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INDULTO: LO CHIEDONO INSIEME SINDACATI SETTORE E DETENUTI



INDULTO: LO CHIEDONO INSIEME SINDACATI SETTORE E DETENUTI

SOTTOSEGRETARIO VIETTI RIBADISCE APPOGGIO PERSONALE (ANSA) - ROMA, 4 DIC -
L' indulto ''come precondizione necessaria per avviare quelle misure
strutturali'' per garantire ''vivibilita' nelle carceri, dignita'
professionale agli operatori, recupero e reinserimento '' dei detenuti. E'
quanto si legge in un documento firmato questa sera dai sindacati della
giustizia, confederali e autonomi, da Sergio Cusani e Sergio Segio in
rappresentanza delle associazioni dei detenuti, alla presenza del
sottosegretario alla giustizia Michele Vietti, che ha ribadito il proprio
appoggio personale all' iniziative ''perche' non si lasci cadere l' appello
del papa per un gesto di clemenza'' per i detenuti. ''E' passato un mese
dalle parole che il papa ha pronunciato davanti tutti i parlamentari - si
legge tra l' altro nel documento - parole nette e inequivoche. Il pontefice
ha parlato della necessita' del recupero e del reinserimento dei detenuti e
di una riduzione delle pene. Parole accolte da un forte, prolungato e
corale applauso dei parlamentari. Quelle parole e quell' applauso hanno
riacceso concrete speranze nella popolazione detenuta, speranze che non
sarebbe giusto ne' saggio deludere nuovamente. Il nostro appello e' che si
facciano presto questi passi necessari, trovando la coesione politica
necessaria, e si apra cosi' un percorso nuovo,dando risposta alle legittime
attese di chi vive e di chi lavora nelle carceri''. ''Sarebbe un errore
lasciare cadere le parole del papa - ha detto il sottosegretario Vietti - e
la mia solidarieta' , personale, va a chi ha firmato il documento,
significativamente operatori e detenuti insieme. Il gesto di clemenza deve
essere un punto di partenza, non un alibi per non parlare piu' dei problemi
delle carceri e della giustizia. Liberati da questo fardello, saremo piu'
liberi di affrontare i problemi di chi dal carcere esce, e quindi il
recupero, di chi ci rimane, e quindi le condizioni di vivibilita', e di chi
in carcere entrera'.Ragionare sulla clemenza significa cominciare bene
nelle riforme sulla giustizia''. ''Tutti insieme perche' a tutti sta a
cuore il problema delle carceri - ha detto Federici della
Cisl-Fps-giustizia - e l' indulto deve essere accompagnato da misure per il
recupero e il reiserimento dei detenuti''. ''Parliamo anche di amnistia -
ha ribadito Capece del Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria -
per decongestionare le carceri. In Italia ci sono 55mila detenuti in
carcere e 30 mila all' area esterna, cerchiamo di invertire i numeri''.
''Il sistema e' al collasso - ha sostenuto il rappresentante della
Uilpa-penitenziari - l' indulto deve essere una occasione non solo per
sfollare gli istituti ma anche per far ripartire il sistema, altrimenti
sara' tutto velleitario''. ''L' indulto non puo' che essere una
precondizione - ha aggiunto Rossetti della Cgil-Fp - per intervenire con
riforme strutturali, per il recupero del detenuto e rivedendo il sistema
della pena''. ''E' un incontro di grande significato - ha affermato Sergio
Segio - tappa di un percorso cominciato due anni fa, con tre punti
qualificanti: indulto; amnistia; piano di recupero dei detenuti'' E Cusani
ha ribadito che ''non puo' essere un traguardo, ma il punto di partenza per
un bel percorso. E penso per esempio ad un incontro pubblico con tutti gli
operatori del settore per riflettere a cosa fare delle carceri. Se si fara'
l' indulto, seguira' un periodo di calma, durante il quale si potranno
affrontare i problemi seriamente''.(ANSA). CAV