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Mediterracqua
- Subject: Mediterracqua
- From: sergiodivita <sdivita@neomedia.it>
- Date: Mon, 20 Oct 2003 13:09:37 +0200
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fonte:
Nino Lo Bello
Seminario permanente sull'acqua
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Cari Amici,
ho il piacere di informarVI che è ormai giunto alla fasi conclusive
dell'Organizzazione il Forum Internazionale " Acqua, neoliberismo e
Mediterraneo, che è previsto a Catania dal 7 al 9 Novembre, presso il
Complesso "Le Ciminiere" (Viale Africa).
Vi spedisco il programma delle attività, incontri, gruppi di lavoro e
manifestazioni in modo da poterne prendere visione e sperando che possiate
dare un importante contributo in termini di presenza, di diffusione della
notizia e di Vostra riflessione.
C'è la possibilità che si inizi un processo in termini di ragionamenti
comuni, proposte, progetti, allargamento di reti di comunicazione, maggiore
consapevolezza di una realtà complessa come il Mediterraneo, messa in
comunione di risorse umane.
Stiamo ricevendo adesioni e richieste di partecipazione da tante parti del
Mediterraneo e ciò ci conforta molto perché, come sempre, il lavoro oscuro
di pochi può essere l'inizio di un processo di cambiamento.
Man mano che il tempo è passato ci siamo resi conto che il nostro lavoro
poteva diventare strumento, per tanta gente, per poter parlare, raccontare,
comunicare agli altri le proprie idee nel merito e siamo passati da
ragionevoli timori a grande determinazione, con in mente l'invito di
Giovanni Paolo II : NON ABBIATE PAURA !
Un saluto di pace
18/10/03 Nino Lo Bello
Seminario dell'acqua a Palermo
Comitato Organizzatore Mediterracqua
Qui di seguito
- Mediterracqua un processo di reglobalizzazione dal basso.
- programma di Mediterracqua
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Mediterracqua – un processo di reglobalizzazione dal basso.
Nella nostra storia, da almeno 500 anni, domina il mito dello sviluppo
illimitato: maggiore sarà lo sviluppo quanto minori saranno gli
investimenti e maggiori i profitti.
Questa idea di sviluppo si muove nell’ambito di due infiniti concreti:
l’infinito delle “ risorse naturali ” e l’infinito del “ progresso ” verso
il futuro.
Questi due infiniti sono illusori:
§ a partire dai rapporti del Club di Roma (1972) a quelli dello “
State of the World ” si rileva che le “ risorse naturali ” sono limitate e
non rinnovabili e l’attuale modello economico non è estensibile a livello
universale perché sta distruggendo la terra e facendo scomparire popoli e
specie animali e vegetali;
§ il modello di crescita illimitata si costruisce solo sullo
sfruttamento dei lavoratori, sul sottosviluppo dei popoli dipendenti e
sulla rapina della natura, favorendo solo un gruppo ristretto di nazioni e
di popolazione benestante.
Il risultato finale è che questo modello di sviluppo economico non produce
contemporaneamente sviluppo sociale.
Allora, manteniamo intatto l’attuale modello di società e la sua
corrispondente concezione di sviluppo attuando tecniche e procedimenti che
mirano alla conservazione dell’ambiente ed alla riduzione degli effetti non
desiderati, pensando che la tecnica che ha ferito a morte la natura può
anche aiutarla a curare, o riteniamo che ciò non sia sufficiente perché
attacca solo le conseguenze e non arriva alle cause?
Forse che ciò equivale a molare i denti di un lupo, lasciandogli la sua
ferocia?
Forse è necessario lavorare ad una critica di fondo per un nuovo modello
di società da scegliere e per una concezione di sviluppo che sia in
sintonia con il sistema terra- acqua- aria del nostro pianeta.
Le riunioni di politici e imprenditori dominanti, che partecipano ai forum
economici sono sempre di più preoccupati a difendere l’esistente, quel
pensiero unico che è simbolo dell’omogenizzazione imperante, dato che il
mercato mondiale è calato del 4%, le critiche alla Banca Mondiale sono
sempre più diffuse, la povertà non recede, il mito dei grandi manager si è
sgretolato, il panorama politico insicuro non invoglia gli investimenti
internazionali, né gli spostamenti delle persone, sempre più grandi risorse
finanziarie sono necessarie per riparare gli effetti di guasti ambientali.
Ancora però “il bambino non è nato ”, ancora c’è molta frammentazione da
parte di coloro che criticano questo modello, le molte parole non arrivano
a sintesi, le critiche non arrivano a proposte e come dice “ Le Monde ”,
non si è ancora espressa un’alternativa al neoliberismo.
In un momento in cui le proposte hanno l’opportunità di essere ascoltate,
bisogna costruire giustizia, dopo averne tanto parlato, bisogna costruire
proposte di benessere dopo aver tanto denunciato i danni dello sviluppo
insostenibile.
Qual è la strada da percorrere?
I contributi critici più numerosi riguardano la sfera economica,
soprattutto la critica alla globalizzazione e ad organismi internazionali
quali la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e il WTO,
critiche volte non solo al funzionamento dei singoli organismi ed al loro
livello infimo di democraticità, ma più in generale ai pericoli di una
omogenizzazione della cultura ed al tentativo della sfera economica di
assorbire quella culturale diventando l’unico arbitro della storia
dell’uomo, con profonde conseguenze a lungo termine per la società.
C’è chi, come J.E. Stiglitz, nobel per l’economia ed ex vicepresidente
della Banca Mondiale, prende atto degli effetti devastanti che la
globalizzazione ha avuto sui paesi in via di sviluppo e sui poveri che vi
abitano ed afferma che è necessario un ripensamento sugli accordi
internazionali e sulla gestione del F.M.I., pur ritenendo che la
“globalizzazione, ossia l’eliminazione delle barriere al libero commercio e
la maggiore integrazione tra le economie nazionali, possa essere una forza
positiva e che abbia tutte le potenzialità per arricchire chiunque al
mondo, in particolare i poveri “, e che il processo di privatizzazione –
come ad esempio la vendita di monopoli di stato ad aziende private- sia
auspicabile solo se aiuta le aziende a diventare efficienti ed abbraccia i
prezzi a beneficio dei consumatori.
Perché queste istituzioni hanno miseramente fallito ?
Se si analizzano le politiche del F.M.I. ( la cui missione originaria era
di aiutare i paesi in crisi e incentivare la stabilità economica globale)
si vede che essa ha perseguito gli interessi dei mercati finanziari : si
trovano ad esempio miliardi per salvare le banche e non gli spiccioli per
garantire i sussidi alimentari ai lavoratori licenziati a causa dei
programmi del F.M.I.
In un misto di interessi particolari e di concezioni economiche
ideologizzate , la mentalità che governa questi organismi tiene in poca
considerazione l’esigenza che i poveri abbiano voce in capitolo nelle
decisioni che li riguardano, l’attenzione per l’ambiente e la salvaguardia
della democrazia.
Questo malgrado sia necessario, come perfino Adam Smith professava, per un
buon funzionamento di economie che devono attuare scelte difficili, una
forte coesione sociale, perché ad esempio in Indonesia la gente ritiene che
si compiono profonde ingiustizie sociali quando a fonte di spese di
miliardi per salvataggi aziendali e finanziari, non si programmano risorse
finanziarie per aiutare tutti coloro che sono rimasti disoccupati.
Non si comprende, per esempio, nei paesi in transizione perché si debbano
attuare processi di privatizzazione, in assenza delle necessarie
infrastrutture istituzionali, che hanno favorito la spoliazione delle
attività anziché la creazione di ricchezza, o perché , negli altri paesi, i
monopoli privatizzati, liberi di agire per l’assenza di una opportuna
regolamentazione, hanno potuto sfruttare i consumatori più di quanto
avessero fatto i monopoli di stato.
Il malcontento nei confronti della globalizzazione non deriva soltanto dal
fatto che le considerazioni di ordine economico sembrano prevalere su tutto
il resto, ma che una visione particolare dell’economia- il fondamentalismo
del mercato- debba avere il predominio assoluto su tutte le altre, idea
peraltro in contrasto sia con la scienza economica sia con il comune buon
senso.
Il cambiamento più sostanziale per fare funzionare più democraticamente
queste istituzioni (“missione principale della Banca Mondiale è eliminare
la povertà, aiutando i paesi a crescere ed a progredire reggendosi sulle
proprie gambe ”!!) è sia un cambiamento nel loro governo ( al WTO si
ascolta solo l’opinione dei ministri del commercio e degli esteri, al FMI
e Banca Mondiale gli unici ad avere voce sono i rappresentanti dei
dicasteri delle Finanze e Tesoro, al FMI non si concedono possibilità di
voto ai paesi in via di sviluppo, al WTO le trattative si svolgono a porte
chiuse) sia un ritornare concettualmente alla scienza
( visti ormai ad esempio i pesanti e ripetuti fallimenti del FMI)
abbandonando l’ideologia.
- In ambito B.M. si è dimostrato, ad esempio, che i paesi che hanno
ottenuto buoni risultati hanno più dato importanza alla concorrenza ed alla
creazione di nuove imprese, rispetto alla privatizzazione ed alla
ristrutturazione di quelle esistenti;
- La condizionalità (l’imposizione di pesanti condizioni economiche
e politiche per ottenere aiuti) è vissuta come imposizione di riforme senza
essere partecipata dalla popolazione ed ha messo in pericolo processi
democratici.
- Il denaro versato dal FMI e BM a politici corrotti (si veda per
tutti il caso Mobutu in Congo) è servito solo per garantire l’allineamento
di alcuni paesi all’Occidente.
- Allo stato attuale, molti paesi in via di sviluppo si trovano
nell’impossibilità di crescere se non sarà loro cancellato il debito.
I recenti fallimenti della Banca Mondiale e del FMI non inducano ad
ottimismo e spesso molti illustri studiosi ne parlano come istituzioni
irredimibili.
Da Seattle in poi il WTO ha rappresentato il simbolo delle iniquità
globali e dell’ipocrisia dei paesi industrializzati: mentre predicano
l’apertura dei mercati nei paesi in via di sviluppo ai loro prodotti
industriali, dall’altro hanno tenuto chiuse le loro frontiere, fornendo
inoltre sussidi ingenti ai loro agricoltori, rendendo di fatto impossibile
qualsiasi tipo di concorrenza da parte dei paesi più svantaggiati.
Chossudovsky, nel suo bel libro “ Globalizzazione della povertà e nuovo
ordine mondiale ”, sintetizza bene come i programmi di “stabilizzazione
macroeconomica ed aggiustamenti strutturali ” imposti dalla B.M. e
FMI hanno portato all’impoverimento di milioni di persone, accelerando su
vasta scala i processi di disboscamento e la distruzione dell’ambiente
naturale:
§ le cause della carestia in Somalia, il genocidio economico in
Rwanda ed Uganda, l’esportazione dell’apartheid nell’Africa Subsahariana,
lo smantellamento dell’economia contadina nell’Etiopia in favore delle
multinazionali USA che forniscono sementi OGM, il governo “ indiretto ”
del FMI in India, l’indebolimento dell’economia rurale del Bangladesh, la
distruzione economica postbellica del Vietnam, la gestione del debito in
Brasile, gli effetti della terapia d’urto in Perù, il debito e l’economia
illegale della droga in Bolivia, la terzomonidializzazione e il saccheggio
dell’economia russa, la disgregazione dell’Ex Jugoslavia e la
ricolonizzazione della Bosnia -Erzegovina e della Corea del Sud, il
“salvataggio “ delle Tigri Asiatiche dopo la crisi finanziaria del ’97,
sono alcuni tra i più gravi esempi ai quali il FMI e la Banca Mondiale nel
sistema del libero mercato hanno dato il loro decisivo contributo verso una
“prosperità globale”.
E’ inoltre credibile, se non provocato da forti pressioni popolari, una
riforma del WTO e un riequilibrio del commercio internazionale ?
Solo il diffuso sdegno internazionale ha costretto le aziende farmaceutiche
a cedere nell’ambito dei diritti di proprietà intellettuale, nel controllo
della fornitura di medicinali anti -Aids in Sud Africa .
Se l’Unione Europea sta cominciando ad andare in una direzione in cui i
paesi sviluppati aprono le loro frontiere al commercio equo e si decidono a
intraprendere rapporti paritari con i paesi in via di sviluppo, non così
attualmente sembra per Giappone e USA.
Dal punto di vista del sistema democratico i meccanismi della
globalizzazione portati avanti dalle nuove dittature della finanza
internazionale sembrano sostituire le vecchie dittature, nel senso che gli
stati “aiutati ” devono rinunciare ad una parte della loro sovranità, dato
che si impone una condotta nella quale si precisa ciò che si deve fare e
non si deve fare: fino a che essa sarà così presentata ed applicata, in
sintesi costituirà una privazione dei diritti civili.
