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Un'escursione nel Mondo Orwell



Un'escursione nel Mondo Orwell

Tranquillanti contro i manifestanti negli USA
Uno studio del Pentagono analizza la possibilità di utilizzare
tranquillanti nelle manifestazioni di piazza. In un rapporto dell'US-Joint
Non-Lethal Weapons Directorate (il Direttorato per l'uso di armi non letali
del Pentagono) - reso pubblico dal Sunshine project, un piccolo watchdog
group che si occupa di armi non convenzionali - si prospetta l'impiego su
larga scala di psicofarmaci per operazioni di ordine pubblico.

Obiettivo della ricerca, svolta dalla Pennsylvania State University, é
stato quello di valutare mezzi di somministrazione, indicazioni e
controindicazioni all'uso di sostanze ad azione psicotropa, per "gestire"
dimostrazioni di piazza, rivolte carcerarie e la neutralizzazione di
individui pericolosi in genere. Tra le sostanze prese in considerazione ci
sono ansiolitici come valium e roipnol, oppioidi come il potente fentanyl,
droghe ricreative come la cosidetta "liquid ecstasy", antidepressivi a
rapida azione, ma anche farmaci esclusi dalla farmacopea ufficiale perché
giudicati troppo pericolosi o sostanze di uso veterinario come il
carfentanil, un anestetico di ampia potenza usato dai veterinari degli zoo
per stordire animali di grossa taglia. Viene studiato anche l'utilizzo di
cocktail farmacologici, attraverso l'uso di gas irritanti al peperoncino
(pepper gas), noti per la forte capacità di penetrare cute e mucose, e
dunque ottimo veicolo per la penetrazione di sostanze psicotrope come
Valium o Precedex. Per situazioni "croniche" come per esempio nel caso di
detenuti "problematici", lo studio suggerisce, entusiasticamente, l'uso di
cerotti o impianti sottocutanei a lento rilascio, a base di ansiolitici o
antidepressivi.

La maggior parte delle sostanze prese in esame sono, peraltro, ampiamente
note per i potenti effetti collaterali sui centri del respiro e
responsabili dunque, in caso di sovradosaggio, di morte per arresto
respiratorio. Come ogni studente di medicina sa, la somministrazione di un
qualsiasi farmaco richiede un'accurata valutazione e monitoraggio di dosi e
condizioni del paziente. Una dose adeguata per un uomo di mezza età di 70
kg di peso può risultare eccessiva in una ragazza di 45 kg. È tragicamente
facile immaginare cosa potrebbe succedere irrorando alla cieca una folla
composita di dimostranti.

Per i militari USA in Afaganistan: anfetamine e sedativi
Per i militari USA impegnati in Afganistan, invece, la pratica di assumere
psicofarmaci sarebbe non solo ammessa, ma persino caldamente raccomandata,
anzi imposta, dai vertici militari statunitensi. Per chi non è disposto a
prendere le pillole prescritte è prevista l'esclusione dalle missioni. I
piloti tengono una scorta di psicofarmaci nella cabina di pilotaggio.
Quando si teme che la stanchezza faccia diminuire le prestazioni dei piloti
si interviene con il Dexedrine, in dosi da 10 milligrammi, poi - una volta
rientrati alla base - i piloti vengono calmati con sedativi per prendere
sonno ed assumere, spesso nemmeno dodici ore dopo, una nuova dose di
anfetamine per tornare a volare. Gli effetti collaterali di questa dieta
sono sovreccitazione e aumento dell'aggressività. I cosiddetti "errori"
dell'aviazione statunitense in Afganistan sono costati la vita a centinaia
di civili innocenti e sono stati giustificati come banali errori nel
calcolo della mira o come risposte a bombardamenti peraltro inesistenti.
Nel caso del raid che ha fatto strage di invitati ad un banchetto di nozze,
i piloti si giustificarono dicendo di aver semplicemente risposto ad un
attacco partito da terra, mentre la realtà è che scambiarono i petardi
lanciati per festeggiare gli sposi per spari diretti a loro. Questa
reazione esageratamente aggressiva potrebbe essere stata legata all'effetto
degli psicofarmaci. Come nell'episodio dei militari canadesi, morti sotto
il cosiddetto "fuoco amico", che stavano effettuando un'esercitazione e che
sono stati bombardati dai piloti americani convinti di dover fronteggiare
un'offensiva di talebani redivivi. Anche la catena di uxoricidi tra i
reduci dell'Afganistan (rientrati da Kabul, quattro "berretti verdi" hanno
ucciso le mogli, in due casi poi si sono suicidati) trova probabilmente la
propria spiegazione in queste allegre orge chimiche dei militari USA che
avrebbero fatto meglio a rilassarsi con del sano "afghan gold".