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Foglio di Collegamento interno n. 99



Cari amici,
vi invio il nostro Foglio di Collegamento.

Vi prego di partecipare alla petizione per la salvezza di REX POWELL,
vecchio amico del Comitato, la cui ESECUZIONE e' fissata in Texas per il 1°
ottobre (n. 6).

Tutti i soci che hanno contatti col mondo della SCUOLA sono invitati a
pubblicizzare il programma TESEO per la compilazione dell'orario scolastico
e contribuire così al finanziamento del Comitato (n. 11).

Cordiali saluti
Loredana Giannini

N. B. Si puo' chiedere in qualsiasi momento la cancellazione dalla lista
per l'invio del F. d. C.
          Se non volete ricevere l'allegato Word dal prossimo numero in
poi, fatecelo sapere

**********************

FOGLIO  DI COLLEGAMENTO  INTERNO

DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

Numero 99  -   Luglio Agosto 2002


Sommario:

1) Crediamo nella pace o sarà morte infinita
2) Gli USA si pongono al disopra del diritto penale internazionale
3) Il ministro Ashcroft rafforza la pena di morte federale
4) Uccisi i giovanissimi T.J. Jones e Toronto Patterson
5) L'esecuzione di Suarez-Medina provoca un incidente diplomatico
6) Salviamo Rex dall'imminente esecuzione!
7) Corte Suprema nettamente divisa sulla pena di morte ai minorenni
8) Il Texas non molla la presa: terza condanna a morte per Penry
9) Più difficile che per Safiya la battaglia per salvare Amina
10) Un altro appello di Mauro Dispenza: un euro per salvare una vita
11) Finanziate il Comitato con un programma per  l'orario scolastico !
12) "La pena di morte non è che un delitto", parola di un tredicenne
13) Notiziario: Cina, Filippine, Inghilterra, Iran, Guatemala, Sudan,
Texas, Turchia, USA, Virginia


1) CREDIAMO NELLA PACE O SARA' MORTE INFINITA

Apparentemente nella nostra vita poco è cambiato nell'ultimo anno "ma è
un'illusione, l'illusione di quel momento di silenzio che c'è tra il vedere
una grande esplosione in lontananza e sentirne il botto... ma l'esplosione
c'è stata: enorme, spaventosa. Il botto ci raggiungerà, ci assorderà.
Potrebbe anche spazzarci via... Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare
anche noi... Innanzitutto non facendo più finta che tutto è come prima, non
possiamo continuare a vivere vigliaccamente una vita normale. Con quel che
sta succedendo nel mondo la vita non può, non deve essere normale" (*).
   Purtroppo dobbiamo prendere atto che al precario equilibrio assicurato
dall'ingiusto 'ordine mondiale' alla fine del secolo scorso si è
sostituito, nei dintorni dell'11 settembre 2001, l'ancora più tragico
slittamento verso una "guerra infinita".  Una esasperata  globalizzazione
"all'americana", non più garantita dal solo potere economico, si basa
sempre più sulla smisurata potenza tecnologica e militare degli Stati
Uniti. In tale contesto "quei cento o duecento milioni di eletti della
'super-società globale' possono pensare alla sopravvivenza, ad una via
d'uscita per se stessi e per le loro famiglie. Per gli altri... c'è una
sola via di salvezza: organizzarsi per impedire la guerra dell'Impero.
Senza sottovalutarlo. Le parole di Rumsfeld non sono... smargiassate.
Queste parole sono pronunciate da uomini che hanno deciso di usare il
potere senza limiti di cui sono dotati "(**). Uomini con un ristrettissimo
orizzonte politico ma estremamente determinati.
   Il cosiddetto "terrorismo internazionale" è una importante variabile
dipendente ma non certo la causa profonda della 'super-guerra' del terzo
millennio. L'11 settembre 2001 gli americani dichiararono esplicitamente la
volontà di attaccare i "terroristi" e, soprattutto, una ad una, una serie
di nazioni. Il disegno già pronto di una guerra senza limiti di tempo, di
luogo, di mezzi, veniva palesato e perentoriamente imposto a tutti i paesi
e a tutti gli uomini della terra: 'o con noi o contro di noi'. Subito i
diritti civili furono ridimensionati, lo stato di diritto attaccato, le
organizzazioni e le garanzie sopranazionali strapazzate, l'opinione
pubblica contaminata dalla propaganda.
    Prima vi sono stati gli orrori della guerra afgana, ora si parla con
insistenza di un attacco all'Iraq.     Di questo passo toccherà presto ad
altri "stati canaglia", ed ai "nemici" che verranno individuati in ogni
parte del mondo: organizzazioni, dirigenti politici riottosi, singoli
oppositori. "E' l'applicazione estensiva della pena di morte, eseguita in
base al principio che il criminale non può essere redento e che la pena
deve essere totale per costituire un deterrente." (**)  La logica della
cultura giuridica più retriva degli Stati Uniti è stata già dispiegata
sullo scenario afgano e tutto lascia credere che si intenda riproporla un
grande, "infinito" numero di volte in ogni parte del mondo.
    In Afghanistan - senza subire praticamente alcuna perdita - gli
americani hanno potuto uccidere molte migliaia di talebani e almeno 5000
civili (molti più civili inconsapevoli di quelli uccisi negli attentati
dell'11 settembre).  Ottimo ammonimento. Ottimo risultato sul piano della
vendetta cieca e indiscriminata. Operazione di dubbia efficacia se doveva
servire - come dichiarato - a diminuire il pericolo del "terrorismo
internazionale".
    La portata reale della "minaccia terroristica" contro i ricchi del
mondo, per sua natura è difficilmente valutabile: dipenderà dalle risorse
'povere' dei "terroristi" ma molto dipenderà dal grado di depravazione
morale che loro stessi riterranno accettabile in relazione agli scopi da
raggiungere. "Pensiamoci bene: se noi siamo disposti a combattere la
guerra... con ogni arma a nostra disposizione, compresa quella atomica...
allora dobbiamo aspettarci che anche i nostri nemici, quali che siano,
saranno ancora più determinati di prima a fare lo stesso, ad agire senza
regole, senza il rispetto di nessun principio. Se alla violenza del loro
attacco alle Torri Gemelle noi risponderemo con una ancora più terribile
violenza - prima in Afghanistan, poi in Iraq, poi chissà dove-, alla fine
ne seguirà... una loro ancora più violenta e poi un'altra nostra e così via
"(*) Le azioni dei terroristi potranno essere atroci "ma non sono gratuite,
sono atti di guerra, di una guerra che da tempo non è più quella
cavalleresca, una guerra in cui il bombardamento di popolazioni inermi è
già stato un fenomeno comune a tutti i belligeranti durante l'ultimo
conflitto mondiale, da quello delle V2 tedesche su Londra al bombardamento
atomico di Hiroshima e Nagasaki con il suo bilancio di 200.000 morti; tutti
civili. Da tempo ormai si combattono con nuovi mezzi e nuovi metodi guerre
non dichiarate, lontane dagli occhi del mondo che si illude oggi di vedere
e capire tutto solo perché assiste in diretta al crollo delle Torri
Gemelle"(*)
   Le stragi prodotte dalla povertà e dalla guerre sostenute dagli Stati
Uniti generano probabilmente in centinaia di milioni di diseredati del
mondo una rabbia non inferiore a quella che l'ecatombe dell'11 settembre
2001 ha prodotto in America e, di conseguenza, in Europa. "Importante è
capire che tra queste due rabbie esiste un legame. Ciò non significa
confondere le vittime coi boia, significa solo rendersi conto che, se
vogliamo capire il mondo in cui siamo, lo dobbiamo vedere nel suo insieme e
non solo dal nostro punto di vista. " (*)
   Dobbiamo capire il nostro avversario - si chiami Bush o Bin Laden -
senza mai negare la sua umanità. Occorre comprendere la situazione critica
del mondo per disinnescare la violenza contro gli uomini e contro
l'ambiente e imboccare le vie della giustizia e della pace. Altrimenti sarà
"morte infinita".
   "Quell'altro Occidente in cui noi abbiamo creduto e crediamo, quello
della civiltà, dei diritti, della cultura, della libertà" deve reagire. "Se
questo è il quadro,... la nostra speranza di donne e uomini normali, quali
che siano la latitudine e la longitudine in cui viviamo, sarà nella
capacità di organizzarci per rendere difficile, insopportabile, impossibile
la guerra che è cominciata. Una speranza difficile, dunque."(**)
    " E' il momento di uscire allo scoperto, è il momento di impegnarsi per
i valori in cui si crede. Una civiltà si rafforza con la sua determinazione
morale molto più che con nuove armi...
    "Visti dal punto di vista del futuro questi sono giorni in cui è ancora
possibile fare qualcosa. Facciamolo. A volte ciascuno per conto suo. A
volte tutti assieme. Questa è una buona occasione."(*)

