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Il furto delle frequenze TV: sara' il prossimo caso SME? O molto peggio?



Premessa: non ho tempo purtroppo di far traduzioni, quindi non posso
girarvi in questo momento l'editoriale di sabato di Le Monde, dedicato al
"caso Berlusconi". Chi legge il francese e' consigliato comunque di
richiedermelo a parte. Ogni cittadino italiano ha diritto di sapere che
ormai in Europa e' un mezzo allarme sul fatto che fra poco prendera' in
mano la presidenza dell'Unione un uomo che "conferma l'impressione di
essere entrato in politica per sfuggire alla giustizia" (cito da Le Monde).


Ed ecco che arriva un'altra storiaccia di compravendita di beni pubblici:
il caso delle frequenze Tv detenute illegalmente da Retequattro e non meno
illegalmente negate a Europa 7.

Leggere, meditare.... Mi e' rimasta la curiosita' di saperne di su sul
"signor Di Stefano" (non sono sicura sia proprio un "signor nessuno" chi si
lancia nell'impresa di costituzione di un'azienda con 12 miliardi di
capitale interamente versato, strutture di 20.000 metri quadri, 700
dipendente etc. - trovate i dati nel testo). Comunque non ci piove sul
fatto che siamo nel Far West.

Buon inizio di settimana....

paola


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fonte: Dario Fo & Franca Rame News Il C@C@O della domenica
 (per commentare questa news
http://www.alcatraz.it/redazione/news/show_news_p.php3?NewsID=1778)
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 25 maggio 2003   Il signore che rubo' una televisione, anzi due.
 (Romanzo di fantascienza)   Dopo l'incredibile scoop della settimana
scorsa (la truffa della corrente elettrica) siamo qui ancora una volta per
stupirvi con una notizia che dire che e' una bomba e' un vezzeggiativo! Il
superscoop alla settimana! Questo si' che e' ritmo!!! Leggete, maniaci
dell'occulto!!!
 Siamo ai confini della realta'. Oggi, maggio 2003, pianeta Italia.
 Quel che succede e' che c'e' un signore che ha diritto a un bene e un
altro signore che lo detiene e che riesce a non consegnarglielo e che lo fa
grazie a una legge scritta apposta per lui.
 C'e' una decisione ufficiale dello stato, una sentenza del Consiglio di
Stato, una sentenza della Corte Costituzionale che danno ragione al
legittimo concessionario di questo bene conteso ma non c'e' niente da fare.
 E guardate che una sentenza della Corte Costituzionale non e' un giochino
tanto per ridere, e' la cosa piu' seria che ti puo' succedere. In un
pianeta di media moralita' quando la Corte Costituzionale dice una cosa
parte la polizia a metterla in pratica, e se ci sono problemi intervengono
istantaneamente l'Aviazione e la cavalleria pesante. Cioe', la Costituzione
e' la base del nostro ordinamento democratico, mica ciccioli.
 Ma il fatto ancor piu' incredibile e' che da un'inchiesta che noi abbiamo
realizzato su di un campione di 100 italiani con licenza media superiore
solo uno (UNO!!!) era a conoscenza di questa storia.
 E, in effetti, tutti i mezzi di informazione hanno brillato per aver
totalmente censurato qualunque notizia sul caso oppure le hanno riportate
in modo stitico affinche' passassero il piu' possibile inosservate.
 E, ancora una volta, la sinistra ci fa la sua bella figura.   Ma per
capire bene questa vergogna nazionale nascosta dobbiamo fare un passo
indietro e partire dall'inizio.
 Berlusconi nel 1985 aveva solo una rete di televisioni locali che
trasmettevano non contemporaneamente gli stessi programmi, era una furbata
che permetteva di violare la legge, visto che al tempo era vietato a
soggetti privati di possedere televisioni nazionali. Ma Berlusconi si mette
d'accordo con Craxi che gli fa un decreto legge apposta. Cosi' Berlusconi
ha finalmente tre televisioni nazionali vere. Ma molti storcono il naso
perche', essendo possibili solo 11 reti nazionali, e' un po' anomalo che un
solo imprenditore se ne prenda tre; le frequenze televisive sono un bene
dello stato e lo stato dovrebbe assegnarle permettendo ai cittadini di
concorrere in modo paritario. Non siamo nel Far West che il primo che
arriva si prende tutto. Inoltre, possedere tre reti contemporaneamente
sembrava un po' esagerato... Cosi' nel 1994 la Corte Costituzionale con la
sentenza 420, stabiliva in difesa del pluralismo, che un unico soggetto
privato non potesse detenere tre reti nazionali concedendo un periodo di
transizione e rimettendo il problema al legislatore per una sollecita
soluzione definitiva entro e non oltre l'agosto 1996.
