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Mediterracqua





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fonte:
Nino Lo Bello
Seminario permanente sull'acqua
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Cari Amici,
ho il piacere di informarVI che è ormai giunto alla fasi conclusive 
dell'Organizzazione il Forum Internazionale " Acqua, neoliberismo e 
Mediterraneo, che è previsto  a Catania dal 7 al 9 Novembre, presso il 
Complesso "Le Ciminiere" (Viale Africa).

Vi spedisco il programma delle attività, incontri, gruppi di lavoro e 
manifestazioni in modo da poterne prendere visione e sperando che possiate 
dare un importante contributo in termini di presenza, di diffusione della 
notizia e di Vostra riflessione.

C'è la possibilità che si inizi un processo in termini di ragionamenti 
comuni, proposte, progetti, allargamento di reti di comunicazione, maggiore 
consapevolezza di una realtà complessa come il Mediterraneo, messa in 
comunione di risorse umane.

Stiamo ricevendo adesioni e richieste di partecipazione da tante parti del 
Mediterraneo  e ciò ci conforta molto perché, come sempre, il lavoro oscuro 
di pochi può essere l'inizio di un processo di cambiamento.

Man mano che il tempo è passato ci siamo resi conto che il nostro lavoro 
poteva diventare strumento, per tanta gente, per poter parlare, raccontare, 
comunicare agli altri le proprie idee nel merito e siamo passati da 
ragionevoli timori a grande determinazione, con in mente l'invito di 
Giovanni Paolo II : NON ABBIATE PAURA !

Un saluto di pace
18/10/03                                Nino Lo Bello
               Seminario dell'acqua a Palermo
               Comitato Organizzatore Mediterracqua

Qui di seguito
- Mediterracqua  un processo di reglobalizzazione dal basso.
- programma di Mediterracqua


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Mediterracqua –  un processo di  reglobalizzazione dal basso.

Nella nostra storia, da almeno 500 anni, domina il mito dello sviluppo 
illimitato: maggiore sarà lo sviluppo  quanto minori saranno gli 
investimenti e maggiori i profitti.
Questa idea di sviluppo si muove nell’ambito di due infiniti concreti: 
l’infinito delle “ risorse naturali ” e l’infinito del “ progresso ” verso 
il futuro.

Questi due infiniti sono illusori:
§         a partire dai rapporti del Club di Roma (1972) a quelli dello “ 
State of the World ” si rileva che le “ risorse naturali ” sono limitate e 
non rinnovabili e l’attuale modello economico non è estensibile a livello 
universale perché sta distruggendo la terra e facendo scomparire popoli e 
specie animali e vegetali;
§         il modello di crescita illimitata si costruisce solo sullo 
sfruttamento dei lavoratori, sul sottosviluppo dei popoli dipendenti e 
sulla rapina della natura, favorendo solo un gruppo ristretto di nazioni e 
di popolazione benestante.

Il risultato finale è che questo modello di sviluppo economico non produce 
contemporaneamente sviluppo  sociale.

Allora, manteniamo intatto l’attuale modello di società e la sua 
corrispondente concezione di sviluppo attuando tecniche e procedimenti che 
mirano alla conservazione dell’ambiente ed alla riduzione degli effetti non 
desiderati, pensando che la tecnica che ha ferito a morte la natura può 
anche aiutarla a curare, o riteniamo che ciò non sia sufficiente perché 
attacca solo le conseguenze e non arriva alle cause?
Forse che ciò equivale a molare i denti di un lupo, lasciandogli la sua 
ferocia?

Forse è necessario lavorare ad una critica di fondo per  un nuovo modello 
di società da scegliere e per una concezione di sviluppo che sia in 
sintonia con il sistema terra- acqua- aria  del nostro pianeta.

Le riunioni di politici e imprenditori dominanti, che partecipano ai forum 
economici sono sempre di più preoccupati a difendere l’esistente, quel 
pensiero unico che è simbolo dell’omogenizzazione imperante, dato che il 
mercato mondiale è calato del 4%, le critiche alla Banca Mondiale sono 
sempre più diffuse, la povertà non recede, il mito dei grandi manager si è 
sgretolato, il panorama politico insicuro non invoglia gli investimenti 
internazionali, né gli spostamenti delle persone, sempre più grandi risorse 
finanziarie sono necessarie per riparare gli effetti di guasti ambientali.
Ancora però “il bambino non è nato ”, ancora c’è molta frammentazione da 
parte di coloro che criticano questo modello, le molte parole non arrivano 
a sintesi, le critiche non arrivano a proposte e come dice “ Le Monde ”, 
non si è ancora espressa un’alternativa al neoliberismo.
In un momento in cui le proposte hanno l’opportunità di essere ascoltate, 
bisogna costruire giustizia, dopo averne tanto parlato, bisogna costruire 
proposte di benessere dopo aver tanto denunciato i danni dello sviluppo 
insostenibile.

Qual è la strada da percorrere?
I contributi critici più numerosi  riguardano la sfera economica, 
soprattutto la critica alla globalizzazione e ad organismi internazionali 
quali la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e il WTO, 
critiche volte non solo al funzionamento dei singoli organismi ed al loro 
livello infimo di democraticità, ma più in generale ai  pericoli di una 
omogenizzazione della cultura ed al tentativo della sfera economica di 
assorbire quella culturale diventando l’unico arbitro della storia 
dell’uomo, con profonde conseguenze a lungo termine per la società.

C’è chi, come J.E. Stiglitz, nobel per l’economia ed ex vicepresidente 
della Banca Mondiale, prende atto degli effetti devastanti che la 
globalizzazione ha avuto sui paesi in via di sviluppo e sui poveri che vi 
abitano ed afferma che è necessario un ripensamento sugli accordi 
internazionali e sulla gestione del F.M.I., pur ritenendo che la 
“globalizzazione, ossia l’eliminazione delle barriere al libero commercio e 
la maggiore integrazione tra le economie nazionali, possa essere una forza 
positiva e che abbia tutte le potenzialità per arricchire chiunque al 
mondo, in particolare i poveri “, e che il processo di privatizzazione – 
come ad esempio la vendita di monopoli di stato ad aziende private- sia 
auspicabile solo se aiuta le aziende a diventare efficienti ed abbraccia i 
prezzi a beneficio dei consumatori.