(*)   Citazioni da: Tiziano Terzani - "Lettere contro la guerra" -
Longanesi, 2002 - Pagg. 180 - * 10
(**) Citazioni da: Giulietto Chiesa - "La guerra infinita" - Feltrinelli,
2002 - Pagg. 180 - * 9


2) GLI USA SI PONGONO AL DISOPRA DEL DIRITTO PENALE INTERNAZIONALE

Abbiamo fresco il ricordo di come gli Stati Uniti abbiano esercitato ogni
tipo di pressione perché Slobodan Milosevic fosse catturato e tradotto
davanti al Tribunale Internazionale per la ex Iugoslavia. Alcuni
recentissimi avvenimenti fanno sorgere il sospetto che Milosevic sia stato
perseguito non tanto per le violazioni dei diritti umani da lui commesse ma
per il 'reato', assai più grave agli occhi della dirigenza americana, di
essersi opposto agli Stati Uniti.
    Il Tribunale Penale Internazionale (TPI) che ha cominciato i suoi
lavori il 1 luglio, quattro anni dopo la sua istituzione a Roma (v. n. 96),
è stato boicottato dagli Stati Uniti che non aderiscono al suo Trattato
costitutivo per impedire che qualsiasi cittadino americano possa essere in
futuro soggetto alla giurisdizione del Tribunale. Ricordiamo che il TPI ha
competenza nel giudicare i criminali colpevoli dei più gravi reati contro
l'umanità.
   Gli Stati Uniti inoltre si sono impegnati nella prima metà di agosto in
febbrili trattative bilaterali con tutti i paesi che aderiscono al TPI e
minacciano di ritirare ogni assistenza militare agli stati che rifiutassero
di sottoscrivere un impegno a non estradare cittadini americani verso il
Tribunale Penale Internazionale. Ciò anche nel caso in cui arrestassero nel
loro territorio americani che si rendessero responsabili di crimini contro
l'umanità. Soltanto la Romania ha aderito immediatamente alla richiesta
degli USA. L'Unione Europea sembra essere più prudente e prende tempo
ricercando una posizione comune.
    Kenneth Roth, direttore esecutivo di Human Rights Watch, ha commentato:
"L'assordante ipocrisia manda il segnale che l'imperio della legge vale
solo per gli altri popoli, non per i cittadini americani. Non può rientrare
negli interessi a lungo termine dell'America minare il rispetto della legge."
   Una forte opposizione degli Stati Uniti ha accolto il 24 luglio
l'adozione a larga maggioranza da parte del Consiglio Economico e Sociale
delle Nazioni Unite (ECOSOC) del nuovo Protocollo aggiuntivo alla
Convenzione Internazionale Contro la Tortura. Il Protocollo, che dovrà
essere approvato dall'Assemblea Generale delle Nazione Unite per poi essere
sottoposto alla ratifica degli stati, prevede un sistema di visite regolari
ai luoghi di detenzione da parte di un Comitato internazionale di esperti.
Amnesty International ha salutato con grande soddisfazione l'adozione del
Protocollo che potrà efficacemente combattere la tortura ancora praticata
in 111 paesi. Si prevede che gli USA in autunno daranno battaglia per
impedirne l'approvazione da parte dell'Assemblea Generale - o almeno per
alterarne il testo in modo da ridurne drasticamente la portata e
l'efficacia - facendo lega con paesi quali l'Iran, la Cina, l'Egitto, Cuba,
Libia e Sudan.


3) IL MINISTRO ASHCROFT RAFFORZA LA PENA DI MORTE FEDERALE

Il Washington Post in un lungo articolo del 1 luglio ha osservato con
stupore che nel momento in cui molte autorità americane, dalla Corte
Suprema alle amministrazioni statali, ripensano diversi aspetti della pena
capitale, il Ministro della Giustizia USA, John Ashcroft, sta
aggressivamente perseguendo la pena di morte a livello federale. Ashcroft,
molto spesso, impone ai pubblici accusatori federali l'opzione della pena
di morte quando essi optano per la richiesta di una pena detentiva.
   Dal momento in cui si è insediato un anno e mezzo fa, Ashcroft ha
rovesciato le richieste dei procuratori federali 12 volte, ordinando di
chiedere la pena di morte in casi in cui costoro non volevano farlo.Tra
questi casi ve ne è almeno uno in cui era già stata patteggiata la pena.
   Complessivamente il nuovo Ministro della Giustizia ha approvato la pena
di morte per uno o più accusati in circa la metà dei casi in cui era
possibile farlo. Alcuni casi riguardano detenuti di stati che non hanno la
pena di morte ma dove la pena capitale può essere applicata per alcuni
crimini di interesse federale (come ad esempio i delitti correlati al
traffico di stupefacenti).
   "Il disegno che si sta delineando sotto il regime di Ashcroft sta
andando contro la tendenza nazionale
che consiste nel porre sempre più restrizioni alla pena capitale. - ha
dichiarato l'avvocato Kevin McNally che fa parte del progetto federale di
monitoraggio della pena di morte - Credo che sia in atto uno sforzo
consapevole di nazionalizzare la pena di morte..."


