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Foglio di Collegamento n. 103



Cari amici,
                  vi invio nel corpo di questo messaggio e in allegato Word
il numero 103 del nostro Foglio di Collegamento.

Vi raccomando di partecipare agli appelli per TRE condannati a morte a
rischio di imminente esecuzione in Texas, Tibet e Oklahoma (nn. 8, 9, e 10).

Per favore stampate le petizioni, firmatele e inviatele agli indirizzi
indicati. Per il Texas e' possibile anche l'inoltro tramite Internet.

Cordiali saluti
p. il Comitato Paul Rougeau
Giuseppe Lodoli

N. B. Si puo' chiedere in qualsiasi momento la cancellazione dalla lista
per l'invio del F. d. C.
          Se non volete ricevere l'allegato Word dal prossimo numero in
poi, fatecelo sapere

****************************
FOGLIO  DI COLLEGAMENTO  INTERNO
DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

Numero 103   -   Gennaio 2003

Sommario:

1 ) Il governatore Ryan svuota il braccio della morte dell'Illinois
2 ) Possono ravvedersi anche i conservatori come George Ryan
3 ) Funziona cosi' il sistema della pena di morte:il caso di Girvies Davis
4 ) Se ne va il governatore Keating fedele servitore della morte
5 ) Peggiora la situazione in Maryland: possibili 7 esecuzioni nell'anno
6 ) I conservatori ostacolano il declino della  pena capitale
7 ) Sospesa l'esecuzione di Ronald Foster in Mississippi
8 ) Appello per la salvezza di Gregory Van Alstyne
9 ) Togliamo due tibetani dalle mani del boia cinese
10) Petizione in favore Walanzo Shabaka
11) Grave sconfitta legale per Philip Workman
12) Bloccato l'attacco dell'Arizona contro i pen pal
13) Chiudiamo il dibattito su Escriva' de Balaguer
14) Notiziario: Alabama, Congo, Iran, Pennsylvania, Texas, Usa, Virginia,
Yemen


1) IL GOVERNATORE RYAN SVUOTA IL BRACCIO DELLA MORTE DELL'ILLINOIS

Il Governatore dell'Illinois George H. Ryan ha svuotato il braccio della
morte del suo stato che conteneva 171 persone dando un duro colpo al
sistema della pena di morte negli USA. La storica  decisione di Ryan e'
giunta al termine di un periodo triennale di intensa riflessione sul
sistema della pena capitale che ha portato gradualmente un 'puro
conservatore', naturalmente fiducioso nella pena di morte, a diventare, di
fatto, un abolizionista.
   Cio' che e' avvenuto in Illinois dovrebbe avvenire in altri stati in cui
il sistema della pena capitale e' almeno altrettanto corrotto: Texas,
Florida, Missouri, Oklahoma, Alabama, North Carolina, South Carolina,
Virginia, solo per citarne alcuni.
   Ryan ha passato le consegne al suo successore il 13 gennaio. Quattro
detenuti innocenti, che furono torturati dalla polizia, sono stati da lui
graziati il 10 gennaio. Il giorno dopo e' stata resa nota la  commutazione
delle condanne capitali di 163 uomini e 4 donne. Per tre detenuti Ryan ha
decretato il carcere con possibilita' di uscita sulla parola. Per gli altri
la condanna capitale e' stata commutata in ergastolo, senza pregiudizio per
gli interessati di dimostrare in seguito la propria innocenza o di far
valere eventuali attenuanti che comporterebbero una riduzione della pena.
   Nel primo anno del suo incarico Ryan era stato colpito dal fatto che ben
13 condannati a morte fossero stati esonerati - spesso in maniera fortunosa
- perche' ritenuti non colpevoli, a fronte delle 12 esecuzioni portate a
termine nell'Illinois nell'ultimo quarto di secolo. Nel gennaio del 2000
aveva pertanto imposto una moratoria rifiutandosi di firmare gli ordini di
esecuzione. Nel contempo aveva istituito una Commissione di studio con
l'incarico di individuare dei correttivi per emendare il sistema ed evitare
che venissero condannati degli innocenti. "Fino a che non avro' la
sicurezza che chiunque venga condannato a morte in Illinois e' certamente
colpevole, fino a che non avro' la certezza morale che mai un uomo o una
donna innocente rischi l'iniezione letale, nessuno si trovera' in tale
condizione."
   Negli ultimi tre anni si e' accresciuta la consapevolezza del
Governatore negli errori, nelle disfunzioni e nelle colpe insite
nell'amministrazione della pena capitale mentre emergevano molti casi di
confessione sotto tortura, l'inefficacia della difesa d'ufficio, l'uso di
prove e testimonianze altamente inquinate per ottenere le condanne a morte,
il comportamento aleatorio dei pubblici accusatori, motivati politicamente,
 nel decidere se chiedere o meno la pena di morte, la discriminazione nei
riguardi dei poveri, degli emarginati e delle minoranze razziali.
   Ad aprile scorso la Commissione istituita da Ryan ha concluso i lavori
suggerendo 85 drastici correttivi da apportare al sistema della pena di
morte per renderlo meno ingiusto. Si tratta di restrizioni che - se
applicate - renderebbero assai difficile arrivare ad una condanna a morte.
Si comincia col suggerire una forte riduzione dei crimini passibili di pena
capitale, si chiede di esentare i minorati mentali, si toglie il valore di
prova determinante alla deposizione di un complice, di un informatore
detenuto, di un singolo testimone oculare, si propone di video-registrare
gli interrogatori e le confessioni che avvengono presso gli uffici della
polizia e dei pubblici accusatori....
   La forte resistenza del Parlamento dell'Illinois a tradurre in leggi le
indicazioni della Commissione ha indotto George Ryan a compiere un gesto di
grande risonanza per attirare l'attenzione sul problema della pena di
morte. Come abbiamo riferito nei mesi scorsi (v. in particolare i nn. 100 e
101), Ryan ha fissato delle audizioni davanti Commissione per le Grazie per
gli oltre 140 condannati a morte che avevano chiesto clemenza, riservandosi
di commutare alcune o tutte le condanne capitali. Le udienze si sono
svolte, con fasi drammatiche, nel mese di ottobre. Ricevuto il parere
segreto della Commissione per le Grazie, Ryan ha poi cominciato una
revisione personale dei casi, che si e' conclusa solo alla fine del 2002,
occupandosi anche di una ventina di detenuti che non avevano avanzato
domanda di clemenza. Sembra che la Commissione per le Grazie avesse
proposto la commutazione solo per una decina di condannati, ma Ryan si e'
riservato di adottare un provvedimento 'a tappeto'.
   George Ryan e' rimasto fino all'ultimo in una situazione di macerante
incertezza sulla portata del provvedimento da prendere, tuttavia non ha
mancato di denunciare a chiare lettere gli orrori e l'ingiustizia della
pena di morte in Illinois. Il suo discorso del 19 dicembre presso la
Facolta' di Legge nella Northwestern University e' stato cosi' esplicito e
forte da indurre Francis Boyle, professore di Diritto internazionale nella
medesima universita', a proporre George Ryan per il premio Nobel. La
campagna per ottenere l'inclusione di Ryan nella rosa dei candidati e'
stata annunciata ufficialmente il 31 dicembre, essa ha certamente sostenuto
il Governatore. (Il 1° febbraio si conoscera' l'elenco dei 'nominati' per
il premio Nobel che verra' conferito il 15 novembre.)
   Alcune forti iniziative degli abolizionisti hanno appoggiato da tutto il
mondo George Ryan nel periodo conclusivo delle sua riflessione. Oltre
quattrocento professori di legge americani gli hanno scritto una lettera
aperta confermando il suo diritto ad ordinare una commutazione 'a tappeto'
di tutte le condanne capitali. Decine di ex condannati a morte, liberati
dopo il riconoscimento della loro innocenza in numerosi stati, hanno
manifestato in sostegno al Governatore dell'Illinois.
   Profilandosi l'eventualita' di una commutazione di tutte le condanne
capitali, si sono levate veementi proteste di pubblici accusatori e di
parenti delle vittime del crimine, che non hanno esitato ad offendere,
deridere e insultare il governatore. Anche sulla stampa sono comparsi
articoli taglienti che accusavano Ryan del tentativo di mascherare con la
sua iniziativa sulla pena di morte gli scandali che lo hanno coinvolto fin
dal 1998, alla vigilia della sua elezione a governatore. A Ryan, che era
Segretario di Stato dell'Illinois, fu infatti contestato di non aver
vigilato sugli uffici statali che 'vendevano' patenti di guida e,
candidatosi alla carica di governatore, di aver utilizzato per la
propaganda elettorale fondi e personale dello stato.
   Ha fatto immediatamente il giro del mondo il fatidico annuncio fatto da
Ryan nel corso di una conferenza tenuta sabato 11 gennaio alla Northwestern
University: "Il nostro sistema capitale e' infestato dal demone
dell'errore, errore nel determinare la colpevolezza ed errore nel
determinare chi tra i colpevoli merita di morire. Per queste ragioni oggi
io commuto la pena di tutti i condannati a morte."
   Alla fine del suo applauditissimo intervento Ryan si e' augurato che:
"Il nostro nuovo Parlamento e il nostro nuovo Governatore possano agire per
togliere dal nostro stato la vergogna di minacciare gli innocenti con la
morte e i colpevoli con l'ingiustizia"
   La grande maggioranza dei commenti nel mondo hanno esaltato la
coraggiosa mossa di George Ryan. Quali che possano essere le effettive
colpe di Ryan - colpe delle quali peraltro non e' stato formalmente
incriminato - rimane il fatto che la sua strenua lotta contro il sistema
della pena di morte puo' essere spiegata solo con il desiderio di ubbidire
alla propria coscienza nonostante la fatica e la sofferenza di 'remare
contro corrente'.
   Negli Stati Uniti durissime reazioni al colpo inferto al sistema della
pena di morte da George Ryan sono venute dagli ambienti piu' conservatori.
Le autorita' degli stati che eseguono un elevato numero di sentenze
capitali, ed hanno un sistema penale altrettanto disastrato di quello
dell'Illinois, si sono affrettate a stigmatizzare il gesto di George Ryan.
   In Illinois, non solo proteste, insulti e derisione veicolati dai media
ma anche azioni legali. Il 14 gennaio Richard Devine, pubblico accusatore
della contea di Cook (che da solo ha perseguito la meta' dei casi capitali
in Illinois), ha presentato un ricorso alla Corte Suprema dello stato per
la revoca della commutazione delle condanne capitali di 10 detenuti.
Costoro, allorquando fu emesso il provvedimento di Ryan, erano in procinto
di affrontare una nuova udienza per l'inflizione della pena essendo stata
annullata la loro sentenza di morte (ricordiamo che negli USA un processo
capitale si svolge in due fasi, nella prima vi e' l'affermazione della
colpevolezza, nella seconda l'inflizione della pena). E' difficile che il
rancoroso tentativo di Devine riesca perche' il Governatore dell'Illinois
ha la facolta' di annullare le 'condanne capitali' anche prima che si tenga
l'udienza per l'inflizione della pena ma non e' escluso che vengano attuate
altre contromosse contro l'iniziativa di George Ryan.
    Che cosa avverra' della pena capitale in Illinois e' difficile
prevedere. Alcune autorita' dello stato hanno gia' detto che faranno di
tutto per riempire di nuovo il braccio della morte. Tuttavia il successo
totale nelle elezioni di novembre dei democratici (che hanno conquistato la
maggioranza nelle due camere e, dopo 26 anni, il governatorato) favorisce
la moderazione. Il nuovo Governatore Rod Blagojevich pur disapprovando
nettamente il gesto di Ryan si e' impegnato a mantenere in vigore la
moratoria delle esecuzioni e certamente passeranno alcune riforme.
L'augurio degli abolizionisti e' che le esecuzioni non riprendano in
Illinois fino al momento in cui verra' abolita la pena di morte.