Perché queste istituzioni hanno miseramente fallito ?
Se si analizzano le politiche del F.M.I. ( la cui missione originaria era 
di aiutare i paesi in crisi e incentivare la stabilità economica globale) 
si vede che essa ha perseguito gli interessi dei mercati finanziari : si 
trovano ad esempio miliardi per salvare le banche e non gli spiccioli per 
garantire i sussidi alimentari ai lavoratori licenziati a causa dei 
programmi del F.M.I.
In un misto di interessi particolari e di concezioni economiche 
ideologizzate , la mentalità che governa questi organismi tiene in poca 
considerazione l’esigenza che i poveri abbiano voce in capitolo nelle 
decisioni che li riguardano, l’attenzione per l’ambiente e la salvaguardia 
della democrazia.
Questo malgrado sia necessario, come perfino Adam Smith professava, per un 
buon funzionamento di economie che devono attuare scelte difficili, una 
forte coesione sociale, perché ad esempio in Indonesia la gente ritiene che 
si compiono profonde ingiustizie sociali quando a fonte di spese di 
miliardi per  salvataggi aziendali e finanziari, non si programmano risorse 
finanziarie per aiutare tutti coloro che sono rimasti disoccupati.

Non si comprende, per esempio, nei paesi in transizione perché si debbano 
attuare processi di privatizzazione, in assenza delle necessarie 
infrastrutture istituzionali, che hanno favorito la spoliazione delle 
attività anziché la creazione di ricchezza, o perché , negli altri paesi, i 
monopoli privatizzati, liberi di agire per l’assenza di una opportuna 
regolamentazione, hanno potuto sfruttare i consumatori più di quanto 
avessero fatto i monopoli di stato.

Il malcontento nei confronti della globalizzazione non deriva soltanto dal 
fatto che le considerazioni di ordine economico sembrano prevalere su tutto 
il resto, ma che una visione particolare dell’economia- il fondamentalismo 
del mercato- debba avere il predominio assoluto su tutte le altre, idea 
peraltro in contrasto sia con la scienza economica sia con il comune buon 
senso.

Il cambiamento più sostanziale per fare funzionare più democraticamente 
queste istituzioni (“missione principale della Banca Mondiale è eliminare 
la povertà, aiutando i paesi a crescere ed a progredire reggendosi sulle 
proprie gambe ”!!) è sia un cambiamento nel loro governo ( al WTO si 
ascolta solo l’opinione dei ministri del  commercio e degli esteri, al FMI 
e Banca Mondiale gli unici ad avere voce sono i rappresentanti dei 
dicasteri delle Finanze e Tesoro, al FMI  non si concedono possibilità di 
voto ai paesi in via di sviluppo, al WTO le trattative si svolgono a porte 
chiuse) sia un ritornare concettualmente alla scienza
( visti ormai ad esempio i pesanti e ripetuti fallimenti  del FMI) 
abbandonando l’ideologia.

-        In ambito B.M. si è dimostrato, ad esempio, che i paesi che hanno 
ottenuto buoni risultati hanno più dato importanza alla concorrenza ed alla 
creazione di nuove imprese, rispetto alla privatizzazione ed alla 
ristrutturazione di quelle esistenti;
-        La  condizionalità (l’imposizione di pesanti condizioni economiche 
e politiche per ottenere aiuti) è vissuta come imposizione di riforme senza 
essere partecipata dalla popolazione ed ha messo in pericolo processi 
democratici.
-        Il denaro versato dal FMI e BM a politici corrotti (si veda per 
tutti il caso Mobutu in Congo) è servito solo per garantire l’allineamento 
di alcuni paesi all’Occidente.
-        Allo stato attuale, molti paesi in via di sviluppo si trovano 
nell’impossibilità di crescere se non sarà loro cancellato il debito.

I recenti fallimenti della Banca Mondiale e del FMI non inducano ad 
ottimismo e spesso molti illustri studiosi ne parlano come istituzioni 
irredimibili.
Da Seattle in poi il WTO ha rappresentato il simbolo delle iniquità 
globali  e dell’ipocrisia dei paesi industrializzati: mentre predicano 
l’apertura dei mercati nei paesi in via di sviluppo ai loro prodotti 
industriali, dall’altro hanno tenuto chiuse le loro frontiere, fornendo 
inoltre sussidi ingenti ai loro agricoltori, rendendo di fatto impossibile 
qualsiasi tipo di concorrenza da parte dei paesi più svantaggiati.

Chossudovsky, nel suo bel libro “ Globalizzazione della povertà e nuovo 
ordine mondiale ”, sintetizza bene come i programmi di “stabilizzazione 
macroeconomica ed aggiustamenti strutturali ” imposti dalla B.M. e 
FMI  hanno portato all’impoverimento di milioni di persone, accelerando su 
vasta scala i processi di disboscamento e la distruzione dell’ambiente 
naturale:
§         le cause della carestia in Somalia, il genocidio economico in 
Rwanda ed Uganda, l’esportazione dell’apartheid nell’Africa  Subsahariana, 
lo smantellamento dell’economia contadina nell’Etiopia in favore delle 
multinazionali USA che forniscono sementi  OGM, il governo “ indiretto ” 
del FMI in India, l’indebolimento dell’economia rurale del Bangladesh, la 
distruzione economica postbellica del Vietnam, la gestione del debito in 
Brasile, gli effetti della terapia d’urto in Perù, il debito e l’economia 
illegale della droga in Bolivia, la terzomonidializzazione e il saccheggio 
dell’economia russa, la disgregazione dell’Ex Jugoslavia e la 
ricolonizzazione della Bosnia -Erzegovina e della Corea del Sud, il 
“salvataggio “ delle Tigri Asiatiche dopo la crisi finanziaria del ’97, 
sono alcuni tra i più gravi esempi ai quali il FMI e la Banca Mondiale nel 
sistema del libero mercato hanno dato il loro decisivo contributo verso una 
“prosperità globale”.

E’ inoltre credibile, se non provocato da forti pressioni popolari, una 
riforma del WTO e un riequilibrio del commercio internazionale ?

Solo il diffuso sdegno internazionale ha costretto le aziende farmaceutiche 
a cedere nell’ambito dei diritti di proprietà intellettuale, nel controllo 
della fornitura di medicinali  anti -Aids in Sud Africa .
Se l’Unione Europea sta cominciando ad andare in una direzione in cui i 
paesi sviluppati aprono le loro frontiere al commercio equo e si decidono a 
intraprendere rapporti paritari con i paesi in via di sviluppo, non così 
attualmente sembra per Giappone e USA.
Dal punto di vista del sistema democratico i meccanismi della 
globalizzazione portati avanti dalle nuove dittature della finanza 
internazionale sembrano sostituire le vecchie dittature, nel senso che gli 
stati “aiutati ” devono rinunciare ad una parte della  loro sovranità, dato 
che si impone una condotta nella quale si precisa ciò che si deve fare e 
non si deve fare: fino a che essa sarà così presentata ed applicata, in 
sintesi costituirà una privazione dei diritti civili.

