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REFERENDUM: 11 MILIONI DI LAVORATORI HANNO DETTO SI



REFERENDUM: 11 MILIONI DI LAVORATORI HANNO DETTO SI

		Il fatto che 11 milioni di lavoratori abbiano detto SI
all'estensione dell'art. 18 ci spinge a riflettere con più profondità sul
mancato raggiungimento del quorum

		E' chiaro che merita una approfondita riflessione il basso
tasso di partecipanti al voto. Il dato del 25,7% rappresenta il risultato
di tante ragioni: una sproporzione delle forze in campo - il 92% delle
forze politiche presenti in Parlamento, compreso i partiti del centro
sinistra, ha lavorato alacremente al boicottaggio, arrivando all'astensione
militante, in buona compagnia di CISL e UIL, - un poderoso schieramento che
si è, peraltro, sottratto "coraggiosamente" al confronto favorendo il
boicottaggio attivo dei mezzi di comunicazione di massa; la devastazione
operata nelle coscienze da dieci anni di liberismo sfrenato e di campagne
di martellante propaganda sulle meraviglie del mercato. Per ultimo, oltre
alle tante altre difficoltà oggettive, questo dato conferma un progressivo
trend in discesa di partecipazione al voto negli ultimi anni, frutto del
sistema maggioritario e della conseguente disaffezione al voto e dell'usura
dello strumento referendario determinata dall'uso sconsiderato che ne hanno
fatto i radicali. 11 milioni di SI rappresentano però una base non
indifferente per proseguire sulla strada delle lotte e della mobilitazione
contro gli attacchi ai diritti del mondo del lavoro che il Governo
Berlusconi ha condotto da un anno a questa parte e che si appresta a
rinvigorire con la riforma delle pensioni e delle leggi, alcune già
approvate altre in via di definizione, sulla liberalizzazione del mercato
del lavoro, all'insegna della precarietà e della massima flessibilità. C'è
però un altro dato da non sottovalutare: la campagna referendaria ha visto
scendere in campo migliaia e migliaia di lavoratori, di delegati, di
militanti sindacali, che con grande generosità si sono impegnati in uno
sforzo di partecipazione che non si vedeva da anni. A tutti loro va il
nostro grazie con la consapevolezza che questo patrimonio non deve essere
assolutamente disperso ma recuperato per affrontare insieme le sfide dei
prossimi mesi per contrastare la volontà, della Confindustria e di tutti i
poteri forti, di trasformare il risultato referendario in un'accelerazione
dei progetti di demolizione dei diritti del lavoro. Compito della RdB è
oggi quello di mantenere alto il livello di consapevolezza e di
mobilitazione, di saper mettere in campo ogni energia per contrastare i
progetti liberisti, quale che sia lo scenario politico che li proporrà.
L'affermazione dell'indipendenza del movimento dei lavoratori dal quadro
politico è e rimane per noi il terreno dal quale ripartire per rilanciare
la nostra battaglia.

Roma 17/6/2003

Emidia Papi