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Foglio di Collegamento n. 105



Cari amici,
                  vi invio nel corpo di questo messaggio il numero 105 del
nostro Foglio di Collegamento.

Se non lo avete già fatto, vi prego di partecipare all'appello per fermare
l'esecuzione in Oklahoma di  Scott  Allen Hain,  minorenne all'epoca del
crimine, di cui abbiamo parlato nel numero scorso. Scott deve essere ucciso
il 3 p. v. Inviate un semplicissimo e-mail al Governatore Brad Henry,
all'indirizzo   governor@gov.state.ok.us


Dear Governor Brad Henry
Please grant executive clemency to Mr. Scott Hain.
Respectfully (Nome, cognome, indirizzo completo)

Cordiali saluti
Loredana Giannini

N. B. Si puo' chiedere in qualsiasi momento la cancellazione dalla lista
per l'invio del F. d. C.
Se non volete ricevere l'allegato Word dal prossimo numero in poi, fatecelo
sapere

*****************

FOGLIO  DI COLLEGAMENTO  INTERNO

DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

Numero 105  -  Marzo 2003


Sommario:

1 )  Attraverso la guerra 'infinita'

2 )  Del tutto arbitraria la detenzione a Guantanamo
3 )  Tortura: l'America ritorna nella preistoria dei diritti umani
4 )  Atto patriottico: II parte
5 )  La 'guerra infinita' rafforza moderatamente la pena di morte
6 )  Kenneth intervista Tony Ford nel braccio della morte
7 )  Debole impatto della sentenza riguardante giudici e giurie
8 )  Ennesima sospensione per Banks da 22 anni nel braccio della morte
9 )  Ucciso Amos King da 26 anni nel braccio della morte della Florida
10) Possibile connotazione razzista della condanna  di Thomas Miller
11) In Iran continua il braccio di ferro sul caso Aghajari
12) Rimane fissata per il 3 aprile la data di  esecuzione per Scott Hain
13) Curato per essere ucciso
14) Discusso l'appello di Chris Simmons
15) Chiesta la riapertura del caso di Tommy Zeigler in Florida
16) Inaffidabili i test del DNA nel laboratorio della polizia in Texas
17) Bocciato in Arizona e in Pennsylvania il sistema della pena capitale
18) La morte recapitata a domicilio
19) Un pubblico giovanissimo discute sulla pena di morte
20) Grandi iniziative del comitato: Dale Recinella torna in Italia!
21) Richieste di corrispondenza
22) Notiziario: Arabia Saudita, Illinois,  Kenya, Mississippi, Texas,
U.S.A, Virginia


1) ATTRAVERSO LA GUERRA 'INFINITA'

Questo Foglio di Collegamento si chiude mentre il mondo sembra precipitare
inesorabilmente in quella fase atroce della 'guerra infinita' costituita
dall'attacco anglo-americano all'Iraq di Saddam Hussein (v. n. 99). Coloro
che lottano per i diritti umani devono tenere alta la testa e mantenere
intatta la loro capacita' di mobilitazione qualunque cosa accada.
   Durante e dopo le ostilita' dovremo probabilmente annotare gravi
conseguenze negative per i diritti umani, in aggiunta a quanto e' gia'
avvenuto a partire dall'11 settembre 2001 - data dello scatenamento di
quella guerra 'infinita' che era stata preparata con largo anticipo. La
tristezza per la cecita' del potere - e la compassione per coloro che
patiranno indicibili sofferenze - non dovranno toglierci la serenita' e la
lucidita' necessarie per proseguire e, se possibile, intensificare il
nostro impegno.


2) DEL TUTTO ARBITRARIA LA DETENZIONE A GUANTANAMO

Oltre 600 uomini sono detenuti dagli Stati Uniti senza accusa e senza
processo nella base cubana di Guantanamo Bay, in condizioni disumanizzanti
(mentre in Afghanistan migliaia di prigionieri degli Americani e dei loro
'alleati' languiscono in condizioni ancora peggiori, del tutto
confrontabili - secondo osservatori internazionali - con quelle dei campi
di concentramento nazisti). Tutti sono passibili di condanna capitale ma a
nessuno e' lasciato il diritto di essere giudicato da un tribunale regolare.
   L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Sergio
Vieira de Mello, il 13 marzo ha accusato gli U. S. A. di mantenere "in un
buco nero legale" a Guantanamo 650 sospetti combattenti talebani o membri
di Al Qaeda. La protesta di Vieira de Mello era diretta contro la decisione
di una corte federale la quale ha ritenuto che tali prigionieri, essendo
stranieri detenuti al di fuori del territorio nazionale, non abbiano
diritto ad essere giudicati dalle corti degli Stati Uniti. L'11 marzo una
Commissione di tre giudici della Corte federale d'appello del Distretto di
Columbia aveva confermato all'unanimita' la decisione di una corte
inferiore che negava a dodici cittadini Kuwaitiani, due Inglesi e tre
Australiani detenuti a Guantanamo il diritto di essere giudicati delle
corti degli Stati Uniti (per loro, e per gli altri, rimane la possibilita'
di scontare una pena indefinita senza processo o di essere giudicati dai
'tribunali canguro' militari).
   Dopo un incontro, evidentemente infruttuoso, con il Presidente Bush,
l'Alto Commissario ha dichiarato: "Si possono avanzare tutti i cavilli
legali di questo mondo ma chi controlla un territorio, ha un dispositivo
militare e un centro di detenzione in quel territorio e vi imprigiona 650
persone, non puo' affermare che le leggi della nazione che controlla il
territorio non si devono applicare".
   Il Ministro della Giustizia John Ashcroft ha invece salutato la
decisione come "un'importante vittoria nella guerra al terrorismo" ed ha
aggiunto: "In tempo di guerra, il presidente deve avere la facolta' di
proteggere la nostra nazione contro i nemici che cercano di fare del male
agli Americani innocenti".