In realtà i paesi che hanno tratto vantaggi dalla 
globalizzazione  economica sono quelli che hanno operato con una forte 
presenza di impegno pubblico, ritenendo fallace un mercato, che 
autoregolandosi, possa riuscire a risolvere da solo tutti i suoi problemi ( 
lo stesso Keynes sosteneva che  i mercati da soli non correggono le loro 
anomalie!).

Allora è proprio il modo di intendere la globalizzazione che deve cambiare, 
perché i ministri delle Finanze e del Commercio vedono la globalizzazione 
come fenomeno principalmente di natura economica.

L’ideologia del “ libero mercato ” dovrebbe essere sostituita da 
un  analisi della realtà basata sulle scienze ambientali, umane ed 
economiche, con una visione più equilibrata verso le forme di conoscenza 
della realtà in cui il concetto di sviluppo non sia strumento per aiutare 
poche persone ad arricchirsi o per creare settori protetti da cui possono 
trarre vantaggio un’elite ristretta, ma serva a costruire una società in 
sintonia con l’ambiente, migliorare la qualità della vita delle persone, a 
cominciare da quelle più povere, dare a tutti la possibilità di 
consapevolezza dei problemi di questo mondo e un ruolo fattivo alla sua 
armonia, garantendo a chiunque l’accesso ai servizi primari ed una 
partecipazione ampia ai processi decisionali: un processo di 
reglobalizzazione dal basso.

Questo processo dovrebbe avere alla base alcuni principi:

-        L’importanza della terra come un tutto, il bene comune della 
natura e dell’essere umano, l’interdipendenza esistente tra  tutti, il 
rischio grave che pesa sul nostro pianeta.

-        Il riconoscimento dell’alterità di ogni essere del creato (gli uni 
hanno bisogno degli altri per esistere e sussistere), la reciprocità e la 
complementarietà esistente tra tutti gli esseri.

-        Il passaggio da una visione utilitaristica e antropocentrica, 
nella quale l’uomo crede che tutto sia finalizzato a lui, ad un nuovo 
compito etico ecocentrico: ricostruire l’alleanza distrutta tra essere 
umano e natura, tra le persone, tra i popoli perché siano alleati in 
fraternità, giustizia e solidarietà.

-        Il cammino da un concetto di economia della crescita 
illimitata  orientata verso l’accumulazione ad una economia del 
sufficiente, che metta al centro la vita delle persone e della natura, la 
partecipazione di tutti alla produzione dei mezzi di vita, la solidarietà 
con quelle persone e quegli esseri del creato che hanno meno vita e 
soffrono per patologia e condizioni gravose di sussistenza, una vita 
incentrata sulla tenerezza e compassione per tutto il creato.

-        La costruzione, come forma di organizzazione della società, della 
democrazia partecipativa, vissuta non solo come effetto di una crescita del 
senso di responsabilità sociale dei cittadini e co-costruttori della storia 
comune, ma come valore universale.

-        L’attuazione del principio di rigenerazione : una risorsa 
rinnovabile può venire utilizzata solo se si rigenera nello stesso periodo 
– nell’ambiente non può venir rilasciata una quantità di sostanza maggiore 
di quella che vi possa essere assorbita.


Qualsiasi analisi però sulla globalizzazione ed i suoi effetti non può 
esimersi dal parlare di energia:
senza combustibili  fossili la globalizzazione sarebbe stata improponibile, 
essi hanno permesso alle imprese di comprimere drasticamente i tempi e di 
abbreviare le distanze, creando un unico mercato mondiale per lo 
sfruttamento delle materie prime e del lavoro e per la commercializzazione 
dei prodotti finiti e dei servizi.

Un regime energetico fondato sui combustibili fossili è caratterizzato da 
un modello organizzativo verticistico, con una  infrastruttura energetica 
molto centralizzata e gerarchizzata: attualmente otto mega -aziende 
pubbliche e private dettano i termini del flusso dell’energia attraverso il 
mondo.

La teoria economica classica è fondata sulla meccanica newtoniana ( ad ogni 
azione corrisponde una reazione uguale e contraria) in cui domande e 
offerte si equilibrano continuamente: se la domanda dei consumatori di un 
bene o di un servizio aumenta, i venditori aumentano il prezzo, se il 
prezzo aumenta troppo, la domanda diminuisce e i venditori sono costretti 
ad abbassare il prezzo per stimolare i consumi.
Se una risorsa comincia a scarseggiare, il suo prezzo aumenta, ma spesso la 
base di risorse è considerata inesauribile e ciò che provoca è considerato 
marginale rispetto al vantaggio generale che se ne trae.

Se invece interpretiamo l’attività economica con le leggi della 
termodinamica, essa consiste nel prendere a prestito dall’ambiente input di 
energia, trasformarla in prodotti e servizi temporanei, disperdendo 
nell’ambiente più energia di quanta ne sia incorporata nel bene e servizio 
prodotti; i prodotti finiti e servizi sono temporanei nella loro natura e 
attraverso l’uso e il consumo, si dissipano o si disintegrano, tornando 
alla fine nell’ambiente sotto forma di scoria.

Il PIL (prodotto interno lordo) grandezza che misura la ricchezza di una 
nazione prodotta in un anno, dà, dal punto di vista termodinamico, la 
misura del valore dell’energia temporaneamente incorporata in beni e 
servizi prodotti, con conseguente diminuzione delle riserve energetiche 
disponibili e accumulo di scorie.

Nel momento in cui tutti gli elementi sono presi in considerazione, ogni 
civiltà finisce inevitabilmente per sottrarre all’ambiente più ordine di 
quanto riesca a crearne, impoverendo la terra per il fatto di esistere.
Le società che sopravvivono più a lungo sono quelle che si avvicinano a 
condizioni di equilibrio fra le esigenze della natura e quelle dell’uomo: 
lo sfruttamento, la conversione, la distribuzione e il consumo 
dell’energia, in molte sue forme economiche, vengono mantenute a un tasso 
approssimativamente commisurato alle capacità dell’ambiente circostante di 
riciclare le scorie, ripristinando il patrimonio di energie rinnovabili.

L’integrazione termodinamica introduce il concetto di un mondo come un 
tutto unificato e inseparabile. A livello generale non esiste un rapporto 
di causa ed effetto, ma una tela simultanea e permanente di interazioni 
globali, l’universo consiste in una rete molto complessa di relazioni in 
tutte le direzioni e di tutte le forme, la casualità non è lineare, tutto è 
dinamico, tutto vibra , tutto è in processo.

I punti deboli nella nostra architettura sociale contemporanea sono:
-        un sistema agricolo basato sul petrolchimico,
-        l’aumento di densità della popolazione urbana,
-        un sistema di trasporto fondato sui combustibili fossili,
-        una rete elettrica che fornisce, come un sistema nervoso centrale, 
luce, calore e reti di telecomunicazioni.

