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Foglio di Collegamento n. 108



Cari amici,
                  vi invio nel corpo di questo messaggio e in allegato Word
il numero 108 del nostro Foglio di Collegamento.

Buona lettura!

Cordiali saluti
Loredana Giannini

N. B. Si puo' chiedere in qualsiasi momento la cancellazione dalla lista
per l'invio del F. d. C.
Se non volete ricevere l'allegato Word dal prossimo numero in poi, fatecelo
sapere


**************************
FOGLIO  DI COLLEGAMENTO  INTERNO

DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

Numero 108  -   Giugno 2003



Sommario:

1 )  Riflessioni di Kenneth sull'immortalita'
2 )  Dall'assemblea di Firenze un forte impulso alle nostre iniziative
3 ) Trasformare Guantanamo in un campo di morte
4 ) Legge Miranda: ancora maltrattata la costituzione americana
5 ) Il boia di Ashcroft incombe sul Minnesota
6 ) Una cronaca trascurabile: agghiacciante
7 ) Incostituzionale la legge dell'Arizona contro i siti dei detenuti
8 ) Il favore per la pena di morte in netta ripresa dopo l'11 settembre
9 ) Pena di morte razzista: come orientarsi tra i dati
10) La carcerazione di massa rende la societa' peggiore  e piu' insicura
11) Cosi' scrive della pena di morte la vice governatrice della Florida
12) Tempo di raccolti
13) Notiziario: Illinois, Nigeria, Usa


1) RIFLESSIONI DI KENNETH SULL'IMMORTALITA'

Kenneth Foster, amico di penna del Comitato, ci invia dal braccio della
morte del Texas alcune profonde riflessioni che ben volentieri
pubblichiamo. (Grazia)
   Mi sono trovato alla sprovvista quando mi sono chiesto: "Perche' lottare
per uscire dal bracco della morte quando la morte e' inevitabile?". Si
trattava di una domanda difficile.
La morte - un soggetto controverso per gli esseri umani. Siamo diventati
cosi' attaccati al nostro mondo e ai piaceri materiali che esso procura,
che il pensiero della morte fa si' che le persone si sentano come derubate
di qualcosa. Questa dove essere considerata una sensazione naturale o
innaturale?
   Il braccio della morte costituisce una partita di boxe con la morte.
Siamo faccia a faccia, letteralmente chiusi su un ring (la nostra cella),
lottando per sopravvivere contro questo "avversario". Ma cio' e' piu' di
una boxe contro la propria ombra, in cui l"altra meta'" condiziona la
nostra vita da ora in avanti ?
   Ho riflettuto sul problema di affrontare la morte e ho concluso che esso
ha soluzioni diverse per ogni individuo, ma forse possiamo avventurarci nel
mio mondo interiore, dove io affronto la valle e le ombre della morte, e
possiamo uscirne con risposte di pace, comprensione e rassicurazione.
   Possiamo considerare tre argomenti per chiarirci le idee: 1. antiche
civilta'; 2. religione; 3. scienza.
   Mi vengono in mente due antiche civilta', entrambe fermamente radicate
sulla terra prima dell'avvento delle forme attuali della religione e della
tecnologia. Entrambe concepivano la morte in modi analoghi: gli abitanti
dell'Egitto e le tribu' Native dell'Occidente (America del Nord e del Sud).
Entrambe queste culture consideravano la morte in un modo arcano. Prima di
tutto, la morte era vista solo come una transizione e poiche' questi popoli
conoscevano l'essenza della vita, si preparavano alla morte con molto
impegno, si costruivano persino tombe lussuose e praticavano cerimonie
meravigliose in occasione della dipartita. Questi popoli avevano forse una
conoscenza che a noi e' sfuggita? Quando analizziamo con attenzione queste
due culture vediamo che le somiglianze del loro comportamento esoterico non
si limitavano ai rituali relativi alla morte: erano entrambe maestre
nell'arte della medicina, sapevano fare mappe stellari in modo scientifico
e con l'uso di edifici (soprattutto le piramidi) e questi edifici erano
cosi' eccezionali e senza difetti che ancora oggi l'uomo non riesce a
immaginare come siano stati creati in quell'epoca. Quindi apparentemente vi
era una conoscenza arcana di vastita' incredibile dalla quale ci siamo
davvero separati moltissimo.
   La maggior parte delle religioni ci hanno confermato che dobbiamo vivere
la nostra vita oggi in modo giusto per trovare la pace e la vita oltre la
morte. Se molte religioni variano sul concetto di cosa c'e' dopo la morte,
l'uomo crede comunque fermamente che qualcosa ci sia.
   Prima che le religioni si affermassero con i loro nomi attuali e con le
loro attuali credenze, vi erano molti profeti che percorrevano questa terra
manifestando le stesse caratteristiche. Scopriamo in questi profeti il
progresso spirituale piu' sublime. Da Abramo a Mose', a Gesu', a Maometto
troviamo che essi non erano attaccati alle cose del mondo. Si consideravano
come dei servi, avevano relazioni con i malati e i poveri e mettevano la
loro vita a disposizione di Dio. Tutti esortavano a cercare la conoscenza
al di la' delle ricchezze e insegnavano che questo mondo finira'. Questa
era una conoscenza divina e l'uomo ha perso il contatto con questa
comprensione suprema.
   Infine, la scienza nei suoi termini piu' semplici insegna che i nostri
corpi sono fatti di particelle impercettibili. C'e' solo una particella
nell'universo che si trova in tutte le forme della materia (solide, liquide
o gassose) e questa particella e' l'atomo (naturalmente gli atomi sono
formati da particelle sub-atomiche: protoni, elettroni, e neutroni; nel
nucleo dell'atomo si trovano i protoni e i neutroni e al di fuori del
nucleo ruotano gli elettroni). Questo ci dice che possediamo quantita' di
energia che non sono distruttibili. Se adesso vi dicessi - chiudete gli
occhi e pensate ad un fiore, all'oceano o al colore verde - potreste farlo.
Ma come? I vostri occhi sono chiusi. E' innegabile che possediamo una forza
dentro di noi. Un cervello e' composto solo da tessuti, per cui ci devono
essere strutture piu' grandi che danno questo fenomenale potere al
cervello.  Potremmo ragionare su questo dicendo che il Creatore ha composto
questo "se'" (forse in altre parole - spirito) con un intricato disegno di
atomi che creano la nostra mente e l'intelligenza? Sembra logico e dal
momento che l'atomo si trova in tutte le cose ed e' indistruttibile, questo
lo renderebbe fondamentalmente eterno, e se l'atomo e' eterno e costituisce
la nostra vera essenza questo non renderebbe eterna la nostra composizione?
Sembra che scientificamente le cose stiano in questo modo e questo dovrebbe
far si' che noi pensassimo molto alla nostra vita e a nutrire questa
energia che e' in noi.
   Riflettere, anche in breve, su questi tre argomenti, dovrebbe aprirci la
mente a qualcosa di molto profondo. Nel braccio della morte non abbiamo
potuto evitare questa lezione. Qui, la morte ci guarda in faccia e ci sfida
ad interrogarci, a cercare di capire e dovrei dire... a fare amicizia con
lei. Cosi' la domanda resta "perche' lottare contro la morte se e'
inevitabile?" Sono giunto ad affermare che per un uomo e' facile morire ma
e' molto difficile vivere. Non importa in che modo viene discussa la
propria situazione nel braccio della morte; la conclusione e' sempre la
stessa: la vita e' preziosa. Perche'? Perche' il creatore ha dedicato tempo
particolare per la sua creazione e potrebbe esserci qualcosa di cio' che ha
fatto che non abbia uno scopo? Scopriamo che tutti gli organismi viventi
servono ad uno scopo, anche solo di essere parte della catena alimentare, e
da quando all'uomo e' stata data la vita sulla terra il suo scopo non sara'
stato 100 volte piu' grande?
   Nel braccio della morte ho trovato la rosa fra le spine - anche nelle
condizioni piu' dure la bellezza e' riuscita a fiorire. Attraverso questa
lotta abbiamo dovuto temprarci: l'ego, l'immaturita', la rabbia,
l'ignoranza e la mancanza di nutrimento spirituale. Abbiamo dovuto cercare
di conoscerci, poi di amarci in modo tale da permettere agli altri di
amarci. L'amore che gli altri ci hanno dato e' stata l'acqua necessaria
alla nostra crescita. Ci ha avvolti come una polla di calore che ci ha
sommersi dalla testa ai piedi. Attraverso questo processo di tempra abbiamo
visto il valore dell'uomo e abbiamo capito che abbiamo ancora valore e scopo.
   Molti qui sono scoraggiati dalle afflizioni che dobbiamo affrontare, ma
queste sono necessarie perche' la vita possa dispiegarsi. A volte il dolore
e i momenti duri non devono essere rimossi. Non puoi migliorare i piani di
Dio. Piuttosto che pregare perche' se ne vadano (il dolore, i momenti duri,
ecc.) e' spesso piu' saggio pregare di poter imparare da questi il piu'
possibile. Per molti di noi  posso assicurare che non e' il pensiero della
morte che ci frustra ma la consapevolezza che abbiamo raggiunto e che ci
mostra che ruoli avremmo potuto avere nella societa'. Filosofi, insegnanti,
consulenti e molto altro sono stati forgiati qui e il pensiero che queste
vite potrebbero non essere mai vissute ci delude. Non si tratta di
rigettare la morte ma di rigettare questa morte forzata. Quando la mente va
a quelli di noi che hanno commesso atti contro l'umanita' dobbiamo
convincerci che la morte forzata moltiplicata da altra morte forzata puo'
solo produrre distruzione. Non possiamo perdere la fiducia nell'abilita'
dell'uomo di cambiare in meglio. Quando pensiamo a come l'uomo ha preso
sovranita' come giudice, giuria e Dio, chiediamoci se l'uomo e' abbastanza
puro da poter togliere la vita cosi' facilmente e consapevolmente. Solo
quando un uomo potra' creare la vita, e non intendo con azioni strane o
duplicando il DNA, intendo creando il DNA medesimo, facendo gli atomi e
l'universo, allora forse potra' avere il potere di togliere la vita. Tutte
le societa' hanno bisogno di disciplina, di regole e di giuste punizioni,
ma l'omicidio in qualsiasi forma non puo' essere una soluzione per ottenere
la pace o la crescita della vita.
   Cosi' la risposta e': dobbiamo lasciare che la vita continui a nutrire
la vita. Alla vita dovrebbe essere permesso prendere il suo corso naturale
in modo che effetti avversi non si moltiplichino a causa di atti malvagi.
Se un uomo puo' imparare a vivere e a nutrire la vita e' abominevole
interrompere questo. Quindi non si tratta di aver paura di affrontare la
morte, ma di abbracciare ogni particella di vita.
   Mentre sto nel braccio della morte per un crimine che non ho commesso mi
chiedo: perche'? Perche' io? Perche' dovrei lottare? Poi penso a tutti i
combattenti e ai martiri che hanno continuato a battersi nonostante
situazioni inimmaginabili. Sapevano che stavano servendo ad uno scopo e
arrendersi e rinunciare alla loro vita sarebbe stato un insulto al loro
essere. Quando lessi una frase molto semplice e tuttavia straordinaria del
Ministro Louis Farrakhan diedi davvero pace al mio cuore riguardo al mio
difficile viaggio. Mi rassicurava di tutti i miei sforzi per vivere e per
lottare per uno scopo. Egli disse:
   "Cio' che stiamo vivendo ora e' il disordine cronico del crollo di un
mondo che dara' nascita all'ordine di un nuovo mondo. Cosi' questo caos e'
assolutamente vitale e necessario per creare il movimento verso l'ordine.
Dalla morte viene la vita, dall'oscurita' venne la luce, dal nulla venne
tutto quindi da cio' che sembra solo caos viene l'ordine".
   Questa frase mi ha rassicurato (anche se in questi termini universali)
che tutto cio' che facciamo e' vitale per quello che verra'. Sono fortunato
ad aver potuto parlare alle persone e condividere con loro i miei pensieri
e le mie amicizie sono fiorite come un grande giardino. Non possiamo temere
la morte e non possiamo neppure correre e nasconderci dalla vita. Entrambe
sono nostre compagne, entrambe ci chiameranno ed entrambe ci chiederanno
ogni oncia del nostro essere. Impariamo ad accogliere in pace e
comprensione cio' che e' naturale per noi. Questo e' il motivo per cui
combatto e continuero' a combattere per avere ogni respiro che mi spetta
perche' so che fino a che vivro' avro' uno scopo da servire.