3) TORTURA: L'AMERICA RITORNA NELLA PREISTORIA DEI DIRITTI UMANI

Alan Dershowitz (uno dei piu' famosi e piu' pagati avvocati difensori
d'America) ha dichiarato, nel corso di una trasmissione della CNN, che "se
Khalid Shaikh Mohammad non parlera', i nostri ragazzi dovranno violare la
Convenzione di Ginevra e piantargli un ago sterilizzato sotto le unghie".
Sterilizzato, naturalmente, perche' non vogliamo che si becchi
un'infezione. E per quanto riguarda gli accordi di Ginevra "I paesi di
tutto il mondo li violano", quindi dov'e' il problema?
   Il problema, spaventoso, e' che la CNN abbia divulgato la dichiarazione
di questo notissimo personaggio, cui hanno fatto seguito altre dello stesso
tenore. Se ad una persona viene permesso di sostenere simili idee in
pubblico e nessuno si oppone, e' ovvio che ci si preoccupi ancor meno
quando i giornali e la stessa CNN parlano apertamente dei trattamenti gia'
messi in pratica per ottenere informazioni dai presunti o reali terroristi.
   Ci sembrano gia' lontani i giorni in cui fu chiarito dagli Stati Uniti
che i militari americani non sarebbero mai stai sottoposti al giudizio del
Tribunale Penale Internazionale per i Crimini contro l'umanita' (strana
decisione, se avessero avuto la coscienza pulita!) o i giorni in cui furono
diffuse le immagini dei prigionieri talebani incappucciati, ammanettati e
in ginocchio per ore alla base di Guantanamo, ma probabilmente si trattava
(no, mi correggo, si tratta ancora, perche' pochissimi di quei prigionieri
sono stati liberati) di un albergo di lusso, rispetto alle sedi riservate
ai Talebani rinchiusi in Afghanistan e custoditi dall'Alleanza del Nord
(con la benedizione degli Americani) in campi definiti, da chi li vide, del
tutto simili a quelli di Auschwitz.
   Quelli erano i primi tentativi di un governo dittatoriale (chiamiamo
infine le cose con il loro nome) che adesso, fattosi piu' sicuro, sta
abituando il pubblico a considerare la tortura e i maltrattamenti inumani
come forme "blande e accettabilissime" di pressione per proteggere la nazione.
   Qualche settimana fa nientemeno che il New York Times ha candidamente
pubblicato un articolo in cui si parla di Khalid Shaikh Mohammad, e si dice
testualmente: "Fonti di alto livello nell'amministrazione americana
assicurano che nei (suoi) riguardi non verra' usata alcuna forma di tortura
fisica, ma tecniche di pressione considerate accettabili, quali la
privazione della luce e del sonno, la sospensione temporanea di cibo,
acqua, libera uscita e cure mediche".
   Penso che simili dichiarazioni si commentino da sole, ma vorrei
ricordare a queste pregevolissime "fonti di alto livello
dell'amministrazione americana" che lo stomaco, la bocca, gli occhi, la
pelle e il cervello fanno parte del fisico umano, e che quindi non si puo'
pensare che far soffrire la fame e la sete, privare del sonno o tenere al
buio una persona non costituisca una vera e propria tortura.
   Il colmo dell'ipocrisia dell'amministrazione americana consiste nel
trasferire rapidamente le persone da interrogare con i metodi piu' spietati
(che vanno al di la' delle cosiddette 'pressioni accettabili') in territori
che si trovano al di fuori della giurisdizione americana (pur dipendendo in
toto dalla sua volonta' e dalla "longa manus" della CIA), in particolare in
paesi nei quali la tortura e' praticata abitualmente, quali Siria,
Giordania, Egitto e Marocco. Nello stesso articolo sopra citato, si riporta
che una fonte dell'intelligence marocchina ha dichiarato: "Possiamo
utilizzare tutti i mezzi a nostra disposizione. Occorre piegare la
resistenza dei prigionieri a tutti i livelli e dimostrare loro che hanno
torto, che la loro ideologia e' sbagliata e che non ha nulla a che vedere
con la religione. Noi sappiamo come piegare la loro resistenza".
    Alcuni prigionieri poi liberati hanno rivelato di aver sofferto pene
inumane, di essere stati costretti a restare in piedi nella cella legati ad
una catena che pendeva dal soffitto fissata al loro collo, mentre i piedi
erano tenuti nei ceppi. Un altro prigioniero e' stato tenuto per tre mesi
con pochissimo cibo, e' stato privato della luce e del sonno e la
temperatura della stanza in cui era rinchiuso e' stata fatta oscillare dai
38 gradi ai 12 gradi sotto zero.
    In Pakistan ad Abu Zubaida - sospetto dirigente di Al Qaeda - fu
sparato ai testicoli, poi gli furono sospese le 'cure mediche', cioe' la
somministrazione della morfina, nella fasi in cui egli si rifiutava di
'collaborare'.
   Non so se davvero la maggioranza dell'opinione pubblica americana
condivide l'ottimistica e assolutamente improbabile convinzione che tutto
questo servira' a ridurre i rischi di futuri attentati terroristici al
popolo americano, ma mi auguro che anche in America sempre piu' persone (e
in effetti sta accadendo per quanto riguarda l'opposizione alla guerra
all'Iraq) prendano coscienza del regime dittatoriale che pian piano si sta
instaurando in casa loro e dei tremendi rischi di vendette e di odio, ai
quali questo regime sta esponendo l'America, da parte di un numero sempre
maggiore di persone nel mondo. (Grazia)


4) ATTO PATRIOTTICO: II PARTE

Nella seconda meta' di febbraio si e' appreso che l'amministrazione
americana sta preparando segretamente un 'pacchetto di leggi' destinato ad
integrare l' "Atto patriottico" approvato dal Congresso il 25 ottobre del
2001 subito dopo gli attentati alle Torri gemelle. Gia' l'Atto patriottico
limita fortemente i diritti civili e le liberta' individuali di cittadini
statunitensi e soprattutto stranieri con lo scopo dichiarato di dare al
Governo americano le piu' ampie possibilita' di azione nel 'combattere il
terrorismo' (v. nn. 90, 91 e 92). Nella bozza del nuovo pacchetto -
denominato "Atto per l'incremento della sicurezza interna del 2003" - si
delinea un attacco ai diritti civili anche al di fuori delle esigenze di
prevenzione del terrorismo. Il progetto governativo, che ha suscitato
l'allarme dell'ACLU (Unione Americana per le Liberta' Civili), intende
rimuovere gran parte delle limitazioni del potere governativo nei riguardi
degli individui - soprattutto per quanto riguarda la facolta' di
intromettersi nella privacy delle persone qualsiasi. Per esempio sarebbe
prevista la schedatura estensiva del DNA delle persone  senza il permesso
dell'autorita' giudiziaria e senza il consenso dei cittadini. Notiamo che
l'11 marzo si e' diffusa la notizia che il Ministro Ashcroft intenderebbe
spendere la cifra iperbolica di un miliardo di dollari in cinque anni per
ampliare la banca nazionale del DNA che ora contiene soltanto le
informazioni genetiche di 1,3 milioni di persone coinvolte in questioni
penali.


5) LA 'GUERRA INFINITA' RAFFORZA MODERATAMENTE LA PENA DI MORTE

L'allarme indotto nell'opinione pubblica dai fatti dell'11 settembre 2001 e
dalla "guerra infinita" ha fatto aumentare di due o tre punti percentuali
il favore dei cittadini statunitensi per la pena capitale. Secondo l'ultimo
sondaggio Gallup attualmente coloro che si dichiarano a favore della pena
di morte sono il 70% degli abitanti degli States. Anche il numero delle
esecuzioni capitali, in declino negli ultimi anni, potrebbe registrare un
apprezzabile aumento nel corso del 2003; dall'inizio dell'anno al 13 marzo
negli Stati Uniti sono state eseguite 16 sentenze capitali, di cui 10 in
Texas. Questo dato corrisponderebbe a 82 esecuzioni in un anno (in tutto il
2002 ve ne sono state 71).