L’avvento dell’economia dell’idrogeno, oggi già presente in via 
sperimentale, energia prodotta dall’acqua da sistemi eolici e 
solari,  ridisegna tutto il sistema attuale, perché  la  fonte di 
distribuzione sarebbe diffusa e non centralizzata ( anche l’auto in teoria 
potrebbe diventare una centrale elettrica a due ruote di 20 kw di potenza).
Con l’idrogeno sembra offrirsi la prospettiva a lungo termine di 
democratizzare l’accesso all’energia, rendendola disponibile ad ogni essere 
umano sulla terra : nell’economia dell’idrogeno, con la sua rete energetica 
decentralizzata e democratizzata, è possibile stabilire insediamenti umani 
nell’ambito di
bio-eco-regioni. E l’integrazione delle comunità umane nelle biocomunità 
crea un nuovo senso di sicurezza, inseparabile dalla salute e dal benessere 
della terra stessa.

Come potrebbe allora essere una strategia di sviluppo sostenibile e come la 
si potrebbe realizzare in programma sociale-politico ?

Malgrado gli economisti neoclassici amano pensare l’economia come una sfera 
autonoma ed all’ambiente come un mero insieme di input, i temi economici ed 
ambientali sono inseparabili: il sistema attuale economico è incapace di 
affrontare insieme il problema della povertà e quello della gestione 
rispettosa dell’ambiente.
E’ difficile pensare che possa esistere una valida soluzione quando si 
pensa di curare separatamente i mali ecologici della Terra e i problemi 
legati a situazioni debitorie, a squilibri commerciali, a sperequazioni nei 
livelli di reddito e di consumo:  è come curare una malattia cardiaca senza 
combattere l’obesità del paziente e la sua dieta ricca di colesterolo.

Una proposta strategica di diverso approccio potrebbe essere quella:
§         di ritornare al territorio e di affrontare insieme i problemi di 
carattere ambientale e sociale a livello di unità geografiche, invece che a 
quello di unità amministrative (comuni, province e regioni): avere la 
capacità di gestire insieme il territorio a livello di bacini idrografici, 
dove l’acqua, elemento essenziale, è correttamente gestita dalle sue 
sorgenti alla foce e in cui l’impatto antropico è caratterizzato da un 
costante monitoraggio affinché non si possa rilasciare sostanze maggiori 
rispetto a cui il sistema acqua-terra-aria ha la capacità di 
assorbire  minimizzando i tempi di rigenerazione;

§         di curare la gestione delle zone acclive del territorio affinché 
aumenti la superficie boscata, evitando pesanti dissesti idrogeologici, 
diminuisca la velocità di acque spesso a regime torrentizzio, aumenti la 
probabilità di caricamento delle falde che impedisca l’infiltrazione del 
piede salino;

§         di incentivare le colture non solo meno idroesigenti, ma che 
possano crescer anche in terreni marginali;

§         di passare da un utilizzo lineare del ciclo dell’acqua (lo stesso 
vale anche per i manufatti prodotti) a quello ciclico, per risparmiare, 
riusare e riciclare, rimettendo in circolo consistenti volumi e 
minimizzando l’impatto degli scarichi alla foce.

Se a questo si aggiungono tutte le possibilità di utilizzare energia 
eolica, solare, idroelettrica dai piccoli salti d’acqua, utilizzata o 
direttamente o producendo idrogeno che, come vettore di energia, riesca a 
sostituire gradatamente i combustibili fossili, avremo concepito una unità 
territoriale-biologica sostenibile che attiva economie di qualità , non di 
quantità e che non sconta le attuali pesanti e continue perdite derivate 
dagli interventi emergenziali per il cattivo uso del territorio.

Tutto ciò è però anche una scelta di vita di ogni uomo:
§         se vogliamo continuare a vivere  nelle migliaia di città del 
mondo con una popolazione superiore a un milione di abitanti, diventati 
spesso autentici purgatori;
§         se vogliamo sostituire all’etica del consumo, quella della sobrietà,
§         se, in sintesi, vogliamo vivere bene invece di avere molto.

Per tutto questo, la proposta di riflessione in ciò che ci unisce  fra 
tanti popoli del Mediterraneo non è solo momento di riflessione sui temi di 
ciò che fisicamente è comune: l’acqua, ma elemento di analisi e proposta 
affinché l’acqua sia di proficuo viatico a color che vogliono costruire una 
rete di risorse umane e di saperi , una comunità che si interroga 
sull’esistente e produce idee per percorsi diversi di gestione del 
territorio, che costruisca elementi di ecologia sociale necessari ad una 
nuova concezione di sviluppo sostenibile.

Tutto ciò non è di moda oggi, anzi predomina il vento del pragmatismo, dei 
fatti, della concretezza, dei risultati visibili: è il malcelato disprezzo 
per le parole, le idee, la cultura – la speranza in fondo- viste come 
inutili perdite di tempo che allontanano dal “fare ”.

Altri però ci dicono che non è così:
§         ce lo dice Rachel Corrie, pacifista americana, uccisa da una 
ruspa per impedire che l’esercito israeliano distrugesse le case di Rafah 
nella striscia di Gaza;
§         ce lo dice il medico Carlo Urbani, morto a Bangkok vittima della 
Sars che aveva appena identificata,
§         ce lo dice Giovanni Paolo II,che ad una società persa nel 
relativismo etico e nella inconsistenza degli stili di vita, continua a 
proporre figure di martiri,tra cui molte donne,
§         ce lo dicono i volontari che portano aiuti all’Iraq, alla 
Turchia, dal Kossovo al Monzambico,
§         ce lo dicono coloro che digiunano e protestano in difesa dei 
diritti  dei migranti,
§         ce lo dicono quelle comunità che acquistando la terapia 
retrovirale a 350$ in India aiutano i malati in Monzambico (se no costretti 
ad acquistare da USA ed Europa la terapia a 15.000 $),
§         ce lo dice tantissima gente che continua a tenere le bandiere 
della pace alle finestre e che, come formiche, costruisce in tutto il mondo 
percorsi nuovi, reti di solidarietà, economie solidali, granelli di pace e 
giustizia.

Questi sono i fatti che nascono dalle idee, che si nutrono delle 
riflessioni della storia, che guardano lontano perché vogliamo affrontare 
il problema, che è quello di un mondo in cui pace e giustizia possono regnare.