2) DALL'ASSEMBLEA DI FIRENZE UN FORTE IMPULSO ALLE NOSTRE INIZIATIVE

La nostra assemblea si e' svolta in un'atmosfera di grande amicizia ed ha
avuto ottimi risultati. Ringraziamo Loredana per la sua perfetta
organizzazione e per la sua ospitalita'. Purtroppo mancava il Tesoriere
Paolo Cifariello, ricoverato in ospedale. Auguriamo al nostro amico di
completare la convalescenza nel modo piu' rapido e soddisfacente e di...
riaprire una florida cassa. Pubblichiamo qui di seguito un'ampia sintesi
del verbale dell'assemblea. In uno dei prossimi numeri pubblicheremo il
bilancio del 2002.

Il giorno 8 giugno 2003 si e' riunita [...] l'Assemblea ordinaria dei Soci
[...] L'ordine del giorno e' il seguente: 1) Relazione sulle attivita'
svolte dopo l'Assemblea del 5 maggio  2002; 2) relazione sulla permanenza
di Dale Recinella in Italia nel mese di aprile 2003 e sulle iniziative
tenutesi in Friuli e in Piemonte durante tale permanenza; 3) situazione
iscritti al Comitato; 4) illustrazione ed approvazione del bilancio per il
2002; 5) rinnovo del Consiglio direttivo; 6) iniziative e proposte per il
prosieguo delle attivita' (editoriali, telematiche, interventi nelle
scuole, rapporti con i detenuti, campagne abolizioniste ...) 7) progetto
"Non uccidere" di coordinamento tra enti e associazioni per iniziative
abolizioniste; 8) rapporti con le altre associazioni/gruppi ed eventuali
interventi di Ospiti dell'Assemblea esterni al Comitato Paul Rougeau; 9)
varie ed eventuali. Si comincia dal punto 2) all'o. d. g. Stefano Zanini
relaziona sul tour di Dale Recinella in Friuli dal 31/3/2003 al 12/4/2003
[...]. Il merito della perfetta riuscita dell'iniziativa va in gran parte a
Francesca Giorgetti che ha profuso grandi energie sia in fase preparatoria
che in fase realizzativa [...]. La presenza di Dale ha fatto la differenza
per quanto riguarda la qualita' delle iniziative abolizioniste. E' stato
molto importante per gli italiani sentire un americano descrivere,
analizzare e criticare la societa' in cui vive. Gli interventi di Dale
hanno colpito molto sia gli adulti che i ragazzi delle scuole e
dell'universita'.  Il rettore dell'Universita' di Udine ha incontrato Dale
e si e' detto interessato ad una iniziativa abolizionista da tenersi nel
prossimo anno. Grazia Guaschino relaziona sulla visita di Dale in Piemonte
dal 13 al 21 aprile 2003 da lei organizzata con la collaborazione del
gruppo di Torino del C. P. R., di Amnesty International e della Comunita'
di Sant'Egidio. [...] Tutti gli incontri - che hanno avuto alcuni riscontri
nella stampa locale -  hanno avuto grande successo e i partecipanti ne sono
stati profondamente toccati. Anna Maria Esposito relaziona sulle due
conferenze consecutive - con la presenza complessiva di 500 studenti -
tenute da Dale Recinella nell'Istituto professionale per Corrispondenti
esteri "Bermani" di Novara. Non solo gli studenti ma anche gli insegnanti
presenti agli incontri sono stati sorpresi e scossi da un'esperienza unica
e assolutamente al di fuori della norma. Grazia racconta della
partecipazione di Dale alla Via Crucis del Venerdi' santo e della sua
visita all'Arsenale della Pace del Sermig [...] Si passa al punto 1).
Relazionano Giuseppe Lodoli e Grazia Guaschino. Nell'Assemblea del 2002 si
era deciso di avviare una corrispondenza tra il Comitato Paul Rougeau e un
detenuto del braccio della morte del Texas [...] Dal mese di novembre
scorso e' cominciato un intenso e proficuo scambio di lettere con Kenneth
Foster Jr. il quale invia regolarmente suoi contributi per il nostro Foglio
di Collegamento. La bozza del libro sulla vita e la vicenda giudiziaria di
Gary Graham e' stata sottoposta a revisione linguistica da parte di John
Gilbert, docente di inglese presso l'Universita' di Firenze [...] Grazia
Guaschino ha completato la traduzione in italiano del libro in vista di una
pubblicazione contemporanea dell'opera in Italia. Il sito Web del Comitato
e' stato collocato nel dominio www.paulrougeau.com [...]. Il sito e' stato
regolarmente implementato da Grazia Guaschino e curato da Francesco Spiga.
Il Foglio di Collegamento del Comitato e' uscito regolarmente con dieci
numeri di 14 pagine ciascuno, attualmente viene inviato a 152 persone via
email e a 135 persone in versione cartacea. [...] Il Comitato ha continuato
a inoltrare informazioni sul tema della pena di morte (ricevuti 19 mila
email, spediti 2.200 email). Il Comitato ha proseguito nella sua opera di
assistenza a numerosi corrispondenti di detenuti nel braccio della morte.
Sono proseguiti gli interventi di membri del Comitato nel corso di
manifestazioni ed incontri [...], gli interventi sono stati una quindicina.
[...]  Secondo Mosso ha curato un rapporto particolare con l'associazione
pacifista "Sermig" di Torino. Secondo, nell'estate scorsa, ha partecipato
ad una mobilitazione in Internet del Sermig per tentare di scongiurare
l'esecuzione di "Rex" Powell e poi ha fornito due articoli del Comitato
pubblicati nella rivista del Sermig Nuovo Progetto. E' stata prodotta in
marzo una nuova edizione dell'Opuscolo del Comitato, aggiornata fino al
28/2/2003. Sono state distribuite nel corso dell'anno circa 120 copie
dell'Opuscolo. Passando al punto 3) all'o. d. g. Loredana Giannini ricorda
che nell'Assemblea precedente si erano stabiliti due periodi nel corso
dell'anno per il versamento delle quote sociali (aprile e ottobre) e
relaziona sui solleciti per il rinnovo delle iscrizioni da lei inviati
nell'estate scorsa: i solleciti hanno avuto un buon riscontro e attualmente
dei 220 soci registrati nello schedario del Comitato, 133 risultano in pari
con il versamento delle quote. Punto 4): Per incarico del Tesoriere [...]
Giuseppe Lodoli illustra il bilancio per il 2002 chiedendone
l'approvazione. Nel 2002 vi sono state entrate ed uscite che riguardavano
anni precedenti [...]. Alcune voci risultano pertanto assai piu' elevate
del solito. [...] vi sono state offerte per il funzionamento del Comitato
per oltre 3700 euro mentre il socio Paolo Cortelli ha dato ancora una volta
un grosso aiuto tramite la vendita dei programmi informatici da lui
prodotti (1.626 euro). I fondi versati da Paolo Cortelli sono stati in gran
parte accantonati per futuri aiuti ai condannati a morte. [...] Le partite
di giro - per 101 accrediti fatti nel 2002 dal Tesoriere Paolo Cifariello a
detenuti condannati a morte - assommano a ben 20.340 euro. Si tratta di un
grosso lavoro di cui tutti sono estremamente grati al Tesoriere ma che
difficilmente potra' proseguire con la stessa intensita'. [...] Christian
de Dampierre Raimondi propone di trovare negli Stati Uniti dei referenti
che si occupino degli accrediti ai condannati a morte alleggerendo in parte
il Comitato. L'Assemblea approva all'unanimita' il bilancio per il 2002
tributando un particolare ringraziamento al Tesoriere Paolo Cifariello.
[...] Punto 5): l'Assemblea riconferma all'unanimita' i sei membri del
Consiglio direttivo in carica [...] Il Consiglio direttivo risulta pertanto
composto da: Loredana Giannini (Presidente), Grazia Guaschino (Vice
presidente), Paolo Cifariello (Tesoriere), Anna Maria Esposito, Giuseppe
Lodoli e Stefano Zanini. Si passa al punto 6) all'o. d. g. riguardante la
programmazione delle attivita' future. Grazia Guaschino propone di
proseguire i tentativi di avviare una corrispondenza con i detenuti di
Guantanamo Bay, tentativi gia' fatti nell'ultimo anno. [...] Grazia
Guaschino ed Anna Maria Esposito espongono il metodo da loro usato per
condurre incontri sul tema della pena di morte nelle scuole: visione
anticipata di un film, costruzione della cella virtuale, descrizione della
giornata nel braccio della morte, lettura del messaggio di un detenuto,
dibattito, riflessione e relazioni a posteriori. Si propone di proseguire
ed incrementare questa attivita' di grande portata educativa. Si decide di
continuare la corrispondenza con Kenneth Foster il quale fornira' altri
contributi per il F. d. C. Possibilmente si organizzeranno iniziative a
sostegno di Kenneth, di Tony Ford e di altri detenuti, con mostre di
disegni, volantinaggio ed altro. Proseguira' la ricerca di una casa
editrice americana e di una italiana per il libro su Gary Graham. [...].
Proposte di Mauro Dispenza: Egli stesso si offre di inviare alla propria
mailing list la prossima lettera di invito all'iscrizione al Comitato e al
rinnovo delle adesioni. Tenuto conto che i casi di Tony Ford e di altri
detenuti appaiono nel sito di "Internazionale", cosi' come i link a 'S. O.
S. dal braccio della morte', alla Coalit e a 'Nessuno Tocchi Caino',
sarebbe opportuno che il Comitato Paul Rougeau fosse presente in tale sito.
Essendo prossima la visita dell'avv. texano Jim Marcus in Italia, il
Comitato potrebbe programmare di incontrarlo. La Casa editrice che sta
pubblicando il secondo libro sul caso di Karl Guillen probabilmente
potrebbe essere interessata a pubblicare il libro su Gary Graham. Mauro
relaziona sulla grossa attivita' svolta da 'S. O. S. dal braccio della
morte', gruppo da lui animato. Sono stati raccolti sostanziosi fondi da
destinare alle necessita' piu' urgenti dei condannati a morte, anche per il
costante apporto di un Gruppo di preghiera di Padre Pio. Il finanziamento
di investigazioni in extremis in favore di Henry Dunn ha permesso di
nutrire qualche speranza ma purtroppo non ha evitato l'esecuzione del
condannato. A fine agosto Mauro organizzera' a Levanto una settimana
abolizionista con una mostra di pittura in cui verranno esposte in
prevalenza opere di David Moore condannato a morte in Oklahoma: viene
richiesta una presenza del Comitato Paul Rougeau. Punto 7) all'o. d. g.
Giuseppe Lodoli espone per sommi capi la storia e la funzione del
"Coordinamento 'Non uccidere' tra enti ed associazioni religiose e laiche
per l'abolizione della pena di morte" [...] 'Non uccidere' si appresta a
sciogliersi [...] Dopo la chiusura di 'Non uccidere' [...] ci si propone di
varare all'interno del Comitato Paul Rougeau un progetto denominato
"Coordinamento 'Non uccidere' tra enti ed associazioni religiose e laiche
per l'abolizione della pena di morte". Il responsabile di tale progetto
sara' Giuseppe Lodoli. Proposte di Christian de Dampierre Raimondi: per
favorire l'apporto di forze di ispirazione religiosa o etica alle
iniziative del Comitato, sarebbe opportuno cambiare il nome della nostra
associazione in 'Comitato Paul Rougeau - Non uccidere'. Un sostegno ed un
apporto culturale al Comitato potrebbero venire dai professori Chiara
Saraceno Rusconi e Gian Enrico Rusconi, docenti nell'Universita' di Torino,
che il Comitato dovrebbe auspicabilmente contattare al piu' presto. Puo'
anche darsi che i suddetti docenti - per i loro numerosi contatti
internazionali - possano suggerire una casa editrice americana per il libro
su Gary Graham [...]


