha più niente a che
vedere con la politica. Nessuna spiegazione può giustificare gli attentati e
gli assassini di politici sgraditi, di giornalisti e imprenditori nei Paesi
Baschi. L'ETA uccide persone che hanno rinunciato alle proprie origini
etniche a favore di una carriera politica e/o economica. È il primo passo
verso la pulizia etnica.
Altrettanto criticabile è però la posizione dello Stato spagnolo. Un
rapporto dell'ONU lamenta che nelle prigioni spagnole gli oltre 500 detenuti
appartenenti all'ETA sono in balia dell'arbitrarietà della polizia, dal 1977
ad oggi sette detenuti baschi sono morti in conseguenza alle torture subite.
Dal 1992 al 2001 sono stati denunciati oltre 900 casi di tortura nei Paesi
Baschi: elettroshock, soffocamento, violenza sessuale, esecuzioni finte non
sono certo i mezzi che usa uno stato di diritto. Le proteste di Amnesty
International, della Commissione contro la Tortura dell'ONU e dell'UE non
hanno finora ottenuto nessun risultato.
Il governo di Aznar ha dichiarato guerra al terrorismo, e non solo a quello
dell'ETA. Nell'estate 2002 il partito nazionalista di sinistra "Batasuna" è
stato messo fuori legge senza alcun procedimento giuridico. In febbraio 2003
"Egunkaria", l'unico quotidiano edito interamente in lingua basca, è stato
chiuso e proibito. Sia politici di Batasuna sia giornalisti di Egunkaria
sono stati arrestati, gli uffici sono stati presi d'assalto dalle forze
dell'ordine, computer e documenti sono stati sequestrati. Dopo il rilascio
dal carcere, il redattore capo Martxelo Otamendi ha lamentato maltrattamenti
e violenza da parte della polizia. Dal 1998 sono stati chiusi con
procedimenti simili i quotidiani baschi "Egin" e "Ardi Beltza" e l'emittente
radiofonica "Egin Irradia".
Senza alcuna prova il governo conservatore accusa il quotidiano basco di
"muta accettazione" del terrorismo basco. Lo stesso motivo è stato usato dal
governo per far perquisire l'Istituto scolastico basco "Ikastola" dove sono
state sequestrate unità didattiche. Sembrerebbe che il governo Aznar stia
facendo di tutto per equiparare l'essere basco con l'essere terrorista.
Il governo regionale conservatore di Navarra, regione in cui si parla anche
la lingua basca, ha emesso un decreto grazie al quale viene sospesa la
parità di diritto della lingua basca in una regione bilingue. Il decreto è
stato giustificato da alcuni rappresentati del governo regionale con il
fatto che la lingua basca è anche la lingua dei terroristi dell'ETA.
Tutto ciò non giustifica in nessun modo il terrore di ETA, che però viene
usato da parte del governo per criminalizzare in blocco tutto il
nazionalismo basco. Contemporaneamente il governo Aznar finanzia
generosamente la "Fundación Nacional Francisco Franco". La Fondazione
gestita da Carmen Franco (vedi www.fnff.org) celebra il dittatore e l'era
fascista.
Alleato con la Germania nazista, il generale Francisco Franco ha tentato
durante la Guerra Civile Spagnola (1936-1940) di ridurre in cenere il
nazionalismo basco. Degli allora 1,4 milioni di Baschi, 15.000 morirono come
vittime dei fascisti di Franco, 30.000 furono arrestati, oltre 150.000
fuggirono. La politica radicale linguistica dello stato franchista costituì
un durissimo colpo alla lingua basca.
Negli ultimi sette anni della dittatura di Franco oltre 10.000 Baschi furono
arrestati, e oltre 900 cittadini baschi furono feriti in sparatorie tra il
1970 ed il 1974. 22 Baschi furono vittime degli ultimi due anni dell'era di
Franco. Nessuno dei responsabili di questa politica ha mai dovuto
risponderne in un tribunale, né ha subito alcun tipo di condanna penale.
L'ETA approfitta tuttora di questa impunità, e approfitta degli attentati
assassini dei cosiddetti gruppi di liberazione anti-terrorismo GAL, che tra
il 1983 ed il 1987 sono stati finanziati dai conti neri dello Stato spagnolo
ed hanno ucciso circa 30 terroristi dell'ETA.
Invece di denunciare in modo democratico le violazioni dei diritti umani
dello Stato, l'ETA si arroga il diritto di poter decidere della vita di
politici e militari. In questo modo ETA è riuscita a far criminalizzare la
comune prospettiva politica dei partiti baschi. Con ogni cittadino ucciso e
sacrificato sull'altare del nazionalismo muore anche la visione di una nuova
forma di sovranità all'interno dell'Unione Europea. L'ETA continua a
sacrificare al proprio vitello d'oro della sovranità la vita di esseri umani
e - per la gioia dello Stato spagnolo - sacrifica in questo modo anche il
futuro politico dei Paesi Baschi. La violenza dell'ETA fornisce ai
giustizieri dell'era di Franco una giustificazione a posteriori per le
proprie disumane atrocità.
Vedi anche:
* www.gfbv.it: * www.gfbv.it: www.gfbv.it/3dossier/eu-min/egunk-it.html |
www.gfbv.it/3dossier/linkgfbv.html#euskadi |
www.gfbv.it/2c-stampa/1-99/peperei1.html
* www: www.lizarra-garazi.org | www.gara.net | www.euskadi.net |
www.eblul.org