| USA: Diminuiscono del 15% le emissioni delle 
sostanze chimiche tossiche Grazie al programma che obbliga le industrie a 
documentare le loro emissioni di sostanze tossiche, continuano a scendere i 
rilasci nell'ambiente. Nonostante il dato complessivo positivo, le emissioni di 
diossine aumentano del 50% e anche quelle di mercurio continuano a salire. Nei 
primi 10 anni di operativita', il programma aveva consentito che le 
industrie Americane riducessero le emissioni del 50%, e il trend positivo 
continua. Il programma e' uno strumento utile che permette 
agli Americani di avere informazioni sui rilasci di sostanze chimiche in modo 
che le comunita' possano fare scelte coscienti per proteggere l'ambiente. 
Amnesty International e alcune organizzazioni ambientaliste chiedono 
l'estensione del programma anche alle multinazionali che operano al di fuori del 
territorio Americano.  Fonte: ENS; Amnesty International USA; FoE USA Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI@ecquologia.it *************** Se volete ricevere queste news, mandate una email vuota a mailto:econotizie-subscribe@yahoogroups.com e replicate al messaggio di conferma che vi viene inviato *************** 30 Giugno 2003 - Secondo i dati pubblicati dall'EPA (Environmental Protection Agency), nel 2001 le industrie Americane hanno ridotto del 15% le emissioni di sostanze tossiche e del 22% la produzione di rifiuti tossici rispetto all'anno precedente (dopo un'impennata del 25% nel 2000). I dati sono stati raccolti nel Toxic Release Inventory (TRI), nato nel 1986 come programma nazionale per il "diritto a sapere". Le industrie hanno emesso nel 2001 2.8 milioni di tonnellate di sostanze tossiche nell'ambiente, e gestito 12.1 mln di tonnellate di rifiuti tossici. il TRI include informazioni sulle emissioni per 667 sostanze tossiche. Sebbene questo totale rappresenti meno dell'1% delle sostanze registrate per l'uso e include un limitato numero di fonti, il TRI e' ampiamente considerato lo studio piu' completo sull'inquinamento negli USA. I dati raccolti dal TRI riguardano le miniere, gli impianti elettrici che bruciano carbone o petrolio, le strutture di trattamento dei rifiuti pericolosi etc., ma non comprendono le emissioni da altre fonti come i pozzi petroliferi, gli aeroporti e gli inceneritori, o altri tipi di esposizione alle sostanze come i prodotti che il consumatore acquista. L'industria di estrazione mineraria ha registrato il piu' alto indice di emissioni, ed e' responsabile per il 45% del totale, seguita dagli impianti elettrici con il 17% e dall'industria chimica col 9.5%. Lo stato con piu' emissioni e' il Nevada, seguito da Utah, Arizona e Alaska. Una ventina di sostanze chimiche rappresentano l'88% delle emissioni totali, soprattutto i composti di rame, zinco e piombo. Riguardo alla produzione di rifiuti, l'industria chimica da sola e' responsabile del 40% del totale. Il Texas, la Louisiana e l'Illinois sono responsabili del 30% del totale. Le industrie soggette al TRI e obbligate a documentare le loro emissioni e produzione di rifiuti sono quelle che producono o lavorano almeno 11.3 quintali di sostanze tra quelle regolate dal TRI, o altrimenti quelle che usano 4.5 quintali di tali sostanze. Ma gli standard sono piu' severi per 20 sostanze bioaccumulative persistenti (PBT) considerate le piu' pericolose in quanto rimangono nell'ambiente per periodi lunghi e si accumulano nei tessuti animali e umani. La soglia minima per documentare le diossine, il mercurio, i bifenili policlorurati (PCB) e altri, e' stata abbassata nel 1999. Nel 2001, le emissioni di sostanze bioaccumulative (PBT) hanno raggiunto le 206.3 mila tonnellate, con il piombo