In realtà i paesi che hanno tratto vantaggi dalla
globalizzazione economica sono quelli che hanno operato con una forte
presenza di impegno pubblico, ritenendo fallace un mercato, che
autoregolandosi, possa riuscire a risolvere da solo tutti i suoi problemi (
lo stesso Keynes sosteneva che i mercati da soli non correggono le loro
anomalie!).
Allora è proprio il modo di intendere la globalizzazione che deve cambiare,
perché i ministri delle Finanze e del Commercio vedono la globalizzazione
come fenomeno principalmente di natura economica.
L’ideologia del “ libero mercato ” dovrebbe essere sostituita da
un analisi della realtà basata sulle scienze ambientali, umane ed
economiche, con una visione più equilibrata verso le forme di conoscenza
della realtà in cui il concetto di sviluppo non sia strumento per aiutare
poche persone ad arricchirsi o per creare settori protetti da cui possono
trarre vantaggio un’elite ristretta, ma serva a costruire una società in
sintonia con l’ambiente, migliorare la qualità della vita delle persone, a
cominciare da quelle più povere, dare a tutti la possibilità di
consapevolezza dei problemi di questo mondo e un ruolo fattivo alla sua
armonia, garantendo a chiunque l’accesso ai servizi primari ed una
partecipazione ampia ai processi decisionali: un processo di
reglobalizzazione dal basso.
Questo processo dovrebbe avere alla base alcuni principi:
- L’importanza della terra come un tutto, il bene comune della
natura e dell’essere umano, l’interdipendenza esistente tra tutti, il
rischio grave che pesa sul nostro pianeta.
- Il riconoscimento dell’alterità di ogni essere del creato (gli uni
hanno bisogno degli altri per esistere e sussistere), la reciprocità e la
complementarietà esistente tra tutti gli esseri.
- Il passaggio da una visione utilitaristica e antropocentrica,
nella quale l’uomo crede che tutto sia finalizzato a lui, ad un nuovo
compito etico ecocentrico: ricostruire l’alleanza distrutta tra essere
umano e natura, tra le persone, tra i popoli perché siano alleati in
fraternità, giustizia e solidarietà.
- Il cammino da un concetto di economia della crescita
illimitata orientata verso l’accumulazione ad una economia del
sufficiente, che metta al centro la vita delle persone e della natura, la
partecipazione di tutti alla produzione dei mezzi di vita, la solidarietà
con quelle persone e quegli esseri del creato che hanno meno vita e
soffrono per patologia e condizioni gravose di sussistenza, una vita
incentrata sulla tenerezza e compassione per tutto il creato.
- La costruzione, come forma di organizzazione della società, della
democrazia partecipativa, vissuta non solo come effetto di una crescita del
senso di responsabilità sociale dei cittadini e co-costruttori della storia
comune, ma come valore universale.
- L’attuazione del principio di rigenerazione : una risorsa
rinnovabile può venire utilizzata solo se si rigenera nello stesso periodo
– nell’ambiente non può venir rilasciata una quantità di sostanza maggiore
di quella che vi possa essere assorbita.
Qualsiasi analisi però sulla globalizzazione ed i suoi effetti non può
esimersi dal parlare di energia:
senza combustibili fossili la globalizzazione sarebbe stata improponibile,
essi hanno permesso alle imprese di comprimere drasticamente i tempi e di
abbreviare le distanze, creando un unico mercato mondiale per lo
sfruttamento delle materie prime e del lavoro e per la commercializzazione
dei prodotti finiti e dei servizi.
Un regime energetico fondato sui combustibili fossili è caratterizzato da
un modello organizzativo verticistico, con una infrastruttura energetica
molto centralizzata e gerarchizzata: attualmente otto mega -aziende
pubbliche e private dettano i termini del flusso dell’energia attraverso il
mondo.
La teoria economica classica è fondata sulla meccanica newtoniana ( ad ogni
azione corrisponde una reazione uguale e contraria) in cui domande e
offerte si equilibrano continuamente: se la domanda dei consumatori di un
bene o di un servizio aumenta, i venditori aumentano il prezzo, se il
prezzo aumenta troppo, la domanda diminuisce e i venditori sono costretti
ad abbassare il prezzo per stimolare i consumi.
Se una risorsa comincia a scarseggiare, il suo prezzo aumenta, ma spesso la
base di risorse è considerata inesauribile e ciò che provoca è considerato
marginale rispetto al vantaggio generale che se ne trae.
Se invece interpretiamo l’attività economica con le leggi della
termodinamica, essa consiste nel prendere a prestito dall’ambiente input di
energia, trasformarla in prodotti e servizi temporanei, disperdendo
nell’ambiente più energia di quanta ne sia incorporata nel bene e servizio
prodotti; i prodotti finiti e servizi sono temporanei nella loro natura e
attraverso l’uso e il consumo, si dissipano o si disintegrano, tornando
alla fine nell’ambiente sotto forma di scoria.
Il PIL (prodotto interno lordo) grandezza che misura la ricchezza di una
nazione prodotta in un anno, dà, dal punto di vista termodinamico, la
misura del valore dell’energia temporaneamente incorporata in beni e
servizi prodotti, con conseguente diminuzione delle riserve energetiche
disponibili e accumulo di scorie.
Nel momento in cui tutti gli elementi sono presi in considerazione, ogni
civiltà finisce inevitabilmente per sottrarre all’ambiente più ordine di
quanto riesca a crearne, impoverendo la terra per il fatto di esistere.
Le società che sopravvivono più a lungo sono quelle che si avvicinano a
condizioni di equilibrio fra le esigenze della natura e quelle dell’uomo:
lo sfruttamento, la conversione, la distribuzione e il consumo
dell’energia, in molte sue forme economiche, vengono mantenute a un tasso
approssimativamente commisurato alle capacità dell’ambiente circostante di
riciclare le scorie, ripristinando il patrimonio di energie rinnovabili.
L’integrazione termodinamica introduce il concetto di un mondo come un
tutto unificato e inseparabile. A livello generale non esiste un rapporto
di causa ed effetto, ma una tela simultanea e permanente di interazioni
globali, l’universo consiste in una rete molto complessa di relazioni in
tutte le direzioni e di tutte le forme, la casualità non è lineare, tutto è
dinamico, tutto vibra , tutto è in processo.
I punti deboli nella nostra architettura sociale contemporanea sono:
- un sistema agricolo basato sul petrolchimico,
- l’aumento di densità della popolazione urbana,
- un sistema di trasporto fondato sui combustibili fossili,
- una rete elettrica che fornisce, come un sistema nervoso centrale,
luce, calore e reti di telecomunicazioni.