6) KENNETH INTERVISTA TONY FORD NEL BRACCIO DELLA MORTE

Cari amici italiani, quest'oggi desidero realizzare un articolo molto
particolare. Sono convinto (e spero che questa mia idea sia condivisa
nell'ambito del movimento abolizionista) che la pena di morte non possa
essere sconfitta focalizzando l'attenzione su situazioni individuali. Credo
fermamente nell'unita' e che solo attraverso gli sforzi comuni potremo
creare una forza che sconfiggera' questo orrendo sistema. Non c'e' alcun
dubbio che vi siano uomini innocenti nei bracci della morte in America e,
mentre il Texas cerca di accelerare la sua macchina omicida, la necessita'
di ascoltare le voci di uomini innocenti e' adesso piu' urgente che mai.
Oggi ne intervisto uno. Spero che a questa intervista ne seguano altre in
futuro. Oggi realizzo un'intervista con Tony Ford, di 29 anni. Tony si
trova nel braccio della morte dal 1993. Adesso e' sul punto di dimostrare
[in appello] il comportamento scorretto della polizia [nei suoi confronti],
che potrebbe scagionarlo del tutto. Ho scelto Tony per questo motivo e pure
perche' ha delle attivita' che vengono proposte anche in Italia, che credo
meritino attenzione. Tony porta avanti la sua lotta attraverso l'arte. Qui
sotto e' riprodotto un disegno di Tony. Il suo talento e' fenomenale ed
egli ha scelto di condividerlo con il mondo. Questo disegno in particolare
(intitolato "Ode ad un Martire") fa davvero accapponare la pelle. In esso
e' catturata la disperazione, il dolore e la pressione che noi avvertiamo
qui dentro. Se potesse farlo, questo e' cio' che il sistema vorrebbe tenere
nascosto agli occhi della societa'. Queste atrocita' costituiscono la
realta' quotidiana per noi qui, percio' per favore ascoltate il messaggio
di Tony e auguriamoci che la nostra partecipazione questa battaglia
incoraggi ed ispiri altri ad aiutarci a produrre un cambiamento
straordinario nella societa'. Kenneth.

Kenneth: Tony, ci consociamo dal 1997 e siamo diventati amici legandoci
l'un l'altro sotto molti aspetti. Intraprendiamo azioni comuni nella nostra
battaglia politica. Che cosa ha influenzato la tua lotta qui nel braccio
della morte e ti ispira a mantenerti cosi' forte e concentrato?

Tony: Piu' importante di tutto e' la semplice necessita' di lottare. Non
sono mai stato uno che accettava volentieri le punizioni. Ma, in questo
caso, si tratta di una punizione ingiusta. Non potrei mai accettare l'idea
di permettere a qualcuno di punirmi ingiustamente, ma in particolare cio'
che mi induce a combattere e' la consapevolezza che se io non  mi batto per
me stesso non posso aspettarmi che nessun altro si batta per me. Spesso
questa battaglia per la giustizia appare molto solitaria, ma con fratelli
come te, con l'amore e il sostegno della famiglia e degli amici, la lotta
e' piu' facile perche' so che ci sono persone al mio fianco in una causa
comune. La vita e' preziosa, e' un dono da curare. Non combattere per la
vita a me sembra un insulto. La vita stessa e' l'ultima ispirazione per
combattere - per vivere!

Kenneth: Tre domande: puoi definire alcuni degli stereotipi piu' usuali
appioppati ai condannati a morte, puoi spiegare perche' essi si formano
agli occhi della societa' e come possiamo cambiarli?

Tony:  Il primo stereotipo e' che il braccio della morte sia pieno di
serial killer. La maggior parte delle persone nel braccio della morte sono
poveri, drogati, che hanno commesso dei crimini (per lo piu' rapine) per
procurarsi il denaro per la droga. Altri sono qui solo perche' l'accusa ha
ritenuto di poter vincere la causa contro di loro. I media aiutano a
promuovere lo stereotipo che i condannati a morte sono mostri attraverso
servizi sensazionalistici. Il delitto e' orrendo, non dovrebbe essere
amplificato dai media. Fino a che la societa' e coloro che governano la
societa' non impareranno che tutte le vite sono preziose, molte persone
continueranno a volere la morte come punizione per la perdita dei propri
cari. Noi nel braccio della morte possiamo solo dimostrare alla societa'
che non siamo mostri. Molti di coloro che sono qui hanno solo commesso un
errore, che sfortunatamente e' costato la vita di una persona. Un dramma
con il quale essi devono convivere per il resto della loro esistenza.

Kenneth: Ho letto la storia del tuo caso in cui vi sono grossolane e
flagranti ingiustizie. Essendo anch'io un uomo ingiustamente incriminato,
so come le bugie e le prove costruite ad hoc possano far incriminare un
uomo.  Perche' pensi che tanti innocenti vengano condannati?

Tony: Prima di tutto perche' i diritti delle persone non sono rispettati da
parte di coloro che dovrebbero tutelarli. Inoltre a scuola non riceviamo
adeguata istruzione sulla legge e sui nostri diritti in dipendenza della
legge. Un persona puo' imparare a conoscere la legge in due modi: o
seguendo corsi di legge al college, o facendosi arrestare.  Nel secondo
modo, e' spesso troppo tardi.  In America si da' grande importanza ai
diritti, ma nel sistema criminale sono solo quelli che possono pagare che
riescono a proteggere i loro diritti. La gente deve capire che gli avvocati
dell'accusa fabbricano un caso per ottenere una condanna, non per scoprire
la verita'. La polizia raccoglie prove per contribuire ad aumentare i
sospetti su una persona che ritiene abbia commesso un crimine, non per
scoprire la verita'. Spesso, si lascia che le prove siano aperte a varie
possibili interpretazioni. In altre parole, l'accusa costruisce una teoria
su come un crimine potrebbe aver avuto luogo, basandosi su queste prove. La
maggior parte delle persone vengono incriminate non su prove della loro
colpevolezza, ma su una storia credibile che viene creduta da una giuria.
Ora, la maggioranza dei giurati pensa che un poliziotto o un avvocato
dell'accusa non mentano o distorcano i fatti per ottenere una condanna. Li
considerano portatori di verita' e molte persone vengono incriminate,
condannate a morte e assassinate dallo stato, a causa della fiducia cieca
dei giurati nella polizia e negli avvocati dell'accusa. Infine vi sono
giurati che condannano le persone per ragioni emotive, pensando al crimine
che e' stato commesso, non sulla base dei fatti che provano che una persona
ha davvero commesso un crimine. Queste ultimi tipi sono i peggiori di
tutti, perche' non tengono i fatti in alcun conto.

Kenneth: Tu consacri la tua arte al tuo desiderio di giustizia. Parlaci dei
motivi e degli scopi che per cui realizzi tutto cio'.

Tony: I miei quadri, come le tue poesie, sono un mezzo di espressione.
Molte persone sono sensibili a cio' che vedono, riescono a capire meglio le
cose che vedono, capiscono i quadri. Quindi la mia arte e' la mia voce, e'
il modo con cui io parlo alla gente, e lascio che la gente veda attraverso
i miei occhi, attraverso i miei disegni; la bellezza, la gioia, la
bruttezza e il dolore della vita. La vita non viene vissuta da nessuno in
un unico modo, quindi io cerco di rifletterne tutti gli aspetti. Spero che
le persone possano avvertire la mia arte a un livello profondo e sentirsi
quasi costrette ad unirsi nella lotta per la giustizia per porre fine a
questa macchina assassina - alla pena di morte.

Kenneth: Quali manifestazioni sono state tenute per te in Italia? E dove
progetti di realizzare questo genere di manifestazioni in futuro?