2) POSSONO RAVVEDERSI ANCHE I CONSERVATORI COME GEORGE RYAN

Il coraggio e la determinazione mostrati da George Ryan nel corso degli
ultimi tre anni sono pari alla sua capacita' di critica e di autocritica
che lo ha portato a cambiare radicalmente i propri atteggiamenti ultra
conservatori. Da sostenitore dichiarato della pena capitale, George Ryan e'
diventato un abolizionista: lo possiamo desumere chiaramente dal lungo e
appassionato discorso da lui tenuto per annunciare la decisione di svuotare
il braccio della morte.
   George Ryan l'11 gennaio ha infatti detto tra l'altro: "Vi voglio
spiegare il mio disagio e la mia profonda preoccupazione sia per il modo in
cui e' amministrata sia per la pena di morte in se' (...) Oggi gli Stati
Uniti non sono in sintonia con la maggioranza dei loro alleati: Europa,
Canada, Messico, la maggior parte dell'America meridionale e centrale.
Questi paesi rigettano la pena di morte. Siamo invece partner nella pena di
morte con parecchi paesi del terzo mondo. Anche la Russia ha istituito una
moratoria. (...) Il reverendo Desmond Tutu mi ha scritto: 'prendere una
vita quando e' stata tolta una vita e' vendetta, non giustizia.' Egli dice:
'la giustizia comporta misericordia, clemenza e compassione. Queste virtu'
non sono debolezza' (...) In realta' la vera debolezza risiede nel fatto
che, per quanto la pena di morte possa sembrare in teoria efficiente e
giusta, nella pratica essa viene inflitta in primo luogo ai deboli, ai
poveri, agli ignoranti e alle minoranze razziali. (...) Come disse il
governatore Brown, (...) essa non ha ne' protetto l'innocente ne'
scoraggiato gli assassini. L'omicidio legalizzato ha avvilito la vita e la
dignita' umana senza la grazia redentrice che proviene dalla giustizia
amministrata in modo rapido, imparziale, umano. (...) Se il sistema fa
cosi' tanti errori nel determinare in prima istanza la colpevolezza, quanto
equo e accurato sara' nel distinguere chi sia meritevole di morte? Quale
effetto ha la razza? Quale la poverta'? (...) Sono stato colpito dalla
collera delle famiglie delle vittime del crimine. A queste famiglie parlano
di 'chiusura'. Mi chiedono di consentire allo stato di uccidere un detenuto
per dare ad una famiglia la 'chiusura'. Ma e' questo il compito della pena
di morte? Di placare le famiglie? (...) Che tipo di soccorso diamo alle
famiglie delle vittime? Dobbiamo raccogliere tutte le risorse per tendere a
questo tipo di 'chiusura'con un'esecuzione  invece di venire incontro ai
bisogni personali e sociali delle famiglie delle vittime? Che tipo di
valori noi istilliamo in queste famiglie e nei giovani ? Come diceva
Gandhi, occhio per occhio fa il mondo cieco. (...) E' piu' facile e
confortevole per i politici mostrarsi duri contro il crimine e sostenere la
pena di morte. Fa ottenere voti. (...)  Quest'estate un giudice federale
distrettuale ha sostenuto che la pena di morte federale e' incostituzionale
e, basandosi sulle numerose esonerazioni rese possibili dalle nuove
tecnologie del DNA, ha affermato che abbiamo certamente 'giustiziato' degli
innocenti prima che si rendessero disponibili tali tecniche. (...)
Oggigiorno stiamo combattendo quella che assume i connotati di una delle
piu' grandi battaglie per i diritti civili (...) Il giudice Blackmun (...)
scrisse nel 1994: 'Da oggi in poi non voglio piu' armeggiare con la
macchina della morte' (...) Mi rendo conto di attirare il ridicolo, lo
scorno e la rabbia da parte di molti di coloro che si oppongono alla mia
decisione. (...) Anche se l'esercizio del mio potere e' diventato un
pesante carico per me, voglio portare questo carico. (...) Voglio dormire
bene sapendo che ho preso la decisione giusta. (...) Prego che nei giorni
futuri potremo aprire i nostri cuori e sapremo dare alle famiglie delle
vittime qualcos'altro dalla speranza della vendetta."