L’avvento dell’economia dell’idrogeno, oggi già presente in via
sperimentale, energia prodotta dall’acqua da sistemi eolici e
solari, ridisegna tutto il sistema attuale, perché la fonte di
distribuzione sarebbe diffusa e non centralizzata ( anche l’auto in teoria
potrebbe diventare una centrale elettrica a due ruote di 20 kw di potenza).
Con l’idrogeno sembra offrirsi la prospettiva a lungo termine di
democratizzare l’accesso all’energia, rendendola disponibile ad ogni essere
umano sulla terra : nell’economia dell’idrogeno, con la sua rete energetica
decentralizzata e democratizzata, è possibile stabilire insediamenti umani
nell’ambito di
bio-eco-regioni. E l’integrazione delle comunità umane nelle biocomunità
crea un nuovo senso di sicurezza, inseparabile dalla salute e dal benessere
della terra stessa.
Come potrebbe allora essere una strategia di sviluppo sostenibile e come la
si potrebbe realizzare in programma sociale-politico ?
Malgrado gli economisti neoclassici amano pensare l’economia come una sfera
autonoma ed all’ambiente come un mero insieme di input, i temi economici ed
ambientali sono inseparabili: il sistema attuale economico è incapace di
affrontare insieme il problema della povertà e quello della gestione
rispettosa dell’ambiente.
E’ difficile pensare che possa esistere una valida soluzione quando si
pensa di curare separatamente i mali ecologici della Terra e i problemi
legati a situazioni debitorie, a squilibri commerciali, a sperequazioni nei
livelli di reddito e di consumo: è come curare una malattia cardiaca senza
combattere l’obesità del paziente e la sua dieta ricca di colesterolo.
Una proposta strategica di diverso approccio potrebbe essere quella:
§ di ritornare al territorio e di affrontare insieme i problemi di
carattere ambientale e sociale a livello di unità geografiche, invece che a
quello di unità amministrative (comuni, province e regioni): avere la
capacità di gestire insieme il territorio a livello di bacini idrografici,
dove l’acqua, elemento essenziale, è correttamente gestita dalle sue
sorgenti alla foce e in cui l’impatto antropico è caratterizzato da un
costante monitoraggio affinché non si possa rilasciare sostanze maggiori
rispetto a cui il sistema acqua-terra-aria ha la capacità di
assorbire minimizzando i tempi di rigenerazione;
§ di curare la gestione delle zone acclive del territorio affinché
aumenti la superficie boscata, evitando pesanti dissesti idrogeologici,
diminuisca la velocità di acque spesso a regime torrentizzio, aumenti la
probabilità di caricamento delle falde che impedisca l’infiltrazione del
piede salino;
§ di incentivare le colture non solo meno idroesigenti, ma che
possano crescer anche in terreni marginali;
§ di passare da un utilizzo lineare del ciclo dell’acqua (lo stesso
vale anche per i manufatti prodotti) a quello ciclico, per risparmiare,
riusare e riciclare, rimettendo in circolo consistenti volumi e
minimizzando l’impatto degli scarichi alla foce.
Se a questo si aggiungono tutte le possibilità di utilizzare energia
eolica, solare, idroelettrica dai piccoli salti d’acqua, utilizzata o
direttamente o producendo idrogeno che, come vettore di energia, riesca a
sostituire gradatamente i combustibili fossili, avremo concepito una unità
territoriale-biologica sostenibile che attiva economie di qualità , non di
quantità e che non sconta le attuali pesanti e continue perdite derivate
dagli interventi emergenziali per il cattivo uso del territorio.
Tutto ciò è però anche una scelta di vita di ogni uomo:
§ se vogliamo continuare a vivere nelle migliaia di città del
mondo con una popolazione superiore a un milione di abitanti, diventati
spesso autentici purgatori;
§ se vogliamo sostituire all’etica del consumo, quella della sobrietà,
§ se, in sintesi, vogliamo vivere bene invece di avere molto.
Per tutto questo, la proposta di riflessione in ciò che ci unisce fra
tanti popoli del Mediterraneo non è solo momento di riflessione sui temi di
ciò che fisicamente è comune: l’acqua, ma elemento di analisi e proposta
affinché l’acqua sia di proficuo viatico a color che vogliono costruire una
rete di risorse umane e di saperi , una comunità che si interroga
sull’esistente e produce idee per percorsi diversi di gestione del
territorio, che costruisca elementi di ecologia sociale necessari ad una
nuova concezione di sviluppo sostenibile.
Tutto ciò non è di moda oggi, anzi predomina il vento del pragmatismo, dei
fatti, della concretezza, dei risultati visibili: è il malcelato disprezzo
per le parole, le idee, la cultura – la speranza in fondo- viste come
inutili perdite di tempo che allontanano dal “fare ”.
Altri però ci dicono che non è così:
§ ce lo dice Rachel Corrie, pacifista americana, uccisa da una
ruspa per impedire che l’esercito israeliano distrugesse le case di Rafah
nella striscia di Gaza;
§ ce lo dice il medico Carlo Urbani, morto a Bangkok vittima della
Sars che aveva appena identificata,
§ ce lo dice Giovanni Paolo II,che ad una società persa nel
relativismo etico e nella inconsistenza degli stili di vita, continua a
proporre figure di martiri,tra cui molte donne,
§ ce lo dicono i volontari che portano aiuti all’Iraq, alla
Turchia, dal Kossovo al Monzambico,
§ ce lo dicono coloro che digiunano e protestano in difesa dei
diritti dei migranti,
§ ce lo dicono quelle comunità che acquistando la terapia
retrovirale a 350$ in India aiutano i malati in Monzambico (se no costretti
ad acquistare da USA ed Europa la terapia a 15.000 $),
§ ce lo dice tantissima gente che continua a tenere le bandiere
della pace alle finestre e che, come formiche, costruisce in tutto il mondo
percorsi nuovi, reti di solidarietà, economie solidali, granelli di pace e
giustizia.
Questi sono i fatti che nascono dalle idee, che si nutrono delle
riflessioni della storia, che guardano lontano perché vogliamo affrontare
il problema, che è quello di un mondo in cui pace e giustizia possono regnare.