 A questo punto la classe politica si trova in un bel pasticcio. Come si fa
a dirlo a Berlusconi?
 La sinistra non poteva agire perche', come ha ricordato  l'on. Luciano
Violante a Montecitorio, il 2 marzo 2002, parlando di quel periodo: "A
Berlusconi nel '94 offrimmo delle garanzie sulle sue televisioni: non
sarebbero state toccate. Lo sa Berlusconi e lo sa anche Letta".
 Cosi' arriva il 1996, scade nell'indifferenza generale la decisione della
Corte Costituzionale e Berlusconi continua ad avere tre tv.
 Nel 1997 la legge Maccanico, pur con un anno di ritardo rispetto alle
raccomandazioni della Corte Costituzionale, stabiliva che un soggetto non
potesse detenere piu' di due reti, e che,  finche' non ci fosse stato un
"congruo sviluppo" via satellite e cavo (oggi superiore al 1000% rispetto a
quella data), Rete4 avrebbe potuto continuare a trasmettere via etere,
quest'ultima decisione in palese contrasto con le decisioni della Corte
Costituzionale che aveva deciso per un termine definitivo entro l'agosto
1996.   Poi D'Alema, una volta diventato capo del governo, decide di
risolvere la questione e indice una gara per l'assegnazione delle
concessioni delle reti nazionali.
 La commissione nominata dal Ministero, e' presieduta da un avvocato di
Mediaset. Berlusconi si aspetta che finalmente possa detenere
legittimamente, con un regolare mandato dello Stato, e non perche' se le e'
prese e basta, le sue tre reti e relative frequenze.  
 Nel luglio 1999 si svolge questa gara d'appalto, per partecipare si
richiedono requisiti spaventosi e sembra chiaro che nessuno riuscira' a
scombinare i giochi.
 Invece, colpo di scena, arriva un tipo con uno scatolone enorme pieno di
documenti e dice: "Buon giorno sono Francesco Di Stefano di Europa 7,
vorrei due RAI nazionali, grazie."
 Panico! E chi e' questo? E' pazzo?
 No, non e' pazzo, e' il loro peggior incubo.
 Un signor Nessuno, spuntato dal nulla, che ha tutte le carte in regola.
Cavolo non ci avevano pensato! E adesso cosa facciamo?
 Iniziano a mettergli i bastoni tra le ruote: "Le manca il certificato 3457!"
 "No e' qui!"
 "Il modulo 13 bis compilato in 8 lingue?"
 "Ne ho due, bastano?"
 Ma poi trovano la furbata: "Il bando di gara richiede di avere 12 miliardi
di capitale interamente versato lei ne ha solo 12 puo' chiedere una sola
tv."
 "Balle!" Risponde il signor Di Stefano, "dodici miliardi sono per
concorrere non per ognuna delle due frequenze". Ricorre al Tar e poi al
Consiglio di Stato e vince.
 Insomma alla fine gli devono dare UNA concessione per una rete nazionale e
presto anche una seconda perche' ne ha diritto e a Berlusconi ne tolgono
una, non che la debba chiudere, deve traslocarla sul satellite che ormai e'
ricevuto da 18 milioni di italiani. Ma in effetti, volendo potevano
lasciare anche tre reti a Berlusconi e darne comunque due a Di Stefano,
visto che a tutt'oggi due sono le reti di Tele+ (che Murdock deve mollare,
questo e' stato stabilito chiaramente quando gli e' stato concesso di
inglobare Tele+ e Stream).
 Ma a questo Di Stefano non gli vogliono dare proprio niente.
 Evidentemente lui deve essere uno che da piccolo lo allenavano ad
abbattere i muri con la cerbottana perche' avvia una serie di procedimenti
giudiziari spaventosa. Ingiunzioni, diffide, cause penali, civili,
regionali, Commissione Europea. E vince tutti i ricorsi, tutti gli appelli,
tutte le perizie. E alla fine arriva alla Corte Costituzionale che nel
novembre 2002, sentenza numero 466-2002, ha stabilito inequivocabilmente
che Retequattro, dal 1 Gennaio 2004  dovra' emigrare sul satellite, e ha
stabilito che le frequenze resesi disponibili, dovranno essere assegnate al
legittimo possessore nella persona di Di Stefano!