3) FUNZIONA COSI' IL SISTEMA DELLA PENA DI MORTE: IL CASO DI GIRVIES DAVIS

Il Governatore Ryan, nel motivare la sua storica decisione di commutare
tutte le condanne a morte pendenti nel suo stato, ha citato tra gli altri
il caso di Girvies Davis, un afro-americano che fu "giustiziato" in
Illinois nel 1995.
   Queste le parole di Ryan: "Il giudice Simon scrisse che Girvies Davis fu
giustiziato a causa di un aspetto incostituzionale della legge
dell'Illinois - l'ampia discrezionalita' che ha ogni procuratore
dell'Illinois nel determinare quali casi siano passibili di pena di morte.
Un Procuratore Distrettuale aveva rinunciato alla richiesta della pena di
morte nella seconda udienza per l'irrogazione della pena cui fu sottoposto
Girvies Davis dopo l'annullamento della prima. Il procuratore voleva
ottenere una pena detentiva. Nel frattempo, pero', questi fu sostituito da
un nuovo procuratore che fu di diverso avviso. Egli cerco' nuovamente di
ottenere, ed ottenne, una condanna a morte. Davis fu giustiziato. Cosa c'e'
di giusto in tutto cio'?"
   La storia di Girvies Davis e' penosa e colma di lacune giudiziarie: nel
suo caso sono stati violati certamente in piu' occasioni vari punti della
costituzione e i piu' basilari diritti umani.
   Girvies, nato in una famiglia miserabile di alcolizzati in una delle
citta' piu' povere degli Stati Uniti, St. Louis, divenne presto un ragazzo
spostato e dedito alla micro-criminalita'. A otto anni fu arrestato per la
prima volta e quando smise di andare a scuola a 12 anni non sapeva ne'
leggere ne' scrivere.
   Subi' numerosi processi per vari crimini e due volte fu anche accusato
di omicidio, ma non fu condannato perche' pote' dimostrare la sua
innocenza. Divenne cosi' il potenziale sospetto per ogni crimine irrisolto
nella sua zona di residenza. Fu infine condannato a morte per l'omicidio di
un 89enne avvenuto durante una rapina nella casa di quest'ultimo. Fu
incriminato di quell'omicidio dopo che era stato arrestato per un'altra
rapina, durante la quale un impiegano di 21 anni perse la vita. Davis
ammise di aver preso parte a questa seconda rapina, pur sostenendo di non
essere stato l'autore dell'omicidio. Sostenne sempre invece di essere del
tutto estraneo all'assassinio del vecchio.
   La prova che lo fece condannare fu una confessione firmata da Davis
stesso, che fu letta alla giuria nel corso del processo. Cio' che la giuria
non seppe, fu che Davis aveva firmato quella confessione, nonche' la
confessione di altri 20 delitti, sotto minaccia di morte da parte della
polizia. Secondo quanto risulto' da un'indagine compiuta da studenti di
giornalismo, una notte lo avevano portato in una strada isolata, dicendogli
di scegliere tra un tentativo di fuga, che sarebbe immediatamente finito
con la sua uccisione, e la firma della confessione di una serie di delitti,
tra cui l'omicidio del vecchio.
   Cio' che pure non fu detto alla giuria fu che Davis non sapeva leggere e
scrivere e che la confessione non gli era neppure stata letta prima di
estorcergli la firma. E la giuria non seppe neanche che tre dei crimini
"confessati" da Davis si rivelarono commessi da altre persone. Anzi, la
lettura della confessione degli altri crimini fu determinante per la
condanna a morte. Va anche ricordato che la giuria era stata accuratamente
selezionata dal Procuratore Distrettuale ricusando, senza fornire alcuna
motivazione, qualsiasi potenziale giurato di colore, un tipo di
comportamento che in seguito la Corte Suprema degli Stati Uniti giudico'
incostituzionale, ma purtroppo non con effetto retroattivo.
   Durante la sua permanenza in carcere, Davis miglioro' incredibilmente
dal punto di vista intellettivo e spirituale. Un suo compagno di prigionia
gli insegno' a leggere e scrivere e successivamente egli riusci' perfino a
diplomarsi. Approfondi' anche la sua fede religiosa fino ad essere ordinato
Ministro protestante. Fu lui stesso a fornire assistenza spirituale ad
altri condannati a morte.
   Nonostante la sua storia e il suo ravvedimento, gli fu negata clemenza
dal Governatore Jim Edgar.
   Il caso di Davis, come quelli di moltissimi altri condannati,
costituisce un chiaro esempio del modo spietato, ingiusto ed aleatorio con
cui viene comminata la pena di morte. (Grazia)


4) SE NE VA IL GOVERNATORE KEATING FEDELE SERVITORE DELLA MORTE

Dopo aver rigettato tre proposte di grazia, avanzategli nell'ultimo anno
dall'apposita Commissione (Board of Pardons and Paroles), il Governatore
dell'Oklahoma puo' concludere dopo otto anni il suo incarico vantando un
record di ben 52 esecuzioni capitali. Se ne va, passando al suo successore,
senza intervenire, un altro caso in cui il Board ha proposto la concessione
della clemenza esecutiva.
   Frank Keating era un agente dell'FBI prima di intraprendere una
folgorante carriera politico-giudiziaria che lo ha portato ad essere
pubblico accusatore, parlamentare, poi Avvocato degli Stati Uniti con
compiti di supervisione sui procedimenti federali di accusa e sulle agenzie
del Ministero della Giustizia. Dopo aver ricoperto alti incarichi in vari
settori governativi sotto la presidenza di George Bush senior, nelle
elezioni del novembre 1994, a 50 anni di eta', divenne Governatore
dell'Oklahoma. Nel 1998 fu rieletto in tale carica, primo repubblicano ad
ottenere la riconferma del mandato.
   Purissimo conservatore legato alla dinastia Bush, non meno che cattolico
osservante in una famiglia progressivamente convertitasi al cattolicesimo,
non ha esitato ad entrare in polemica dottrinaria con il Pontefice e con i
vescovi dell'Oklahoma per il suo totale e incondizionato sostegno alla pena
di morte.
   Sotto la sua amministrazione e' progressivamente aumentato il numero
delle esecuzioni capitali: nel piccolo stato dell'Oklahoma il tasso di
esecuzioni ha infine superato quello del Texas ed e' comparabile soltanto
con quello della Cina.
   Come Bush, Keating ha concesso una sola grazia (v. n. 85). Occorre
ricordare che all'inizio del 1999 Frank Keating ha lasciato uccidere Sean
Sellers, unico sedicenne all'epoca del crimine ad essere 'giustiziato'
negli USA dalla ripresa delle esecuzioni nel 1977. Si e' compiaciuto per il
rigetto della domanda di grazia del condannato da parte del Board of
Pardons and Paroles e ha detto in TV che 'il Papa si sbaglia' a proposito
della dottrina cattolica sulla pena di morte. Giovanni Paolo II gli aveva
infatti appena chiesto un gesto di pieta' in favore di Sellers.
   Nel giugno scorso Keating ha annullato con il suo veto una legge
approvata dal Parlamento che esentava dalla pena capitale i ritardati
mentali. Pochi giorni dopo la Corte Suprema federale ha dichiarato
incostituzionale la previsione della pena di morte per tale categoria di
persone.
   Meno di un anno fa, in un famoso convegno a sfondo religioso sulla pena
di morte, tenutosi il 25 gennaio 2002 nel clima alterato della "guerra al
terrorismo" (vedi n. 93, pag. 4), ha svolto con successo un vivace
intervento nel quale ha riaffermato: "Credo che la posizione del Papa sulla
pena di morte sia una cosa; la posizione della chiesa e' tutta un'altra
cosa, credo che il catechismo e l'insegnamento storico della chiesa siano
stati a sostegno della pena capitale." Lo 'speech' - interrotto in
continuazione da risate ed applausi - fu costellato da arguzie e battute...
agghiaccianti.
   Fino all'ultimo Keating ha ostinatamente controbattuto l'unanime
richiesta di grazia per Ernest Marvin Carter - sulla cui colpevolezza erano
sorti forti dubbi - avanzata in novembre dal Board of Pardons and Paroles.
Ha fatto sapere la sua decisione finale di domenica, due giorni prima
dell'esecuzione avvenuta il 17 dicembre. Ha negato la grazia dichiarando
alla stampa: "Il mio staff ed io abbiamo controllato questo caso
accuratamente. Mi sono incontrato con gli accusatori e i difensori, ho
letto gli atti del processo e ho controllato le prove. Ho anche disposto di
reinterrogare un testimone chiave. Sono convinto che Carter ha commesso
questo omicidio e che la raccomandazione che fece a suo tempo la giuria di
metterlo a morte debba essere attuata."
   Proprio allo scadere del suo mandato, Keating e' stato messo in crisi da
un'ulteriore proposta di grazia avanzata dal Board il 6 gennaio, questa
volta per Bobby Joe Fields la cui esecuzione era stata fissata per il 14
gennaio. Il mandato di Keating finiva a mezzogiorno del 13 ed egli ha
dovuto gettare la spugna: ha sospeso l'esecuzione ed ha passato la 'patata
bollente' al suo successore Brad Henry. La nuova data di esecuzione e'
stata fissata per il 13 febbraio. Vedremo che cosa fara' Henry. Il Ministro
della Giustizia, Drew Edmondson, che ha sempre lavorato in perfetta
sintonia con Keating, ha gia' detto che chiedera' al nuovo governatore di
respingere la proposta di clemenza per Fields.