E quello che ci unisce nel Mediterraneo è veramente moltissimo; non solo
gli elementi naturali, ma secoli di storia passata attraverso tanti
popoli: dai Fenici-Cartaginiesi ai Romani, dai Vandali e Longobardi agli
Arabi, dai Normanni agli Angioini, dai Turchi agli Spagnoli, ….. secoli di
storia e di cultura che hanno fatto sì che in tante città fossero scritti
molti dei capolavori dell’umanità, che fossero inventati i parlamenti, i
diritti umani e un’idea di società che non ha bisogno della pena di morte
per difendersi.
Tante idee che appartengono alla ragionevolezza, mentre il pragmatismo
senza idee è irrazionale, riduce la giustizia a farsi giustizia, distrugge
le istituzioni nel nome di un immediato vantaggio personale, usa il bisogno
di cambiamento per rispondere a interessi contingenti.
L’innovazione, quella vera, ha invece bisogno di idee, di cuori che la
incarnino, di visioni e di strategie ampie per potersi trasformare in storia.
A pensarci bene, quella che si combatte nel Mediterraneo è davvero una
guerra: non più coloniale o religiosa, ma per una nuova umanità, governata
da regole, da scelte e metodi di fratellanza, fatta da tanti piccoli donne
e uomini che ogni giorno mettono una pietruzza di pace e giustizia, come
l’acqua che, goccia dopo goccia, cambia le valli della Terra e modifica il
volto degli uomini.
Luglio 2003
Nino
Lo Bello
Seminario
Permanente dell’acqua a Palermo
Ass.
per la pace e lo sviluppo nel Mediterraneo.
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MEDITERRACQUA
APPELLO
FORUM SUL TEMA "ACQUA,NEOLIBERISMO E MEDITERRANEO"
Dopo alcuni anni di azione incalzante del Comitato italiano per il
Contratto Mondiale sull'Acqua e di diversi gruppi locali, oggi il Movimento
antiliberista in tutto il mondo è impegnato contro la mercificazione di
tale diritto per il riconoscimento dell'acqua come bene comune
dell'umanità. Gli attuali processi produttivi e di consumo impongono
un uso insostenibile della sempre più rara risorsa acqua (vero "oro blu"
dei prossimi anni), insostenibilità che evidenzia la necessità di
ricercarne le vere cause nelle dissennate scelte del sistema neoliberista.
Negli ultimi mesi è stato avviato tra diversi rappresentanti di movimenti
antiliberisti dei paesi del Mediterraneo e tra gruppi di base impegnati a
fronteggiare sul territorio l'avanzata dei processi di mercificazione di
questo bene comune,un percorso comune che è sfociato nella proposta di
organizzare un forum in Sicilia, sul tema appunto "Acqua, neoliberismo e
Mediterraneo", da tenersi dal 7 al 9 novembre 2003.
La località prescelta è stata Catania in quanto sede ufficiale del Vertice
ONU dei Ministri degli Affari Esteri e dell'Ambiente dei Governi
mediterranei, parti contraenti la convenzione di Barcellona "in difesa
dell'ambiente marino e delle zone costiere del Mediterraneo"; evento che si
pensa di utilizzare quale cassa critica di risonanza per le tematiche
affrontate nel nostro forum.
L'obbiettivo principale del forum sarà quello di elaborare un documento
condiviso tra i vari gruppi partecipanti, che serva da collante di un vasto
e coordinato movimento di lotta in tutto il Mediterraneo - a partire dalla
stessa Sicilia- e da base di lavoro per la sessione dell'acqua che si terrà
al Forum Sociale del Mediterraneo di Barcellona nel marzo 2004.
Ci sostiene l'idea che occorra di riprogettare dal basso, dalla concretezza
delle lotte e dall'iniziativa autonoma di gruppi sparsi sul territorio un
movimento che sappia al contempo collegare e valorizzare il lavoro comune
svolto da associazioni diverse su temi che riguardano tutto il "ciclo
dell'acqua" e quindi in particolare le variazioni climatiche, la
desertificazione, l'uso dell'acqua per fini produttivi (in agricoltura e
nei complessi industriali), l'inquinamento che ne consegue, il recupero di
saperi su un uso razionale e biologicamente corretto dell'acqua, le guerre
che essa scatena come conseguenza della sua diseguale ripartizione e che a
loro volta provocano crescenti flussi migratori e nuove tragedie umane. Ci
battiamo pertanto per costruire delle alternative praticabili ai modelli
neoliberisti, fondate sulla partecipazione ampia e consapevole delle
popolazioni locali alla gestione idrica e alle scelte di vita,
ambientali,economiche, culturali ad essa riconducibili.
PROPOSTA ORGANIZZATIVA FORUM DEL MEDITERRANEO
1. Il Forum avrà luogo a Catania (Complesso Le Ciminiere- piazzale Asia
-Viale Africa ) dal 7 al 9 novembre 2003, locali dotati di un ampio spazio
per le plenarie e di alcune grandi aule.
2. Il Forum si articolerà in sessioni plenarie (di apertura e conclusiva) e
in assemblee dei gruppi di lavoro (nelle tre giornate).
I lavori si articoleranno come segue:
7 novembre,
- ore 10,00-13.00:
Introduzione e presentazione del Forum.
- Proposta del piano dei lavori e dei singoli gruppi di lavoro individuati
(da parte dei relatori concordati), proposte di modifiche o aggiunte ai
gruppi di lavoro.
- Iscrizione ai gruppi di lavoro.
- pausa pranzo
- ore 15,00 -18,00:
Attività dei gruppi di lavoro. Sintesi delle proposte emerse.
8 novembre
- ore 9.30- 13,00:
Attività dei gruppi di lavoro. Sintesi delle proposte emerse.
- pausa pranzo
- ore 15,00 -18,00:
- Scambio di informazioni sui lavori in corso all'interno dei
gruppi (in plenaria).
9 novembre
ore 9.30- 13.00:
Attività dei gruppi di lavoro- sintesi e stesura relazione da presentare in
assemblea.
pausa pranzo
- ore 15,00 -18,00
- Assemblea Plenaria:
- presentazione dei risultati dei gruppi di lavoro;
- elaborazione, discussione e lettura del documento finale del Forum;
- discussione sulle modalità per la presentazione del documento del Forum
all’esterno (al vertice ONU e in altre sedi istituzionali e di movimento,
pubblicità, rapporti coi mass media)
- metodo e agenda fino al marzo 2004, modalità di partecipazione e
contributo al Forum del Mediterraneo di Barcellona.
Si ritiene che prevedere un momento intermedio di scambio di informazioni
sui lavori in corso all'interno dei gruppi (breve sunto e dibattito giorno
8 pomeriggio) possa contribuire all'organicità dei lavori stessi ed
agevolare la stesura di un documento conclusivo del Forum, che crediamo
importante sia non solo la somma dei lavori dei singoli gruppi, ma il loro
prodotto.
