Tajikistan: Il regime di Rakhmonov viola i diritti
umani
www.ecquologia.it Dopo la tragedia dell'11 Settembre, il Tajikistan, cosi' come
l'Uzbekistan, il Kirghizistan e il Kazakistan, sono diventati degli alleati
chiave di Washington che ha aumentato l'assistenza militare e il trasferimento
di armi, nonostante le violazioni dei diritti umani perpetrate dai regimi di
questi paesi. Fonte: Amnesty International; Human Rights Watch Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI@inwind.it *************** Se volete ricevere queste news, mandate una email vuota a mailto:econotizie-subscribe@yahoogroups.com e replicate al messaggio di conferma che vi viene inviato *************** 30 Settembre 2002 - Secondo un rapporto di Amnesty International, ogni anno in Tajikistan vengono eseguite condanne a morte segrete dopo processi giudiziari iniqui. Molti dei condannati a morte sostengono di essere stati torturati, mentre i loro familiari non vengono informati sul loro destino ne' sanno se sono vivi o morti. Amnesty e' al corrente di 133 persone arrestate e condannate a morte dal 1998, 29 nei soli primi mesi del 2002. Sette sono state amnistiate negli ultimi 4 anni e 17 giustiziate. Amnesty crede che, in tutta probabilita', anche gli altri sono morti. A causa del segreto che copre le sentenze e le esecuzioni, l'organizzazione suppone che il vero numero e' probabilmente piu' alto. Amnesty International sostiene che il Presidente della repubblica del Tajikistan, Imamali Rakhmanov, sta usando la cosiddetta 'guerra al terrorismo' come pretesto per sistemare le vecchie rivalita' con gli oppositori della guerra civile che colpi' il paese dal 1992 al 1997. La pena di morte e' stata usata anche in casi con nessuna apparente dimensione politica. Nessuno dei prigioniri condannati a morte in Tajikistan ha avuto un processo giudiziario equo, per esempio agli imputati e' stato vietato il diritto ad avere un avvocato, essi sono stati dichiarati colpevoli prima dell'inizio del processo, e le corti hanno ignorato le denunce di tortura. In alcuni casi, i processi sono stati tenuti segreti. Secondo Amnesty, dato che il sistema giudiziario Tajiko non rispetta gli standard internazionali sui processi equi, il rischio che persone innocenti vengano condannate a morte e' estremamente alto. In tutti i casi su cui Amnesty ha raccolto informazioni, le persone condannate a morte sostengono di esser state torturate con feroci percosse; stuprati con manganelli, organi sessuali maschili e altri oggetti; o folgorate nelle orecchie, nelle dita, e nell'ano. Le corti hanno ammesso le confessioni fatte sotto tortura come prove e le hanno usate per condannarli a morte. Le famiglie dei condannanti non sono informate sul destino della persona amata e non hanno il diritto di salutarla prima dell'esecuzione della condanna, ne' possono richiedere il suo corpo per seppellirlo o chiedere dove si trovi il luogo della sepoltura. Secondo Amnesty, i parenti dei prigionieri condannanti a morte subiscono una forma di crudelta' mentale, vicina alla tortura. Il Tajikistan e' la piu' povera delle repubbliche
post-sovietiche. Secondo l'ONU, l'80% della popolazione vive al di sotto della
soglia di poverta'. Tra il 1992 e il 1997 il paese e' stato colpito da una
guerra civile causando la morte di 50,000 persone e lo sfollamento di altre
800,000. Il conflitto vedeva il governo guidato dai
comunisti contrapposto ad una coalizione di gruppi islamisti e
nazionalisti, la UTO (Unione Tajika di Opposizione). Le provincie da cui
provenivano gli oppositori hanno avuto la maggior parte delle perdite di
vite umane a causa dei rastrellamenti etnici condotti dal governo contro i
residenti. Fino al 1998, la UTO godeva dell'appoggio del governo
pre-talebano in Afghanistan, in particolare dal generale Massoud, il quale
era di etnia Tajika. La UTO costrui' campi di addestramento
nell'Afghanistan settentrionale dal quale partivano attacchi militari contro il
Tajikistan.