4) UCCISI I GIOVANISSIMI T.J. JONES E TORONTO PATTERSON

Non sono serviti gli ammonimenti e i serrati appelli dell'Unione Europea,
di Mary Robinson, Alto Commissario dell' ONU per i Diritti Umani, di
Amnesty International, di altre organizzazioni umanitarie e di tanti
semplici cittadini di ogni parte del mondo: T.J. Jones - il diseredato che
al posto del nome aveva solo due iniziali - e Toronto Markkey Patterson
sono stati uccisi dallo stato del Texas, come programmato, rispettivamente
l'8 agosto e il 28 agosto (v. n. 98)
   Invece di cercare aggettivi per esprimere l'orrore per queste esecuzioni
incivili - che speriamo siano le ultime - riportiamo alcune notizie e
alcuni dati sulla pena di morte per i minorenni.
   Da quando sono riprese le esecuzioni (1977), negli Stati Uniti sono
stati uccisi 21 giovani che avevano meno di 18 anni all'epoca del delitto,
13 dei quali in Texas. Le ultime sei uccisioni di giovanissimi si sono
verificate in Texas e tutte hanno riguardato detenuti Afro-americani.
  Attualmente solo gli Stati Uniti, la Repubblica democratica del Congo e
L'Iran continuano a condannare a morte minorenni. Dal 1990 gli USA hanno
ucciso 18 minorenni all'epoca del crimine loro contestato mentre in tutto
il resto del mondo ne sono stati uccisi 14. Dal 1998 abbiamo 12 esecuzioni
di giovanissimi negli Stati Uniti da confrontare con le 5 che si sono
verificate nel resto del mondo. Nel 2002 Toronto Patterson è stato il terzo
ad essere ucciso in Texas, dopo il suo amico Napoleon Beazley e T.J. Jones,
mentre Amnesty non ha avuto notizia di alcuna esecuzione di minori in altri
paesi.
  T.J. Jones aveva rinunciato ai suoi ultimi appelli. E' morto a 25 anni,
dopo una vita difficile e disgraziata, una giovinezza deviata e il furto di
gruppo di un'automobile con l'uccisione a freddo del conducente. Fu
arrestato un'ora dopo il fattaccio. Era al limite del ritardo mentale (con
un Q. I. di 78). Era stato espulso dalla scuola superiore. Uno psicologo al
processo tenutosi nel 1994 asserì che mentalmente non era più sviluppato di
un bambino di 10-12 anni.  A 17 anni giocava ancora con le macchinine. Non
aveva conosciuto il padre ed era stato trascurato dalla madre. A 14 anni
aveva cominciato a fere uso di alcool per lenire le sue sofferenze
psichiche, qualche anno dopo vi aggiunse il Whack, una micidiale droga a
buon mercato che provoca danni cerebrali. Al momento del delitto alloggiava
nella sede della sua gang giovanile insieme alla madre sedicenne di suo
figlio.
   Quando Toronto Patterson - dedito allo spaccio di droga dopo essere
stato espulso dalla scuola - fu arrestato con l'accusa di aver ucciso tre
cugini per impossessarsi di tre cerchioni cromati di una BMW, la sua
ragazza era incinta. Aveva 17 anni, era il 6 giugno 1995. Nel maggio
scorso, a 24 anni, ha visto al di là di un vetro per la prima ed ultima
volta sua figlia che ora ha 6 anni. "Avrei dato la mia vita per poterla
abbracciare e baciare una sola volta" ha poi dichiarato il detenuto.
Condannato senza prove schiaccianti (i cerchioni furono trovati nella casa
della sua ragazza) sostanzialmente sulla base di una confessione estortagli
dalla polizia e successivamente ritrattata, asseriva di essere stato sul
luogo del delitto ma che a compiere gli omicidi furono due giamaicani.
Alludendo al fatto che il condannato non era riuscito a smontare la quarta
ruota della BMW, Jason January, uno degli accusatori di Patterson ha
commentato: "Non soltanto fu un assassino, ma un ladro incapace".


5) L'ESECUZIONE DI SUAREZ-MEDINA PROVOCA UN INCIDENTE DIPLOMATICO

Ancora una volta gli USA hanno violato il Trattato di Vienna sulla
Relazioni Consolari, si sono rifiutati di porre  rimedio alla violazione ed
hanno suscitato il forte risentimento di una stato estero.
   Questa volta è stato il Governo del Messico a intervenire in favore di
Javier Suarez-Medina, un concittadino messicano arrestato, processato e
condannato a morte a 19 anni, senza potersi giovare dell'assistenza del
Consolato del proprio paese prevista dal Trattato di Vienna.
   Suarez-Medina, reo confesso di aver sparato all'agente Lawrence Cabana
infiltrato nel mondo della droga, se avesse avuto una buona difesa legale
avrebbe potuto scampare la pena capitale. Infatti avrebbe potuto far pesare
il fatto che sparò per una reazione istintiva, il fatto che non conosceva
la vera identità di Cabana, il fatto che l'accusa per convincere la giuria
della futura pericolosità dell'imputato presentò a sorpresa il testimone di
una rapina la cui deposizione risultò in seguito del tutto infondata.
   Le Autorità federali così come il Governatore del Texas hanno fatto
orecchie da mercante agli appelli del Messico, appoggiato da sedici stati,
nonché dell'Unione Europea, della Commissione Inter-americana per i Diritti
Umani, dell'alto Commissario ONU per i Diritti Umani, di altre agenzie
internazionali, dell'Associazione degli Avvocati Americani e delle
organizzazioni umanitarie: Suarez-Medina è stato ucciso, come programmato,
il 14 agosto. Dopo l'esecuzione, il suo avvocato - oltre a ribadire alla
famiglia della  vittima il grande rimorso del suo assistito - ha
dichiarato: "Javier mi ha detto di essere forte e ha espresso il suo
profondo ringraziamento per l'aiuto ricevuto dal governo del Messico e per
le preghiere del popolo messicano. So che egli è stato immensamente grato
per tutti gli sforzi fatti in suo favore dalla comunità internazionale..."
  Il rifiuto, sempre più sprezzante in questo periodo, degli Stati Uniti di
sottostare ai loro obblighi internazionali e in particolare a osservare il
Trattato di Vienna, ha causato degli incidenti internazionali. Ricordiamo
in proposito il procedimento intentato presso la Corte Internazionale
dell'Aja dalla Germania dopo l'esecuzione dei fratelli LaGrand, due
cittadini tedeschi 'giustiziati' in Arizona, cui fu negata l'assistenza
consolare. Procedimento che si concluse con una condanna morale degli USA
il 27 giugno dell'anno scorso (v. n. 87).
   Il Governatore Perry, come è costume della massima autorità texana in
occasione delle esecuzioni di 'grande impatto', ha rilasciato una
dichiarazione alla stampa: "Oggi ho negato una sospensione di 30 giorni
dell'esecuzione di Javier Suarez Medina. Ho esaminato tutte le informazioni
presentatemi - inclusa la questione del trattato internazionale. Il mio
staff si è incontrato con le autorità messicane per ascoltare le loro
preoccupazioni su questo caso e ho parlato con il Presidente del Messico
Vincente Fox. Rispetto la sovranità del Messico e le sue leggi  e so che il
Presidente Fox riconosce la sovranità delle leggi degli USA e del Texas."
    Lo strappo prodotto dall'uccisione di Suarez Medina si è manifestato al
massimo livello con l'annullamento di una visita del Presidente Fox in
Texas - comprendente un incontro con George W. Bush - già programmata dal
26 al 28 agosto. Fox aveva sperato quanto meno in un rinvio dell'esecuzione
per poter affrontare personalmente la questione con Bush. Il portavoce di
Fox ha dichiarato: "Questa decisione è un segnale inequivocabile di
protesta per l'esecuzione. Sarebbe inappropriato, in queste penose
circostanze, procedere con la visita in Texas... Il Messico ha fiducia che
la cancellazione di questa importante visita presidenziale contribuirà a
rinforzare il rispetto di tutti gli stati per le leggi internazionali".
Bush dal canto suo ha fatto sapere, tramite il suo portavoce Jimmy Orr, che
"rispetta il Presidente Fox e che persistono eccellenti relazioni
professionali tra i due e una forte amicizia che riflette i profondi legami
tra le due nazioni." E ancora: "Il Presidente Bush pensa già al prossimo
incontro con il Presidente Fox".