Manifestazioni collaterali e serali programmate:
- Iniziative artistiche, ludiche, mostre, esibizioni teatrali e musicali,
proiezione film e video
3. I gruppi di lavoro proposti sono:
a) Tutela del territorio - Variazioni climatiche - Desertificazione -
Parchi (Necessità di tutelare il territorio in relazione alle variazioni
climatiche, insistendo perché l'uso dell'acqua sia compatibile con la
difesa degli ecosistemi)
b) Unità del bacino idrografico -Ecosistema fluviale - captazione, raccolta
e distribuzione dell'acqua -grandi infrastrutture (Alternative comuni di
gestione del territorio.)
c) Diritto all'acqua -Privatizzazioni- mercificazione- Guerre dell'acqua e
flussi migratori (L’alternativa della gestione partecipata.)
d) Acqua e salute - Qualità delle acque - acqua in bottiglia -Inquinamento
-risparmio - riuso e riciclo (Riscoprire, adattare e rivalutare le "culture
dell’acqua").
e) Uso dell’acqua per attività produttive, agricoltura, turismo e tempo
libero. (coltivazioni intensive, OGM. L’alternativa della produzione e del
consumo "sostenibili".)
I locali dei gruppi di lavoro saranno assegnati in rapporto al numero degli
iscritti ai singoli gruppi.
Tutto il lavoro di Mediterracqua vuole tenere sempre in considerazione la
necessità di nuovi modelli di "sviluppo" e di tutela della salute della
popolazione.
Si propone di organizzare i lavori privilegiando le situazioni concrete ed
le esperienze sul territorio.
Nella sessione plenaria di apertura potrà essere previsto l’accorpamento,
la separazione o la suddivisione degli argomenti e la creazione di nuovi
gruppi o sottogruppi.
Interventi programmati dei vari gruppi di lavoro:
a) Tutela del territorio – Variazioni climatiche – Desertificazione - Parchi
Rif.: Francesca Spampinato - Gruppo ambientalista Catania
Mohamed Nacer (docente, gestione del territorio, Algeria)
Milad Alshebani (ingegnere, Libia): “Uso delle acque in zone desertiche”
Franco Ortolani (docente Università di Napoli): “Aumento temperatura ed
effetti nel bacino del Mediterraneo”
Luigi Pasotti (ass. Co.p.e): “I processi di desertificazione”
Franco Colombo (meteorologo): “La desertificazione in Sicilia”
Roberto Musacchio (Forum Ambientalista)
Vito Restivo (geom.- Seminario Permanente sull’acqua a Palermo): Acqua in
Sicilia: mancanza o cattiva gestione ?
Girando Maniscalco
Francesco Alaimo (WWF)
Gaetano Brucoli ( arch. Seminario Permanente sull’acqua a Palermo): Uso non
sostenibile del territorio: il caso della piana di Palermo.
Enrico Di Paolo (Ass. amb. prov. Pescara): "Attività di coordinamento EELL
per il controllo del territorio: l'esperienza delle 13 province dell'acqua".
b) Unità del bacino idrografico- ecosistema fluviale- captazioni, raccolta
e distribuzione dell'acqua- grandi infrastrutture
Rif.: Nino Lo Bello – Seminario permanente sull’acqua a Palermo.
Ass. Metropolis: “Il Golfo di Castellammare e l’impatto antropico nel
territorio”.
Rosa Di Gregorio (Dir. Interventi in materia di agroalimentare Ass.
Agricoltura R.S.): “Prime esperienze sulla conoscenza del territorio sul
rischio d’inquinamento dei nitrati di origine agricola e prospettive di
lavoro”.
Vincenzo Biancone –( direttore riserva WWF- Club Alpino Italiano- Sicilia)
Aspetti della circolazione idrica sotterranea in alcuni territori della
Sicilia.
Fernando Prieto (Docente Departamento Interuniversitario de Ecología
Universidad de Alcalá de Henares - Spagna): “I bacini idrografici in Spagna
e i pericoli dei progetti sopranazionali europei”.
Silvano Riggio (Dipartimento Biologia Marina, Università Palermo):
Ecosistemi fluviali e marini- impatti e variazioni nel bacino del Mediterraneo.
Augusto De Sanctis (responsabile attività globale WWF Abruzzo): "Il 3°
traforo del Gran Sasso: una grande opera contro l'acqua, l'ambiente, la
democrazia".
Giuseppe De Rosa (ingegnere - Ufficio Idrografico Regionale).
Ciclo dell’acqua e risorse idriche - Ruolo del Monitoraggio.
Giacchino Cusimano (geologo - Dipartimento di Geologia -Università
di Palermo):
Risorse idriche sotterranee in Sicilia• valutazione e stato di degrado per
fenomeni di intrusione marina.