Tony: La maggior parte delle manifestazioni in Italia sono state effettuate
per mostrare i mie lavori e soprattutto per sottolineare la mia lotta per
salvarmi. Molte persone e organizzazioni hanno collaborato affinche' questo
fosse possibile. Gabriella Giuliani e' tra quelli che maggiormente mi
stanno aiutando ad educare la gente e a costruire sostegno alla mia lotta.
... Molte organizzazioni hanno collaborato a preparare ed ospitare delle
mostre per me. Spero di realizzare altre mostre quest'anno, di costruire
maggiore sostegno e di condividere la mia arte e la mia poesia (che verra'
raccolta in un libro, che spero di completare quest'anno). Con questi
progetti continuo a costruire opposizione alla pena di morte. Non e' un
diritto dei governanti uccidere i loro cittadini nel nome della giustizia.
Non possiamo permetterglielo. Spero che queste mostre contribuiscano ad
accrescere l'opposizione alla pena di morte.

Kenneth: Come ci si puo' informare sul tuo caso e sulle mostre che farai?

Tony: Si puo' sapere di piu' della mia lotta personale per la liberta',
delle mostre future e del mio caso visitando il mio sito Internet e
leggendo la storia ed i fatti relativi al mio caso che vi sono riportati.
Le persone possono anche scrivermi delle e-mail e pormi domande o scrivermi
direttamente e io rispondero' a tutte le domande che mi porranno.
Indirizzo: Tony Ford # 999075 - Polunsky Unit - 3872 FM 350 South -
Livingston, TX 77351  U.S.A. Il mio sito e':
http://digilander.libero.it/tonyford  La mia e-mail: tony_ford@libero.it

Kenneth: Per concludere, dicci una delle tue frasi filosofiche preferite e
qualsiasi altra cosa desideri aggiungere.

Tony: Non ho un motto filosofico personale. Tutto cio' che e' positivo mi
piace e credo che la maggior parte della gente possa trovare qualche frase
intorno a se' da cui trarre ispirazione. Una delle frasi che io aggiungo
spesso alla fine delle mie lettere e' "In forza e in spirito". Quindi,
ecco: in forza e in spirito. Combatto e vado avanti, ma principalmente in
forza e in spirito e' il modo in cui vivo. E cerco di trasmettere questa
visione positiva a coloro che conosco e a quelli che si mettono in contatto
con me.



(E' POSSIBILE RICHIEDERE LA SCANSIONE DEL DISEGNO DI TONY FORD)



7) DEBOLE IMPATTO DELLA SENTENZA RIGUARDANTE GIUDICI E GIURIE

Il 26 febbraio la Corte suprema dell'Arizona, con una decisione presa
all'unanimita', ha deciso di ignorare - per gli imputati gia' condannati -
la sentenza della Corte suprema federale del 24 giugno scorso che assegnava
alle giurie e non ai giudici la facolta' di affermare i fattori aggravanti
di un crimine che portano alla pena capitale. Il Parlamento dell'Arizona ha
nel frattempo emendato la normativa ma rimane il problema di coloro che
sono stati condannati a morte sotto un regime dichiarato incostituzionale.
E' scontato che gli interessati ricorrano ora alla medesima Corte suprema
federale.
   In maniera forse troppo ottimistica alcuni avvocati avevano prospettato
a giugno l'annullamento di circa 800 condanne a morte in 9 stati (v. n.
98). Per ora nessuna condanna e' stata annullata e anzi gli stati si sono
rifiutati, per quanto possibile, di modificare le proprie leggi
(particolarmente grave e' il rifiuto della Florida).



8) ENNESIMA SOSPENSIONE PER BANKS DA 22 ANNI NEL BRACCIO DELLA MORTE

Nonostante i gravissimi dubbi che rimangono sulla sua colpevolezza,
nonostante l'intervento di eminenti personalita' dell'ambiente giudiziario
in suo favore, l'afro-americano Delma Banks stava per essere ucciso dallo
stato del Texas il 12 marzo quando e' intervenuta la Corte suprema federale.
   L'ordine di sospensione emanato dalla massima corte statunitense e'
giunto alle autorita' del Texas 10 minuti prima che iniziasse la procedura
dell'iniezione letale. In precedenza la Corte di Appello federale del
Quinto circuito si era rifiutata di intervenire e la Commissione per le
Grazie aveva ignorato la domanda di clemenza del condannato perche'
presentata in ritardo.
   La critica sferzante della stampa contro la volonta' di procedere ad
ogni costo all'esecuzione di Banks si era aggiunta ad un appello inviato
alle corti federali da quatto eminenti personalita' del mondo giudiziario,
tutte favorevoli alla pena capitale. L'ex giudice federale William Session,
dirigente dell'FBI, insieme a due altri ex giudici federali e ad un ex
accusatore governativo ha scritto in un ricorso: "Le questioni presentate
nella petizione del Sig. Banks riguardano direttamente la correttezza
dell'amministrazione della pena di morte in questa nazione". In effetti, in
mancanza di qualsiasi prova fisica che legasse l'accusato alla scena
dell'omicidio di un sedicenne avvenuto nel 1980, la pubblica accusa aveva
ammorbidito, istruito e poi presentato come testimoni due criminali, uno
dei quali pagato dalla polizia, che poi ritrattarono le loro deposizioni.
L'accusa inoltre nascose ai difensori di Banks alcuni documenti che
avrebbero minato l'impianto accusatorio.
   Anche se Delma Banks, con tutta probabilita' innocente, alla fine sara'
prosciolto - cosa per nulla scontata - come potra' essere compensato per
sedici date di esecuzione e altrettante sospensioni in 22 anni di inferno
passati nel braccio della morte del Texas ?



9) UCCISO AMOS KING DA 26 ANNI NEL BRACCIO DELLA MORTE DELLA FLORIDA

Gli avvocati di Amos Lee King hanno presentato fino all'ultimo una grande
quantita' di appelli per strapparlo alla morte, ma Amos, sulla cui
colpevolezza rimangono dubbi, e' stato ucciso dallo stato della Florida,
come programmato, il 26 febbraio. L'anno scorso furono fissate tre date di
esecuzione per lui. Il 2 dicembre il condannato si vide sospendere
l'esecuzione 90 minuti prima dell'ora fissata: intervenne il Governatore
Jeb Bush per consentire alcuni test del DNA, che non dettero pero'
risultati significativi.
   King ha sempre protestato la sua totale estraneita' al delitto per il
quale fu condannato a morte 26 anni fa ed ha riaffermato la propria
innocenza sul lettino dell'iniezione letale.
   Due settimane prima dell'esecuzione era stato concesso al condannato una
ulteriore serie di test del DNA che non aveva dimostrato la sua innocenza
ma neanche dissipato i dubbi sulla sua colpevolezza.