E quello che ci unisce nel Mediterraneo è veramente moltissimo; non solo 
gli elementi naturali, ma secoli di storia  passata attraverso tanti 
popoli: dai Fenici-Cartaginiesi ai Romani, dai Vandali e Longobardi agli 
Arabi, dai Normanni agli Angioini, dai Turchi agli Spagnoli, ….. secoli di 
storia e di cultura che hanno fatto sì che in tante città fossero scritti 
molti dei capolavori dell’umanità, che fossero inventati i parlamenti, i 
diritti umani e un’idea di società che non ha bisogno della pena di morte 
per difendersi.

Tante idee che appartengono alla ragionevolezza, mentre il pragmatismo 
senza idee è irrazionale, riduce la giustizia a farsi giustizia, distrugge 
le istituzioni nel nome di un immediato vantaggio personale, usa il bisogno 
di cambiamento per rispondere a interessi contingenti.
L’innovazione, quella vera, ha invece bisogno di idee, di cuori che la 
incarnino, di visioni e di strategie ampie per potersi trasformare in storia.

A pensarci bene, quella che si combatte nel Mediterraneo è davvero una 
guerra: non più coloniale o religiosa, ma per una nuova umanità, governata 
da regole, da scelte e metodi di fratellanza, fatta da tanti  piccoli donne 
e uomini che ogni giorno mettono una pietruzza di pace e giustizia, come 
l’acqua che, goccia dopo goccia, cambia le valli della Terra e modifica il 
volto degli uomini.
Luglio 2003
                                                                                     Nino 
Lo Bello
                                                                                     Seminario 
Permanente dell’acqua a Palermo
                                                                                     Ass. 
per la pace e lo sviluppo nel Mediterraneo.





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MEDITERRACQUA


APPELLO

FORUM SUL TEMA "ACQUA,NEOLIBERISMO E MEDITERRANEO"

Dopo alcuni anni di azione incalzante del Comitato italiano per il 
Contratto Mondiale sull'Acqua e di diversi gruppi locali, oggi il Movimento 
antiliberista in tutto il mondo è impegnato contro la mercificazione di 
tale diritto per il riconoscimento dell'acqua come bene comune 
dell'umanità.      Gli  attuali processi produttivi e di consumo impongono 
un uso insostenibile della sempre più rara risorsa acqua (vero "oro blu" 
dei prossimi anni), insostenibilità che evidenzia la necessità di 
ricercarne le vere cause nelle dissennate scelte del sistema neoliberista.

Negli ultimi mesi è stato avviato tra diversi rappresentanti di movimenti 
antiliberisti dei paesi del Mediterraneo e tra gruppi di base impegnati a 
fronteggiare sul territorio l'avanzata dei processi di mercificazione di 
questo bene comune,un percorso comune che è sfociato nella proposta di 
organizzare un forum in Sicilia, sul tema appunto "Acqua, neoliberismo e 
Mediterraneo", da tenersi dal 7 al 9 novembre 2003.
La località prescelta è stata Catania in quanto sede ufficiale del Vertice 
ONU dei Ministri degli Affari Esteri e dell'Ambiente dei Governi 
mediterranei, parti contraenti la convenzione di Barcellona "in difesa 
dell'ambiente marino e delle zone costiere del Mediterraneo"; evento che si 
pensa di utilizzare quale cassa critica di risonanza per le tematiche 
affrontate nel nostro forum.

L'obbiettivo principale del forum sarà quello di elaborare un documento 
condiviso tra i vari gruppi partecipanti, che serva da collante di un vasto 
e coordinato movimento di lotta in tutto il Mediterraneo - a partire dalla 
stessa Sicilia- e da base di lavoro per la sessione dell'acqua che si terrà 
al Forum Sociale del Mediterraneo di Barcellona nel marzo 2004.

Ci sostiene l'idea che occorra di riprogettare dal basso, dalla concretezza 
delle lotte e dall'iniziativa autonoma di gruppi sparsi sul territorio un 
movimento che sappia al contempo collegare e valorizzare il lavoro comune 
svolto da associazioni diverse su temi che riguardano tutto il "ciclo 
dell'acqua" e quindi in particolare le variazioni climatiche, la 
desertificazione, l'uso dell'acqua per fini produttivi (in agricoltura e 
nei complessi industriali), l'inquinamento che ne consegue, il recupero di 
saperi su un uso razionale e biologicamente corretto dell'acqua, le guerre 
che essa scatena come conseguenza della sua diseguale ripartizione e che a 
loro volta provocano crescenti flussi migratori e nuove tragedie umane. Ci 
battiamo  pertanto per costruire delle alternative praticabili ai modelli 
neoliberisti, fondate sulla partecipazione ampia e consapevole delle 
popolazioni locali alla gestione idrica e alle scelte di vita, 
ambientali,economiche, culturali ad essa riconducibili.

PROPOSTA ORGANIZZATIVA FORUM DEL MEDITERRANEO


1. Il Forum avrà luogo a Catania  (Complesso Le Ciminiere- piazzale Asia 
-Viale Africa )  dal 7 al 9 novembre 2003, locali dotati di un ampio spazio 
per le plenarie e di alcune grandi aule.

2. Il Forum si articolerà in sessioni plenarie (di apertura e conclusiva) e 
in assemblee dei gruppi di lavoro (nelle tre giornate).

I lavori si articoleranno come segue:
7 novembre,
- ore 10,00-13.00:
Introduzione e presentazione del Forum.
- Proposta del piano dei lavori e dei singoli gruppi di lavoro individuati 
(da parte dei relatori concordati), proposte di modifiche o aggiunte ai 
gruppi di lavoro.
- Iscrizione ai gruppi di lavoro.
- pausa pranzo
- ore 15,00 -18,00:
Attività dei gruppi di lavoro. Sintesi delle proposte emerse.

8 novembre
- ore 9.30- 13,00:
Attività dei gruppi di lavoro. Sintesi delle proposte emerse.
- pausa pranzo
- ore 15,00 -18,00:
-          Scambio di informazioni sui lavori in corso all'interno dei 
gruppi (in plenaria).

9 novembre
ore 9.30- 13.00:
Attività dei gruppi di lavoro- sintesi e stesura relazione da presentare in 
assemblea.
pausa pranzo
- ore 15,00 -18,00
- Assemblea Plenaria:
- presentazione dei risultati dei gruppi di lavoro;
- elaborazione, discussione e lettura del documento finale del Forum;
- discussione sulle modalità per la presentazione del documento del Forum 
all’esterno (al vertice ONU e in altre sedi istituzionali e di movimento, 
pubblicità, rapporti coi mass media)
- metodo e agenda fino al marzo 2004, modalità  di partecipazione e 
contributo al Forum del Mediterraneo di Barcellona.