 L'avete sentito dire al telegiornale?
 Abbiamo chiesto a Di Stefano come si sentisse in questa storia e ci ha
risposto in modo lapidario ma con un lieve sorriso: "Nonostante siano
trascorsi ben nove anni dalla decisione della Corte Costituzionale e
quattro anni dal mancato rilascio della Concessione, Retequattro continua a
trasmettere, mentre Europa 7, pur avendo ottenuto la Concessione, non e'
stata messa in condizione di trasmettere perche' non le sono state
assegnate le frequenze di cui aveva e ha diritto.
 Attualmente Mediaset continua a detenere e utilizzare appieno tre reti
nazionali su un totale di sette concessioni assegnate sulle undici
assegnabili (comprese quelle Rai).
 Il fatto che un soggetto, a cui e' stata data una concessione (in
concessione si da' un bene pubblico, in questo caso le frequenze), non
riceva poi materialmente il bene e' un avvenimento che non ha precedenti al
mondo.
 Nel luglio 1999 Centro Europa 7 aveva fatto richiesta di due concessioni,
una (Europa 7) l'ha ottenuta, per l'altra (7 Plus) c'e' stato un diniego,
in quanto non ritenuta idonea per la mancanza del requisito del capitale
sociale.
 Una sentenza del Consiglio di Stato ha riconosciuto esistente il requisito
del capitale sociale, per cui siamo in attesa di una seconda concessione,
anche se il Ministro Gasparri prende tempo.
 Nel frattempo Centro Europa 7 per iniziare le trasmissioni, si e' dotata
di una struttura di oltre 20.000 mq, di otto grandi studi di registrazione
per le proprie eventuali produzioni, di una library di oltre 3000 ore di
programmi e di tutto cio' che e' necessario per esercire una rete
televisiva nazionale che prevede circa 700 dipendenti. Questa preparazione
e' stata necessaria poiche' la legge stabilisce che, entro sei mesi
dall'ottenimento della concessione, la neo-emittente ha l'obbligo di
iniziare le trasmissioni.
 Attualmente Centro Europa 7, e' una societa' praticamente ferma, non ha
alcun introito, poiche' non e' stata messa in condizione di operare, ma ha
avuto, e continua ad avere, pesanti oneri per la gestione della struttura,
l'adeguamento della library, l'adeguamento tecnologico, le ingenti spese
legali, i costi dei dipendenti, ecc,  pur avendo nel frattempo chiuso gli
uffici di Milano ed altre infrastrutture per cercare di ridurre i costi.
 Centro Europa 7 si trova in questa situazione a causa di gravi
inadempienze e omissioni da parte del Ministero per le Comunicazioni  e
soprattutto da parte dell'Autorita' per le Comunicazioni nei confronti dei
quali sono stati sviluppati numerosi ricorsi e numerose diffide."
 Ma ora (diciottesimo colpo di scena!) la situazione diventa esplosiva
perche' Gasparri si sta muovendo per salvare Rete 4 dalla retrocessione.
 Il D.D.L. Gasparri, art. 20 comma 5 e art. 23 comma 1, realizza in pratica
un condono, riconoscendo il diritto di trasmettere a "soggetti privi di
titolo" che occupano frequenze in virtu' di provvedimenti temporanei, come
le sentenze sospensive dei TAR, discriminando cosi' le imprese come Europa
7 che hanno legittima concessione, il tutto sempre al fine di salvaguardare
Retequattro.
 Infatti, quest'ultima potra' continuare a trasmettere, in barba alla
sentenza del '94 e del 2002 della Corte Costituzionale e della legge
249/97, pur non avendo ormai da quasi quattro anni la concessione, mentre
Europa 7 non potra' mai trasmettere, dimenticando che nel luglio 1999 c'e'
stata una regolare gara dello Stato per assegnare le concessioni, gara
persa da Retequattro e vinta da Europa 7.
 Si realizza quindi un ennesimo gravissimo stravolgimento del diritto. In
pratica, chi ha perso la gara (Retequattro) puo' continuare tranquillamente
a trasmettere, e chi l'ha vinta (Europa 7), perde definitivamente tale
diritto.
 Non vi sembra straordinario?