6) SALVIAMO REX DALL'IMMINENTE ESECUZIONE!

James Rexford Powell (Rex) è nato in Florida il 23 Agosto 1946 da genitori
di origine nativo-americana. Dopo un incidente sul lavoro rimase alcuni
anni disoccupato. Aprì una piccola attività che lo portò a doversi spostare
con un caravan. In quelle circostanze incontrò e parlò con Falyssa Van
Winkle, figlia di suoi conoscenti. Quel giorno, 6 ottobre 1990,  la
ragazzina venne uccisa dopo essere stata rapita e violentata. Rex fu
arrestato ed imprigionato. Dopo otto mesi fu condannato a morte.
   Gli avvocati d'ufficio non seppero offrire un'adeguata difesa a Rex così
molte prove che avrebbero dimostrato la sua innocenza non furono
evidenziate in modo adeguato o addirittura non furono presentate: per
esempio, le tracce di vernice trovate sotto al ponte non corrispondevano al
veicolo di Rex ed il terreno prelevato sul luogo dell'omicidio non
corrispondeva con quello presente nel battistrada delle ruote del caravan.
Fu poi trovata una ciocca di capelli sul corpo della ragazzina, che non
appartenevano né a Rex né alla vittima. Infine, le impronte trovate nel
luogo del delitto non coincidevano con la misura delle scarpe di Rex.
   Dall'esito di un test sul DNA fatto fare dall'accusa non emerse che il
DNA di un campione del seme presente nella vittima e quello di Rex
corrispondevano, ma gli avvocati dell'accusa presentarono il risultato
dell'esame inducendo a credere che il risultato confermasse la colpevolezza
di Rex.
   Nella seconda fase del processo che terminò con la condanna a morte, fu
sfruttato dall'accusa, come prova di futura pericolosità dell'imputato, un
precedente processo subito da Rex per un altro crimine, per il quale egli
era stato però già completamente assolto. Questo comportamento è ovviamente
un'aperta violazione dei diritti umani e una chiara circonvenzione della
giuria.
   Molte sono le date tristi della vita di Rex, ma certamente la più dura è
la recentissima morte della figlia per un tumore al seno.
   Già dal 1993 Rex ha trovato in alcuni amici italiani, soci del nostro
Comitato, sostegno e conforto e ha ricambiato la loro amicizia con tutto
l'affetto e la sincerità del suo cuore.
   Adesso lo stato del Texas ha fissato per il 1° ottobre prossimo la data
in cui egli verrà ucciso, se il Governatore e la Commissione delle Grazie
non fermeranno l'esecuzione. (a cura di Secondo e Grazia)

Dobbiamo muoverci per Rex, e muoverci immediatamente !
Vi invitiamo a scrivere, SUBITO, dati i tempi strettissimi, inviando ai DUE
destinatari per posta prioritaria (affrancatura: 0,77 euro fino a tre
fogli) o FAX, la seguente petizione (occorre stamparla, completarla con
nome, cognome, indirizzo postale completo dei sottoscrittori, firmarla e
spedirla).
Per chi non ha tempo di utilizzare la posta o il fax c'è la possibilità di
inviare UN BREVE messaggio al Governatore (prendete qualche riga dalla
petizione) tramite la sua pagina Web. Mettete come stato di partenza il
Texas oltre al vostro indirizzo completo con alla fine '- Italy'. Compilate
dunque la pagina al seguente indirizzo (che deve essere scritto esattamente
tutto di seguito su una sola riga)
www.governor.state.tx.us/contact%20%20information/email/email_the_governor.htm


Governor Rick Perry               Texas Board of Pardons and Paroles
Attn:Office of General Counsel  Attn:Executive Clemency Section
P.O. Box 12428                      8610 Shoal Creek Blvd
Austin, Texas 78711-2428       Austin, Texas 78757
Fax: 001 512 463-1849           Fax: 001 512 463-8120

Dear Governor Rick Perry,  Dear Members of the Board of Pardons and Paroles,

James Powell will be killed by the State of Texas on October 1st, if you do
not intervene on his behalf.
His execution would be a great injustice.
During Mr. Powell's trial, in fact, prosecutors submitted to the jury
state's DNA test results in a misleading way. These results, in reality,
showed Mr.Powell's extraneousness to the crime.
Counsel failed in challenging the prosecutor's evidence and in submitting
evidence and witnesses which would have proved in an irrefutable way the
defendant's innocence.
During the punishment phase, which ended with the death sentence,
prosecutors exploited, as evidence of the defendant's continuing threat to
society, the submission to the jury of a past trial undergone by the
defendant for another crime, but of which he had been thoroughly acquitted.
This represents an open violation of the American Declaration of the Rights
and Duties of Man.
All of  Powell's appeals have been procedurally barred and therefore his
case has never been reviewed.
By killing Mr. Powell, the State of Texas thinks to revenge the crime
victim, but in reality neither an unfair trial, nor an execution, will ever
be able of making an innocent man guilty of a crime he did not commit, and
his death will not return the victim to her family.
In consideration of what above mentioned, we respectfully request you that
Mr. Powell's execution be stayed and consideration be given to granting him
executive clemency.
Best regards


Traduzione della petizione:Caro Governatore Rick Perry, Cari Membri della
Commissione delle Grazie. James Powell verrà ucciso dallo stato del Texas
il 1° ottobre prossimo se non interverrete in suo favore. La sua esecuzione
sarebbe una grossa ingiustizia. Infatti, nel corso del processo del Sig.
Powell, furono presentati alla giuria in modo fuorviante e ambiguo i
risultati del test sul DNA effettuato dallo stato. Detti risultati
provavano in realtà l'estraneità del Sig. Powell al crimine. La difesa
mancò di confutare le prove dell'accusa e non presentò le prove e le
testimonianze che avrebbero dimostrato in modo inequivocabile l'innocenza
dell'imputato. Nella fase penale, che terminò con la condanna a morte del
Sig.Powell, fu sfruttato dall'accusa, come prova di futura pericolosità
dell'imputato, un precedente processo subito dall'imputato stesso per un
altro crimine, per il quale egli era stato però già completamente assolto.
Questo costituisce un'aperta violazione della Dichiarazione Americana dei
Diritti e dei Doveri dell'Uomo. Tutti i successivi appelli del Sig.Powell
sono stati bloccati a livello procedurale e pertanto il caso non è mai
stato riesaminato. Uccidendo il Sig. Powell, lo stato del Texas crede di
vendicare la vittima del crimine, ma in realtà né un processo ingiusto né
l'esecuzione potranno mai trasformare un innocente in colpevole di un
crimine che non ha commesso, e la sua morte non restituirà la vittima alla
sua famiglia. Tenuto conto di quanto detto, vi preghiamo di voler
sospendere l'esecuzione del Sig.Powell e di considerare la possibilità di
concedergli clemenza.


7) CORTE SUPREMA NETTAMENTE DIVISA SULLA PENA DI MORTE AI MINORENNI

Il chiuso ed oscurantista stato del Texas ha respinto recisamente tutte le
richieste di clemenza per Toronto Patterson, minorenne all'epoca del
delitto: la Commissione delle Grazie ha votato 16 a 1 contro la
commutazione della pena, il Governatore Perry si è rifiutato di intervenire
e il condannato è stato 'regolarmente giustiziato' il 28 agosto.
   Tuttavia a livello nazionale fin dagli anni 80 si discute sulla liceità
costituzionale della pena di morte per coloro che commisero i loro delitti
prima del diciottesimo anno di età. Già nell'89 la Corte Suprema federale
si trovò ad affrontare la questione ma, a strettissima maggioranza (5 a 4),
si rifiutò di riconoscere nella pena capitale ai minori una violazione
dell'Ottavo Emendamento della Costituzione (che proibisce le pene 'crudeli
e inusuali'). Il dibattito si è riacceso nel giugno scorso dopo la sentenza
della Corte Suprema che proibisce la pena di morte per i ritardati mentali
(v. n. 98).
   Ora la Corte Suprema federale si è divisa (6 contro 3) nel respingere la
richiesta della difesa di Patterson di rinviare l'esecuzione e prendere di
nuovo in esame la liceità costituzionale della pena di morte per i
minorenni. Gli avvocati hanno argomentato - anche sulla base di
recentissimi dati scientifici - che l'attenuante della non completa
responsabilità penale riconosciuta ai ritardati mentali dove applicarsi
pure ai minorenni.
   Il Giudice John Paul Stevens, opponendosi alla maggioranza della Corte
che ha rifiutato di sospendere l'esecuzione di Patterson, ha sentito il
dovere di precisare per iscritto il suo dissenso: "[Nel 1989] il giudice
Brennan, scrivendo per quattro Membri della Corte, spiegò perché l'Ottavo
Emendamento proibisce di togliere la vita ad un individuo per punirlo di un
crimine da lui commesso quando aveva meno di 18 anni. Io mi associai a
questa opinione e sono rimasto convinto che essa costituisca una corretta
interpretazione della legge. Da quando quell'opinione fu scritta il
problema è stato oggetto di ulteriore dibattito e discussione sia nel Paese
che in altre nazioni civili. Dato il consenso che appare esserci tra gli
stati e la comunità internazionale contro l'esecuzione di una sentenza
capitale imposta ad un criminale giovanile, ritengo opportuno che la Corte
ridiscuta la questione quanto prima. Avrei voluto perciò concedere una
sospensione di questa sentenza per dare alla Corte l'opportunità di
confrontarsi in merito nella prossima riunione prevista per settembre..."
   E' certo che la Corte Suprema federale dovrà affrontare la questione a
breve se negli USA altri stati - come è prevedibile - porranno fuori legge
la pena di morte per i minorenni. Attualmente la proibiscono gli statuti
penali federali e quelli di 16 stati (su 38 che mantengono la pena di
morte). L'Indiana è diventato quest'anno il sedicesimo stato a proibirla
chiudendo il lungo dibattito cominciato nel 1986 quando venne condannata a
morte la quindicenne nera Paula Cooper (suscitando lo sdegno e una
straordinaria mobilitazione degli italiani).