Si ritiene che prevedere un momento intermedio di scambio di informazioni 
sui lavori in corso all'interno dei gruppi (breve sunto e dibattito giorno 
8 pomeriggio) possa contribuire all'organicità dei lavori stessi ed 
agevolare la stesura di un documento conclusivo del Forum, che crediamo 
importante sia non solo la somma dei lavori dei singoli gruppi, ma il loro 
prodotto.
  Manifestazioni collaterali e serali programmate:
- Iniziative artistiche, ludiche, mostre, esibizioni teatrali e musicali, 
proiezione film e video

3. I gruppi di lavoro proposti sono:
a) Tutela del territorio - Variazioni climatiche - Desertificazione - 
Parchi (Necessità di tutelare il territorio in relazione alle variazioni 
climatiche, insistendo perché l'uso dell'acqua sia compatibile con la 
difesa degli ecosistemi)

b) Unità del bacino idrografico -Ecosistema fluviale - captazione, raccolta 
e distribuzione dell'acqua -grandi infrastrutture (Alternative comuni di 
gestione del territorio.)

c) Diritto all'acqua -Privatizzazioni- mercificazione- Guerre dell'acqua e 
flussi migratori (L’alternativa della gestione partecipata.)

d) Acqua e salute - Qualità delle acque - acqua in bottiglia -Inquinamento 
-risparmio - riuso e riciclo (Riscoprire, adattare e rivalutare le "culture 
dell’acqua").

e) Uso dell’acqua per attività produttive, agricoltura, turismo e tempo 
libero. (coltivazioni intensive, OGM. L’alternativa della produzione e del 
consumo "sostenibili".)

I locali dei gruppi di lavoro saranno assegnati in rapporto al numero degli 
iscritti ai singoli gruppi.

Tutto il lavoro di Mediterracqua vuole tenere sempre in considerazione la 
necessità di nuovi modelli di "sviluppo" e di tutela della salute della 
popolazione.

Si propone di organizzare i lavori privilegiando le situazioni concrete ed 
le esperienze sul territorio.
Nella sessione plenaria di apertura potrà essere previsto l’accorpamento, 
la separazione o la suddivisione degli argomenti e la creazione di nuovi 
gruppi o sottogruppi.
























Interventi programmati dei vari gruppi di lavoro:

a) Tutela del territorio – Variazioni climatiche – Desertificazione - Parchi
Rif.:  Francesca Spampinato - Gruppo ambientalista Catania

Mohamed Nacer (docente, gestione del territorio, Algeria)
Milad Alshebani (ingegnere, Libia):  “Uso delle acque in zone desertiche”
Franco Ortolani (docente Università di  Napoli): “Aumento temperatura ed 
effetti nel bacino del Mediterraneo”
Luigi Pasotti (ass. Co.p.e): “I processi di desertificazione”
Franco Colombo (meteorologo): “La desertificazione in Sicilia”






Roberto Musacchio (Forum Ambientalista)


Vito Restivo (geom.-  Seminario Permanente sull’acqua a Palermo): Acqua in 
Sicilia: mancanza o cattiva gestione ?


Girando Maniscalco

Francesco Alaimo (WWF)
Gaetano Brucoli ( arch. Seminario Permanente sull’acqua a Palermo): Uso non 
sostenibile del territorio: il caso della piana di Palermo.
Enrico Di Paolo (Ass. amb. prov. Pescara): "Attività di coordinamento EELL 
per il controllo del territorio: l'esperienza delle 13 province dell'acqua".

b) Unità del bacino idrografico- ecosistema fluviale- captazioni, raccolta 
e distribuzione dell'acqua- grandi infrastrutture






Rif.: Nino Lo Bello – Seminario permanente sull’acqua a Palermo.


Ass. Metropolis: “Il Golfo di Castellammare e l’impatto antropico nel 
territorio”.

Rosa Di Gregorio (Dir. Interventi in materia di agroalimentare  Ass. 
Agricoltura R.S.): “Prime esperienze sulla conoscenza del territorio sul 
rischio d’inquinamento dei nitrati di origine agricola  e prospettive di 
lavoro”.

Vincenzo Biancone –( direttore riserva WWF- Club Alpino Italiano- Sicilia)






Aspetti della circolazione idrica sotterranea  in alcuni territori della 
Sicilia.


Fernando Prieto  (Docente Departamento Interuniversitario de Ecología 
Universidad de Alcalá de Henares - Spagna): “I bacini idrografici in Spagna 
e i pericoli dei progetti sopranazionali europei”.

Silvano Riggio (Dipartimento Biologia Marina, Università  Palermo): 
Ecosistemi fluviali e marini- impatti e variazioni nel bacino del Mediterraneo.

Augusto De Sanctis (responsabile attività globale WWF Abruzzo): "Il 3° 
traforo del Gran Sasso: una grande opera contro l'acqua, l'ambiente, la 
democrazia".

Giuseppe De Rosa (ingegnere - Ufficio Idrografico Regionale).
Ciclo dell’acqua e risorse idriche - Ruolo del Monitoraggio.

Giacchino Cusimano (geologo - Dipartimento di Geologia -Università 
di  Palermo):
Risorse idriche sotterranee in Sicilia• valutazione e stato di degrado per 
fenomeni di intrusione marina.

Arici e Di Trapani (ingegneri, Studio Tecnico SIA – Palermo): “L’esperienza 
di progettazione nel delta del  Nilo. Analisi  della situazione irrigua 
dell’oasi di Al Fayum – Egitto”

Silvia Coscienza (Pres. Comm. Tecnica Scientifica del Riuso delle acque 
reflue e depurate): “Sostenibilità ambientale e politiche del trattamento e 
riuso delle acque reflue”

Salvatore Indelicato (docente, CSEI- Università Catania- Acqua Ambiente): 
“Le grandi infrastrutture: problemi di gestione e proposte”

Nino Lo Bello (ingegnere, Seminario permanente sull’acqua a Palermo): 
“Unità gestionale del bacino idrografico. Piano di tutela delle acque nel 
Mediterraneo”

Vincenzo Minagra (biologo, AIS- psc) : “Gestione delle Analisi e del 
monitoraggio delle acque nelle regioni meridionali italiane”

Andrea Nardini, ( ingegnere, D.T. Centro Italiano per la  Riqualificazione 
Fluviale)
"Piano di tutela non è solo qualità dell'acqua: idee per una strategia di 
riqualificazione
fluviale"

Tonino Cafeo(Messina Social Forum): Grandi infrastrutture

Da confermare:

Domenico Marino (università di Messina)

Lavoro seminariale :
Piani di bacino e proposte di nuovi modelli unitari di gestione


c) Diritto all'acqua . Privatizzazioni – Mercificazione – Guerre dell’acqua 
- Flussi migratori






Rif.: Alfonso Di Stefano- Attac Catania


Sez Privatizzazioni e processi di mercificazione:

