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04/07 Bologna: L'unica legge è il desiderio!!!



Lunedì  30 giugno assemblea di tutte e di tutti al cassero ARCI Lesbica via
Don Minzoni 18. Baci sandra


ß una sessualità libera e separata dalla riproduzione (migliori
anticoncezionali, sia femminili che maschili e migliori consultori per
diffonderli)
ß l'introduzione dell'aborto chimico (RU 486, la pillola diffusa in quasi
tutto il mondo che risolverebbe il problema dell'obiezione di coscienza,
spesso usata per boicottare la legge) che renderebbe meno traumatica
l'interruzione di gravidanza, in applicazione dell'art. 15 della 194.




Donne Fuori, Aprile ,Arci lesbica, Armonie, Associazione Orlando, Cantiere
degli indisciplinati storici, Casa delle Donne per non subire violenza,
Circolo culturale Arci Iqbal Masih, Cobas scuola Bologna, Coordinamento
donne DS, Coordinamento donne per l'autodeterminazione, Donne CGIL - E.R.,
Donne in nero- Bologna, Forum delle donne di Rifondazione Comunista di
Bologna, Fuoricampo lesbian group, I.D.A., La Tavola delle Donne, Le Ninfe,
Lista Reno per il rilancio dello stato sociale, S.O.S Donne contro la
violenza, Sexy shock, Scholè futuro E.R., Sindacato di base CUB/ Flmu-Rdb
Bologna-Emilia Romagna , Sinistra DS, Tavola delle Donne contro la
violenza, Trama di Terre - Imola, U.D.I. - Bologna, Verdi- federazione
comunale di Bologna

Venerdì 4 Luglio 2003 giornata di mobilitazione contro la legge 147 sulla
procreazione assistita

Manifestazione itinerante:
ore 10 Piazzola
ore 18 Ipercoop Borgo Panigale

Ore 21 tutte e tutti in piazza S.Francesco



c.i.p.Via Pignattari 1 Bologna

L'unica legge  e'
il desiderio!!!




La Camera dei deputati in data 18.6.2002 ha approvato il disegno di legge
n. 147 sulla procreazione medicalmente assistita (PMA) che prossimamente
passerà in Senato per l'approvazione definitiva.
Le tecniche di fecondazione assistita permettono ogni anno a circa 10.000
donne di realizzare un desiderio di maternità altrimenti negato, per
sterilità femminile, per sterilità maschile o per assenza di un partner
maschile.
Con questa legge lo Stato si arroga il diritto di decidere quali sono le
donne degne di essere madri e quali no: solo le donne sposate, o per lo
meno conviventi, potranno accedere alle tecniche di riproduzione assistita.
Si getta un'ombra su tutte le donne che allevano i figli da sole, per
scelta o per necessità, si stabilisce una maternità di serie A e una di
serie B.

In questo modo, in Italia, una legge dello stato discrimina le donne
lesbiche che, senza un partner maschile, non possono accedere alla PMA per
diventare madri.

Anche per le donne eterosessuali che vivono in coppia questa legge prevede
limiti e procedure che renderanno più difficile, più dolorosa e più costosa
la loro maternità:


1) potranno essere prodotti solo i tre embrioni che verranno impiantati e
non potranno esserne congelati altri. In questo modo, se il primo tentativo
di gravidanza fallisce, la donna dovrà sottoporsi nuovamente a
bombardamenti ormonali e all'intervento per prelevare nuovi ovuli da
fecondare, perché non avrà (come invece succede ora) altri embrioni
congelati di riserva.

2) è vietata la fecondazione eterologa, ossia l'utilizzo di ovuli o
spermatozoi esterni alla coppia, con il pretesto di garantire al nascituro
una precisa identità genetica. Si torna così al vecchio concetto di
genitorialità biologica, togliendo valore a realtà sempre più diffuse come
l'adozione e le nuove famiglie, dove l'amore e l'attenzione per i figli si
esprimono anche in assenza di legami di sangue.

3) non è prevista l'assistenza sanitaria gratuita se non attraverso un
fondo speciale irrisorio, discriminando tra chi ha i soldi e chi non li ha.
Del resto, tutti i divieti imposti dalla legge spingeranno pochi ricchi al
turismo procreativo, verso quegli stati dove la legge sulla fecondazione
assistita è meno restrittiva.

Non vogliamo uno stato che decida in merito alle scelte individuali delle
donne.

Sarebbero sufficienti regolamenti che assicurino la trasparenza, la
sicurezza e la qualità sanitaria delle strutture che praticano la
fecondazione assistita.
La legge 147 rappresenta, inoltre, un attacco contro la legge 194 nella
parte che regolamenta l'interruzione di gravidanza.
 Infatti l'art. 1 della 147 "assicura i diritti di tutti i soggetti
coinvolti, compreso il concepito".
Il "diritto alla vita dell'embrione" diventerebbe uguale e contrario al
diritto della donna, persona a tutti gli effetti ed in grado di
autodeterminarsi, che decida di interrompere la gravidanza.

Pericolosissimo è contrapporre i diritti del concepito a quelli della madre.

Si metterebbe in crisi quel delicato e prezioso equilibrio tra libertà e
responsabilità che sta alla base di una maternità felice perché frutto di
una libera scelta.

In questa legge si sente fortemente l'ingerenza del Vaticano, deciso ad
imporre a tutti i cittadini dello stato il suo modello di famiglia, la
maternità come unico destino per la donna, la visione dell'embrione come
persona e la condanna di una sessualità separata dalla procreazione e di
una procreazione separata dalla sessualità.

Noi ci opponiamo a qualsiasi ingerenza nella scelta delle donne di essere o
non essere madri, a questo attacco alla legge sull'aborto e rifiutiamo una
concezione peccaminosa della sessualità.

Rivendichiamo invece:
ß la laicità dello stato contro lo stato etico
ß l'autodeterminazione delle donne, sia quando rifiutano la maternità, sia
quando la cercano, anche attraverso le tecniche di riproduzione assistita.