8) IL TEXAS NON MOLLA LA PRESA: TERZA CONDANNA A MORTE PER PENRY

L'interminabile prolungarsi dell'iter giudiziario di John Paul Penry ruota
attorno alla questione del ritardo mentale dell'imputato, condannato a
morte la prima volta nel 1979 per lo stupro e l'assassinio di Pamela
Moseley Carpenter, una signora di 22 anni appartenete ad una nota famiglia
di Livingston nel Texas. Nonostante ciò nel terzo processo conclusosi il 3
luglio scorso Penry è stato di nuovo condannato a morte da una giuria che
ha negato il suo ritardo mentale.
   Già nel 1989 una storica sentenza della Corte Suprema federale - anche
se non riteneva i tempi maturi per dichiarare incostituzionale la pena di
morte per i ritardati mentali - aveva annullato la condanna a morte di
Penry perché il ritardo mentale dell'accusato ed altri fattori attenuanti
non erano stati adeguatamente presentati alla giuria. Nel 1990 il processo
a Penry fu ripetuto ex novo nella fase di 'punishment', la fase in cui -
nei casi capitali - la giuria deve scegliere tra la condanna a morte e la
massima pena detentiva. Anche nel secondo processo la giuria non fu
adeguatamente messa al corrente del ritardo mentale dell'imputato e si
arrivò nuovamente ad una condanna capitale. Sulla correttezza di questa
seconda condanna a morte si è aperta una lunga serie di ricorsi, finché
Penry - dopo essere arrivato a tre ore dall'esecuzione il 16 novembre  2000
- si vide di nuovo annullare la sentenza dalla Corte Suprema federale nel
giugno del 2001 (v. n. 87).
   Il Texas non rinunciò a perseguire la condanna capitale per Penry e le
fasi preliminari del terzo procedimento cominciarono all'inizio di
quest'anno (v. nn. 93) concludendosi l'11 aprile con la decisione di una
giuria che decretò essere l'imputato capace di partecipare ad un processo.
Dal 29 aprile a 31 maggio 2002 si è svolto il complesso lavoro di selezione
della giuria che avrebbe dovuto scegliere la pena per Johnny Penry (v. n.
96). A partire dal 10 giugno si è svolta una accanita e complessa fase
dibattimentale con l'audizione di esperti - che hanno testimoniato in
maniera contrastante a seconda che fossero stati chiamati dalla difesa o
dall'accusa - con la  presentazione di immagini impietose della vittima,
con la testimonianza accorata del padre di Pamela Carpenter. L'accusa ha
perfino chiamato alla sbarra una guardia che ha contestato a Penry di aver
violato nel 1994, nel vecchio braccio della morte di Huntsville, la regola
carceraria che proibisce la masturbazione se il detenuto è rivolto verso la
porta della cella.
   La sentenza della Corte Suprema federale del 20 giugno che ha dichiarato
incostituzionale la pena di morte per i ritardati mentali, caduta nel bel
mezzo del dibattimento, apparentemente non ha disorientato la giudice
presidente Elizabeth Coker la quale è riuscita a far avanzare il processo
fino alla condanna a morte di Penry. La Coker ha respinto la richiesta
della difesa di patteggiare la pena detentiva per Penry in ragione della
sentenza della Corte Suprema del 20 giugno. Ha poi istruito la giuria
dicendo che se qualcuno dei 12 giurati avesse ritenuto Penry un ritardato
mentale si sarebbe dovuto optare per la pena detentiva. Scegliendo la
condanna a morte si suppone che i giurati abbiano accolto la tesi
dell'accusa che ha sostenuto che Penry non è un ritardato mentale.
   L'accusa è stata oltremodo aggressiva definendo 'un mito palleggiatosi
nel corso degli anni, con il concorso della stampa' il ben noto e
riconosciuto ritardo mentale di Penry, insinuando che l'imputato fosse così
intelligente da falsificare sistematicamente i test psicologici (che hanno
dato sempre un Q.I. compreso tra 43 e 63, ben lontano dal limite di 70),
giudicando irrilevante che il ritardo mentale di Penry fosse già stato
documentato in età scolastica, ben prima che questa caratteristica potesse
costituire un vantaggio per il soggetto, chiamando l'imputato un 'sadico',
un 'predatore sessuale', un 'assassino a sangue freddo', reclamando dalla
giuria il via libera per porre termine alla sua vita.  L'accusatore Joe
Price, che nel 1979 fu sul luogo del delitto e interrogò Penry
immediatamente, ha concluso: "E' tempo di farla finita con questo circo".
   Si ha l'impressione che il processo a Penry sia stato condotto in
maniera sbilanciata in favore dell'accusa e si sia concluso in maniera
pasticciata, quasi si dovesse pervenire ad ogni costo ad una sentenza
predeterminata. Certo alcuni nodi dovranno venire al pettine. Per esempio
la maniera disinvolta con cui la Giudice presidente ha calato nel processo
la fondamentale sentenza della corte Suprema federale del 20 giugno. Per
esempio il fatto che la sentenza implichi la negazione del ritardo mentale
di Penry pur mancando in Texas una legge che preveda il modo di accertare
il ritardo mentale nei processi capitali. Sono questioni che costituiranno
carte potenti in mano alla difesa di Johnny Penry che ora ha davanti a sé
molti gradi di appello contro la sentenza, sia a livello statale che
federale. Nel corso degli anni sul caso di Johnny Penry e sulla questione
del ritardo mentale si è evidenziato inoltre un contrasto tra la
giurisdizione del Texas e i livelli federali che peserà sui futuri appelli.
Inoltre dobbiamo tener presente che solo la classe dirigente conservatrice
si oppone in Texas alla proibizione della pena di morte per i ritardati
mentali e vuole caparbiamente la vita di Johnny Penry.


9) PIU' DIFFICILE CHE PER SAFIYA LA BATTAGLIA PER SALVARE AMINA

Come avevamo previsto, dopo il proscioglimento di Safiya Hussaini, la
minaccia della lapidazione in base alla legge islamica della Sharia si è
ripresentata nel Nord della Nigeria. Questa volta ad essere condannata a
morte per adulterio è stata Amina Lawal, una donna di 30 anni che ha messo
al mondo la sua terza figlia all'inizio dell'anno pur essendo divorziata.
Amina fu processata a marzo senza assistenza legale da una corte islamica
vicino al suo villaggio nello stato di Katsina. Confessò di aver avuto la
bambina dal suo convivente che le aveva promesso di sposarla. Il convivente
giurò sul Corano di non essere il padre della bambina e fu assolto. Amina
fu condannata alla lapidazione e poi rilasciata con la condizione che la
sentenza dovesse essere eseguita dopo lo svezzamento di sua figlia non
prima del 2004.
   Nel processo di appello davanti alla corte islamica di Funtua, tenutosi
in agosto, Amina era assistita da un agguerrito team di avvocati
provenienti da Abuya, capitale della Nigeria. I difensori hanno
argomentato, tra l'altro, che i rapporti extraconiugali sarebbero stati
consumati prima dell'adozione del codice della Sharia da parte dello stato
di Katsina, avvenuta nel giugno dello scorso anno.
   Il 19 agosto Amina, aspettando la lettura della sentenza, mentre cullava
la sua bimba ha dichiarato alla stampa che si rimetteva al volere di Dio.
Il giudice presidente ha infine sentenziato: "Confermiamo la tua condanna
alla lapidazione come prescritto dalla Sharia: La sentenza verrà eseguita
appena tua figlia sarà svezzata." Dalla saletta stracolma in cui si teneva
il processo si è levato il grido "Allah è grande!" e la donna è scoppiata
in lacrime.
   I legali di Amina Lawal hanno annunciato l'intenzione di presentare un
nuovo appello ad una corte islamica superiore entro il termine legale di 30
giorni. Nel caso anche questo secondo appello fallisse rimarrebbe la
possibilità di ricorrere alla Corte Suprema federale della Nigeria, un
passo che gli Stati islamici del Nord non ritengono ammissibile. In ultima
analisi il Presidente  della Nigeria Olosegun Obasanjo potrebbe concedere
la grazia. Quest'ultimo - subissato dalle proteste provenienti da
associazioni e da governi di ogni parte del mondo - compreso il governo
statunitense - ha dichiarato: "Non credo che la vicenda finirà con la sua
morte, se dovesse accadere io piangerei per me, piangerei per Amina e
piangerei per la Nigeria." Si sa che il Governo centrale assisterà con i
suoi legali Amina Lawal nel prossimo appello ma non è stata ventilata la
possibilità di un provvedimento di grazia del Presidente.
   L'atteggiamento di Obasanjo appare meno deciso rispetto alla sua presa
di posizione in favore di Safiya Hussaini, la quale fu assolta nel primo
processo di appello, cosa che non è avvenuta per Amina. Ciò può essere
dovuto ad una tattica del presidente o ad un oggettivo rafforzamento del
potere degli integralisti islamici del Nord.
   Per ora il Governo federale è riuscito ad evitare l'esecuzione di
condanne a morte pronunciate da tribunali islamici, ma numerose amputazioni
di arti nei confronti dei ladri sono state invece effettuate. In maggio un
uomo, tale Ado Baranda, è stato anch'esso condannato alla lapidazione.
L'accusa è quella di aver violentato una bambina di nove anni. Sembra che
il condannato non abbia presentato appello contro la sentenza.


