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REINTEGRATI I LICENZIATI POLITICI DELLA RESIDENZA PSICHIATRICA"PLATANI"



Il Tribunale di Bologna dà ragione ai licenziati politici della residenza
psichiatrica "Platani"

Il Tribunale di Bologna ha deciso di accogliere il ricorso dei lavoratori
licenziati della residenza "Platani", fra i quali il rappresentante
sindacale RdB, e di disporre il loro reintegro nella cooperativa sociale
ASSCOOP che gestisce il servizio su appalto del Dipartimento di salute
mentale dell'azienda USL di Bologna.

Circa tre mesi fa scoppiava il caso "Mario e Gino", con la denuncia da
parte degli operatori in appalto della cooperativa sociale ASSCOOP di un
grave abuso psichiatrico ai danni di due utenti della struttura: la
direzione USL su indicazione politica della Giunta regionale, aveva deciso
di trasferirli all'età di 40 anni in una isolata casa di riposo privata.

Seguirono iniziative di lotta, indagini, occupazioni, denuncie e alla fine
il trasferimento fu bloccato, ma la cooperativa considerò questa giusta
battaglia di civiltà un "danno all'immagine" e licenziò in tronco i quattro
operatori.

Le lotte, condotte dalle RdB, continuarono con presidi e manifestazioni e
la solidarietà espressa ai licenziati dalla cittadinanza si concretizzo con
oltre 2000 firme raccolte in una apposita petizione.

Continuò invece la politica dello struzzo da parte della cooperativa, della
USL, della Regione ed in ultimo anche della Prefettura, le quali
rifiutarono tutte di incontrare i lavoratori licenziati.

Con la sentenza del Tribunale di Bologna viene dimostrata la giustezza
delle tesi sostenute da RdB sull'illegittimità del licenziamento.

La disposizione del reintegro ha una portata di carattere generale che va
ben oltre la vicenda in sé in quanto è stata decisa per soci lavoratori per
i quali la norma nazionale non prevede l'applicazione dell'art. 18.

 L'annullamento di questi licenziamenti politici è un risultato
importantissimo per tutti i soci lavoratori delle cooperative che sono fra
i meno tutelati e fra i più ricattabili nel mondo del lavoro.

La magistratura ha inoltre riconosciuto agli operatori licenziati il
diritto-dovere di intervenire per evitare un abuso, di criticare le
decisioni dell'azienda USL e della cooperativa ASSCOOP, il diritto di
svolgere attività sindacale in difesa dei propri diritti, della qualità del
servizio e degli utenti.

La decisione della magistratura bolognese è un monito per quanti si sono
schierati contro i lavoratori approvando i licenziamenti (confcooperative e
legacoop e USL) e per chi continua a fare la politica dello struzzo
rispetto ai gravi problemi presenti nelle cooperative sociali e nei servizi
psichiatrici dell'emilia romagna (giunta regionale, prefettura e sindacati
concertativi).
FEDERAZIONE RDB CUB BOLOGNA