 10) POSSIBILE CONNOTAZIONE RAZZISTA DELLA CONDANNA  DI THOMAS MILLER

L'esecuzione della condanna capitale dell'afro-americano Thomas Miller-El,
che doveva avvenire in Texas il 21 febbraio del 2002, fu sospesa sei giorni
prima per intervento della Corte Suprema degli Stati Uniti (v. nn. 93, 94).
 Il 25 febbraio scorso la massima corte, con la schiacciante maggioranza di
8 a 1, ha accolto il ricorso degli avvocati di Thomas che contestavano alla
Corte di Appello federale del Quinto circuito di non aver voluto
considerare le prove di un esplicito comportamento razzista dei pubblici
accusatori al tempo in cui egli fu condannato a morte. A quel tempo - tra
le altre cose - veniva distribuito ai nuovi accusatori un manuale in cui si
consigliava di escludere dalle giurie membri appartenenti a minoranze
razziali "perche' essi parteggiano per gli accusati". Miller fu condannato
a morte nel 1986, sulla base di un'unica testimonianza oculare, per
l'uccisione di un impiegato di un albergo nel corso di una rapina.  Una
altro dipendente, che sopravvisse all'aggressione pur rimanendo
paralizzato, riconobbe in Thomas Miller l'assassino e fu il testimone
chiave dell'accusa. Miller si e' sempre dichiarato innocente del delitto.
   La Corte Suprema ha ora imposto alla Corte federale d'Appello del Quinto
Circuito - che finora si era rifiutata di considerare gli appelli di Miller
- di esaminare le prove di una possibile discriminazione razziale avvenuta
ai suoi danni. Cio' non significa che il condannato abbia gia' ottenuto
l'annullamento della sua condanna capitale. La Corte Suprema non ha
valutato il peso delle prove ma ha sentenziato che: "Indipendentemente dal
fatto che le prove addotte siano abbastanza forti da dimostrare una
sistematica esclusione degli Afro-Americani dalle giurie, esse rivelano che
la cultura degli uffici dei pubblici accusatori nel passato fu inquinata da
pregiudizio nell'escludere gli Afro-Americani nella formazione delle giurie."


11) IN IRAN CONTINUA IL BRACCIO DI FERRO SUL CASO AGHAJARI

Il 17 febbraio il nuovo portavoce del potere giudiziario iraniano,
Gholamhussein Elham, ha annunciato che il professor Hashem Aghajari -
esonerato dalla Corte suprema tre giorni prima (v. n. 104) - potrebbe
essere di nuovo processato dalla Corte di Hamedan che lo condanno' a morte
in novembre per aver offeso il Profeta Maometto. Secondo questo portavoce -
subentrato a Hussein Sadeghi dimessosi per protesta contro la condanna di
Aghajari - tale corte ha la facolta' di irrogare un'altra condanna a morte.
L'annullamento della condanna capitale lascia inoltre in piedi le pene
accessorie che potrebbero essere inflitte all'intellettuale iraniano: si
tratta di 74 frustate, dell'interdizione dall'insegnamento per 10 anni e
del confino in tre citta' remote per 8 anni.


12) RIMANE FISSATA PER IL 3 APRILE LA DATA DI  ESECUZIONE PER SCOTT HAIN

Al momento di chiudere questo numero non vi e' alcuna novita' positiva
riguardo al caso di Scott Allen Hain, minorenne all'epoca del delitto, la
cui esecuzione in Oklahoma e' stata fissata per il 3 aprile. Invitiamo i
lettori che non lo hanno gia' fatto a inviare subito l'appello da noi
suggerito (v. n. 104) per sollecitare la clemenza esecutiva per Scott.
Ricordiamo di premettere ai numeri di fax il prefisso internazionale 001.


13) CURATO PER ESSERE UCCISO

Una recente decisione della Corte federale di Appello dell'Ottavo circuito,
presa a maggioranza di 6 contro 5, consente allo stato dell'Arkansas di
procedere alla cura forzata di Charles Leverne Singleton, malato mentale
grave, per metterlo in grado di capire che verra' messo a morte e per quale
motivo, condizione indispensabile per poter procedere ad un'esecuzione
capitale negli Stati Uniti. Il giudice Gerald W. Heaney, dissentendo
rispetto alla maggioranza, ha scritto: "Credo che procedere all'esecuzione
di un individuo che e' fuori di se' a meno di una specifica medicazione, ed
e' probabilmente incapace anche sotto trattamento, sia il colmo di quella
che il [famoso] Giudice Marshall chiamo' la 'barbarie di esigere una
vendetta insensata' "


14) DISCUSSO L'APPELLO DI CHRIS SIMMONS

Il 5 marzo si e' svolta un'udienza davanti alla Corte suprema del Missouri
per Christopher Simmons, minorenne all'epoca del crimine per cui fu
condannato a morte. Gli avvocati di Simmons hanno contestato la liceita'
della pena di morte per i minorenni e messo in rilievo il fatto che non fu
prospettata alla giuria l'attenuante costituita dalla giovane eta'
dell'imputato.
   Chris Simmons doveva essere 'giustiziato' in Missouri il 5 giugno 2002 e
il nostro Comitato partecipo' alla campagna internazionale in suo favore
(v. nn. 96 e 97). Il 28 maggio intervenne la Corte suprema del Missouri
sospendendo l'esecuzione in attesa che si chiarisse a livello nazionale il
problema della liceita' della pena di morte inflitta ai minori di 18 anni.
L'attenzione era puntata soprattutto su un possibile pronunciamento della
Corte suprema federale in materia. Purtroppo la massima corte statunitense,
divisa nettamente al suo interno, fino ad ora si e' rifiutata di esaminare
l'ammissibilita' costituzionale della pena di morte per i minorenni (v. n.
99).


15) CHIESTA LA RIAPERTURA DEL CASO DI TOMMY ZEIGLER IN FLORIDA

L'intensa campagna in favore di William "Tommy" Zeigler Jr. - condannato a
morte in Florida - alla quale il Comitato Paul Rougeau ha partecipato a
partire dal mese di febbraio del 2001 (v. n. 83) - sta dando i suoi frutti.
Il 7 marzo gli avvocati di Zeigler hanno discusso presso la competente
Corte di Contea la richiesta di riaprire il caso.
   Come sappiamo il condannato ha ottenuto il permesso di far eseguire dei
test del DNA sui reperti imbrattati di sangue relativi alla strage avvenuta
la vigilia di Natale del 1975 nella cittadina di Winter Garden in cui
furono uccise quattro persone: la moglie e i suoceri di Zeigler e un uomo
del posto, tale Charlie Mays (v. n. 98).
   Secondo l'accusa fu Tommy Zeigler a uccidere tutte e quattro le vittime
nel proprio negozio e a 'simulare' successivamente una rapina sparandosi in
pancia con una pistola di grosso calibro. Zeigler avrebbe lottato corpo a
corpo con il suocero prima di averne ragione. Il condannato invece ha
sempre sostenuto di essere entrato al buio nel negozio e di essere stato
assaltato dal Mays con il quale lotto' strenuamente riuscendo infine a
sparargli; secondo la sua versione, a compiere tre omicidi sarebbero stati
Charlie  Mays e un complice che poi  lo accuso' nel corso del processo.
   I test del DNA recentemente effettuati hanno dato dei risultati
compatibili con la versione del condannano e non con quella dell'accusa. In
particolare il sangue che inonda la maglia allora indossata da Zeigler e'
risultato appartenere a Charlie Mays e non al suocero Perry Edwards.
   L'avvocato difensore John Houston Pope il 7 marzo ha sostenuto oralmente
che se la giuria avesse avuto le informazioni oggi disponibili non avrebbe
potuto credere alla ricostruzione fatta dall'accusa e giudicare l'imputato
colpevole (la giuria propose il carcere a vita e un giudice impose invece
la pena di morte a Tommy Zeigler).


16) INAFFIDABILI I TEST DEL DNA NEL LABORATORIO DELLA POLIZIA IN TEXAS

Un'indagine approfondita compiuta tra dicembre e gennaio nel laboratorio
della polizia di Houston nel Texas ha messo in rilievo gravissime carenze
che mettono in forse l'attendibilita' dei test del DNA compiuti in tale
laboratorio in migliaia di indagini giudiziarie. Tra di esse vi sono quelle
relative a circa 200 casi capitali, in 68 dei quali la sentenza di morte e'
gia' stata eseguita. Le deficienze del laboratorio erano note da anni ma la
pubblica accusa continuava a farvi eseguire i test.
   A fine febbraio si e' deciso di ripetere i test del DNA almeno nei casi
piu' controversi e, come si puo' immaginare, si e' generata una grande
confusione tra accusatori e difensori degli imputati. Per il momento e'
stato ordinato di ripetere i test in 22 casi, 7 dei quali riguardano
condannati a morte. Il 6 marzo davanti ad una Commissione parlamentare il
Capo della Polizia di Houston, C. O. Bradford, ha affermato che per questi
7 condannati non devono essere fissate date di esecuzione.
   Altre centinaia di verifiche potrebbero essere ordinate in tempi brevi.
Il  primo detenuto a giovarsi della ripetizione dei test e' stato Josiah
Sutton che e' stato liberato il 12 marzo dopo aver scontato 4 anni e mezzo
di una condanna a 25 anni per violenza sessuale inflittagli nel 1999 quando
aveva 17 anni.


17) BOCCIATO IN ARIZONA E  PENNSYLVANIA IL SISTEMA DELLA PENA CAPITALE

Sia in Arizona che in Pennsylvania, commissioni di studio ad alto livello
hanno suggerito drastici provvedimenti per correggere il sistema della pena
di morte pervaso da gravi deficienze ed ingiustizie.
   Il 18 febbraio una commissione, che fu nominata dal Ministro della
Giustizia Janet Napolitano nel 2000, ha suggerito oltre 20 correttivi
riguardanti l'applicazione della pena di morte. Tra di essi figurano la
creazione di un ufficio statale di pubblici difensori per gli accusati di
reato capitale e il bando della pena di morte per i minorenni. Una parte
dei membri della commissione sarebbe favorevole ad una immediata
sospensione delle esecuzioni se non all'abolizione totale della pena di
morte. Janet Napolitano, che ora e' governatrice dell'Arizona, non ritiene
vi sia necessita' di imporre una moratoria.
   In Pennsylvania una commissione nominata dalla Corte suprema ha concluso
il suo lavoro il 4 marzo trovando gravissime ingiustizie nel sistema della
pena capitale dello stato, a cominciare da una marcata discriminazione
razziale. Anche se i neri compongono solo il 10% della popolazione,
costituiscono i due terzi dei 245 ospiti del braccio della morte. Nella
relazione finale di 549 pagine, la commissione - che fu costituita nel 1999
- ha raccomandato al Parlamento e al Governatore di indire immediatamente
una moratoria delle esecuzioni ed ha suggerito diversi provvedimenti che
potrebbero rendere piu' equo il sistema della pena capitale. Il nuovo
Governatore della Pennsylvania Ed Rendell, un ex pubblico ministero, non
ritiene vi sia la necessita' di indire la moratoria. Rendell, in campagna
elettorale, aveva tra l'altro promesso di adoperarsi per il ripristino
della condanna a morte del giornalista nero Mumia Abu Jamal attualmente
congelata a causa delle irregolarita' che si verificarono nel suo caso.



18) LA MORTE RECAPITATA A DOMICILIO

Molte volte abbiamo parlato degli sforzi delle autorita' cinesi di
sostituire l'iniezione letale alla fucilazione alla nuca quale metodo
innovativo di esecuzione delle sentenze di morte (v. ed es. nn. 89 e 91).
Sul nuovo metodo e' stata fatta una 'sperimentazione scientifica' con
condannati 'volontari'che e' durata quattro anni. Le sostanze utilizzate
per l'iniezione letale non sono state rese note e sono considerate un
segreto di stato. Ora in Cina e' stato prodotto in piccola serie un
"veicolo mobile per le esecuzioni" che facilita lo smaltimento delle
condanne a morte con il nuovo metodo.
   Diciotto furgoni, ognuno del valore di 500.000 yen (circa 60.000 euro),
attrezzati per somministrare l'iniezione letale, sono stati distribuiti
alle 17 corti intermedie della provincia di Yunnan, per favorire
l'abitudine cinese di eseguire subito le sentenze di morte.
   Secondo quanto riferito da un giornale locale, gia' due detenuti "hanno
beneficiato dell'ultimissimo ritrovato del sistema giudiziario" il 20
febbraio. Si tratta di due giovani condannati per traffico di eroina, di 21
e 25 anni.
   Il presidente della Corte Suprema della provincia di Yunnan ha
dichiarato alla stampa che "l'uso dell'iniezione letale dimostra come la
pena di morte in Cina stia diventando piu' civile ed umana". Di fatto
diventa anche piu' economica: per un'iniezione letale occorrono solo
quattro uomini, mentre per la fucilazione all'aria aperta occorrono molte
guardie per sorvegliare la zona in cui avviene l'esecuzione.
   Il professor Chen Xingliang, che insegna legge all'Universita' di
Pechino, ha osservato: "Uccidiamo migliaia di persone ogni anno... Il fatto
che un numero cosi' grande di persone venga giustiziato resta la
considerazione principale da fare, e sarebbe ipocrita sostenere che
(l'iniezione letale) costituisca un progresso meraviglioso".
   La Cina "giustizia" piu' criminali ogni anno di tutto il resto del mondo
messo insieme, e il numero di esecuzioni resta un segreto dello stato.
Alcuni governi, Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti
umani hanno accusato la Cina del traffico degli organi espiantati dai
prigionieri appena uccisi.
   La provincia di Yunnan e' all'avanguardia per l'impiego dell'iniezione
letale e dal marzo 1997 sarebbero stati uccisi in questo modo 112
condannati. (Grazia)


19) UN PUBBLICO GIOVANISSIMO DISCUTE SULLA PENA DI MORTE

Alle otto del mattino del 10 marzo scendo dal treno a Novara e trovo Anna
Maria che mi porta a rifocillarmi, preoccupata che io sia ben nutrita e
dissetata dopo il viaggio (come se avessi dovuto attraversare il deserto
per arrivare da lei). Arrivate alla scuola Pier Lombardi allestiamo subito
nell'aula magna la nostra "cella virtuale" e, dopo poco, arriva il primo
gruppo di ragazzi: sono due classi di terza media, che mi ascolteranno
dalle 9 alle 10:30' circa. Dopo una mezz'oretta di intervallo l'intervento
verra' ripetuto su tre classi di terza media. In totale partecipano circa
120 studenti di eta' tra i 13 e i 15 anni. Anna Maria ha coinvolto le loro
insegnanti di lettere o di matematica (le materie di cui hanno piu' ore) e
ha fatto preparare il terreno per la conferenza: ai ragazzi e' stata
mostrata la videocassetta "Difesa a oltranza", poi sono stati letti nelle
classi i testi tradotti di alcune lettere di condannati a morte e si e'
ripercorsa la storia dell'abolizionismo.
   Ripeto in entrambi i turni il mio discorso: partendo da considerazioni
di carattere generale sulla pena di morte nel mondo, mi soffermo sulla
situazione in Cina e in America e descrivo le varie pecche del sistema
giudiziario capitale, citando casi famosi: Paula Cooper, Joe Cannon, Jesse
Jacobs, Gary Graham. I ragazzi sono attenti. La visita della cella virtuale
riscuote il solito successo, e la lettura dell'orario delle varie attivita'
che scandisce le giornate di un condannato li stupisce: "Ma quando dormono,
se le guardie ogni ora li disturbano?" "Puittosto che vivere in una cella
cosi' angusta non e' meglio morire?". Racconto anche di Dale Recinella e
della sua esperienza come cappellano del braccio della morte. Descrivo
brevemente l'iter di un'esecuzione cercando pero' di non rattristare troppo
i ragazzi. Alla fine faccio girare l'originale di una lettera che il mio
corrispondente in Florida ha scritto indirizzando il messaggio alla classe.
Parlo del valore che puo' avere per i condannati l'amicizia, sia pure a
distanza, offerta loro dai pen-pal. Anna Maria mi sostiene, interagisce con
i ragazzi ponendo domande o mantenendo l'ordine, mi ricorda con molta
discrezione alcuni argomenti da trattare che ogni tanto mi sfuggono,
insomma e' decisamente il mio braccio destro (e anche sinistro). Le domande
da parte dei ragazzi arrivano, prima lentamente poi con maggiore coraggio.
La maggior parte dei presenti sembra convinta che abbiamo ragione a
batterci contro la pena di morte, ma alcuni sostengono la convinzione
opposta: "Le vittime non risuscitano, quindi e' giusto uccidere il
colpevole!" "L'esecuzione insegna agli altri a non uccidere". Ci sono poi
richieste di ulteriori informazioni: "Ma una donna incinta puo' subire
l'esecuzione in America? E in Cina?" "Qual e' l'esecuzione piu' indolore?"
Alla fine del primo turno, una ragazzina, rinunciando al meritatissimo
intervallo si avvicina e mi chiede l'indirizzo. Io immediatamente le scrivo
il mio, lei mi guarda un po' perplessa e mi dice: "Non il suo, signora,
quello del condannato in Florida che ha scritto quella lettera!".
   Al termine dei due turni ho la voce di due toni piu' bassa ma sono
estremamente soddisfatta. Anna Maria, instancabile, sta gia' pensando con
la colleghe alla fase successiva, quella in cui i ragazzi faranno una
relazione scritta sulla conferenza e sulle loro opinioni. Questo sara' il
momento della verita' specie per coloro che in pubblico non hanno osato
esprimere il proprio punto di vista. Spero che nasca qualche germoglio tra
questi giovanissimi che rappresentano il futuro della nostra societa'.
(Grazia)


20) GRANDI INIZIATIVE DEL COMITATO: DALE RECINELLA TORNA IN ITALIA!

L'avvocato Dale Recinella, che svolge attivita' di volontariato come
cappellano laico e assistente spirituale dei condannati a morte in Florida,
tornera' a trovarci in aprile e terra' un nuovo ciclo di conferenze sulla
pena di morte e sulla sua esperienza con i detenuti. Era gia' stato ospite
del Comitato Paul Rougeau a Roma e a Torino nel mese di gennaio dello
scorso anno (v. n. 93). Quest'anno ritornera' soprattutto per merito di
Francesca Giorgetti, ricercatrice nell'Universita' di Udine, di Stefano
Zanini consigliere del Comitato ad Udine,  e del Gruppo di Torino del
Comitato Paul Rougeau.
   Le conferenze di Dale sono coinvolgenti e interessantissime,
innanzitutto perche' Dale riferisce storie da lui vissute direttamente
"sulla pelle", e poi perche' (forse anche grazie alla sua professione di
avvocato) egli e' davvero un abile oratore.
   Quest'anno Dale Recinella si rechera' prima in Friuli e poi in Piemonte,
dove terra' dibattiti e conferenze aperti al pubblico o riservati a
studenti delle scuole superiori e dell'universita'.
   Riportiamo qui il calendario dei suoi interventi pubblici, affinche' i
soci e i simpatizzanti del Comitato possano partecipare alle conferenze.
Raccomandiamo a tutti coloro che ne hanno la possibilita' di non perdere
questa occasione eccezionale, portando con se' amici e conoscenti,
soprattutto le persone da sensibilizzare sulla necessita' di abolire la
pena di morte nel mondo. (Grazia)

FRIULI (Universita' di Udine, Amnesty International, Comunita' di
Sant'Egido, Comitato Paul Rougeau, Istituto d'Arte Statale di Udine)

Venerdi' 4/4 - ore 20,30 - Udine, Sala Aiace, Piazza Liberta'
Sabato 5/4 - ore 20,30 - Gemona (UD), Centro Sociale SALCONS
Martedi' 8/4 - ore 20,30 - Udine, Istituto Tomadini, Via Martignacco, con
Amnesty International
Venerdi' 11/4 - ore 20,30 - Pordenone, Chiesa Battista

Per ulteriori informazioni sugli incontri in Friuli potete contattare
Francesca Giorgetti, dell'Universita' di Udine, all'indirizzo e-mail
francesca.giorgetti@cego.uniud.it

PIEMONTE (Amnesty International, Comune di Collegno, Comunita' di
Sant'Egido, Comitato Paul Rougeau)

Domenica 13/4, ore 17,00 - Torino: Chiesa di S.Teresa, via S.Teresa, con la
Comunita' di Sant'Egidio: Preghiera, lettura della Passione e Commento con
discorso sulla pena di morte
Lunedi' 14/4, ore 21,00 - Torino: Parrocchia di S.Giulio d'Orta, Corso Cadore
Martedi' 15/4, ore 18,00 - Collegno (TO) - Sala dei Popoli, Corso Francia, 275
Giovedi' 17/4, ore 20,30 - Torino:Centro Servizi Volontariato, Via Toselli
1, con Amnesty International

Grazia Guaschino, responsabile del Gruppo di Torino,  introdurra' i
dibattiti e fungera' da interprete di Dale. Agli incontri dei giorni 14,15
e 17 aprile partecipera' Giuseppe Lodoli, consigliere del Comitato.

Per ulteriori informazioni  relativi agli incontri in Piemonte rivolgetevi
a Grazia Guaschino, tel. 011 8991482, e-mail guygre@libero.it


21) RICHIESTE DI CORRISPONDENZA

Arizona (USA). Michael Pedersen - N.83747 - ASPC Winslow - Kaibab 3-B-124 -
2100 S. Highway 87 - WINSLOW, AZ 86047  (USA).  E' bianco, di circa 30
anni, e si interessa di musica classica, politica e filosofia (soprattutto
storia della filosofia). E' condannato ad una pena detentiva lunga. Come
altri detenuti dell'Arizona, ha scritto al nostro Comitato di cui ha
sentito parlare dagli altri carcerati.

Arizona (USA). VICTOR Mckaney - No.128492 - ASPC Lewis, B 3200 -
Barchey/Blue Yard Unit  - BUCKEYE, AZ 85326  (USA).  Condannato ad una pena
detentiva. Non dice molto di se' ma dal suo modo di scrivere e di
esprimersi risulta abbastanza chiaramente che ha frequentato poco la
scuola. Dice che e' molto solo, non avendo piu' la famiglia di origine. Gli
argomenti di cui parla con i compagni non sono quelli che leniscono la
solitudine.

