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(Fwd) comunicato stampa urgente




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From:           	"Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia" <uiki.onlus@tin.it>
To:             	<Undisclosed-Recipient:;>
Subject:        	comunicato stampa urgente
Date sent:      	Mon, 20 Jan 2003 15:38:24 +0100




UIKI - Onlus

Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia





 Di nuovo il pericolo si abbatte sul Kurdistan 


Ai passi di pace che negli ultimi 4 anni la parte kurda ha proposto,
il governo turco vuole rispondere con la guerra. 

I kurdi continuano a manifestare nelle piazze contro l'isolamento e la
guerra in Kurdistan



Il governo turco, sempre più vicino alla sua adesione all'Unione
Europea, dichiara di aver svolto cambiamenti nel sistema statale, ma
in realtà la pratica dimostra che sta facendo il contrario.

Nelle ultime settimane e giorni ha cominciato nuovamente a colpire i
kurdi nelle persone del loro presidente e dei guerriglieri. 

Dal 27 novembre del 2002 non si hanno notizie del presidente Ocalan
perché gli avvocati non hanno potuto incontrarlo.  Gli avvocati hanno
pubblicamente espresso la propria preoccupazione circa la vita e la
salute del loro assistito denunciando le gravi condizioni di
isolamento. Hanno infatti chiesto al Ministro della giustizia e al
governo turco di fare chiarezza, ma non hanno ottenuto alcuna risposta
a riguardo.

Questa situazione ha innescato nella popolazione kurda in Kurdistan e
nel mondo paura circa il destino del loro presidente, chiave della
risoluzione della questione kurda e simbolo dell'unione fra i kurdi.

Lo stato di isolamento in cui Abdullah Ocalan è detenuto viene
percepito dai kurdi come il proprio isolamento dal mondo. Per questo
hanno avviato azioni democratiche di protesta in Kurdistan e in ogni
luogo in cui si trovano, tra cui l'Italia da cinque giorni manifestano
davanti le rappresentanze diplomatiche coinvolte, per dimostrare la
loro grande ansia.

L'esercito turco ha intrapreso nuove operazioni militari sulle
montagne kurde contro le forze del KADEK, assestate in posizione di
difesa da ormai quasi quattro anni, per annientarle. Il 15 gennaio
scorso i militari turchi hanno infatti colpito un piccolo gruppo di
guerriglieri situato sulle montagne nei pressi di Diyarbakir e mentre
altri sono stati attaccati in un'area di confine con l'Iran. 

Questo nuovo attacco potrebbe significare una nuova guerra contro i
kurdi. Le intenzioni del governo turco sono quelle di coinvolgere il
KADEK in una nuova situazione di guerra e di alzare la tensione in
Kurdistan. 

I kurdi rifiutano questa guerra come qualsiasi altra perché nessuna
guerra può essere strumento di risoluzione per i popoli. Il conflitto
che incombe sul suolo iracheno, viene utilizzato ogni giorno dal
governo turco per ammassare truppe, armamenti e mezzi nel Kurdistan
meridionale, in modo da occuparlo militarmente avviando così
reiterando gli scontri con le forze del KADEK. 

Chiamiamo l'opinione pubblica democratica, le organizzazioni della
società civile e le istituzioni italiane a fare qualcosa di concreto
prendendo una chiara posizione a riguardo, proteggendo così i diritti
dei kurdi e del loro presidente Ocalan, condannando l'occupazione
militare che l'esercito turco sta portando avanti nel Kurdistan
meridionale, senza farsi ingannare dai biechi giochi dei guerrafondai
turchi.   

 Roma, 20 gennaio 2003 



Via Quintino Sella 41, 00187 Roma    

Tel. 0642013576   Fax. 0642013799  

 Email: uiki.onlus@tin.it


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