3) TRASFORMARE GUANTANAMO IN UN CAMPO DI MORTE

Dopo il 20 maggio l'Amministrazione americana - per saggiare le reazioni
dell'opinione pubblica - ha fatto filtrare numerose voci sui progetti di
ristrutturazione del campo di concentramento di Guantanamo Bay. Secondo una
tecnica di comunicazione ben collaudata negli ultimi tre anni, i
provvedimenti gravemente lesivi dei diritti civili ed umani che
caratterizzano la cosiddetta 'guerra al terrore' vengono preannunciati in
modo approssimativo e del tutto ufficioso. Si aspetta che le immancabili
proteste si affievoliscano. Si varano infine i provvedimenti, magari con
qualche correttivo piu' di apparenza che di sostanza per tranquillizzare
gli americani piu' scrupolosi.
   Il Maggiore Generale Geoffrey Miller, che ha in carico circa 680
prigionieri di 43 nazionalita' nel Campo Delta di Guantanamo Bay, ha fatto
capire che presto dovrebbero cominciare i lavori per rinnovare i locali che
ospiteranno i tribunali militari, un carcere per la detenzione di lungo
periodo, un braccio della morte e una camera di esecuzione. Tutto a
Guantanamo: per processare, condannare e mettere a morte i prigionieri
senza spostarli in altri luoghi. Si fanno ipotesi su quando cominceranno i
processi capitali (non prima dell'autunno) e su quante persone si intendono
mettere a morte (forse solo una decina). Alcuni commentatori sottolineano
che le norme decise da Bush nel novembre 2001 per trattare e processare i
cosiddetti 'combattenti illegali' consentirebbero di ottenere un gran
numero di condanne in breve tempo, condanne che potrebbero essere eseguite
immediatamente dato che non e' prevista alcuna possibilita' di appello ma
solo una ratifica delle sentenze da parte dello stesso Bush e di Rumsfeld.
Possiamo immaginarci con quale velocita' l'attuale presidente degli Stati
Uniti - per sei anni spietato governatore del Texas - confermerebbe le
sentenze capitali.
   Bush e il Pentagono si riservano di designare le persone che saranno
processate, secondo le norme da essi stessi stabilite, da dipendenti del
Pentagono: giudici, cancellieri, accusatori e difensori (v. ad es. n. 107).
In verita' e' prevista un'eccezione: un detenuto potrebbe rifiutare il
difensore militare e scegliersi un avvocato civile, pagandolo di tasca
propria, purche' questi sia un americano approvato dal Pentagono e accetti
di sottoporsi a vincoli disonorevoli posti dal Pentagono il quale si
riserva perfino di registrare le conversazioni tra avvocato e cliente.
   Anche se si sa che il Pentagono ha preparato l'elenco dei reati
perseguibili davanti alle commissioni militari (18 crimini di guerra ed
altri 8 delitti), non si sa quali reati comporteranno la pena di morte.
Secondo il maggiore John Smith, portavoce degli avvocati d'accusa, la pena
di morte sarebbe prevista per l'omicidio, per la cospirazione  con lo scopo
di commettere un omicidio e per altri tipi di reato. "E' potenzialmente sul
tappeto per ciascuno dei reati previsti" ha detto Smith.
   In pratica, un accusato potra' essere condannato a morte, per una
qualunque delle accuse mosse contro di lui dal Pentagono, in un
procedimento segreto, magari senza aver avuto cognizione delle prove
'segrete' portate contro di lui. Non sono previsti appelli ad una corte
regolare.
   Il colonnello dell'aeronautica Will A. Gunn, incaricato di organizzare
la difesa legale degli imputati davanti alle commissioni militari, ha
dichiarato che il suo team lavorera' vigorosamente in favore degli accusati
e scegliera' come difensori persone integre e politicamente 'isolate' dalle
pressioni del Pentagono.
   I progetti relativi a Guantanamo hanno avuto una grande risonanza nei
giornali, sono stati criticati dalla stampa e attaccati da una minoranza di
esperti e dalle organizzazioni per i diritti umani. Don Rehkops, un ex
avvocato militare, ora co-presidente del ramo militare dell'Associazione
degli avvocati  penali americani, ha dichiarato che di tratta del "piu'
ingiusto sistema in uso negli Stati Uniti dopo i processi agli Indiani per
i crimini di guerra".
   Soprattutto per quanto riguarda le possibili condanne a morte, e' stata
resa nota una certa opposizione da parte di paesi esteri i quali sono
preoccupati per la sorte dei loro connazionali in mano degli americani. Il
portavoce del Primo Ministro inglese ha ammesso che l'Inghilterra viene
tenuta all'oscuro di questi progetti ma che "il Governo americano e' ben
consapevole della posizione del Governo inglese riguardo alla pena di
morte." Parlamentari del Regno Unito hanno avvertito che si opporranno in
tutti i modi ad un'eventuale condanna a morte di Shafiq Rasool, Asif Iqbal,
Ruhal Ahmed, Moazzam Begg e altri cinque uomini di nazionalita' britannica
detenuti a Guantanamo. Il Canada intende opporsi alla preannunciata
condanna a morte di Omar Khadr, accusato di aver ucciso in battaglia un
medico americano nel corso della guerra afgana. (Khadr ha ora 17 anni, ne
aveva 15 al momento della sua cattura). Ci si aspetta che l'Australia si
attivi per gli australiani David Hicks e Mamdouh Habib.


4) LEGGE MIRANDA: ANCORA MALTRATTATA LA COSTITUZIONE AMERICANA

"Hai il diritto di tacere. Qualunque cosa dirai potra' essere usata contro
di te in tribunale. Hai diritto a consultare un avvocato, che sara'
presente quando verrai interrogato. Se non puoi permetterti un avvocato, te
ne verra' assegnato uno d'ufficio". Quante volte abbiamo sentito ripetere
queste parole nell'ambito delle scene di arresti, spesso spettacolari, nei
film americani! Questa dichiarazione, ripetuta nelle piu' svariate
situazioni in cui si compie un arresto, fa intendere che la giustizia
americana rispetta i diritti di ogni individuo, anche del piu' spietato
delinquente. Essa consegue ad una famosa sentenza emessa dalla Corte
Suprema degli Stati Uniti nel 1966, a seguito di un appello inoltrato dai
difensori di un certo Ernesto Miranda, condannato (per rapina, sequestro e
violenza sessuale ai danni di una minorata diciottenne) sulla base di una
confessione estortagli appena arrestato. Tale sentenza, nota come 'legge
Miranda', afferma tra l'altro che, a norma del Quinto Emendamento della
Costituzione, "Non si deve tener conto di una confessione ottenuta con
coercizione, qualsiasi sia il tipo di coercizione usato, sia che la
coercizione sia stata applicata nell'ambito di un procedimento giudiziario
che in altro modo".
   La legge Miranda e' rimasta sostanzialmente intatta fino ad oggi
nonostante il malcontento delle agenzie investigative e della polizia, che
si sono viste in questo modo limitare notevolmente la possibilita' di
ottenere confessioni gia' al momento dell'arresto. Nel ricorso si
contestava il fatto che Miranda fu interrogato senza sapere di avere il
diritto di non rispondere e di giovarsi dell'assistenza di un avvocato.  Vi
fu un tentativo di renderla inefficace quando nel 1968 il Governo federale
indusse il Congresso a promulgare una legge, il cui testo diceva: "Gli
avvocati dell'accusa nei casi federali possono utilizzare dichiarazioni
ottenute senza aver preventivamente informato il sospettato dei suoi
diritti in base alla legge Miranda, a condizione che queste dichiarazioni
siano state rilasciate spontaneamente". Questa nuova legge fu fortemente
criticata perche' indeboliva i diritti degli imputati e nel 2000 la Corte
Suprema sentenzio' che "la sentenza Miranda del 1966 ha la precedenza
rispetto alla legge federale del 1968 perche' e' basata sui diritti
costituzionali".
   Bene, questo fino ad oggi. In questi ultimi anni, per non parlare di
questi ultimi mesi, la Costituzione americana sta purtroppo subendo, come
ben sanno coloro che seguono le vicende politiche e giudiziarie degli Stati
Uniti,  gravi maltrattamenti su diversi fronti. L'ennesima violazione
arriva proprio in questi giorni e riguarda appunto la legge Miranda. Per
esporre la questione occorre narrare l'antefatto. Nel 1997 un certo
Oliverio Martinez venne a trovarsi, sembra casualmente, sulla scena di un
agguato teso dalla polizia a spacciatori di droga nella citta' di Oxnard in
California. Ne segui' uno scontro durante il quale Martinez ricevette
cinque ferite da arma da fuoco, una delle quali lo rese cieco, mentre
un'altra lo colpi' alla spina dorsale paralizzandogli gli arti inferiori.
Martinez fu messo su un'ambulanza ammanettato. Durante il trasporto in
ospedale e la somministrazione dei primi soccorsi d'urgenza, egli fu
ininterrottamente interrogato da un poliziotto, che si rivelo' incurante
delle sue sofferenze e anzi sembro' deridere il fatto che egli si
dichiarasse in punto di morte. Un simile abuso di potere e di forza per
giunta applicato in modo alquanto gratuito, fu evidenziato dagli avvocati
di Martinez, i quali denunciarono la Citta' di Oxnard per violazione dei
diritti previsti dagli Emendamenti Quarto, Quinto, Ottavo e Quattordicesimo
della Costituzione.
   L'amministrazione Bush si e' schierata immediatamente a fianco della
citta' di Oxnard sostenendo che: "La polizia puo' tenere le persone in
custodia e puo' costringerle a parlare, a condizione che le loro
dichiarazioni incriminanti non vengono usate per le successive imputazioni
di reato". Questa desolante affermazione riconosce uno spaventoso arbitrio
ai poliziotti. Ci si sarebbe dovuti aspettare che, come per la legge
federale del 1968, simili interpretazioni sarebbero state annullate dalla
Corte Suprema. Purtroppo invece il 27 maggio scorso la Corte Suprema
presieduta dal giudice Clarence Thomas (con 6 voti a favore e 3 contrari)
ha emesso una sentenza sul caso di Oliverio Martinez che di fatto calpesta
la legge Miranda.  Per effetto di tale sentenza dovremmo da ora in poi
ascoltare nei telefilm la seguente contorta e paradossale dichiarazione:
"Tu NON hai il diritto di tacere. Qualunque cosa dirai potra' essere usta
contro di te, A MENO CHE tu non possa dimostrare che e' stata usata la
forza per estorcerla. Hai il diritto di consultare un avvocato, che sara'
presente quando verrai interrogato, SE sarai abbastanza in gamba da
esigerlo. Se non potrai permetterti un avvocato, te ne verra' assegnato uno
d'ufficio, MA SOLTANTO DOPO CHE  decideremo di incriminarti formalmente di
un reato".  In sostanza la Corte Suprema ha affermato che non sono stati
violati i diritti di Oliverio Martinez in quanto quest'ultimo non e' stato
incriminato di nessun reato.
   In alcuni stati - per esempio in Missouri - la polizia gia' adottava la
procedura dei 'due momenti'. Un primo momento in cui interroga i sospetti a
suo piacimento senza avvertirli dei loro diritti. Un secondo momento - che
comincia dopo aver conseguito una prima confessione - in cui applica la
'legge Miranda' e ottiene, con facilita' a questo punto, che il sospetto
rinunci 'spontaneamente' ai suoi diritti e finisca di inguaiarsi con le
proprie mani.
   E' evidente, dopo la sentenza riguardante il caso Martinez, che adesso
in America chiunque puo' essere arrestato e interrogato con durezza senza
avere diritto all'assistenza legale. (Grazia)