5) PEGGIORA LA SITUAZIONE IN MARYLAND: POSSIBILI 7 ESECUZIONI NELL'ANNO

Lo studio sulla pena di morte commissionato nel 2000 da Parris N.
Glendening, governatore democratico del Maryland, costato all'erario 225
mila dollari, rischia di essere accantonato, dopo una frettolosa lettura,
dal nuovo governatore repubblicano. Robert L. Ehrlich Jr. 'crede' nella
pena di morte e vuole onorare la promessa fatta in campagna elettorale di
annullare la moratoria istituita nel maggio scorso dal suo predecessore e
far riprendere le esecuzioni capitali.
   I risultati dello studio, resi noti il 7 gennaio, mostrano cio' che
appare chiaramente anche da un rapido  sguardo ai dati gia' noti: coloro
che uccidono bianchi hanno molte piu' probabilita' di essere condannati a
morte di chi uccide un nero, inoltre la probabilita' di ricevere una
sentenza capitale varia notevolmente a seconda delle contee in cui vengono
commessi i delitti e dei pubblici accusatori che vi lavorano. Degli attuali
12 ospiti del braccio della morte del Maryland, 8 sono neri, 4 sono bianchi
e tutti sono stati condannati a morte per aver ucciso bianchi. Cio' anche
se circa l'80% degli assassinati sono neri. Lo studio mostra che vi e' un
enorme disparita' nella dislocazione geografica delle condanne a morte: i
tre quarti delle condanne capitali sono state comminate nella sola Contea
di Baltimora (che comprende parte della periferia della citta' di
Baltimora) anche se in questa contea avviene solo il 7% degli omicidi.
   Ehrlich ha fatto sapere che, pur essendo intenzionato a porre una
speciale attenzione al fattore razziale nel rivedere le condanne a morte,
ritiene che il sistema della pena capitale del Maryland non sia stato
compromesso dalla discriminazione razziale.
   L'8 gennaio gruppi di parlamentari hanno introdotto sia alla Camera che
al Senato del Maryland proposte di legge di emergenza per mantenere la
moratoria fino al completamento dell'esame dello studio commissionato da
Glendening. E' difficile che questi provvedimenti tampone vengano
rapidamente approvati e, in caso di approvazione, si profila il veto del
Governatore Ehrlich.
   Il 9 gennaio il criminologo Raymond Paternoster, che ha diretto la
ricerca, ha illustrato alle Commissioni Giustizia della Camera e del Senato
i risultati dello studio mettendo in rilievo che coloro che uccidono
bianchi hanno una probabilita' 2 o 3 volte maggiore di essere condannati a
morte di chi uccide un nero. Chi commette un omicidio nella Contea di
Baltimora ha da 14 a 23 volte la probabilita' di essere condannato a morte
rispetto a coloro che compiono omicidi in altre contee.
   La senatrice repubblicana Nancy Jacobs ha affermato: "Mi sembra giusto
che se abbiamo la pena di morte dobbiamo applicarla." La medesima ha
inoltre preannunciato che, per superare le disparita' geografiche, vuole
introdurre una legge che obblighi i pubblici accusatori a chiedere la pena
di morte in ogni caso in cui sia possibile farlo. La Fondazione Legale per
la Giustizia Criminale, un'associazione per i diritti delle vittime del
crimine, ha dichiarato: "Uno studio molto atteso... mostra che la pena di
morte non e' usata a sufficienza in Maryland"
   Sono numerosi i condannati che hanno esaurito l'iter processuale in
Maryland e vi e' la prospettiva di un gran numero di esecuzioni nel corso
dell'anno. Nel 1943 vi furono 6 esecuzioni e quest'anno ve ne potrebbero
essere addirittura 7. Una tale prospettiva spinge lo stesso Governatore
Ehrlich ad assicurare che affrontera' con prudenza il delicato problema
della pena di morte. Egli ha promesso che esaminera' con attenzione i casi
capitali. Ci domandiamo che cosa di positivo potra' scaturire da questo esame.


6) I CONSERVATORI OSTACOLANO IL DECLINO DELLA  PENA CAPITALE

A fine anno in America si fa il bilancio sulla pena di morte. Leggiamo
alcuni dati: se non fosse per l'attiva contrapposizione degli stati, delle
classi e degli individui piu' conservatori, la pena di morte negli USA
sarebbe in forte declino.
   Nel 2002 sono avvenute 71 esecuzioni capitali negli Stati Uniti (di cui
33 in Texas e 7 in Oklahoma), numero da confrontare con le 66 esecuzioni
del 2001 (di cui 18 in Oklahoma e 17 in Texas) e con le 85 esecuzioni del
2000  (di cui 40 in Texas e 11 in Oklahoma) e le 98 del 1999 (di cui 35 in
Texas e 6 in Oklahoma). Se togliamo le esecuzioni avvenute in Texas e in
Oklahoma, stati ultra conservatori per quanto riguarda l'applicazione della
pena capitale, notiamo una netta diminuzione rispetto al picco di  57
esecuzioni del 1999: ne abbiamo infatti 34 nel 2000 e 31 in ciascuno degli
ultimi due anni.
   Una ancora piu' vistosa diminuzione si e' verificata nel numero di
condanne a morte inflitte negli Stati Uniti: dalle 304 del 1998, alle 282
del 1999, 229 del 2000, 155 del 2001 (ultimo anno di cui si e' calcolato il
dato complessivo). Cio' dimostra una maggiore cautela dell'accusa nel
chiedere la pena di morte e una maggiore resistenza delle giurie
nell'infliggerla.
   Nella pubblica opinione americana, i favorevoli alla pena di morte sono
scesi da oltre l'80% di 10 anni fa a meno del 68% di oggi. La totale
fiducia degli americani nella correttezza del sistema della pena di morte
e' stata profondamente scossa negli ultimi anni: ormai la maggioranza dei
cittadini e' convinta che vengano 'giustiziati' un certo numero di
innocenti. In contrasto con la pratica degli stati piu' retrivi, e
dell'impasse della Corte Suprema federale bloccata dai cinque giudici piu'
conservatori, il 70% dei cittadini americani vorrebbe che fosse proibita
l'inflizione della pena capitale ai minorenni.
   La vittoria dei candidati repubblicani piu' conservatori alla cariche
politiche, amministrative e giudiziarie nelle elezioni del 5 novembre e'
suscettibile di frenare il processo abolizionista la cui tendenza di fondo
sembra comunque chiara ed inarrestabile.


7) SOSPESA L'ESECUZIONE DI RONALD FOSTER IN MISSISSIPPI

Ronald Chris Foster, un afro-americano minorenne all'epoca del crimine da
lui commesso, affetto da ritardo mentale, vittima di eventi traumatici
durante l'infanzia, sprovvisto di una difesa legale decente nel periodo in
cui fu inquisito e condannato a morte, doveva essere 'giustiziato' in
Mississippi l'8 gennaio (v. n. 102). Tuttavia il Governatore Musgrove,
fatto oggetto di messaggi e raccomandazioni provenienti da tutto il mondo,
ha ritenuto di dover intervenire e il 6 gennaio ha sospeso l'esecuzione.
   Da piu' di un secolo in Mississippi non si verificava l'intervento del
Governatore in un caso capitale e l'iniziativa di Ronnie Musgrove e' stata
definita 'coraggiosa e impopolare'.
   Musgrove ha dichiarato di voler attendere che la Corte Suprema federale
e la Corte Suprema dello stato si pronuncino di nuovo sull'ammissibilita'
della pena di morte per i minorenni e valutino l'entita' del ritardo
mentale di Foster. In particolare la Corte Suprema federale deve decidere
se intervenire nel caso di Scott Hain dell'Oklahoma che aveva 17 anni al
momento del crimine. Ricordiamo che in dicembre la stessa corte si era
rifiutata di esaminare il ricorso di Foster anch'esso basato
sull'ammissibilita' della pena capitale per i minorenni.
   La sorella di Ronald ha urlato: "Grazie, Gesu'!" e "Alleluia" quando ha
appreso la decisione del Governatore. "Sono felice - ha aggiunto - le
parole non possono esprimerlo." La madre ha rivolto un ringraziamento a
tutti quelli che lo hanno aiutato.
   Anche se rimane una grande incertezza sulla sorte di questo
afro-americano, che potrebbe essere l'ultimo minorenne all'epoca del
crimine ad essere 'giustiziato' negli USA, possiamo rallegrarci che i
nostri appelli abbiano fermato l'esecuzione e posto di nuovo il problema
dell'inflizione della pena di morte ai minorenni. Grazie ai lettori del
bollettino che hanno firmato la petizione in favore di Ronald!


8) APPELLO PER LA SALVEZZA DI GREGORY VAN ALSTYNE

La data programmata per l'esecuzione capitale in Texas di Gregory Van
Alstyne, un afro-americano di 36 anni, e' il 18 febbraio prossimo. Gregory
ha degli amici in Italia. Questi amici si stanno mobilitando per cercare di
strapparlo dalle mani del boia.
   Quest'uomo suscita compassione e una sorta di tenerezza che deriva dalla
sua quasi totale incapacita' di difendersi e dalla sua ingenuita'. La
storia di Gregory ricalca tristemente quella di tanti altri esseri umani
provenienti dai ghetti neri e dagli ambienti piu' poveri degli stati del
Sud: nell'infanzia subi' continui abusi sessuali da parte del padre, fu
travolto da un'auto e poco tempo dopo colpito da un fulmine mentre giocava
sotto la pioggia con altri bambini. Tutti questi traumi lesero
inesorabilmente le sue capacita' mentali: Greg non riusci' neppure a
terminare il ciclo delle scuole medie.
   Nel 1990 Gregory Van Alstyne compi', insieme a un altro giovane, Ricky
Dale Allen, un delitto insensato: i due uccisero un fattorino che
consegnava pizze a domicilio. Gli rubarono circa 16 dollari.
    Durante il processo il suo complice si accordo' con l'accusa e
testimonio' contro Greg, sostenendo che fu lui e lui solo a commettere
l'omicidio. In cambio Allen ottenne l'ergastolo anziche' la pena di morte.
Greg sostiene che le cose andarono esattamente al contrario.
   In ogni caso la difesa omise di far presenti le attenuanti costituite
dall'infelice infanzia di Gregory e dalle sue ridotte facolta' mentali.
Alla madre di Gregory non fu permesso di testimoniare in aula e di far
conoscere alla giuria la triste storia dell'infanzia di suo figlio.
   Il delitto imputato a Greg e' certamente gravissimo e insensato, ma cio'
non toglie che la sua vita sia stata tragica e che il susseguirsi di
sofferenze e umiliazioni che ha segnato la sua infanzia abbia influito sul
suo comportamento. Greg ha ucciso per ignoranza e stoltezza, lo stato del
Texas ora lo vuole uccidere per freddo calcolo, interesse politico e lucida
vendetta.
   Dalle lettere di Gregory traspare la paura di un bambino di fronte ad
una oscura minaccia e il tentativo affannoso di aggrapparsi al filo di
speranza rappresentato dal sostegno dei suoi amici lontani.
   Preghiamo i lettori di riprodurre la seguente petizione in due copie, di
completarla con nome, cognome e indirizzo postale completo e inviarla,
possibilmente, ai due destinatari, per posta prioritaria (affrancatura *
0,77) o via fax. Per il solo Governatore e' possibile l'invio dell'appello
tramite sito Web. Scegliete in tal caso come stato il Texas, aggiungendo al
nome della citta' '- Italy'; ZIP=CAP. Compilate dunque i campi al seguente
indirizzo (che deve essere scritto tutto di seguito su una sola riga):
www.governor.state.tx.us/contact%20%20information/email/email_the_governor.htm

(Traduzione della petizione: Caro Governatore, Cari Membri della
Commissione per le Grazie, Gregory Van Alstyne dovra' essere giustiziato il
18 febbraio. Il crimine per il quale fu condannato a morte e' orribile e
insensato, ma Gregory ha sempre sostenuto che a commetterlo sia stato il
suo complice Ricky Dale Allen, che testimonio' contro di lui al processo e
ottenne l'ergastolo anziche' la condanna a morte. Inoltre la vita di
Gregory e' stata sempre triste e umiliante: suo padre abuso' di lui fin
dalla piu' tenera eta' e durante tutta la sua infanzia, egli fu poi
travolto da un'auto e poco dopo colpito da un fulmine. Tutte queste
tremende esperienze influirono pesantemente sul suo sviluppo mentale:
Gregory non riusci' neppure a terminare la scuola media e dovette lasciare
gli studi per la sua incapacita' di apprendere. Al suo processo capitale
ricevette inadeguata difesa legale e la giuria non fu informata del suo
ritardo mentale. A sua madre fu proibito di testimoniare in aula
presentando i fattori mitiganti della sua infanzia abusata.Il crimine di
Gregory e' stato commesso per ignoranza e ritardo mentale, lo stato del
Texas ora vuole ucciderlo in modo lucido e freddo. Proviamo profonda pieta'
per quest'uomo sprovveduto e indifeso e vi supplichiamo pertanto, in nome
della compassione umana, di avere pieta' di lui e di concedergli clemenza
commutando la condanna a morte in ergastolo. Rispettosamente.)  (Grazia)


Governor Rick Perry                  Texas Board of Pardons and Paroles
Attn:Office of General Counsel   Attn: Executive Clemency Section
P.O. Box 12428                        8610 Shoal Creek Blvd
Austin, Texas 78711 - 2428       Austin, Texas 78757
Fax: 001 512 463-1849              Fax: 001 512 463-8120

Dear Governor,  Dear Members of the Board of Pardons and Paroles:
Mr. Gregory Van Alstyne is scheduled to be executed on February 18. The
crime for which he has been condemned to death is horrible and senseless,
but Gregory has always maintained that the true perpetrator was his
co-defendant Ricky Dale Allen, who testified at the trial against him and
got life in prison instead of the death penalty. Gregory's life has been
sad and humiliating: his father abused of him since when he was a baby and
throughout his whole childhood. When he was very young he was run over by a
car and soon after he was struck by a lightning. All these terrible
experiences heavily influenced his mental growth: Gregory could neither end
secondary school and had to stop studying because of his incapability of
apprehending.
At his capital trial he got poor defence counsel and the jury never knew of
his mental retardation. His mother was forbidden to testify in court
introducing the mitigating factors of his abused childhood.
Gregory's crime has been carried out because of ignorance and of mental
retardation; the state of Texas now wants to kill him in a lucid and cold
manner.
We feel deep pity for this unwary and defenceless man and we therefore
heartily beg you, in the name of human compassion, to have mercy of him and
to grant clemency, by commuting his death sentence.
Respectfully

