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Il voto degli italiani all'estero sui due REFERENDUM: risultatodi grande significato storico e politico



Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione - (Promossa da FILEF e
Istituto F. Santi)

                        Via XX Settembre, 49 - 00187 Roma







(Dichiarazione di Rodolfo Ricci, Segr. Della FIEI)



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"Risultato del voto all'estero di grande rilievo storico e politico

Le percentuali ufficiali del voto all'estero in occasione dei due
referendum sono analoghe a quelle riscontrate in Italia; ma se si calcola
che -stando ai dati trasmessi dal MAE-, dei 2.447.787 elettori iscritti
nelle liste, sono stati 2.206.875 i plichi per il voto spediti, e che di
questi, sono arrivati a destinazione solo 1.970.847, la percentuale dei
votanti è stata di circa il 27,50% degli elettori; a ciò si deve aggiungere
che nell'ammontare dei plichi "arrivati a destinazione", sono compresi
decine di migliaia di plichi -non restituiti al mittente perché accettati
da altri componenti delle famiglie- destinati ad elettori defunti o che
sono rientrati in Italia, soprattutto dai paesi dell'America Latina.

Se tali premesse sono vere, si può stimare che la percentuale reale dei
voti italiani dall'estero può essere compresa tra il 30% e il 35% di coloro
che effettivamente sono stati messi in condizione di votare; quindi una
percentuale superiore a quella italiana; se il funzionamento della macchina
amministrativa fosse stata all'altezza della situazione (visto che a questo
punto si può confermare che sono stati oltre 1 milione i cittadini esclusi
a priori da questa consultazione), l'esercizio di voto dall'estero avrebbe
assunto una dimensione quantitativa di tutto rispetto, a conferma della
giustezza della battaglia sostenuta per decenni dall'associazionismo.

Rispetto ai ritardi, alle inadempienze, alle incongruenze che si sono
manifestate, è  necessario adesso che ciascuno degli attori istituzionali
coinvolti si assuma le proprie responsabilità e che vengano apportate tutte
le modifiche necessarie in sede legislativa e di regolamento attuativo
della Legge, poiché, al di là di tutte le mancanze e le difficoltà
riscontrate, questo voto sui Referendum costituisce un fatto di
straordinario rilievo che dimostra come l'estero non sia un'"isola"
staccata dalla madrepatria e come la volontà di partecipazione alla vita
politica nazionale sia ancora molto forte, motivata e complessivamente
omogenea alle tendenze e agli equilibri nazionali, pur in assenza di una
adeguata informazione che né la RAI, né le Istituzioni, né gli altri organi
di comunicazione hanno in questo caso assicurato.

Non appare infine secondario rilevare, come il risultato del voto, con una
massiccia prevalenza dei "sì", pari a circa il 71,5% dei voti espressi,
ricalchi in definitiva il risultato nazionale, in particolare nelle aree
più lontane, come l'America Latina, dove, con il 76% complessivo e con
punte del 77,5% dell'Argentina e dell'85% dell'Uruguay, i risultati si
avvicinano, più degli altri paesi, all'esito italiano del voto; è curioso,
ma è del tutto comprensibile, rilevare come solo il voto nel Principato di
Monaco appare in controtendenza, con una vittoria nei "no".

E' vero che gran parte delle forze politiche e sociali, diversamente dalle
posizioni assunte in Italia, avevano invitato gli italiani all'estero a
partecipare in ogni caso alla consultazione; ciò può voler dire per il
futuro, che una volta approntata una macchina elettorale degna di questo
nome, gli italiani all'estero che esprimeranno il voto potranno arrivare
più o meno al 50% degli aventi diritto, cioè intorno al milione e mezzo di
persone: un numero davvero consistente che legittima l'impegno profuso
dalle forse sociali, sindacali e politiche in questi anni e che richiede
una riflessione ed una valutazione seria ed approfondita di come l'Italia
deve porsi rispetto a questo elettorato e delle concrete misure a sostegno
della grande presenza italiana nel mondo."

Rodolfo Ricci

(Segr. Gen. Della FIEI - Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione)