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Fino in fondo



FINO IN FONDO

 E' ancora vivo. Asserragliato una caverna dell'altopiano di Arcore, lo
sceicco Silviosama bin Laden è tornato a rivolgersi al mondo con un
messaggio videoregistrato che durava da quasi mezz'ora. Anche stavolta si è
servito di una cassetta artigianale, che attraverso canali misteriosi è
giunta negli studi romani di Al Raijra, presidiati dal fido mullah Saccà.
Gli agenti segreti della procura di Milano stanno studiandone il contenuto,
alla ricerca di informazioni sull'uomo che anni di ispezioni a tappeto,
indagini solo in apparenza <<chirurgiche>> e chiacchiere ossessive di Nanni
Moretti non sono ancora riusciti a stanare.

Secondo gli esperti, l'uso reiterato di formule propiziatorie ("in una
democrazia liberale") si rifarebbe al testo sacro "come vendere il ghiaccio
agli eschimesi facendoli crepare dal ridere e poi di freddo". Qualche
sospetto ha destato l'assenza del sorrisone, la micidiale arma che lo
sceicco era solito esibire a tracolla del doppiopetto mimetico. L'ha
sfoderata solo alla fine, quando ha richiamato gli apostoli dal Fare alla
crociata contro l'impero delle Toche con le parole del profeta Galliani: "E
ora come sempre al lavoro". Rimane invece oscuro il senso di quel "fino in
fondo", che Silviosama ha scandito minacciosamente per ben due volte.

Perché con una guerra alle porte, i prezzi alle stelle, gli stipendi allo
stallo, il Bagaglino in tv e i poteri dello Stato che giocano a guardie e
ladri, il fondo si pensava di averlo già toccato.

Associazione culturale "15 Novembre"
per la difesa delle minoranze minorate