Nel Settembre 1994, il governo guidato da Rakhmonov e l'UTO
raggiunsero un accordo per il cessate il fuoco monitorato dalle Nazioni Unite.
Un passo avanti nei negoziati si fece dopo la presa di Kabul da parte dei
Taliban nel 1996 che allarmo' i governi dell'Asia Centrale e la Russia che era
il principale mediatore dei negoziati di pace in Tajikistan. Il pericolo che
l'UTO rimanesse nell'Afghanistan Talebano convinse la Russia della necessita' di
accettare una delle principali richieste dell'UTO, cioe' l'integrazione dei
rappresentanti UTO nel governo Tajiko.
Nel 1997, l'UTO e il governo Tajiko firmarono un accordo che
prevedeva l'occupazione da parte dei rappresentanti UTO del 30% delle
cariche di governo. Ma le violenze tra gli ex membri dell'UTO che non
hanno accettato i termini dell'accordo e le truppe governative
continuarono. Alcune parti del paese rimangono ancora oggi sotto il controllo
degli ex guerriglieri UTO che si sono uniti al MIU (Movimento Islamico Uzbeko),
legato ad Al-Qaida, l'organizzazione guidata da Osama Bin Laden. Mentre la
violenza si intensificava, il paese si impoveriva continuamente, la corruzione e
il traffico di droga aumentavano considerevolmente.
Il governo di Rakhmonov e' rimasto in carica in seguito a
brogli elettorali nelle elezioni del 1994, del 1999 e del 2000. Rakhmonov era
praticamente l'unico candidato nelle elezioni presidenziali del 1999. Le
elezioni legislative del 2000 furono monitorate dall'ONU che documento'
l'interferenza dello Stato il quale impedi' ai partiti di opposizione
di candidarsi.
Il Tajikistan e' uno dei pochi paesi dell'area che ha
legalizzato alcuni partiti di carattere religioso. Ma il governo ha arrestato
molti membri del Hizb ut-Tahrir (Partito di Liberazione), un gruppo islamico che
mira alla creazione di un Califfato, cioe' uno stato islamico, tramite mezzi
pacifici. Come in Uzbekistan, le corti giudiziarie Tajike condannano i membri di
questo partito con accuse di incitamento all'odio religioso, distribuzione di
materiale anti-governativo, e di far parte di gruppi illegali.
La liberta' di espressione e' gravemente limitata. Il governo
infatti controlla tutti i media. Le autorita' minacciano di torturare i
giornalisti che criticano il Presidente e le sue scelte politiche.
Dopo la tragedia dell'11 Settembre, il Tajikistan, cosi' come
l'Uzbekistan, il Kirghizistan e il Kazakistan, sono diventati degli alleati
chiave di Washington che ha aumentato l'assistenza militare e il trasferimento
di armi nonostante le violazioni dei diritti umani perpetrate dai regimi di
questi paesi.
Ad esempio, il governo del presidente Akaev in Kirghizistan
continua a dimostrare intolleranza per le oppisizioni politiche, usando le
autorita' giudiziarie per arrestare rivali. Il diritto alla liberta' di
assemblea e' stato violato ripetutamente, come quando nel Marzo 2002 la polizia
ha sparato contro dei manifestanti, uccidendone 5. Allo stesso tempo, il governo
ha intensificato la violenza contro l'Islam indipendente, ricordando i metodi
usati dal governo Karimov in Uzbekistan. Infatti dozzine di musulmani
non-violenti, anche appartenenti al Hizb ut-Tahrir (Partito di
Liberazione), sono stati maltrattati e arrestati. I media indipendenti
hanno liberta' limitata: il governo diffama pubblicamente i giornali che lo
criticano o arresta i giornalisti che diffondono "informazioni false".
Altri articoli sull'Asia Centrale:
-Uzbekistan: Difensore dei diritti umani condannato a 7 anni
di prigione
-Uzbekistan: Due attiviste detenute nell'ospedale
psichiatrico di Tashkent
http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map?action=single&field.joined.id=854&field.joined.singleid=9543
-Armi: USA hanno aumentato aiuti ai paesi che violano diritti
umani
http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map?action=single&field.joined.id=854&field.joined.singleid=1964
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