e i suoi composti che coprono il 97% del totale delle PBT. Escluso il piombo, le emissioni di PBT sono scese del 2% circa rispetto all'anno precedente, nonostante le emissioni totali di diossina e di composti simili siano aumentate del 50%. Il mercurio e' una delle sostanze le cui emissioni sono aumentate nel 2001. L'EPA documenta che 2200 tonnellate di mercurio e suoi composti sono stati rilasciati nell'ambiente e 2600 tonnellate ci rifiuti contaminati con il mercurio sono stati prodotti, nel 2000 le emisisoni ammontavano a 1900 tonnellate e i rifiuti a 2200 tonnellate. Il dato supporta le tesi degli ambientalisti, secondo cui le politiche dell'amministrazione Bush alleggerirebbero gli sforzi federali per ridurre le emissioni di mercurio che pone diversi rischi per la salute delle donne in cinta e i loro bambini. Lo scorso 27 Giugno la FAO e l'OMS hanno emesso nuove raccomandazioni sui limiti di assunzione di alcune sostanze tra cui il mercurio. Alla luce di nuove scoperte scientifiche, gli esperti dell'ONU hanno ridotto il limite di assunzione del metilmercurio da 3.3 microgrammi per ogni kg di peso corporeo a settimana, a 1.6 microgrammi. Attualmente la Food and Drug Administration negli USA raccomanda 2.8 microgrammi. Per il cadmio il limite e' rimasto invariato a 7 microgrammi per kg di peso corporeo. Il rischio principale per la salute emerge 
quando il mercurio trasportato dall'aria cade nella superficie di oceani, laghi 
e fiumi dove i batteri lo trasformano in metilmercurio che e' poi assorbito dai 
pesci quando si nutrono degli organismi acquatici, infine finisce nel corpo 
umano quando si mangia il pesce contaminato. Il metilmercurio puo' causare danni 
al cervello e al sistema nervoso e gli studi dimostrano che le donne incinte e i 
bambini sono piu' esposti ai rischi. Il TRI e' stato adottato dal Congresso Americano 
dopo l'incidente di Bhopal in India avvenuto il 3 Dicembre 1984. Nel cuore della 
notte, oltre 40 tonnellate di gas letali, tra cui il metil isocianato che 
contiene cianuro, fuoriuscirono da una fabbrica di pesticidi. Le strade di 
Bhopal si riempirono di corpi di migliaia di vittime, molti dei quali morirono 
dopo atroci sofferenze dovute al gas letale. Oggi, centinaia di migliaia di 
persone soffrono per gli effetti dell'incidente sulla loro salute. Secondo 
alcune stime, il bilancio delle morti e' salito a 16 mila o piu'.  La fabbrica apparteneva ad una multinazionale 
Americana, la Union Carbide, acquistata in seguito dalla Dow Corporation. 
L'incidente era completamente prevenibile, ma al fine di ridurre i costi, la 
Union Carbide ignoro' le numerose preoccupazioni avanzate dai cittadini ed 
evito' le precauzioni di sicurezza che la compagnia avrebbe dovuto seguire 
se avesse operato negli USA. Il principale fattore che determino' l'incidente fu 
il fallimento dell'azienda nell'informare adeguatamente il governo Indiano, i 
lavoratori e la comunita' locale, dei rischi. Per evitare severe misure di 
sicurezza, la Union Carbide nascose le informazioni sulla tossicita' delle 
sostanze tossiche usate presso l'impianto. Il prezzo di tale scelta fu la 
perdita di migliaia di vite.  L'incidente spinse alla creazione della legge 
Americana sul TRI che obbliga le aziende a pubblicare alcune informazioni 
chiave, ma questa legge non si applica ai casi come Bhopal, o alle aziende 
Americane che operano all'estero. Le 100 piu' grandi multinazionali Americane 
ottengono guadagni pari a 1.44 trilioni di dollari dalle operazioni all'estero 
(dato riferito al 2000, ndr); gli USA sono responsabili del consumo di 1/4 delle 
risorse naturali. E' quindi necessaria una leadership del paese in tale ambito. 