10) UN ALTRO APPELLO DI MAURO DISPENZA: UN EURO PER SALVARE UNA VITA

   Carissimi Amici, ancora una volta ho bisogno del vostro aiuto. Ho la
necessità di raccogliere una somma di denaro affinché, in maniera
definitiva, possano essere svolte le indagini per dimostrare l'innocenza di
un giovane di 28 anni, detenuto da 10 nel "braccio della morte" di
Livingston, in Texas.
   Questo giovane, Henry Earl DUNN, doveva essere giustiziato il 14 Maggio
u.s.
   Questo tragico fatto, però, non si è avverato grazie ad una stretta
collaborazione con l'avvocato di difesa Mike Charlton del Texas Defender
Service. Questo signore alla fine di Gennaio aveva chiesto 10.000 dollari
per poter avviare nuove indagini su questo caso.
   Mi sono, pertanto, attivato e con alcuni amici, in 40 giorni siamo
riusciti a raccogliere i primi 4000 dollari che, inviati all'avvocato
Charlton, hanno permesso una prima parte di indagini...
   Incredibilmente è stato raggiunto il primo, insperato, successo:  la
sospensione dell'esecuzione !
   Ora deve essere inviato il resto della somma richiesta. Non vogliamo
fermarci proprio adesso che il traguardo pare vicino !
   Ad oggi, 30 Agosto '02, con varie iniziative personali, sono riuscito a
raccogliere altri 2000 dollari.
   Ne mancano 4000 ! Posso contare su di Voi ? Mi auguro di sì.
   Per chi volesse contribuire alla equa difesa di Henry, chiedo
gentilmente contributi di qualsiasi entità, da inviare tramite il ccp n.
45648003 intestato al Comitato Paul Rougeau c/o Paolo Cifariello - V.le
Pubblico Passeggio 46 - 29100 Piacenza, specificando chiaramente la CAUSALE.


11) FINANZIATE IL COMITATO CON UN PROGRAMMA PER  L'ORARIO SCOLASTICO!

Una delle entrate più cospicue e costanti del Comitato Paul Rougeau è
costituita dal ricavato della vendita dei programmi informatici creati dal
nostro socio Paolo Cortelli. Paolo, molto generosamente, devolve i proventi
delle sue fatiche in beneficenza. Oltre al nostro Comitato, si giova delle
offerte di Paolo l'associazione umanitaria "Fratelli dell'Uomo".
Quest'ultima associazione - munita di Partita IVA - dopo aver fatturato gli
incassi si presta a dividerli col Comitato.
   I programmi creati da Paolo sono molto utili, funzionali e di largo
interesse. L'ultima sua creatura si chiama TESEO e serve per compilare in
modo rapido e agevole l'ORARIO SCOLASTICO sia nelle scuole medie che in
quelle superiori.
   Nel produrre TESEO Paolo ha potuto contare sul determinante apporto del
prof. Mauro Berretti, esperto di gestione degli orari scolastici. L'ottimo
risultato ottenuto permetterà di risparmiare un monte di lavoro noiosissimo
alle commissioni che si incaricano di preparare l'orario nelle scuole.
   Paolo ha promesso di devolvere alla nostra associazione - tramite i
Fratelli dell'Uomo - il corrispettivo dei programmi che saranno venduti per
interessamento del Comitato. In breve: quando qualcuno di noi riuscirà a
convincere una scuola del vantaggio di usare TESEO, il ricavato della
vendita del programma a quella scuola sarà devoluto al Comitato.
   Stando così le cose, è evidente l'opportunità che tutti i soci che hanno
rapporti col mondo scolastico si attivino per far acquistate TESEO senza
dimenticarsi di SEGNALARE AL COMITATO ciascuna scuola contattata in modo
che si possa conteggiare a nostro favore il relativo incasso.
   L'impegno richiesto ai soci è tutto sommato abbastanza semplice e porta
via poco tempo: basta cercare il personale docente e amministrativo tra i
propri amici e conoscenti, suggerendo di scaricare la versione dimostrativa
di TESEO oppure di passare l'informazione a chi gestisce la costruzione
dell'orario nella loro scuola.
   Tutto qui? Quasi. Poi occorrerà inviare un messaggio al Comitato con
poche parole tipo "contattata scuola Bertelli di Pavia", in modo da poter
quantificare l'attività dei nostri soci-007 e quindi il contributo a cui
possiamo aspirare.
   Ovvio: se si individua una scuola non ancora automatizzata, il calore
dell'incoraggiamento a scaricare il dimostrativo deve farsi più intenso e
convincente, perché ci sono maggiori probabilità di acquisto con reciproci
vantaggi.
   Questo programma offre un nuovo ambiente di lavoro facile e intuitivo e
risolve una grande varietà di problemi connessi con l'orario scolastico,
per cui quando gli interessati ne 'assaggiano' la versione dimostrativa, le
possibilità di una vendita sono veramente grandi.

Descrizione del programma TESEO
-------------------------
PIATTAFORMA:  WINDOWS (qualsiasi versione)
SITO per le informazioni e per scaricare la Versione dimostrativa:
utenti.lycos.it/berrettimauro
CARATTERISTICHE: Ambiente di sviluppo stimolante, facile, intuitivo;
programma completo di stampe tabelloni, orari, disposizioni, ricevimenti,
fogli presenza, sostituzioni docenti ecc.
DEMO: La versione dimostrativa è il programma originale con la sola
limitazione che le stampe sono
presentate a video.
ASSISTENZA: Gratuita, anche per chi sta testando il programma.