5) IL BOIA DI ASHCROFT INCOMBE SUL MINNESOTA

"E' un giorno difficile per un avvocato quello in cui il tuo cliente ti
guarda e ti domanda: 'Qual e' il peggio che puo' capitami ?' - dice Jerry
Strauss, difensore di Richard Oslund in Minnesota - e tu gli  devi
rispondere 'Stare due metri sotto terra' "
   Lo stato del Minnesota non uccide piu' detenuti dal 1906, anno in cui fu
impiccato l'ultimo condannato a morte. E' uno dei 12 stati nordamericani
che non prevede la pena capitale.
   Il fatto che alcuni stati non abbiano la pena di morte disturba
notoriamente John Ashcroft, Ministro della Giustizia degli Stati Uniti che,
in perfetta sintonia col 'suo' presidente George Bush, cerca in ogni modo
di ottenere esecuzioni 'federali' soprattutto in questi stati (vedi n.102).
Sembra che in Minnesota il tentativo stia per riuscirgli. In quello stato
si trova un uomo accusato di un crimine che verrebbe normalmente perseguito
a livello statale ma per il quale - stiracchiando le norme - si puo' anche
trovare un'incriminazione federale (delitto relativo al commercio tra
stati). Si tratta di Richard Oslund, accusato di aver ucciso nel 1998,
durante una rapina, la guardia di un'auto blindata portavalori fuori da un
supermercato. Oslund sostiene di essere estraneo al fatto, ma ha molti
precedenti criminali che non depongono a suo favore.
   Alle autorita' del Minnesota e' stato notificato che la competente Corte
federale intende giudicare il caso come reato federale, rendendo cosi'
applicabile la pena capitale. In tal modo il processo verrebbe tenuto in
Minnesota con la possibilita' eccezionale di comminare la pena di morte. Si
tratta di una forzatura della prassi locale (il delitto di Oslund esula
dalle usuali circostanze per cui un crimine e' classificato reato federale)
che, anche secondo gli stessi accusatori federali, non avrebbe avuto luogo
se Ashcroft non stesse personalmente esercitando pressioni nei riguardi
degli stati in cui non si verificano condanne a morte.
   Ovviamente il suo potere prevale su quello delle leggi locali e questo
gli conferisce la facolta' di importare la pena di morte in uno stato che
non la usa (anche se poi l'esecuzione di Oslund verrebbe portata a termine
in un carcere lontano dal Minnesota, il penitenziario di Terre Haute
nell'Indiana). Purtroppo il gesto di Ashcroft puo' incontrare il favore
della maggioranza della popolazione del Minnesota che e' favorevole alla
pena capitale, specie in questo periodo in cui si e' verificato un
sensibile aumento dei crimini.
   "E' un'esigenza politica di Ashcroft - dice l'avvocato Strauss - non
credo sia condivisa da Tom Heffelfinger, Procuratore federale per il
Minnesota, che non e' una persona vendicativa e non ha ambizioni politiche.
Ma non e' possibile separare costui da Ashcroft. Ashcroft e' il suo capo."
(Grazia)


6) UNA CRONACA TRASCURABILE: AGGHIACCIANTE

L'Associated Press scrive puntualmente un breve freddo articolo contenente
le informazioni essenziali su ciascuna esecuzione capitale che avviene
negli Stati Uniti: descrizione del caso giudiziario, ultimo pasto e
dichiarazioni finali del condannato, esito degli ultimi ricorsi,
descrizione 'tecnica' delle varie fasi dell'iniezione letale (o
dell'elettrocuzione) e di eventuali 'incidenti', dichiarazioni dei parenti
delle vittime del criminale 'giustiziato'...
   Al momento di scrivere il Foglio di Collegamento il piu' delle volte
dobbiamo saltare, per ragioni di spazio, il resoconto delle singole
esecuzioni (ve ne sono un'ottantina in un anno). Tuttavia questa volta
vogliamo riportare alcuni cenni di cronaca su una esecuzione per denunciare
una routine agghiacciante e come segno di compassione nei riguardi dei
tanti che se ne vanno anonimamente da questa terra per mano dello stato.
   Newton Calton Slawson, condannato a morte per aver ucciso quattro membri
di una famiglia di Tampa in Florida, e' stato giustiziato il 16 maggio, a
14 anni dal delitto e a 6 anni dal momento in cui aveva cominciato a
chiedere di sospendere gli appelli per essere ucciso.
   Slawson e' stato dichiarato morto alle 7 e 10' di mattina, dopo una
sospensione di 13 ore della procedura di esecuzione.
   Alle 18 del giorno precedente, esattamente un'ora prima che Slawson
venisse portato nella camera della morte, il governatore Jeb Bush aveva
disposto una sospensione temporanea della procedura in modo che tre
psichiatri di sua fiducia potessero esaminare il condannato e decidere se
fosse sufficientemente in se' per essere ucciso. Gli psichiatri dovevano
accertare se Slawson comprendeva di essere messo a morte e per quale
motivo. I suoi avvocati difensori hanno sempre sostenuto che egli era un
malato mentale gia' al momento del crimine ed hanno denunciato lo sforzo
dello stato di "aiutare un malato mentale a suicidarsi'. I dottori hanno
visitato il 'paziente' alle 10 di sera e a mezzanotte hanno riferito a
Bush. Nel frattempo Slawson era andato a dormire.
   Slawson alle 12 del giorno prima aveva consumato l'ultimo pasto, nel
pomeriggio aveva passato il tempo leggendo brani di Star Trek. Aveva
salutato in una visita a contatto di un'ora i suoi familiari. Poi ha
appreso della sospensione. E' rimasto visibilmente contrariato.
   Dal 1990, 6 dei 34 condannati messi a morte in Florida hanno chiesto di
sospendere i loro appelli. Degli 11 giustiziati dal 2002, 4 sono andati
incontro volontariamente all'esecuzione (tra cui la folle ex prostituta
Aileen Wuornos, v. n. 101 ).