Arici e Di Trapani (ingegneri, Studio Tecnico SIA – Palermo): “L’esperienza
di progettazione nel delta del Nilo. Analisi della situazione irrigua
dell’oasi di Al Fayum – Egitto”
Silvia Coscienza (Pres. Comm. Tecnica Scientifica del Riuso delle acque
reflue e depurate): “Sostenibilità ambientale e politiche del trattamento e
riuso delle acque reflue”
Salvatore Indelicato (docente, CSEI- Università Catania- Acqua Ambiente):
“Le grandi infrastrutture: problemi di gestione e proposte”
Nino Lo Bello (ingegnere, Seminario permanente sull’acqua a Palermo):
“Unità gestionale del bacino idrografico. Piano di tutela delle acque nel
Mediterraneo”
Vincenzo Minagra (biologo, AIS- psc) : “Gestione delle Analisi e del
monitoraggio delle acque nelle regioni meridionali italiane”
Andrea Nardini, ( ingegnere, D.T. Centro Italiano per la Riqualificazione
Fluviale)
"Piano di tutela non è solo qualità dell'acqua: idee per una strategia di
riqualificazione
fluviale"
Tonino Cafeo(Messina Social Forum): Grandi infrastrutture
Da confermare:
Domenico Marino (università di Messina)
Lavoro seminariale :
Piani di bacino e proposte di nuovi modelli unitari di gestione
c) Diritto all'acqua . Privatizzazioni – Mercificazione – Guerre dell’acqua
- Flussi migratori
Rif.: Alfonso Di Stefano- Attac Catania
Sez Privatizzazioni e processi di mercificazione:
Zulkuf Karatekin (ordine degli ingegneri Diyarbakir-Kurdistan)
Yilnaz Ockan (ass. AZAD – Ufficio del Kurdistan a Roma)
Emilio Molinari ( Comitato italiano per il Contratto mondiale dell’acqua)
Renato Di Nicola (Portavoce Abruzzo Social Forum): " La captazione dei
fiumi abruzzesi per la privatizzazione: il ruolo delle multinazionali
dell'acqua sul territorio"
Sara Vegni (rete Attac-acqua)
Tavolo toscano contro le privatizzazioni dell’acqua
Ciro Pesacane (Forum ambientalista)
Daniele Maiere (PMLI - Messina)
Bruno Amoroso (docente Università di Copenhagen)
Salvo Vaccaro (CISS-Università di Palermo)
Michele Ambrogio (Cobas Scuola – Palermo)
Sez. Guerre per l'acqua, flussi migratori e mafie:
Alì Rashid ( rappresentante in Italia dell’Autorità Nazionale Palestinese)
Ahmed Bahaa (ingegnere, rete contro la guerra e l’egemonia Usa, Egitto):
“The Threat to Arab Regional Water Resources Posed by Israel”
Adnan Aba (vicesindaco di Batman, Kurdistan turco): “Interessi
geostrategici in Medio Oriente: Iraq, Siria, Turchia, Curdistan, Israele,
Palestina”
Alfio La Rosa (Federazione nazionale lavoratori Elettrici)
Ayman Alrabi (Ong Palestinian Hidrology Group)
Umberto Santino (Centro di Documentazione Peppino Impastato)
Stefano Galieni ( Tavolo nazionale migranti dei social forum)
Denny Merle Domecq (Ass. Un ponte per Bagdhad)
Ziad A. Mimi (Ingegnere Palestina)
Zulkuf Karatekin (ordine degli ingegneri Diyarbakir-Kurdistan)
Giovanni Raffaele (università di Messina)
d) Acqua e Salute – Qualità delle acque, acqua in bottiglia – Inquinamento
– Risparmio – Riuso e riciclo
Rif.: Ernesto Burgio- Attac Palermo
Gaetano Leonardi (sindaco comune di San Michele di Ganzaria): “Esperienza
di fitodepurazione”
Farid Chebral (biologo molecolare, Algeria)
Gabriele Corona (Comitato Cochabamba , Avellino/ Benevento): “Risparmio
idrico e recupero”
Giovanni Barone (ingegnere): “Riuso delle acque in città”
Ernesto Burgio (medico, Attac Italia Commissione salute )
Ass. Amici della terra, Gela
Ass. Casa comune, Augusta
e) Uso dell’acqua – Attività produttive agricole e industriali – Turismo e
tempo libero
Rif.: Nelly Aiello - Cepes Palermo
Mehdi Lahlou (Attac Marocco ): “L’acqua e le scelte agricole”
Mohamed Abdel Latif (Agriculture Relief, Palestina)
Fabio Leone (agronomo, Ass. Biodiversità nelle Madonie): “Le acque chiare”
Carmelo Guerrieri (Presidente Confederazione italiana agricoltura – Sicilia)
Maurizio Lunetta (Dirigente Confederazione Italiana Agricoltura - Sicilia)
Gianni Fabbris (Foro contadino-Altragricoltura)
Moffo Schimmenti (Foro contadino-Madonie)
Angelo Gambino (sindacalista Sin Cobas alla Agip Petroli Gela)
Filippo Licitra (docente universitario, presidente Co.R.Fi.La.C - Ragusa)
Rappresentante Flai-Cgil
Marinella Correggia (gruppo Karuna)
Enrico Caldara (Federazione Anarchica Siciliana/Centro Culturale – San
Biagio Platani)
Gianni Palumbo (LIPU e Comitato difesa Costa Ionica) – Basilicata. Sud del
Mondo, Emergenza idrica tra estrazioni petrolifere e colonizzazione del
litorale.
Hanno inoltre confermato la sua presenza il segretariato del forum sociale
del Mediterraneo e un rappresentante del World Social Forum
- Iniziative legate al forum in diverse città siciliane:
Incontri pubblici con i partecipanti internazionali al Forum si svolgeranno
nelle seguenti città: Caltagirone, Ragusa, Siracusa, Caltanisetta, Augusta,
Messina, Racalmuto, Gela.
- Attività nel Forum del Seminario permanente sull’acqua a Palermo:
<http://www.neomedia.it/assopace/news>www.neomedia.it/assopace/news
( a cura del Seminario permanente dell’acqua a Palermo)
- Mostra su bacino del Tigri ed Eufrate.
- Mostra sui qanat (antichi sistemi di irrigazione persiani e afgani)
- Video interattivo su sistemi per il risparmio dell’acqua
- Spazio espositivo dei materiali prodotti e distribuiti dal seminario
Riferimenti organizzativi :
Mediterracqua : <mailto:mediterracqua@domeus.it>mediterracqua@domeus.it (
per iscriversi: mediterracqua-subscribe@domeus.it )
gruppo ambientalista
Catania:
<mailto:gruppoambientalista-ct@domeus.it>gruppoambientalista-ct@domeus.it
E’ STATO OTTENUTO L’ESONERO MINISTERIALE DAL SERVIZIO PER I DOCENTI CHE
PARTECIPANO AL FORUM.
Per l’ospitalità a Catania ( presso famiglie e con sacco a pelo) :
Marco Rapisarda: marcorapisarda@hotmail.com
tel. 095-504077- cell. 349/8696755
Tesoriere
Giovanni Messina (095-506220 gmessina@lex.unict.it)
Per sponsor e publicizzazione:
Pasqualino Cacciola (328
/6247389 <mailto:pasqualoct@hotmail.com>pasqualoct@hotmail.com)
Grafica: Isa Doro (3472714733 - isa.doro@virgilio.it)
Segreteria organizzativa Catania:
Natale Musarra cell.
347/1334520 natalemusarra@tiscali.it
Sara Giorlando cell. 328/9192148
- saragiorlando@tin.it
Francesca Spampinato cell.