Zulkuf Karatekin (ordine degli  ingegneri Diyarbakir-Kurdistan)
Yilnaz Ockan  (ass. AZAD – Ufficio del  Kurdistan a Roma)
Emilio Molinari ( Comitato italiano per il Contratto mondiale dell’acqua)
Renato Di Nicola (Portavoce Abruzzo Social Forum): " La captazione dei 
fiumi abruzzesi per la privatizzazione: il ruolo delle multinazionali 
dell'acqua sul territorio"
Sara Vegni (rete Attac-acqua)
Tavolo toscano contro le privatizzazioni dell’acqua
Ciro Pesacane (Forum ambientalista)
Daniele Maiere  (PMLI - Messina)
Bruno Amoroso (docente Università di Copenhagen)
Salvo Vaccaro (CISS-Università di Palermo)
Michele Ambrogio (Cobas Scuola – Palermo)

Sez.  Guerre per l'acqua, flussi migratori e mafie:
Alì Rashid ( rappresentante in Italia dell’Autorità Nazionale Palestinese)

Ahmed Bahaa (ingegnere, rete contro la guerra e l’egemonia Usa, Egitto): 
“The Threat to Arab Regional Water Resources Posed by Israel”

Adnan Aba (vicesindaco di Batman, Kurdistan turco): “Interessi 
geostrategici in Medio Oriente: Iraq, Siria, Turchia, Curdistan, Israele, 
Palestina”
Alfio La Rosa  (Federazione nazionale lavoratori Elettrici)
Ayman Alrabi (Ong Palestinian Hidrology Group)
Umberto Santino (Centro di Documentazione Peppino Impastato)
Stefano Galieni ( Tavolo nazionale migranti dei social forum)
Denny Merle Domecq (Ass. Un ponte per Bagdhad)
Ziad A. Mimi (Ingegnere Palestina)
Zulkuf Karatekin (ordine degli  ingegneri Diyarbakir-Kurdistan)
Giovanni Raffaele (università di Messina)


d) Acqua e Salute – Qualità delle acque, acqua in bottiglia – Inquinamento 
– Risparmio – Riuso e riciclo






Rif.: Ernesto Burgio- Attac Palermo


Gaetano Leonardi (sindaco comune di San Michele di Ganzaria): “Esperienza 
di fitodepurazione”
Farid Chebral  (biologo molecolare, Algeria)
Gabriele Corona (Comitato Cochabamba , Avellino/ Benevento): “Risparmio 
idrico e recupero”
Giovanni Barone  (ingegnere): “Riuso delle acque in città”
Ernesto Burgio  (medico, Attac Italia Commissione salute )
Ass. Amici della terra, Gela






Ass. Casa comune, Augusta








e) Uso dell’acqua – Attività produttive agricole e industriali – Turismo e 
tempo libero






Rif.: Nelly Aiello -  Cepes Palermo


Mehdi Lahlou  (Attac Marocco ): “L’acqua e le scelte agricole”
Mohamed Abdel Latif (Agriculture Relief, Palestina)
Fabio Leone  (agronomo, Ass. Biodiversità nelle Madonie): “Le acque chiare”
Carmelo Guerrieri (Presidente Confederazione italiana agricoltura – Sicilia)
Maurizio Lunetta (Dirigente Confederazione Italiana Agricoltura - Sicilia)
Gianni Fabbris (Foro contadino-Altragricoltura)
Moffo Schimmenti (Foro contadino-Madonie)
Angelo Gambino (sindacalista Sin Cobas alla Agip Petroli Gela)
Filippo Licitra  (docente universitario, presidente Co.R.Fi.La.C - Ragusa)
Rappresentante  Flai-Cgil
Marinella Correggia (gruppo Karuna)
Enrico Caldara (Federazione Anarchica Siciliana/Centro Culturale – San 
Biagio Platani)
Gianni Palumbo (LIPU e Comitato difesa Costa Ionica) – Basilicata. Sud del 
Mondo, Emergenza idrica tra estrazioni  petrolifere e colonizzazione del 
litorale.

Hanno inoltre confermato la sua presenza il segretariato del forum sociale 
del Mediterraneo e un rappresentante del World Social Forum

-         Iniziative legate al forum in diverse città siciliane:
Incontri pubblici con i partecipanti internazionali al Forum si svolgeranno 
nelle seguenti città: Caltagirone, Ragusa, Siracusa, Caltanisetta, Augusta, 
Messina, Racalmuto, Gela.

- Attività nel Forum  del Seminario permanente sull’acqua a Palermo:
<http://www.neomedia.it/assopace/news>www.neomedia.it/assopace/news
  ( a  cura del Seminario permanente dell’acqua a Palermo)
-        Mostra su bacino del Tigri ed Eufrate.
-        Mostra sui qanat  (antichi sistemi di irrigazione persiani e afgani)
-        Video interattivo su sistemi  per il risparmio dell’acqua
-        Spazio espositivo dei materiali prodotti e distribuiti dal seminario





Riferimenti organizzativi :
Mediterracqua :  <mailto:mediterracqua@domeus.it>mediterracqua@domeus.it  ( 
per iscriversi: mediterracqua-subscribe@domeus.it )
gruppo ambientalista 
Catania: 
<mailto:gruppoambientalista-ct@domeus.it>gruppoambientalista-ct@domeus.it


E’ STATO OTTENUTO L’ESONERO MINISTERIALE DAL SERVIZIO PER I DOCENTI CHE 
PARTECIPANO AL FORUM.

Per  l’ospitalità  a Catania ( presso famiglie e con sacco a pelo)  :
Marco Rapisarda:    marcorapisarda@hotmail.com
tel.  095-504077- cell. 349/8696755







Tesoriere

Giovanni Messina         (095-506220  gmessina@lex.unict.it)

Per sponsor  e publicizzazione:
Pasqualino Cacciola     (328 
/6247389  <mailto:pasqualoct@hotmail.com>pasqualoct@hotmail.com)

Grafica: Isa Doro       (3472714733 - isa.doro@virgilio.it)

Segreteria organizzativa Catania:
Natale Musarra                   cell. 
347/1334520            natalemusarra@tiscali.it
Sara Giorlando                    cell. 328/9192148 
-         saragiorlando@tin.it
Francesca Spampinato        cell. 
3200660329             francesca.spampinato@tiscali.it


Responsabili dei gruppi di lavoro :
a) Tutela del territorio - desertificazione
Francesca Spampinato - 095 433912 / 320 0660329    e- 
mail:  francesca.spampinato@tiscali.it

a)      Unità del bacino idrografico –
Nino Lo Bello – 091-217355/  3356635290  e-mail:   apsm@neomedia.it

b)      Diritto all'acqua –
Alfonso Di Stefano – 
095-536409  e-mail:  <mailto:alfteresa@libero.it>alfteresa@libero.it

c)      Acqua e salute –
Ernesto Burgio – 091-6910831 e-mail: <mailto:erburg@libero.it>erburg@libero.it

e)  Uso dell’acqua
  Nelli Aiello.  091 344587 / 338 4971901   e mail: 
<mailto:cscepes@tiscali.it>cscepes@tiscali.it