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9) TOGLIAMO DUE TIBETANI DALLE MANI DEL BOIA CINESE

Il 2 dicembre 2002 sono stati condannati a morte, da una Corte Popolare
Intermedia cinese, un monaco buddista e un suo allievo. Si tratta
rispettivamente di Tenzin Deleg Rinpoche (al secolo Ngawang Tashi,
nell'atto d'accusa chiamato A'an Zhaxi) e di Lobsang Dondhup (nell'atto
d'accusa chiamato Luo Rang Deng Zhu), entrambi Tibetani. I due sono stati
accusati di aver fatto esplodere una bomba nella piazza principale del
capoluogo della provincia di Sichuan in Tibet orientale. Il monaco ha
ricevuto la condanna a morte con sospensione di due anni dell'esecuzione,
mentre il suo allievo e' stato condannato a morte con esecuzione immediata
della sentenza (che per fortuna non ha ancora avuto luogo in quanto c'e'
stato un ricorso in appello e un'immediata reazione in ambito internazionale).
   A quanto ci e' dato di sapere, essi sono stati incriminati e condannati
praticamente senza alcuna prova. Sembra infatti che qualcuno abbia soltanto
visto Lobsang Dondhup lasciare velocemente la piazza prima dell'esplosione.
   Si afferma inoltre che entrambi i condannati abbiano partecipato ad
altri attacchi in due province cinesi in Tibet, ma nessuna vera
testimonianza o prova materiale li lega a tutti questi episodi. Cio' che
invece si sa per certo e' che il monaco Tenzin Deleg Rinpoche e' da molti
anni un fautore della rinascita spirituale del suo paese, e gli viene ora
fatta scontare, in questo modo crudele, la sua immensa popolarita' e la sua
incrollabile fedelta' al Dalai Lama, apertamente confessata in molte
occasioni. Da anni egli e' tenuto d'occhio dalla polizia cinese per il suo
rifiuto di riconoscere il falso Panchem Lama voluto da Pechino e per
essersi sempre prodigato in favore della popolazione locale. Egli aveva
gia' subito minacce di arresto in precedenza, e sembra, a quanto affermato
anche dai giornali locali, che la sua colpevolezza fosse gia' implicita
prima del processo. Nella contea dove avrebbe avuto luogo il processo, la
prefettura ha lanciato una campagna affinche' fosse chiaro a tutti che
chiunque avesse pronunciato una parola in favore del monaco, sarebbe stato
a sua volta trattato come un criminale.
   Da quando e' cominciata la cosiddetta "guerra al terrorismo", i
dirigenti  cinesi, come hanno fatto molti altri governi, hanno cercato di
approfittare della situazione per identificare, agli occhi dell'opinione
pubblica, il "separatismo etnico" con il "terrorismo", facilitando misure
di oppressione ancora piu' gravose ai danni delle minoranze e delle
popolazioni soggiogate.
   Questa duplice condanna a morte non deve essere lasciata passare
inosservata. Tutti coloro che hanno a cuore i diritti umani,
indipendentemente da motivazioni politiche, religiose o razziali, devono
levare la loro voce per sollecitare un'immediata revisione del caso e
l'annullamento delle sentenze capitali.
   Ci sono molti modi per aiutare queste persone. Nel sito
http://www.italiatibet.org si possono trovare diversi appelli da
indirizzare alle autorita' cinesi, oppure al Presidente Bush, o all'Unione
Europea.
   Qui appresso vi proponiamo un appello diretto al Governatore della
provincia in cui si e' svolto il processo ed e' stata comminata la
condanna. Riproducete il seguente testo e inviatelo, debitamente completato
con i vostri nomi, cognomi e indirizzi postali completi, all'Ambasciata
Cinese in Italia.

(Tradizione della petizione: Caro Governatore e Autorita', siamo molto
preoccupati per i recenti articoli che riguardano due prigionieri politici
tibetani: Luo Rang Deng Zhu, condannato a morte immediata, e A'an Zhaxi,
condannato a morte con sospensione dell'esecuzione per due anni. Si afferma
che entrambi abbiano responsabilita' nell'esplosione di una bomba che ebbe
luogo il 3 aprile 2002, nella piazza centrale di Chengdu, nonostante fonti
interpellate presenti nell'area non siano state in grado di confermare la
loro responsabilita'. Insistiamo rispettosamente perche' il Governo Cinese
riconsideri la sua politica riguardo alla pena di morte e, in questo caso
particolare, perche' si accerti che le informazioni su questo crimine
specifico non fossero contaminate. La comunita' internazionale (e in
particolare l'Europa) considera la Cina come una grande nazione che puo'
avere rapporti profondi con il mondo occidentale. Dobbiamo avere fiducia
nella disponibilita', da parte del governo cinese, al dialogo e alla
democrazia. Questo testo sara' inviato a tutte le Autorita' del mondo che
possano collaborare per aprire al dialogo sul problema che sorge riguardo
alla pena di morte, non soltanto nel caso specifico della Cina.
Sinceramente.)  (Grazia)


S. E. l'Ambasciatore  della Repubblica Popolare Cinese
Via Bruxelles, 56 - 00198 Roma
Fax: 06 85352891

Please forward this message to the:  Acting Governor of the Sichuan
Provincial People's Government - Zhang Zhongwei Daishengzhang -
Sichuansheng Renmin Zhengfu - Duyuanjie - Chengdushi -Sichuansheng

Dear Governor, Dear Authorities
We are deeply concerned by recent reports regarding two Tibetan political
prisoners: Luo Rang Deng Zhu, who was sentenced to immediate death, and
A'an Zhaxi, who was sentenced to death with suspension of two years.
Both were allegedly involved in a bomb blast that took place on April 3,
2002, in the Chengdu city square, however sources in the area were not able
to confirm who was responsible.
We respectfully urge the Chinese Government to reconsider its policy about
death punishment and, in this particular case, to make sure the information
about the specific crime were not tainted.
The international community (and Europe specifically) looks at China as a
great nation which can have deep relations with the Western world. We need
to have faith in the will of China government towards dialogue and democracy.
This text will be sent to all Authorities around the world which can
collaborate in opening a dialogue about all the issues which arise around
death penalty, not only in China specific case.
Sincerely


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10) PETIZIONE IN FAVORE WALANZO SHABAKA

La socia Rosanna Ceroni ci ha inviato il seguente appello in favore di
Walanzo Robinson, un afro-americano condannato a morte in Oklahoma nel
1990. Walanzo nel braccio della morte ha percorso un impegnativo percorso
di riabilitazione. Ha ritrovato una dignita' umana, sociale e politica,  ha
assunto il nome "Shabaka" ed e' diventato "ministro" laico della  religione
islamica.  (Vedi in Internet il sito http://ccadp.org/walanzoshabaka.htm ).
Conclusosi l'iter giudiziario, si approssima il momento in cui verra'
fissata la data della sua esecuzione. Le residue speranze di Walanzo di
sfuggire all'iniezione letale sono riposte in un provvedimento di clemenza
del Governatore dell'Oklahoma.
   Preghiamo pertanto i lettori di riprodurre, firmare e far firmare la
petizione ed inviarla a Paddy, un sostenitore scozzese di Walanzo Shabaka:
Mr. Paddy Carstairs - 18 Lothian Terrace - Newtongrange - MIDLOTHIAN, EH
224OL. Scotland  U.K. Raccomandiamo ai firmatari di indicare chiaramente i
propri dati: nome, cognome e indirizzo postale completo. (L'affrancatura
per posta prioritaria per l'Inghilterra e' uguale a quella per l'Italia.)
   (Traduzione della petizione: Caro Governatore Henry, noi sottoscritti la
preghiamo con forza di verificare le dichiarazioni di innocenza del Min.
Walanzo Shabaka e di fermare la sua esecuzione. Crediamo che questo sia
necessario per le seguenti ragioni: Il Min. Shabaka fu condannato senza
prove fisiche o reperti forensi. La maggior parte delle testimonianze al
suo processo furono contraddittorie e fortemente inaffidabili. La difesa
legale che egli ricevette nel processo e nei successivi appelli non fu
competente. Un avvocato con esperienza significativa nei casi capitali ha
esaminato gli atti processuali ed ha giurato in una dichiarazione scritta
che l'opera dell'avvocato d'ufficio durante il processo fu
professionalmente irragionevole e legalmente inefficace. Per queste ragioni
la preghiamo di fermare l'esecuzione di Walanzo Shabaka, di verificare le
sue dichiarazioni di innocenza e di prevenire l'esecuzione di un uomo
innocente. Rispettosamente.)


The Hon. Brad Henry
Governor of Oklahoma
Oklahoma City - USA

Dear Governor Henry
We, the undersigned, strongly urge you to halt the execution of Min.
Walanzo Shabaka (formerly Robinson) and investigate his claims of
innocence. We believe such action is necessary for the following reasons:
- Min. Shabaka was convicted without any physical or forensic evidence.
- Much of the witness testimony at his trial was contradictory and highly
unreliable.
- The legal representation he received at his trial and post conviction
appeals was not competent. An attorney with significant experience of
capital cases and appeals has examined the transcripts of the trial of
Walanzo Shabaka, and stated in affidavit that the performance of Walanzo's
court appointed trial counsel was professionally unreasonable and legally
ineffective.
For these reasons we urge you to halt the execution of Walanzo Shabaka, to
investigate his claim of innocence, and to stop an innocent man from going
to the Execution Chamber.
Respectfully


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11) GRAVE SCONFITTA LEGALE PER PHILIP WORKMAN

Il 30 dicembre la Corte criminale di Appello del Tennessee ha confermato la
decisione del Giudice John Colton della Contea di Shelby di negare un nuovo
processo a Philip Workman. L'Ufficio della Procura generale dello stato
continua a premere per ottenere l'esecuzione del condannato ma l'avvocato
difensore Robert Hutton intende ancora appellarsi alla Corte Suprema del
Tennessee.
   Ricordiamo che il Comitato Paul Rougeau si e' impegnato intensamente
nella campagna per salvare Philip Workman dall'iniezione letale fin dal
2000. A quell'epoca non erano ancora riprese le esecuzioni in Tennessee e
si sperava di evitare che ricominciassero. Poi il 16 aprile del 2000 fu
'giustiziato' Robert Coe, il cui caso era per cosi' dire sfuggito
all'attenzione degli abolizionisti.
   Workman, che ammette di aver sparato durante una rapina nel 1981, nega
di aver esploso il  colpo che uccise il poliziotto Ronald Oliver. Recenti
investigazioni hanno portato alla scoperta di un esame radiografico che
escluderebbe che il colpo che ha ucciso Oliver sia stato sparato dall'arma
del condannato, inoltre un testimone che accuso' Workman nel corso del
processo ha nel frattempo ritrattato.
   Nel gennaio 2001 Workman ricevette uno 'stay' quattro giorni prima della
data fissata per l'esecuzione. Il 30 marzo dello stesso anno egli giunse a
43 minuti dall'iniezione letale quando la Corte Suprema del Tennessee
ordino' l'esame delle nuove prove a discarico (v. n.  85). Philip Workman
dichiaro' che la fissazione delle date di esecuzione e le successive
sospensioni costituivano una 'punizione crudele ed inusuale'. Le udienze
per la discussione delle nuove prove si tennero tra agosto e novembre del
2001. Nel gennaio 2002 il Giudice John Colton sentenzio' che le
argomentazioni presentate non si potevano considerare 'nuove prove' e nego'
a Workman un nuovo processo (v. n. 94).


12) BLOCCATO L'ATTACCO DELL'ARIZONA CONTRO I PEN PAL

All'inizio del 2000, su richiesta di alcuni parenti delle vittime del
crimine, il Parlamento dell'Arizona approvo' rapidamente la legge 2376 che
proibiva ai detenuti qualsiasi contatto indiretto con Internet. Si voleva,
in sostanza, che scomparissero dai siti abolizionisti le pagine dedicate ai
condannati a morte e le loro richieste di avere dei corrispondenti dal
mondo esterno (v. n. 74). Le difficolta' pratiche di tradurre in pratica la
legge cosi' come la sensazione che la legge fosse intrinsecamente
incostituzionale hanno fatto in modo che nulla accadesse nell'immediato e
fino a maggio dell'anno scorso quando una speciale squadra investigativa
dell'Amministrazione carceraria ha cominciato ad esplorare i siti Web per
rilevare i nomi dei detenuti dell'Arizona che vi erano in qualche modo
citati. Sono poi partite delle comunicazioni perentorie ai carcerati in cui
si ingiungeva - dettando anche la formula giuridicamente piu' opportuna -
di scrivere ai titolari dei siti per ottenere l'immediata rimozione delle
informazioni 'on line' che li riguardavano. Se le informazioni non fossero
state rimosse dai gestori dei siti, pesanti conseguenze disciplinari e
penali sarebbero ricadute non sui gestori ma sui detenuti (v. n. 98).
   La Coalizione Canadese Contro la Pena di Morte (CCADP) che svolge un
colossale lavoro in Internet in favore dei condannati a morte (non solo
americani) ha prontamente reagito alleandosi con due associazioni
abolizioniste statunitensi e con l'autorevole Unione Americana per le
Liberta' Civili (ACLU). Queste associazioni, dopo aver inutilmente messo in
mora l'Amministrazione carceraria, nel mese di luglio l'hanno citata in
giudizio davanti ad una corte federale.
   Il 16 dicembre il Giudice distrettuale Earl Carroll ha ordinato
all'Arizona di sospendere la legge 2376 e, di conseguenza, le punizioni nei
confronti dei detenuti inadempienti. L'Amministrazione carceraria ha
reagito all'ordinanza del giudice Carroll dichiarando che, in attesa della
decisione finale sulla questione, essa non avrebbe distrutto i fascicoli di
accusa redatti per 53 detenuti che hanno violato la legge 2376. Il Capo
staff delle Prigioni Gary Phelps ha fatto presente che la legge 2376 e'
necessaria poiche' i detenuti usano Internet per frodare il pubblico,
contattare minorenni o addirittura pianificare evasioni (!). "I prigionieri
non possono essere puniti per il fatto di rendere pubbliche le loro
proteste di innocenza." Dichiara Abe Bonowitz, direttore di una delle
associazioni abolizioniste ricorrenti. "La decisione di oggi e' una
grandissima vittoria per i diritti civili e per la liberta' di parola. E
non solo per i prigionieri. Essa e' un bene per tutti." I critici del
provvedimento di Earl Carroll lo hanno definito un dono natalizio
anticipato per i peggiori delinquenti rinchiusi nelle prigioni dell'Arizona.


13) CHIUDIAMO IL DIBATTITO SU ESCRIVA' DE BALAGUER

La pubblicazione dell'articolo di Christian "Preoccupazioni di un apolitico
riguardo ad una canonizzazione" nel numero 102 ha suscitato, dopo quella di
Mila, anche la netta protesta di Candida Berti, da anni nostra fedele
socia. In alcune telefonate e in una nota scritta, Candida in sostanza
rileva nel pezzo scritto da Christian una ben precisa impostazione
ideologica che ha portato "all'eliminazione del dissenso, a costo della
vita, di una moltitudine di persone." Secondo Candida l'articolo  travalica
i limiti posti dallo scopo statutario del Comitato e puo' portare ad un
turbamento delle coscienze dei cattolici che fanno parte della nostra
associazione: "Io, nel dichiararmi cristiana, non ho che da accettare cio'
che la somma autorita' del Papa ha determinato."
    Dopo aver reso nota anche l'opinione di Candida, chiudiamo qui la
discussione. Come suggerisce l'amica Mila, riproponiamo ai lettori che
vogliono sentire 'l'altra campana' di leggere il libro di Vittorio Messori
citato da Christian: "Opus Dei: un'indagine" - Ed. Mondadori.