3200660329 francesca.spampinato@tiscali.it
Responsabili dei gruppi di lavoro :
a) Tutela del territorio - desertificazione
Francesca Spampinato - 095 433912 / 320 0660329 e-
mail: francesca.spampinato@tiscali.it
a) Unità del bacino idrografico –
Nino Lo Bello – 091-217355/ 3356635290 e-mail: apsm@neomedia.it
b) Diritto all'acqua –
Alfonso Di Stefano –
095-536409 e-mail: <mailto:alfteresa@libero.it>alfteresa@libero.it
c) Acqua e salute –
Ernesto Burgio – 091-6910831 e-mail: <mailto:erburg@libero.it>erburg@libero.it
e) Uso dell’acqua
Nelli Aiello. 091 344587 / 338 4971901 e mail:
<mailto:cscepes@tiscali.it>cscepes@tiscali.it
Il Forum si terrà presso il Complesso “Le Ciminiere”
piazzale Asia - Catania
Per informazioni: Tel. 095 7349911 - Numero Verde: 800 551485
Per raggiungere la sede del Forum:
Strade ed Autostrade:
CT-ME, dal casello di San Gregorio A18;
CT-ME, SS114;
CT-PA, A19;
CT-EN, SS192;
CT-SR, SS114, SS194;
CT-ETNA, SS121, SS284.
http://www.autostradesiciliane.it/
Aeroporto
Aeroporto Civile Fontanarossa
Loc. Fontanarossa 095.7239111/347867;
informazioni: 095.7306266/277/288;
biglietteria: 095.7239320
http://www.aeroporto.catania.it/
Ferrovie
F.S. Stazione Centrale
Piazza Giovanni XXIII
Tel: 095.532710
<http://www.trenitalia.it/>http://www.trenitalia.it/
Accoglienza :
Struttura Indirizzo
Comune Telefono
Alberghi :
**
Gresy Via Pacini,
28 Catania 095/322709
Villa Mater Sanctitatis Via Vittorio Bottego,
10 Catania 095/580532 - 337035
***
Etnea 316 via Etnea,
316 Catania 095/2503076
Hotel del Duomo via Etnea,
28 Catania 095/2503177
Hotel La Ville via Monteverdi,
15 Catania 095/7465230
Hotel Mediterraneo via Dottor Consoli,
27 Catania 095/325330
Jolly Hotel Ognina via Messina,
628 Catania 095/7122300
La Vecchia Palma via
Etnea,668 Catania
095/432025
Le Dune Viale Kennedy
10/b Catania 095/7233120
Moderno Via Alessi,
9 Catania 095/326250
Novecento via Mons. Ventimiglia,
35-39 Catania 095/310488
Poggio Ducale Via Paolo Gaifami,
5 Catania 095/330016
Savona Via Vitt. Emanuele,
210 Catania 095/326982
****
Hotel Nettuno Viale Ruggero di Lauria,
121 Catania 095/7122006
Hotel Parco degli Aragonesi Viale Kennedy - loc. La
Playa Catania 095/7234073
Jolly Hotel Bellini Piazza Trento,
13 Catania 316933
Katane Palace Hotel Via Finocchiaro
Aprile,110 Catania 095/7470702
Villa del Bosco via del Bosco,
62 Catania 095/7335100
Bed ed Brekfast
**
B & B Bellini Via Auteri n°
26 Catania 095/340545/ 3470672746
Casa Conti Via Umberto n°
78 Catania 095/2500058
San Placido Inn Piazza S. Placido,
3 Catania 095/315100
***
Casa Diana Corso Italia,
288 Catania 095/387415
Euro Bed & Breakfast Via Luigi Sturzo n°
156 Catania 095/531007 - 3805426018
Like at Home Via Verdi,
66 Catania 095/7158576 - 3288192000
Porta Carlo V Via Auteri n°
26 Catania 095/340174 - 3393692673
Villa Vera via del Bosco,
23 Catania 095/333794 - 3470679386
Ostello della gioventù
Agora Piazza Currò n.
6 Catania 095/7233010
Camping
Camping Jonio Via Villini a Mare,
2 Catania 095/491139
Villaggio Turistico Europeo Viale Kennedy,
91 Catania 095/591026
Manifestazioni collaterali programmate:
Fermo restando il proliferare di iniziative politiche, artistiche, ludiche,
mostre, esibizioni teatrali e musicali, proiezione film e video ed
eventuali altri momenti ludici, nei giorni del Forum - gestite
autonomamente dai singoli gruppi locali o partecipanti - il pomeriggio
dell'8 novembre sarà dedicato ad una manifestazione che pubblicizzerà nella
città di Catania i contenuti del Forum:
Viene creata ai fini logistici e di comunicazione una segreteria
organizzativa del Forum, ramificata sul territorio regionale, e aperta al
contributo di tecnici ed esperti nei settori sopra indicati.
Si invitano tutte le organizzazioni e reti nazionali ed europee, nonché i
comitati locali già impegnati ed interessati al tema dell'acqua ad aderire
all'organizzazione del forum..
Si fa appello a mandare contributi economici per aiutarci nella costruzione
dell'iniziativa. Si è inoltre deciso di individuare dei referenti delle
varie aree tematiche dei gruppi di lavoro, a tal fine invitiamo coloro che
sono interessati ad autocandidarsi o a fare proposte.
MEDITERRACQUA
Associazioni organizzatori del forum del 7/8/9 a Catania:
Abruzzo Social Forum, Attac-Italia, Arci, Azad per la libertà del popolo
kurdo,,Casa comune (Augusta),Cepes, CISS,Comitato italiano per il Contratto
mondiale dell'acqua,Comitato Cochabamba,Centro Impastato,Co.Pe,
FGEI(Ct),Forum ambientalista,Ass. cult. Punto Rosso -F.M.A , Tavolo toscano
contro la privatizzazione dell'acqua, Seminario Permanente sull'acqua a
Palermo.
hanno finora aderito:
Associazione Consumatori Utenti,Cgil-Sicilia,CIA,
Cobas-scuola(Ct),coop.Enghera(Ct),Ente fauna Sicilia,Federazione Anarchica
Siciliana,
Fed.Prov.P.R.C(Ct),FLAI-Cgil(Sicilia),FNLE-Cgil(Sicilia),Legambiente,Messina
social forum,radio Aut,S.In.Cobas(Ct-Gela),Sinistra ecologista(Pa),Tavolo
nazionale migranti dei social forum,WWF Sicilia, Associazione per la Pace e
lo Sviluppo nel Mediterraneo.
per iscriversi alla lista di
discussione:
<mailto:mediterracqua-subscribe@domeus.it>mediterracqua-subscribe@domeus.it
gruppoambientalista-ct-subscribe@domeus.it (solo italiano)
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Mi scuso con tutti coloro che hanno gia' ricevuto questo testo,
e con tutti per l'arbitrio che mi prendo nel mandarvi questo tipo di documenti.
Chiedo a chi non vuole riceverli di mandarmi un cenno.
sdv
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