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Liberato lo studente iraniano Ahmad Batebi




Ahmad Batebi, nel giugno 1999, era uno studente ventunenne 
dell'universita' di Teheran, in Iran; in quei giorni gli studenti 
dell'universita' stavano manifestando in sostegno al giornale 
"Salaam", bandito dal governo per le sue posizioni critiche.
La rappresaglia militare colpi' con ferocia una notte, assalendo gli 
studenti inermi nel dormitorio dell'universita' e provocando numerosi 
feriti e la morte di un ragazzo.

In risposta al gravissimo episodio, gli studenti di 18 citta' 
iraniane lanciarono manifestazioni di protesta e proprio durante una 
di queste manifestazioni un reporter occidentale fotografo' Ahmad 
mentre agitava la maglietta insanguinata di Ezzat, il ragazzo ucciso 
dai miliziani.
La sua foto [1] fece il giro del mondo e venne pubblicata anche sulla 
copertina dell'Economist il 13 luglio 1999. 
La polizia iraniana riconobbe Ahmad grazie alla foto, lo arresto' e 
dopo violenze e torture lo costrinse a confessare. La "Corte 
Rivoluzionaria" lo condanno' a morte dopo un processo segreto; in 
seguito la condanna venne commutata a 15 anni di reclusione.

Ahmad non si arrese e continuo' a protestare dal carcere con scioperi 
della fame e scrivendo lettere ad autorita' giudiziarie iraniane ed 
estere.
A causa della detenzione e delle violenze, soffriva di problemi 
fisici e psicologici, ma si rifiuto' sempre di firmare la "richiesta 
di scuse" che le autorita' pretendevano da lui.

Nel corso di questi anni Amnesty International [2] e numerose altre 
associazioni si sono occupate del suo caso e hanno lanciato una 
campagna di pressione sul governo iraniano per ottenere la sua 
liberazione.
Oggi, finalmente, Ahmad e' stato liberato; anche se in liberta' 
condizionata e con il divieto di esercitare qualsiasi attivita' 
politica, il suo incubo sembra essere finito.


La storia di Ahmad Batebi e' rappresentativa di come i diritti umani 
vengano violati in Iran, cosi' come in altri paesi del mondo.
Ma e' anche rappresentativa del potere distruttivo che puo' avere 
l'informazione quando viene usata senza le necessarie precauzioni, 
come succede a volte nei mezzi di comunicazione di massa.
Fra l'altro, dopo la pubblicazione della foto e il conseguente 
arresto, l'Economist non si e' piu' occupato della vicenda.

E' al tempo stesso importante sottolineare come la campagna 
internazionale di pressione sulle autorita' iraniane si sia rivelata 
efficace e come quest'altro genere di informazione, di denuncia delle 
violazioni dei diritti umani, possa essere costruttiva e risolutiva 
se attuata da una rete globale di persone e associazioni.

Per celebrare la liberazione di Ahmad si e' svolto stasera a Londra 
un incontro durante il quale e' stata letta "Captured by Camera" 
("Catturato dalla macchina fotografica") dello scrittore iraniano 
Ghazi Rabihavi.
Quest'opera teatrale, rappresentata quest'anno in varie citta' 
europee, e' dedicata proprio al caso di Ahmad Batebi ed e' basata 
sulla lettera che Ahmad scrisse dal carcere per denunciare la sua 
situazione.

ciao
francesco


[1] La foto di Ahmad Batebi pubblicata sull'Economist
http://www.iran-e-sabz.org/news/bateni.jpg

[2] La pagina di Amnesty International sul suo caso
http://web.amnesty.org/web/content.nsf/pages/gbr_iran


francesco iannuzzelli   francesco@href.org
associazione peacelink - sez. disarmo
http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo
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(Paul Hindemith)