Il Forum si terrà presso il Complesso “Le Ciminiere”
piazzale Asia - Catania
Per informazioni: Tel. 095 7349911 - Numero Verde: 800 551485



Per raggiungere la sede del Forum:
Strade ed Autostrade:
CT-ME, dal casello di San Gregorio A18;
CT-ME, SS114;
CT-PA, A19;
CT-EN, SS192;
CT-SR, SS114, SS194;
CT-ETNA, SS121, SS284.
http://www.autostradesiciliane.it/







Aeroporto
Aeroporto Civile Fontanarossa
Loc. Fontanarossa 095.7239111/347867;
informazioni: 095.7306266/277/288;
biglietteria: 095.7239320
http://www.aeroporto.catania.it/

Ferrovie
F.S. Stazione Centrale
Piazza Giovanni XXIII
Tel: 095.532710
<http://www.trenitalia.it/>http://www.trenitalia.it/


Accoglienza :
  Struttura                                 Indirizzo 
                 Comune                               Telefono

Alberghi :
**
Gresy                                      Via Pacini, 
28                               Catania                          095/322709
Villa Mater Sanctitatis              Via Vittorio Bottego, 
10               Catania           095/580532 - 337035

***
Etnea 316                                via Etnea, 
316                              Catania                        095/2503076
Hotel del Duomo                     via Etnea, 
28                                Catania                        095/2503177
Hotel La Ville                          via Monteverdi, 
15                       Catania                        095/7465230
Hotel Mediterraneo                  via Dottor Consoli, 
27                  Catania                          095/325330
Jolly Hotel Ognina                    via Messina, 
628                          Catania                        095/7122300
La Vecchia Palma                    via 
Etnea,668                               Catania 
095/432025
Le Dune                                  Viale Kennedy 
10/b                      Catania                        095/7233120
Moderno                                 Via Alessi, 
9                                 Catania                          095/326250
Novecento                               via Mons. Ventimiglia, 
35-39        Catania                          095/310488
Poggio Ducale                         Via Paolo Gaifami, 
5                     Catania                          095/330016
Savona                                    Via Vitt. Emanuele, 
210                Catania                          095/326982

****
Hotel Nettuno                          Viale Ruggero di Lauria, 
121        Catania                        095/7122006
Hotel Parco degli Aragonesi     Viale Kennedy - loc. La 
Playa      Catania                        095/7234073
Jolly Hotel Bellini                     Piazza Trento, 
13                          Catania                                 316933
Katane Palace Hotel                Via Finocchiaro 
Aprile,110           Catania                        095/7470702
Villa del Bosco                        via del Bosco, 
62                          Catania                        095/7335100







Bed ed Brekfast

**
B & B Bellini                           Via Auteri n° 
26                           Catania    095/340545/ 3470672746
Casa Conti                              Via Umberto n° 
78                       Catania                        095/2500058
San Placido Inn                        Piazza S. Placido, 
3                      Catania                          095/315100

***
Casa Diana                              Corso Italia, 
288                          Catania                          095/387415
Euro Bed & Breakfast             Via Luigi Sturzo n° 
156                 Catania   095/531007 - 3805426018
Like at Home                           Via Verdi, 
66                               Catania 095/7158576 - 3288192000
Porta Carlo V                          Via Auteri n° 
26                           Catania   095/340174 - 3393692673
Villa Vera                                via del Bosco, 
23                          Catania   095/333794 - 3470679386







Ostello della gioventù

Agora                                      Piazza Currò n. 
6                          Catania                        095/7233010







Camping

Camping Jonio                         Via Villini a Mare, 
2                      Catania                          095/491139
Villaggio Turistico Europeo      Viale Kennedy, 
91                        Catania                          095/591026



Manifestazioni collaterali programmate:

Fermo restando il proliferare di iniziative politiche, artistiche, ludiche, 
mostre, esibizioni teatrali e musicali, proiezione film e video ed 
eventuali altri momenti ludici, nei giorni del Forum - gestite 
autonomamente dai singoli gruppi locali o partecipanti - il pomeriggio 
dell'8 novembre sarà dedicato ad una manifestazione che pubblicizzerà nella 
città di Catania i contenuti del Forum:

Viene creata ai fini logistici e di comunicazione una segreteria 
organizzativa del Forum, ramificata sul territorio regionale, e aperta al 
contributo di tecnici ed esperti nei settori sopra indicati.

Si invitano tutte le organizzazioni e reti nazionali ed europee, nonché i 
comitati locali già impegnati ed interessati al tema dell'acqua ad aderire 
all'organizzazione del forum..
Si fa appello a mandare contributi economici per aiutarci nella costruzione 
dell'iniziativa. Si è inoltre deciso di individuare dei referenti delle 
varie aree tematiche dei gruppi di lavoro, a tal fine invitiamo coloro che 
sono interessati ad autocandidarsi o a fare proposte.



MEDITERRACQUA

Associazioni  organizzatori del forum del 7/8/9 a Catania:

Abruzzo Social Forum, Attac-Italia, Arci, Azad per la libertà del popolo 
kurdo,,Casa comune (Augusta),Cepes, CISS,Comitato italiano per il Contratto 
mondiale dell'acqua,Comitato Cochabamba,Centro Impastato,Co.Pe, 
FGEI(Ct),Forum ambientalista,Ass. cult. Punto Rosso -F.M.A , Tavolo toscano 
contro la privatizzazione dell'acqua, Seminario Permanente sull'acqua a 
Palermo.

hanno finora aderito:

Associazione Consumatori Utenti,Cgil-Sicilia,CIA, 
Cobas-scuola(Ct),coop.Enghera(Ct),Ente fauna Sicilia,Federazione Anarchica 
Siciliana, 
Fed.Prov.P.R.C(Ct),FLAI-Cgil(Sicilia),FNLE-Cgil(Sicilia),Legambiente,Messina 
social forum,radio Aut,S.In.Cobas(Ct-Gela),Sinistra ecologista(Pa),Tavolo 
nazionale migranti dei social forum,WWF Sicilia, Associazione per la Pace e 
lo Sviluppo nel Mediterraneo.

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Mi scuso con tutti coloro che hanno gia' ricevuto questo testo,
e con tutti per l'arbitrio che mi prendo nel mandarvi questo tipo di documenti.
Chiedo a chi non vuole riceverli di mandarmi un cenno.

sdv
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