7) INCOSTITUZIONALE LA LEGGE DELL'ARIZONA CONTRO I SITI DEI DETENUTI

Dall'inizio del 2000 in vari stati USA e' in atto un attacco contro i pen
pal dei condannati a morte. Non si ammette che costoro restituiscano un
volto umano ai detenuti che vengono posti la bando della societa' civile in
attesa dell'esecuzione. Ora una legge dell'Arizona che vietava ai detenuti
di consentire ai pen pal di pubblicare in Internet informazioni che li
riguardavano e' stata dichiarata incostituzionale.
   Abbiamo parlato piu' volte della legge 2376 del 2000 tendente ad isolare
i detenuti dell'Arizona da qualsiasi contatto diretto od indiretto con
Internet (v. n. 75). La legge puniva i detenuti anche per iniziative prese
in modo del tutto autonomo dai rispettivi pen pal che costruivano per loro
dei siti web. La legge dell'Arizona - di difficile applicazione e
palesemente incostituzionale - rimase lettera morta per piu' di due anni
finche', nel giugno del 2002, l'Amministrazione carceraria di quello stato
non comincio' a inviare lettere minacciose ai condannati a morte
richiedendo a costoro - proprio in virtu' della legge 2376 - di attivarsi
affinche' i siti web a loro dedicati venissero cancellati immediatamente
(v. n. 98). A questo punto intervenne l'Associazione Americana per le
Liberta' Civili (ACLU) chiedendo la revoca delle lettere applicative della
legge 2376 e preannunciando di ricorrere, in caso contrario, alla
competente corte federale per far dichiarare incostituzionale la legge.
Poiche' l'Amministrazione carceraria dell'Arizona ha fatto orecchie da
mercante l'ACLU ha promosso un'azione legale nell'interesse della
Coalizione canadese contro la pena di morte che ospita nel proprio sito web
una grande quantita' di informazioni riguardanti i condannati a morte.
  Nello scorso dicembre il giudice distrettuale federale Earl Carroll ha
ordinato all'Amministrazione carceraria dell'Arizona di sospendere
temporaneamente l'applicazione della legge 2376. Questo provvedimento fu
salutato come una grande vittoria del movimento per i diritti civili. Ma
una vittoria ancora piu' grande e' giunta il 15 maggio quando il medesimo
giudice Carroll ha sentenziato che la legge 2376 dell'Arizona e'
palesemente incostituzionale "in quanto non razionalmente collegata con
alcun obiettivo penale."
   In teoria l'Arizona potrebbe ricorrere alla Corte di Appello federale
contro la sentenza del giudice Carroll. Speriamo che abbia il buon gusto di
astenersene.


8) IL FAVORE PER LA PENA DI MORTE IN NETTA RIPRESA DOPO L'11 SETTEMBRE

Nei mesi seguenti l'11 settembre 2001 le statistiche indicavano un aumento
del favore per la pena di morte negli USA, favore che era invece
costantemente sceso per quasi un decennio raggiungendo un minimo (pari a
circa il 65% di persone favorevoli) prima dell'attacco alle Torri gemelle.
   L'aumento registrato subito dopo i fatti dell'11 settembre pero' era
reso incerto dagli errori statistici, pari a 2-3 punti percentuali, di cui
sono affetti i normali sondaggi di opinione. Purtroppo tale tendenza e'
continuata da allora in poi. Oggi possiamo dire che dall'11 settembre 2001
c'e' stata una crescita del 5-8 % del favore per la pena di morte. Il
sondaggio Gallup effettuato tra il  5 e il 7 maggio ha trovato il 74% degli
americani favorevoli alla pena di morte per gli omicidi e il 24% di
contrari. Un sondaggio della FOX News del 3-4 giugno ha dato il 69% di
favorevoli alla pena di morte e il 23% di contrari.
   Secondo l'inchiesta Gallup, il 73% degli americani ritiene che venga
giustiziato qualche innocente. Tuttavia il 60% di essi ritiene che la pena
di morte sia applicata in maniera equa (il 37% non e' d'accordo). Nel 2001
solo il 51% riteneva che la pena capitale fosse applicata in modo equo (e
il 41% non era d'accordo).


9) PENA DI MORTE RAZZISTA: COME ORIENTARSI TRA I DATI

Il razzismo negli USA si manifesta nella segregazione dei neri in aree
socialmente degradate ed abbandonate al crimine e nella spietata
persecuzione giudiziaria dei neri che compiono reati ai danni dei bianchi,
dei poveri che compiono reati ai danni dei ricchi.
   In neri costituiscono il 12,6 % della popolazione totale degli Stati
Uniti ma il 42 % della popolazione del braccio della morte e il 47% della
popolazione carceraria. Il 13% dei giovani neri si trova in prigione. Un
bianco che nasce ha il 4,4 % di probabilita' di finire in prigione nel
corso della vita, un nero il 28,5 %. Questi dati vengono spesso citati come
una dimostrazione dell'uso razzista della giustizia.
   Tuttavia ai neri, che costituiscono solo il 12,6 % della popolazione
USA, e' attribuito il 51,5 % degli omicidi commessi negli ultimi 25 anni.
Ai bianchi, che costituiscono il 70 % della popolazione, e' attribuito solo
del 46,6 % di tutti gli omicidi. I neri sono accusati del 48,1 % di tutti i
crimini violenti, i bianchi solo del 25%. Dato che i neri compiono una
quantita' di delitti, sembra che non vi sia una sproporzionata persecuzione
giudiziaria dei neri.
   Occorre piuttosto tener presente che  l'alto tasso di criminalita' tra i
neri ha ampie spiegazioni  nella gravissima condizione sociale in cui
vivono le persone di colore, che crescono in poverta', senza trovare esempi
positivi, tra gravi sofferenze ed abusi. La risposta ai disagi e alla
criminalita' dei neri e' ormai quasi esclusivamente repressiva (vedi
articolo seguente).
   Osserviamo inoltre che i neri vengono puniti soprattutto per i crimini
che compiono contro i bianchi e le persone di elevato status sociale. Per
esempio solo il 12 % degli ospiti del braccio della morte sono li' per aver
ucciso neri mentre le vittime di omicidio sono in egual numero bianche e
nere. In genere i neri uccidono neri e i bianchi uccidono bianchi. E' raro
che neri uccidano bianchi. Il fatto che il 65 % dei neri sia stata
condannata  a morte per aver ucciso bianchi dimostra il modo razzista in
cui vengono inflitte le condanne a morte.
   Nella storia degli USA le esecuzioni di bianchi che hanno ucciso neri
sono solo 37 su oltre 16.000 (v. n. 106, "Niente pena capitale per i
bianchi che uccidono persone di colore").
   Se i neri venissero condannati a morte per l'uccisione di neri come
vengono condannati a morte per l'uccisione di bianchi, il numero dei neri
condannati a morte sarebbe molto piu' alto.