 Ma qui viene il bello: la cosa e' talmente sporca che fa vomitare, ma la
sinistra non reputa sia il caso di incatenarsi ai banchi e darsi fuoco
davanti al Palazzo. E allora tocca ai deputati del Polo fare una cosa
sensata!!! Travolti da un miracoloso afflato civico bocciano alla Camera
dei Deputati il decreto Gasparri proprio laddove vuol tagliare la gola a
Europa 7.
 E a questo punto vien da pensare che Dio esiste.
 Certo bisogna vedere come va al Senato.
 E' chiaro che le urla di Berlusconi di questi giorni sono per ricompattare
i suoi, che se lo mollano adesso... Che lui in fondo potrebbe vivere anche
solo con due televisioni, che un cristiano normale si deve accontentare di
due palle... Ma e' l'idea che una sua frequenza finisca a Di Stefano che lo
fa impazzire. Che oltretutto Di Stefano e' piu' bello di Cacciari...
 Comunque, non tutto e' perduto. Bisogna vedere cosa fa il Senato... E poi
la legge deve tornare alla Camera... E poi bisogna vedere se Ciampi la
firma una legge del genere. Sarebbe proprio abnorme. Si tratta di una
questione sostanziale per la legalita' e il pluralismo dell'informazione
nel nostro paese, gia' piu' volte schiaffeggiata. Ma qui saremmo
all'oltraggio definitivo del concetto stesso di stato di diritto.
 Gravita' nella gravita', un conto e' fare una legge per non finire in
galera, un conto e' fare una legge per prendersi qualche cosa che
appartiene a un altro. Si comincia cosi' e poi si pretende il Jus Primae
Noctis.
 Quindi, cara cittadina, caro cittadino, sappi che in questo momento si sta
giocando una partita incredibile. Se questa legge passa quel che e' tuo e'
suo.
 E medita pure, se vuoi, su questa sinistra bolsa che non vede neppure il
Re quando appare nudo fino in fondo e non lo attacca mai veramente dove gli
da' fastidio.
 E, visto che i leader della sinistra non sembrano interessati a occuparsi
dei fatti della vita (sono troppo impegnati a fare a gara a chi ce l'ha
piu' lungo), sara' il caso di guardarci in faccia e dirci la verita'.
 Il signor Di Stefano, qui, chi lo difende? Ci scrivete due righe che cosi'
va a letto piu' contento la sera?
 Cioe', sarebbe utile mandare due righe al presidente. Al tuo presidente.
Sai il presidente di quella cosa che si chiama Repubblica democratica
fondata sul lavoro... e' una cosa che tra averla e non averla e' meglio
sempre averla, cosi' per scaramanzia, casomai ti servisse.
 Vedi un po' tu ma a noi sembra giusto firmarla una letterina al tuo
presidente della Repubblica e magari anche a Pera e Casini.
 E vedi tu se riesci a far girare questa mail. Che secondo me anche solo se
si sa in internet un po' li rende nervosi... Che poi casomai gli viene di
fare un altro passo falso... Che internet non conta niente in borsa ma
siamo comunque una decina di milioni...   ---   A sua Eccellenza il
Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi   A sua
Eccellenza il Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini   A sua
Eccellenza il Presidente del Senato Marcello Pera   Noi sottoscritti
cittadini italiani ci rivolgiamo a Voi e alle Vostre cariche istituzionali
perche' siamo scandalizzati e profondamente offesi in quanto una decisione
dello Stato Italiano non viene applicata e si tenta di legiferare in modo
tale che chi possiede un bene per diritto non ne possa usufruire.
 Esattamente quanto e' accaduto all'azienda Centro Europa 7 Spa, che e'
legittimamente in diritto di utilizzare due frequenze televisive nazionali
assegnatele tramite una gara ufficiale dello Stato Italiano ma che, al
momento, a piu' di tre anni di distanza, non ha nessuna frequenza sulla
quale trasmettere.
 Al contrario, Rete 4 non ha nessun diritto di trasmettere ma continua a
occupare abusivamente una frequenza che e' stata assegnata a Centro Europa
7.
 Non capiamo proprio come sia possibile tollerare un simile stravolgimento
del diritto all'interno di una democrazia costituzionale.   In Fede
-----------------------------   (Inviare ai seguenti indirizzi:
presidenza.repubblica@quirinale.it , casini_p@camera.it , m.pera@senato.it
e per conoscenza a <mailto:europa7@quipo.it>europa7@quipo.it)