Georgia (USA). "Cari amici, per molti anni sono rimasto nel braccio della
morte senza vedere familiari e conoscenti. Ho lavorato diligentemente al
mio caso che ora ha raggiunto un punto critico. Cerco degli amici che
vogliano corrispondere con me portando un raggio di luce nella mia vita. Mi
piace leggere e dipingere. Se ritenete che ci dobbiamo sostenere l'un
l'altro con una assistenza spirituale mandatemi un cenno." William Gulley -
 EF-389718-G-4-103  - P.O.Box 3877 - Jackson, GA 30233 (USA)

Zambia. "Saluti dallo Zambia! Sono nel braccio della morte da 21 anni, ci
sono entrato quando ero minorenne, accusato, senza prove, di una rapina.
Non ho ucciso nessuno. Sto attraversando una vera e propria tribolazione.
Credevo di essere il piu' anziano 'minorenne' nel braccio della morte
quando udii l'incredibile storia di Gary Graham. Scrivetemi in inglese o in
francese e sostenetemi nello sforzo che sto facendo per ottenere un nuovo
processo. In questo inferno ho bisogno di amici come di un avvocato, ma
anche di cose che a voi sembrerebbero di poco conto: saponette,
dentifricio, spazzolino e rasoio. Aspetto che qualcuno mi scriva. Dio apra
le porte del paradiso e faccia piovere la sua benedizione su di voi. Peter
Cassam Kunda - Maximum Security Prison - P.O. Box 80915 - Kabwe (Zambia)"


22) NOTIZIARIO

Arabia Saudita. Confidenze di un boia. Ahmad Rezkallah, diventato boia in
Arabia Saudita all'eta' di 20 anni, ha decapitato piu' di 300 persone
incluse 70 donne. A causa della sua giovinezza non si credeva che egli
avrebbe avuto successo. "Ma affrontai la sfida, - ha dichiarato. - Il filo
della sciabola e la forza fisica sono i fattori piu' importanti. Inoltre il
boia deve avere del fegato per fare il suo lavoro e deve credere in esso."
Rezkalla ha confidato ad un giornalista: "La gente ha l'impressione che le
donne siano molli e deboli. Invece al momento dell'esecuzione molti uomini
svengono. Quando un uomo viene risparmiato all'ultimo minuto puo' rimanere
paralizzato o divenire pazzo. Le donne invece hanno in genere nervi
d'acciaio." Egli ha raccontato che un giorno una donna era inginocchiata
davanti a lui pronta a morire quando si udi' che la famiglia della vittima
le aveva perdonato. La donna venne riportata nell'auto della polizia. Si
seppe poi che il padre della vittima avrebbe perdonato a condizione che
fosse d'accordo anche sua moglie. Cosi' la donna fu di nuovo fatta
inginocchiare per l'esecuzione. La gente ando' dalla madre della vittima e
riusci' a convincerla a perdonare. La donna ritorno' nell'auto della
polizia camminando normalmente cosa che un uomo non sarebbe stato capace di
fare. Il boia ha detto di aver intercesso personalmente in molte occasioni
per ottenere il perdono dei familiari delle vittime del crimine e di essere
riuscito piu' volte nell'intento: "Le scene di gioia erano indescrivibili."

Illinois. Primo ospite nel braccio della morte svuotato da George Ryan. Il
26 febbraio e' stato condannato a morte Anthony Mertz che per ora e'
l'unico ospite del braccio della morte dell'Illinois. Per Mertz e' stata
anche fissata la data di esecuzione, del tutto fittizia, del 5 maggio, egli
dovra' passare infatti per il processo di appello e, se di nuovo
condannato, avra' la possibilita' di adire alle corti statali e federali.
Il nuovo governatore dell'Illinois Blagojevich ha deciso di mantenere la
moratoria delle esecuzioni stabilita dal suo predecessore George Ryan ed
intende lavorare con il Parlamento per una riforma del sistema della pena
di morte prima di lasciare che riprendano le esecuzioni. Noi speriamo che
in Illinois le esecuzioni non riprendano fino alla definitiva abolizione
della pena di morte (v. n. 103).

Kenya. Svuotato il braccio della morte. Il presidente del Kenya Mwai Kibaki
il 24 febbraio ha ordinato il rilascio di 28 condannati alla pena capitale
- tra cui alcune persone detenute da 15 o 21 anni - ed ha commutato in
carcere a vita le sentenze degli altri 195 ospiti del braccio della morte.
Una delegazione dell'Unione Europea si e' congratulata con il presidente
Kibaki al quale ha avanzato una pressante richiesta di abolire la pena di
morte in Kenya.

Mississippi. Il Governatore mantiene sospesa l'esecuzione di Ronald Foster.
Come abbiamo detto nel numero precedente, il ricorso di Ronald Chris
Foster, minorenne all'epoca del crimine, presso la Corte suprema dello
stato del Mississippi e' stato respinto, inoltre la Corte suprema federale
si e' rifiutata di prendere in considerazione la liceita' della pena di
morte per i minorenni (caso di Scott Hain in Oklahoma). Nonostante cio' il
Governatore Musgrove ha deciso di tenere ancora sospesa l'esecuzione di
Foster fino al completo chiarimento del caso (v. n. 103).

Texas. Morte accidentale dell'accusatore di Johnny Penry. Il 20 febbraio e'
morto nel rogo della sua auto schiantatasi nella notte contro un palo, Joe
Price, accusatore delle contee di Polk, San Jacinto e Trinity, noto in
tutti gli Stati Uniti per aver ottenuto tre volte una sentenza di morte per
John Paul Penry (nel 1980, nel 1990 e nel 2002, v. n. 99).

USA. L'accusa deposita presso la corte documenti segreti contro Moussaoui.
Il Ministero della Giustizia ha compiuto un passo inusuale inoltrando
documenti segreti alla Corte federale di Appello del Quarto circuito che si
dovra' occupare del caso di Zacarias Moussaoui, unico imputato per gli
attentati dell'11 settembre. Il motivo della segretezza risiede nella
natura del tutto eccezionale delle accuse mosse contro Moussaoui e si
confa' all'aura di mistero di cui l'Amministrazione ammanta le vicende che
riguardano in qualche modo la "guerra la terrorismo."

Virginia. Il Governatore potrebbe autorizzare il test del DNA nel caso
Coleman. Con il diniego della Corte suprema della Virginia si e' chiuso il
1° novembre il lungo contenzioso legale aperto dalle organizzazioni che
hanno chiesto il test del DNA che potrebbe dimostrare in modo postumo
l'innocenza di Roger Coleman ucciso sulla sedia elettrica nel 1992 (v. n.
101). Ora le medesime associazioni e le testate giornalistiche che hanno
perso la causa legale chiedono al Governatore Mark Warner di ordinare il
test. E' l'ultima possibilita' di prevenire la distruzione dei reperti
forensi.

Virginia. L'accusa orientata per la pena di morte nei confronti di Lee
Malvo. Il 24 febbraio l'accusatore della Contea di Fairfax in Virginia,
Robert. F. Horan Jr., ha depositato alcuni documenti presso la Corte che
giudichera' il cecchino minorenne Lee Boyd Malvo (v. nn. 101, 103, 104). In
queste carte egli dichiara la volonta' di provare che i crimini di Malvo
dimostrano una depravazione della mente che li rende meritevoli della pena
capitale. Horan ha pero' avvisato che non ha ancora deciso se chiedere la
pena di morte; intende farlo non appena sara' in possesso delle prove
sufficienti per ottenere dalla giuria una condanna capitale.


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Questo numero e' stato chiuso il 15 marzo 2003