10) LA CARCERAZIONE DI MASSA RENDE LA SOCIETA' PEGGIORE  E PIU' INSICURA

Il nuovo "Dipartimento per la sicurezza interna" e' stato  istituito
all'inizio dell'anno per difendere gli Americani dalle minacce esterne del
terrorismo. Ma - come osserva in These Times Salim Muwakkil esperto di
questioni criminali - mentre ci si concentra sulle minacce che vengono
dall'esterno si dimenticano le dinamiche interne che preparano un pericolo
molto maggiore degli attacchi suicidi degli integralisti islamici. Queste
dinamiche sono generate dalla carcerazione generalizzata che ha fatto
guadagnare agli Usa il titolo poco onorevole di massimo carceriere mondiale.
   Ricordiamo che gli Stati Uniti, con oltre 2 milioni di detenuti, sono al
primo posto nel mondo per il tasso di incarcerazione della popolazione e
imprigionano il 25% di tutti i detenuti pur avendo una popolazione che
rappresenta solo il 5% di quella mondiale. Tra i detenuti e' enorme la
disparita' razziale: sono in carcere il 12,9% dei neri di eta' compresa tra
25 e 29 anni, solo l'1,6% dei bianchi della stessa fascia di eta' sta in
carcere. In prigione ci sono cinque volte piu' donne nere che bianche.
Secondo le stime dell'ACLU almeno il 29% dei neri conosce il carcere nel
corso della vita.
   Molti studi in questi anni hanno illustrato come funziona la macchina
disumanizzante delle carceri che contribuisce a marginalizzare i neri (e in
parte i latino americani) dalla vita sociale ed economica della nazione
respingendoli in una fascia in cui la criminalita' recidiva e' la regola.
La popolazione nera cresce  tre volte piu' rapidamente di quanto crescono i
neri inseriti nel sistema scolastico. Negli ultimi 20 anni la spesa per le
carceri e' aumentata sei volte di piu' della spesa per l'educazione
superiore. Il sistema delle carceri si e' trasformato in un "complesso
industriale-penale" in cui le condizioni di detenzione peggiorano, aumenta
il sovraffollamento e i programmi rieducativi diventano trascurabili.
   Se l'aumento vertiginoso del tasso di incarcerazione e' uno dei fattori
che ha contribuito alla netta riduzione dei crimini violenti registratasi
dal 1993 al 2000, il rientro nella societa' di un gran numero di persone
inasprite da pessime condizioni di detenzione, istruite alla scuola del
crimine e diventate incapaci di inserirsi produttivamente nella societa'
che le rifiuta, sta producendo una inversione di tendenza: da tre anni la
criminalita' violenta tende ad aumentare di nuovo, specie nelle grandi
citta'. Sappiamo che nel 2001 sono state scarcerate 630 mila persone, oltre
1600 al giorno, quattro volte di piu' di quante ne venivano liberate 20
anni prima. Piu' del 40% di esse e' destinata a ritornare in prigione entro
il primo anno di liberta'. Abbiamo gia' dato notizia dell'aumento dei
crimini violenti  negli USA nel 2000 (2,1% rispetto al 1999) e nel 2001
(2,5% in piu' dell'anno precedente), aggiungiamo un dato di recente
acquisizione: nel 2002 nelle grandi citta' californiane gli omicidi sono
aumentati dell'11% rispetto 2001.
   Un probabile ulteriore sostanzioso aumento della criminalita' produrra'
una forte richiesta della pena di morte come e' avvenuto alla fine degli
anni ottanta.


11) COSI' SCRIVE DELLA PENA DI MORTE LA VICE GOVERNATRICE DELLA FLORIDA

A meta' maggio vi e' stato un interessante scambio di opinioni tra Toni
Jennings, Vice governatrice della Florida e la signora Kay Lee,
un'abolizionista residente nel Wisconsin.
   Trattandosi di due messaggi relativamente brevi e soprattutto
auto-esplicativi, li riportiamo testualmente, ritenendo che il lettore a
possa trovare ulteriori argomenti per confutare le affermazioni
dell'attuale Amministrazione della Florida.
   Per quanto ci riguarda ci limitiamo a ricordare - contro l'opinione che
il crescendo di esecuzioni capitali tra il 1984 e il 1999 possa spiegare la
forte diminuzione della criminalita' verificatasi negli USA dal 1993 al
2000 - il confronto, fatto dall'FBI, del tasso di omicidi negli stati che
hanno la pena di morte con quello degli stati che non l'hanno, nonche' le
ricerche eseguite dal New York Times sulle variazioni che si sono
registrate per questi tassi nell'ultimo ventennio del secolo scorso (vedi
n. 80).  "I dati non consentono di attribuire alcun potere deterrente alla
pena di morte - ha dichiarato il prof. Steven Messner docente di
criminologia presso l'Universita' statale di New York - quali che siano i
fattori che producano le variazioni del tasso di omicidi, non appare che
essi operino differentemente in relazione alla presenza o meno delle pena
capitale."
   Invece l'aumento spaventoso del numero di persone tenute in carcere
negli USA (si e' arrivati ad oltre 2 milioni di adulti detenuti) e' uno tra
diversi fattori che possono spiegare il momentaneo calo della criminalita'
(vedi: "Perche' e' diminuita la criminalita' negli Stati Uniti ?" a cura di
Maurizio Barbagli - Il Mulino, settembre 2000). Purtroppo i dati piu'
recenti denunciano di nuovo una crescita dei peggiori delitti nelle
metropoli nordamericane (nonostante l'imperversare della pena di morte).
   Dunque, la Vice governatrice, evidentemente in risposta ad un messaggio
di opposizione alla pena di morte, ha scritto quanto segue:
"Grazie per la sua lettera sulla pena di morte e per aver dedicato tempo ad
esprimere le sue preoccupazioni.
   Molte persone ritengono sinceramente e in modo convinto che la pena di
morte dovrebbe essere abolita. Tuttavia, ne' il governatore Jeb Bush ne' io
crediamo che una tale iniziativa promuoverebbe la giustizia o salverebbe
vite innocenti.
   In appena 30 mesi, dal 1998 fino a giugno 2001, sono state assassinate
in Florida 2.236 persone. Molte vittime hanno sofferto atrocemente, e il
dolore dei loro familiari continua per anni.
   Durante questi stessi 30 mesi, sono stati giustiziati 10 assassini
condannati a morte. Queste persone giustiziate erano colpevoli dei delitti
piu' brutali e spietati. Molti altri prigionieri sono condannati
all'ergastolo per omicidi meno orripilanti, per omicidi di secondo grado e
per rapine a mano armata.
Da quando e' aumentato l'uso della pena capitale negli Stati Uniti, e'
diminuito il tasso degli omicidi. Dopo il 1963, quando le esecuzioni
cessarono di fatto, il tasso degli omicidi si alzo' a livelli mai raggiunti
prima.
   Il tasso di omicidi nel 1973 arrivo' al massimo livello, batte' il suo
record nel 1974, lo batte' nuovamente nel 1980, e raggiunse un picco per la
terza volta nel 1990-92.
   All'incirca in quell'epoca il numero di esecuzioni inizio' a salire in
modo significativo. Entro il 1999, il tasso degli omicidi e' sceso ai
livelli del 1966.
   Questa e' una prova schiacciante del fatto che la pena capitale salva
vite umane innocenti.
   La legge della Florida prevede rigide limitazioni all'uso della pena
capitale. Ad una persona accusata di un reato capitale viene fornita
assistenza legale gratuita se non e' in grado di assumere a sue spese un
avvocato. A differenza di altri stati, la legge della Florida chiede
all'accusa di condividere le prove con l'avvocato dell'imputato.
All'imputato e' concesso di effettuare i test del DNA e altre prove che
possano dimostrare la sua innocenza.
   Quando una persona e' incriminata di reato capitale, la pena di morte
puo' essere comminata solo se viene provata l'esistenza di circostanze
aggravanti. Cosi' solo omicidi di primo grado che implichino indescrivibile
crudelta' e sofferenza, vittime multiple, una motivazione di lucro, il
desiderio di eliminare un testimone, ed altri fatti eccezionalmente
brutali, si qualificano per la pena di morte.
   Le legge della Florida prevede anche molti livelli di appello per i
condannati prima che la sentenza venga messa in atto. Quando in Florida una
persona viene incriminata di un omicidio di primo grado con circostanze
aggravanti, e viene condannata a morte, lo stato fornisce una difesa legale
gratuita al condannato fino a quando la sentenza non viene eseguita o
commutata in sede di appello.
   La Florida ha speso piu' di 55 milioni di dollari per la difesa legale
in appello di persone condannate a morte. Nessun altro stato ha investito
le risorse pubbliche nella difesa legale degli appelli per i casi capitali
come sta facendo la Florida da piu' di un decennio.
   La pena di morte amministrata secondo la legge della Florida e'
riservata solo ai casi piu' mostruosi.
   Il Governatore Bush ha molte volte dichiarato che la firma di un mandato
di esecuzione costituisce una delle responsabilita' piu' solenni che egli
deve assumersi, ed egli svolge questo compito con umile deliberazione.
   Grazie ancora per aver dedicato tempo a scrivere su questa problematica
cosi' seria.
   Lt.Governatore Toni Jennings"