La coalizione internazionale per il diritto a sapere (formata da 200 ONG) 
sostiene che sia tempo di obbligare le multinazionali Americane a pubblicare i 
dati sulle loro pratiche che danneggiano l'ambiente, violano 
i diritti umani, e mettono in pericolo i lavoratori in tutto il mondo, in modo 
che le comunita' presso le quali operano possano chiedere piu' sicurezza e 
rivendicare i loro diritti.  In particolare, le multinazionali dovrebbero documentare: 
 -Gli impatti ambientali (dati sulle emissioni 
tossiche e i rischi per la salute della comunita' locale) -Gli standard sul lavoro (informazioni 
sull'esposizione dei lavoratori alle sostanze pericolose e le pratiche di 
lavoro, compreso il lavoro minorile) -Gli standard sui diritti umani (i termini degli 
accordi tra le aziende Americane e le forze di sicurezza locali) -Gli eventuali spostamenti di popolazioni 
(informazioni su quante persone sono state forzatamente spostate via dalle loro 
case per favorire gli interessi del business Americano) Quello che chiede la coalizione non e' un codice 
di condotta che estenderebbe alle multinazionali che operano all'estero gli 
stessi standard, leggi e restrizioni presenti negli USA. Lo scopo principale 
dell'iniziativa e' invece fornire informazioni trasparenti alle comunita' in 
tutto il mondo al fine di promuovere i loro diritti nei processi di 
decision-making riguardanti lo sviluppo economico. Inoltre i consumatori dei 
prodotti delle multinazionali sarebbero piu' informati su quello che 
comprano. Oltre a Bhopal esistono altri esempi in cui le 
multinazionali Americane hanno compiuto abusi contro l'ambiente e le comunita' 
locali.  La Newmont e' la piu' grande multinazionale nel 
settore dell'estrazione aurifera. Nel 2001 ha avuto guadagni di 1.66 miliardi di 
dollari. Nel Giugno 2000, circa 140 kg di mercurio 
provenienti dalla miniera Yanacocha in Peru' sono fuoriusciti accidentalmente da 
un camion sulla strada. La Newmont non ha avvertito i residenti locali in 
anticipo del pericolo che poneva il trasporto di mercurio. Per questo motivo 
molti presero il metallo liquido fuoriuscito e lo portarono a casa pensando che 
avesse un qualche valore. Tre settimane dopo, circa 300 persone erano in 
ospedale per avvelenamento da mercurio.  La miniera aurifera di Yanacocha e' la seconda 
piu' grande al mondo e appartiene alla Newmont per il 51.35%, dalla Buonaventura 
(Peru') per il 43.65% e dall'IFC (International Finance Corporation) della Banca 
Mondiale. Come in tutte le miniere aurifere, la Newmont usa il cianuro nelle 
operazioni estrattive. I residenti sostengono che le sostanze tossiche 
rilasciate dalla miniera sono entrate nei fiumi, e secondo uno studio del 
governo Peruviano i livelli di alluminio, zinco, rame, ferro e manganese hanno 
superato i limiti stabiliti dell'OMS di ben 15 volte in diversi siti dell'area. 
Grazie al TRI, la Newmont e' stata costretta a dichiarare l'emissione di 
119,000 tonnellate di composti dell'arsenico, 4,500 tonnellate di composti del 
piombo e 618 tonnellate di mercurio nei soli USA. Ma non ha fornito dati sulle 
operazioni all'estero, non essendo obbligatorio farlo. Altri esempi sono la compagnia petrolifera 
Unocal che opera in Birmania violando i diritti delle comunita' locali con la 
complicita' della dittatura militare, o la FreePort MacMoRan che gestisce una 
delle piu' grandi miniere di rame nella parte Indonesiana della Nuova Guinea, o 
ancora la Nike che sfrutta i dipendenti all'estero con orari lavorativi 
eccessivamente lunghi e usa personale militare per reprimere le proteste dei 
lavoratori violando il diritto di riunione.  Una legge come quella proposta dalla coalizione 
e' ancora piu' urgente se si considera che molti paesi stanno 
alleggerendo le legge di tutela ambientale e dei lavoratori per attrarre 
investimenti dall'estero.  Per maggiori info www.irtk.org 
International Right to Know Coalition Articolo correlato Indonesia: Deforestazione e violazione dei 
diritti umani in West Papua  *************************** Homepage Econotizie http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map Archivio Econotizie http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map?action=all&field.joined.id=854 |