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Iarticolo di A. Spataro sul dramma dell'infibulazione




Carissimi,
             nel caso possa interessarvi , vi mando questo mio articolo
sull'infibulazione, problema riesploso in questi giorni. Nel caso di un suo
utilizzo, per favore citare autore e sito di riferimento : www.infomedi.it
             Saluti.
                                        Agostino Spataro 23 gennaio 04



Le mutilazioni genitali femminili
IL DRAMMA DELL'INFIBULAZIONE

di Agostino Spataro

Nonostante il maltempo e la Bossi- Fini, le "carrette del mare" continuano
a sbarcare sulle coste siciliane frotte d'immigrati infreddoliti, brandelli
di un' umanità povera, affamata e derubata dei più elementari diritti di
libertà e di giustizia.
Dall'inferno al paradiso il passo è breve: duecento, trecento km di mare e,
per i più fortunati, ecco spuntare la Sicilia, terra di miti e di antiche e
nuove migrazioni, oggi divenuta la principale porta dei flussi clandestini
verso l'Europa.
Vengono soprattutto dall'Africa per cercare lavoro e anche per sfuggire
agli orrori d'interminabili guerre fratricide, fomentate da civilissimi
governi e potentati occidentali, che sospingono questo grande continente
verso una disastrosa deriva.
Sbarcano col loro carico di bisogni e di problemi ai quali le società
ospiti dovranno, in qualche modo, far fronte.
Problemi atavici e complessi che, talvolta, mettono a dura prova i nostri
ordinamenti.
In questi giorni, per esempio, è esploso quello della pratica, dolorosa e
ripugnante, della mutilazione sessuale femminile vigente presso alcune
comunità d'immigrati, soprattutto quelle originarie dall'Africa
centro-orientale e nilotica e da taluni (pochi in verità) paesi arabi
contigui.
Oltre che sui mass-media, la delicata questione è approdata in Parlamento
dove, proprio l'altro ieri, le Commissioni affari sociali e giustizia della
Camera hanno approvato (in sede referente) un testo di legge unificato che
all'art. 1 sancisce una pena da sei a dodici anni per "chiunque pratica,
agevola o favorisce una lesione o mutilazione degli organi genitali
femminiliŠ"
Anche il Parlamento, dunque, pur manifestando la necessaria comprensione
sociale e culturale, ha dovuto assumere, unitariamente, una posizione che
non ammette attenuanti per chi esegue tali  mutilazioni, anche quando- come
sembrava ipotizzare un comitato tecnico istituito dalla regione toscana-
effettuate con metodi meno invasivi e crudeli di quelli tradizionalmente
praticati che, in realtà, sarebbe una sorta di "infibulazione assistita",
da praticare nella struttura pubblica.
Una scelta corrispondente allo spirito e alla lettera della Costituzione
italiana che salvaguarda la salute e l'integrità fisica dei cittadini.
Tuttavia, senza deflettere dai giusti principi, appare utile accompagnare
la norma con vere e proprie campagne di prevenzione e di dissuasione presso
le comunità e le singole famiglie interessate dal triste fenomeno e
d'informazione dell'opinione pubblica che sovente sconosce la realtà di
questo dramma che, in parte, si svolge anche nel nostro Paese.
Di che cosa si tratta? Diciamo subito che i sostenitori di tale pratica,
per conferirle un carattere sacrale, l'annoverano fra le circoncisioni
derivate da una malintesa deduzione religiosa.
L'infibulazione o circoncisione femminile si concentra nei paesi nilotici
(Egitto e Sudan), in Somalia e in altri paesi africani di tradizione
animista (28 in tutto) e in taluni della penisola arabica. Secondo le stime
dell'Onu, almeno 75 milioni di donne (anzi bambine) hanno subito tali
assurde mutilazioni.
Esistono diversi tipi e metodi di circoncisione femminile, tutti più o meno
crudeli, praticati da barbieri e da donne anziane su bambine in tenerissima
età, spesso senza anestesia e con strumenti rudimentali.
Per meglio descriverli attingeremo da uno studio curato dal dottor Sami
Aldeeb Abu-Sahlieh, una fonte scientificamente attendibile e di confessione
islamica, pubblicato, nel 1993, dal Cermac dell'Università di Lovanio.
Il metodo meno brutale (ma anche meno diffuso) è quello detto "sunnah" che,
in conformità ad una  presunta raccomandazione di Maometto (nel Corano non
c'è traccia), "si limita a tagliare la pelle che si trova alla sommità
dell'organo femminile. Si recide l'epidermide protuberante, evitando
l'ablazione."   
Come in un crescendo d' assurda crudeltà, segue la clitoridectomia o
escissione consistente nell'ablazione del clitoride e delle piccole labbra.
Infine, l'infibulazione "faraonica", praticata prevalentemente in Sudan e
in Somalia, è la forma di circoncisione più crudele e traumatizzante.
Secondo la descrizione di Sahlieh, consiste "nell'ablazione totale del
clitoride, delle piccole labbra e di una parte delle grandi labbra. Le
parti della vulva così mutilate vengono poi cucite mediante punti di sutura
di seta e talvolta anche con spine vegetali. Si lascia aperto soltanto un
piccolo orifizio per consentire la fuoriuscita dell'urina e del flusso
mestruale...
"Durante la prima notte di nozze, lo sposo dovrà aprire la sua donna,
spesso con l'aiuto di un coltelloŠIn caso di divorzio, si richiude
l'apertura per evitare che la donna abbia rapporti sessuali"
Scioccante? Purtroppo, pare che le cose stiano proprio così!
Nel caso della circoncisione maschile (a ben pensarci anche questa è una
piccola forma di mutilazione genitale!) lo scopo è di carattere religioso
ed anche igienico, per quella femminile si ha una pluralità di fini, tutti
riconducibili ad una concezione della donna grettamente maschilista che
esprime "una volontà diabolica di controllare la sessualità femminile,
sotto l'alibi della cultura".
Ma cosa c'entra tutto questo con la cultura? Con qualsiasi cultura.
Nel caso specifico non si tratta di affermare la superiorità di una cultura
sopra un'altra, ma semplicemente d'impedire una patente violazione del
diritto universale dell'integrità fisica della persona umana.  
Certo, bisogna sforzarsi per capire le cause di tali pratiche e fare di
tutto per prevenirle (a partire dai Paesi di provenienza) e non per
perpetuarle, addirittura all'interno delle nostre legislazioni.
Lo Stato democratico non può abbassarsi a tale livello, semmai ha dovere
d'innalzarlo e armonizzarlo con gli standard di vita preesistenti, in primo
luogo a tutela della dignità e dell'integrità di milioni di
vittime-bambine.
  

Agostino Spataro

23 gennaio 2004