Questo messaggio, pubblicato nelle liste abolizioniste, ha ricevuto certo
molte risposte. Noi riportiamo quella di Kay Lee, una cittadina del
Wisconsin:
"Signora Jennings, ho letto le statistiche interessanti che ha allegato
alla sua lettera. Ho tre domande da porle, altre persone che leggeranno
questi messaggi potranno averne altre.
   La mia prima domanda e', qual e' la fonte delle sue cifre? Mi piacerebbe
verificarle a mia volta raffrontandole alle mie fonti.
   Inoltre, lei ha detto: "All'imputato e' concesso di effettuare i test
del DNA e altre prove che possano dimostrare la sua innocenza". Perche', se
il test del DNA e' cosi' accessibile ai prigionieri condannati a morte, io
ho dovuto contribuire a sostenere le strenue battaglie legali di molti di
loro per ottenere un apparentemente del tutto inaccessibile test del DNA?
Un esempio che mi viene in mente e' quello Paul Hildwin, un uomo la cui
innocenza e' stata provata dal test del DNA, ma che tuttora si trova nel
braccio della morte.
  Ultima domanda, se il sistema della Florida di liberare gli innocenti
prima di uccidere i colpevoli e' cosi' ben funzionante, come mai il numero
delle persone che sono state scagionate all'ultimo momento e' cosi' alto in
questo stato?
   La mia opinione personale e' che la pena di morte abbia poco a che fare
con quelle cifre. Mi infastidisce il pensiero che lo stato basi la sua
politica sulle tremende emozioni delle persone in crisi: aborrisco
l'onnipotenza che lo stato si arroga quando i suoi rappresentanti affermano
che le persone continuano a soffrire fino a quando lo stato riesce a porre
fine alle sofferenze.
   Ma la parte piu' triste della pena di morte e' l'illusione che
l'assassinio del colpevole porra' fine alle sofferenze delle vittime. Ho
visto brave persone, "vittime" come le definisce lo stato, dibattersi nella
depressione, nell'ossessione, nella rabbia, nell'odio e nella vendetta,
aspettando cosi' a lungo la morte di un altro essere umano, che quando lo
stato finalmente "abbassa la leva", le "vittime" sono diventate vere
vittime di emozioni auto-distruttive, divenute forti abitudini, parte della
loro stessa natura, e la morte del loro "oppressore" non riesce in alcun
modo a riportare la pace. Sa perche'? Perche' il vero oppressore, che
impedisce la loro guarigione, non e' il prigioniero, ma il sistema che
perpetua la pena di morte.
   Signora Jennings, le dico questo con molta gentilezza... lei discredita
se stessa cercando di difendere una politica moralmente indifendibile.
   Kay Lee (segue indirizzo)"
   Bella risposta, non vi sembra? Un commento personale: il fatto che la
vicegovernatrice abbia dedicato tempo ed energia a scrivere il suo
messaggio in difesa della causa "forcaiola", cercando di addurre
motivazioni a suo parere valide e convincenti, dimostra che la lotta
abolizionista comincia davvero ad essere avvertita come una seria minaccia
all'istituzione della pena capitale, una minaccia da tenere in
considerazione e da cui difendersi. Una forza che sta minando le basi della
"fortezza" della pena di morte, insomma! (Grazia)


12) TEMPO DI RACCOLTI

Nell'articolo intitolato "Un pubblico giovanissimo discute sulla pena di
morte" (v. n.105) conclusi la mia relazione sull'intervento nelle scuole
con la frase: "Spero che nasca qualche germoglio tra questi giovanissimi
che rappresentano il futuro della nostra societa'". Bene, sul giornalino
scolastico "Lo Scarabocchio" edito dalla scuola Madre Cabrini tre alunni di
terza media hanno scritto una paginetta  intitolata "Nel 2003 si parla
ancora di pena di morte", relativa alla nostra conferenza tenuta nella loro
scuola. Ecco le parti piu' interessanti dell'articolo:
   "La pena di morte e' una realta' ancora tragicamente presente in molti
stati del mondo; quello che fa piu' rumore e' che ancora sussista nel paese
simbolo della democrazia: gli USA.
A chiarirci un po' le idee su questo argomento spinoso il 9 aprile scorso
sono venute nella nostra classe due gentili signore, la signora Guaschino e
la dott.ssa D'Amico, entrambe volontarie del gruppo Paul Rougeau,
un'associazione che da anni si batte per l'abolizione della pena di morte.
Per introdurci nel cuore del problema abbiamo assistito alla proiezione del
film, interpretato magistralmente dall'attrice americana Sharon Stone,
"Difesa ad oltranza", in cui si descrivono le drammatiche vicende di una
donna, condannata alla pena capitale per un duplice omicidio compiuto
quando aveva diciotto anni appena ed era vittima della droga e di una
infanzia infelice, fatta di violenze, di prostituzione, di dolore.
...(Segue un dettagliato riassunto del contenuto del film)...
Rifacendosi al film le signore ci hanno illustrato la situazione attuale
della pena capitale nel mondo, ci hanno spiegato qual e' la legislazione
americana in merito e addirittura hanno ricreato in un angolino della
nostra classe una "cella della morte" di un carcere americano; ci hanno
spiegato le varie forme di esecuzione possibili e ci hanno mostrato alcune
lettere di detenuti giunti al momento terminale. L'incontro e' stato molto
apprezzato da tutti i ragazzi, anche se ci ha coinvolto emotivamente, piu'
di quanto pensassimo: c'e' anche stato un tentativo di dibattito, pero' le
ragioni dei "contro la pena di morte" sono apparse subito prevalenti e
inconfutabili, rispetto ai pallidi tentativi dei favorevoli"
   Devo ammettere che leggere questo scritto mi ha fatto molto piacere,
perche' i suoi autori, nonostante la loro giovanissima eta', hanno
dimostrato di aver colto i messaggi che abbiamo voluto trasmettere loro, di
averli rielaborati e di averli fatti propri. Sappiamo che anche nella
scuola di Novara i ragazzi hanno prodotto temi interessanti in cui si
dimostra la loro viva partecipazione e comprensione della problematica e
credo che Anna Maria Esposito ci fara' avere qualche testo tra i piu'
significativi da pubblicare in un prossimo bollettino. La nostra fatica e'
ampiamente ricompensata da questi risultati, che spero spronino anche altri
soci della nostra organizzazione ad attivarsi per andare a tenere
conferenze nelle scuole. (Grazia)


13) NOTIZIARIO

Illinois. Approvata un'incisiva riforma della pena di morte. Una riforma
che adotta alcuni dei piu' importanti correttivi del sistema della pena di
morte suggeriti dalla commissione che fu istituita nel 2000 dal Governatore
George Ryan e' stata approvata dal Parlamento il 29 maggio praticamente
all'unanimita'. Sara' ora molto piu' facile per gli imputati difendersi nei
casi capitali e le corti avranno poteri straordinari per rimuovere le
sentenze di morte. Le nuove norme proibiscono la pena di morte per i
ritardati mentali, danno agli accusati un miglior accesso alle prove in
possesso della polizia e ai test del DNA, adottano accorgimenti contro le
identificazioni errate da parte dei testimoni oculari, consentono ai
giudici di opporsi alle sentenze emesse dalle giurie, conferiscono alla
Corte Suprema la facolta' di cancellare le sentenze capitali ritenute
ingiuste. L'attuale Governatore Blagojevich ha detto che si riterra'
soddisfatto solo quando sara' varata una piu' ampia riforma che preveda
anche la registrazione degli interrogatori della polizia. Il senatore
repubblicano Ed Petka ha votato contro la riforma paventando che essa
costituisca un passo verso l'abolizione della pena capitale: "Se il
messaggio che vogliamo lanciare e' che si possono sparare bordate che
rendono praticamente impossibile la punizione capitale, me ne tiro fuori."

Nigeria. Ancora rinviato l'appello per Amina. Il secondo appello per Amina
Lawal, condannata alla lapidazione per adulterio, che doveva tenersi in
marzo davanti alla Corte d'Appello islamica dello stato di Katsina in
Nigeria, era stato rinviato al 3 giugno. Il 3 giugno l'appello e' stato
ancora rinviato perche' non si sono presentati due giudici su quattro. Una
nuova data e' stata fissata per il 27 agosto. Amina, dedita alla sua
creatura che ormai ha due anni di eta', non e' stata mai arrestata. "Sono
ansiosa - ha dichiarato - solo Dio sa quando tutto questo sara' finito."

Usa. Ashcroft chiede al Congresso di espandere l'Atto Patriottico. Il
pacchetto di leggi detto Atto Patriottico, approvato dopo l'11 settembre
2001 per 'combattere il terrorismo', che costituisce un gravissimo attacco
alle liberta' civili soprattutto dei cittadini stranieri, ha pienamente
soddisfatto il Ministro della Giustizia John Ashcroft. Ashcroft il 5 giugno
ha proposto al Congresso di espanderne la portata e ha chiesto maggiori
poteri per la detenzione senza accuse dei sospetti terroristi e per il
perseguimento di sentenze capitali ed ergastoli per ogni atto terroristico
(v. n. 107, "Verso la fine delle liberta' civili?").


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Questo numero e' stato chiuso il 15 giugno 2003