14) NOTIZIARIO

Alabama. Prima ingiusta esecuzione con l'iniezione letale. Il 13 dicembre
e' stato ucciso in Alabama, con il nuovo metodo dell'iniezione letale,
Anthony Keith Johnson. Il 10 maggio lo aveva preceduto nella camera della
morte Lynda Block che fini' sulla sedia elettrica. Nel 1984 Johnson aveva
partecipato ad una rapina in cui fu ucciso un gioielliere. Non fu lui a
sparare al gioielliere ed anzi fu ferito da quest'ultimo. La giuria aveva
chiesto il carcere a vita per Johnson ma il giudice aveva imposto la pena
di morte. Alcuni dei partecipanti alla rapina non furono neanche processati.

Congo. Trenta condanne a morte comminate da un tribunale speciale. Delle
135 persone processate in Congo in dicembre dalla Corte speciale militare
istituita dopo l'uccisione del presidente Laurent-Desire' Kabila, senza le
garanzie minime di difesa legale e di pubblicita' delle udienze, trenta
sono state condannate a morte e, secondo attendibili testimonianze, 15
sarebbero state 'giustiziate' il 6 gennaio. Le esecuzioni interrompono una
moratoria che era stata istituita nel 1997 su richiesta dell'Alto
Commissario dell'ONU per i Diritti Umani. Le autorita' dicono di non saper
nulla delle esecuzioni.

Iran. Abolita la lapidazione? Secondo notizie di stampa del 26 dicembre il
metodo della lapidazione per eseguire le condanne a morte sarebbe stato
almeno temporaneamente messo da parte in Iran per venire incontro alle
preoccupazioni dell'Unione Europea in vista di un accordo commerciale.

Pennsylvania. Processato due volte finisce condannato a morte. Con 5 voti
contro 4 la Corte Suprema federale il 14 gennaio ha confermato la condanna
a morte di David Sattazahn che, ricorrendo contro una condanna al carcere a
vita, ottenuto un nuovo processo, si e' visto condannare a morte.

Texas. Nuovo sforzo per riformare il sistema della pena capitale. I
parlamentari piu' evoluti del Texas hanno dichiarato il 6 gennaio di voler
riprendere nella prossima sessione legislativa il processo di riforma del
sistema della pena di morte che comincio' nel 1998, subito dopo la
dipartita del governatore George Bush. Le riforme furono inizialmente
appoggiate dal nuovo governatore Rick Perry che presto cambio'
atteggiamento rassomigliando sempre di piu' al suo illustre predecessore.
Le riforme annunciate includono la possibilita' di condannare all'ergastolo
come alternativa alla pena di morte, la proibizione di condannare a morte i
ritardati mentali e i minorenni, il miglioramento della difesa legale
d'ufficio. Le proposte di riforma hanno gia' suscitato una rabbiosa
reazione negli ambienti piu' conservatori.

Texas. In pericolo i conti correnti dei condannati a morte. I parenti del
poliziotto Barrett Hill, che fu ucciso da Robert Gene Will II, ora detenuto
nel braccio della morte del Texas, hanno chiesto in dicembre un indennizzo
di 10 milioni di dollari all'assassino del loro congiunto e ottenuto un
blocco provvisorio del conto di Will presso l'Amministrazione carceraria.
In attesa della definizione della causa, gli avvocati del condannato hanno
ottenuto lo sblocco del conto il 3 gennaio. I parenti dell'assassinato
hanno protestato in lacrime contro la decisione della giudice Tony Lindsay
la quale ha osservato che sbloccare 25 o 50 dollari non poteva arrecare un
apprezzabile danno ai ricorrenti. In una conferenza stampa la vedova di
Barrett Hill, volendo impedire al condannato di comprare allo spaccio del
carcere beni di conforto come canditi o crema da barba, ha dichiarato:
"Siamo stufi che a loro venga riconosciuto ogni diritto e niente a noi
famiglie delle vittime." Sono pendenti altri casi del genere.

Usa. Si profilano pericolose sostituzioni nella Corte Suprema federale.
Secondo un articolo del Washington Post del 26 dicembre, i collaboratori
del presidente Bush starebbero gia' vagliando attentamente le possibili
sostituzioni di uno o piu' giudici della Corte Suprema federale che
potrebbero ritirarsi entro l'anno. Si prevede il ritiro di almeno un
giudice entro giugno. I giudici della Corte Suprema USA vengono nominati a
vita dal Presidente e  la loro nomina deve essere ratificata dal Senato.
Ora che Bush e' riuscito nell'intento di assicurarsi una maggioranza
favorevole al Senato nelle elezioni del 5 novembre, si teme che possano
essere scelti esponenti ultra conservatori fedeli alla Casa Bianca, con il
rischio di una ulteriore involuzione delle liberta' civili e dei diritti
umani negli Stati Uniti.

Virginia. Si vuole arrivare all'esecuzione di entrambi i cecchini. Sono
imprigionati in Virginia i due cecchini che - nel clima alterato della
"guerra al terrorismo" - imperversarono in tre stati USA nel mese di
ottobre uccidendo a caso chi aveva la sfortuna di capitargli a tiro.  In
Virginia le leggi riguardanti la pena di morte sono le  piu' severe e
consentono di condannare all'iniezione letale anche il diciassettenne John
Lee Malvo. Il processo capitale per l'adulto John Muhammad comincera' il 14
ottobre 2003 e durera' 8 settimane. Il giudice Leroy Millette ha molto
opportunamente accolto la richiesta fatta sia dall'accusa che dalla difesa
di vietare la trasmissione in diretta TV del processo. Il 14 gennaio si e'
tenuta l'udienza preliminare per Malvo in cui si e' deciso che egli potra'
essere processato 'come un adulto' e condannato a morte.

Yemen. Condanna alla lapidazione per un'adultera. Amnesty International ha
reso noto in un'azione urgente il 19 dicembre che una coppia di adulteri e'
stata condannata nello Yemen e che le condanne sono state confermate in
appello il 22 settembre 2001. Le sentenze pendono ora presso la Corte
Suprema. Mentre l'uomo, Naji Hizam 'Abdullah, e' stato condannato a 100
frustate,  Layla Radman 'A'esh e' stata condannata a morte per lapidazione.


ADERISCI AL COMITATO !!!

Il Comitato Paul Rougeau riesce ad aiutare e sostenere i condannati a
morte, ad organizzare iniziative e a promuovere la cultura abolizionista
solo grazie all'azione dei suoi aderenti. Per migliorare il nostro lavoro
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Socio Ordinario                       	E  25
Socio Sostenitore                     	E  50
Socio Giovanile (fino a 18 anni o a 26 anni se studente)   E  15
Abbonamento al bollettino cartaceo (non soci)          	E  15
L'edizione e-mail del bollettino e' gratuita per soci e simpatizzanti,
richiedetela a: prougeau@tin.it
Per aderire al Comitato Paul Rougeau scrivici una lettera (o un e-mail a
prougeau@tin.it) con una  breve autopresentazione e con tuoi dati:
indirizzo, numero di telefono e, se posseduto, indirizzo e-mail.
Le quote associative devono essere versate sul  c.c.p. n.  45648003,
intestato a:
Comitato Paul Rougeau, Viale Pubblico Passeggio 46, 29100 Piacenza,
specificando la causale.
Responsabile dei contatti con i soci e' Loredana Giannini (Tel. 055 485059).
Il nostro indirizzo postale e': Comitato Paul Rougeau C.P. 11035, 00141
Roma Montesacro.

Dalla redazione: il Foglio di collegamento di norma viene preparato nella
prima quindicina di ogni mese.  Pertanto chi vuole far pubblicare articoli,
appelli, notizie, comunicati, iniziative, lettere o riflessioni  personali
deve far pervenire i testi per posta in tempo utile o inviare un mail a
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Questo numero e' stato chiuso il 15 gennaio 2003