12) "LA PENA DI MORTE NON È CHE UN DELITTO", PAROLA DI UN TREDICENNE

Nel suo articolo "IL GRUPPO TORINO VA A SCUOLA" pubblicato sul Foglio di
collegamento dello scorso Febbraio 2002 , Grazia aveva scritto: "non
abbiamo la pretesa di aver "convertito" tutti i ragazzi alla causa
abolizionista, ma abbiamo gettato un seme e indotto i ragazzi a riflettere
su problemi che non li toccano da vicino, ma che costituiscono comunque
profondi motivi di riflessione e sono radicati nella storia dell'umanità."
  A cinque mesi dalla "tumultuosa" esperienza scolastica di Novara possiamo
assolutamente affermare che il seme gettato ha dato buoni frutti, e non
solo perché la mente e il cuore dei ragazzi hanno ricevuto una "scossa
benefica" ma anche perché alcuni di loro hanno voluto che essa si
trasmettesse ad altri, raccontando l'esperienza scolastica vissuta e ciò
che ha significato come momento di riflessione e ripensamento...
   Monica (classe 3B), per esempio, invoca il diritto inalienabile alla
vita... " Dio ci ha messi al mondo per farci vivere e nessuno ha il diritto
di spezzare il sottile filo che ci tiene uniti alla terra."
Manuela incalza esprimendo il suo disappunto sulla possibile uccisione di
Safyia, la  giovane donna nigeriana poi sottratta alla pena di morte per
lapidazione, con queste parole: "Nessuno di noi ha il potere di decidere la
morte di una persona, e ritengo che qualsiasi religione, come tale,
dovrebbe rispettare il diritto alla vita."
   Lucia ritiene la pena di morte un  omicidio di Stato..." Molti Paesi
sono favorevoli alla pena capitale perché pensano che, eliminando
l'assassino, la famiglia sia "ripagata" moralmente per quello che ha
subito. La pena capitale è un "omicidio legalizzato, perché lo Stato uccide
il criminale ma non il delitto, e spesso capita che si commettono errori
giudiziari.
   Pochi si salvano dalla pena di morte, di solito sono i più ricchi, in
altre parole, quelli che pagano di più i migliori avvocati, mentre i più
poveri vengono aiutati in minima parte dallo stato e poi lasciati al loro
destino. Non vi sembra molto ingiusto?
   Carola (3F) tenta una disquisizione sulla inutilità della pena di morte
e, tra l'altro, ritiene che "uccidendo si esclude la possibilità di
recuperare chi ha sbagliato, se si pensa che ci sono anche detenuti che in
carcere proseguono gli studi interrotti e quindi hanno la possibilità di
migliorare e maturare, e di non essere più considerati soggetti a rischio."
Simona insiste sulla  necessità di "punire chi ha commesso un grave crimine
con forme di detenzione che non preludano alla pena di morte ma alla
possibilità di riabilitazione della persona e,in alcuni casi, di
reintegrazione nella società"
   L'opinione di Gabriella si discosta da quella delle sue compagne di
classe in quanto ritiene "giusta la pena di morte comminata a chi ha
commesso un omicidio, ma iniqua la pena inflitta a chi, in seguito,   (
quando ormai è troppo tardi) è ritenuto non essere il vero colpevole."
   Marco riprende quest'ultimo punto dell'affermazione  di Gabriella e
parla di "pasticci che si possono verificare durante i processi e di
possibili corruzioni....poi conclude dicendo: "Il killer uccide la vittima
e si ha un morto, lo stato a sua volta uccide il killer e così si hanno due
morti... La pena di morte non è nient'altro che un delitto, a pari livello
dell'omicidio."
   Aurora infine, particolarmente colpita dalla "cella virtuale" approntata
nell'aula durante il dibattito, racconta..."due rappresentanti del Comitato
Paul Rougeau ci hanno mostrato una cella virtuale del braccio della morte
in dimensioni reali e ci hanno parlato delle condizioni disumane di chi è
costretto a viverci per lunghi periodi". Poi aggiunge:"Uccidere è un  reato
per tutti, al colpevole deve essere inflitta sì una punizione, ma questa
deve essere costruttiva, deve fargli capire gli sbagli commessi per dargli
la possibilità di redimersi e di essere riammesso nella società. La pena di
morte, quindi, è cosa inutile che serve solo a soddisfare la volontà
dettata dall'emotività di parenti e amici della vittima, e quindi, questa
punizione viene usata come arma di vendetta,ed è vergognoso che uno Stato
la ammetta.
Secondo me bisognerebbe prendere provvedimenti prevenendo gli omicidi; dato
che i colpevoli sono spesso malati, drogati, con alle spalle problemi di
infanzia, proporrei di aumentare l'efficienza dei servizi sociali, e un
maggior aiuto economico da parte dello Stato per le famiglie povere".

Gli alunni della 3C hanno ritenuto opportuno evidenziare la loro opinione
sulla pena di morte, frutto di una riflessione interna alla classe dopo la
partecipazione al dibattito, con un grafico molto chiaro ed eloquente che
dimostra quanto sia importante che i ragazzi siano aiutati e stimolati ad
esprimersi su argomenti molto più grandi di loro ma che li avviano a porsi
come protagonisti attivi di una società civile e democratica di cui la
Scuola deve farsi garante: prima del dibattito 9 alunni erano favorevoli
alla pena capitale, mentre 13 erano contrari, dopo il dibattito i
favorevoli sono scesi a 2 e i contrari aumentati a 20. (Anna Maria)


13) NOTIZIARIO

Cina. Progressivo imbarbarimento della giustizia criminale. In Cina -
mentre si rinnovano gli inviti delle autorità a inasprire al campagna
anticrimine "Colpire duro!" - è allo studio un pacchetto di modifiche al
codice penale che incrementa enormemente le pene detentive, pur cancellando
una residua possibilità di comminare la pena di morte ai minori di 18 anni.
Il 23 luglio Amnesty International ha emesso un comunicato per denunciare
la recrudescenza della campagna anticrimine "Colpire duro!" in vista del
prossimo Congresso del Partito Comunista Cinese che si terrà in ottobre.
Dall'8 luglio, giorno del rilancio della campagna, si sono intensificate le
esecuzioni capitali così come era avvenuto il 26 giugno per la Giornata
internazionale contro la droga. Ricordiamo che nei quattro mesi successivi
al lancio della campagna "Colpire duro!"  - da aprile a luglio del 2001 -
in Cina vi furono almeno 1781 esecuzioni (più di quante ve ne siano state
nel resto del mondo in tre anni). Le nuove norme del Codice penale allo
studio da parte di una commissione presieduta da un famoso giurista, Hsu
Chih-hsiung, prevedono l'estensione della massima pena detentiva da 20 a 30
anni, e a 40 anni per chi commette più di un crimine, elevano la pena per
coloro che - dando segni di riabilitazione - godono della commutazione di
una sentenza capitale da 12-15 anni a 30-40 anni di carcere. Attualmente
chi fruisce della commutazione della massima pena detentiva - dimostrando
di essersi riabilitato - può essere condannato anche ad un minimo di 7 anni
di carcere; con le nuove norme il minimo oscillerebbe dai 20 ai 30 anni. E'
prevista la cancellazione dell'art. 272 che consente l'inflizione della
pena di morte ai maschi minori di 18 anni che uccidono i genitori o i nonni.

Filippine. Forti oscillazioni sulla pena di morte. La Presidente delle
Filippine Gloria Arroyo che, dicendo di essere abolizionista, si era fatta
eleggere con l'appoggio della Chiesa cattolica, quest'anno ha palesato un
ripensamento sulla questione, dichiarandosi decisa a firmare ordini di
esecuzione per i responsabili di determinati crimini, a cominciare dal
rapimento. Nel braccio della morte delle Filippine vi sono circa 1000
detenuti per 4 dei quali l'esecuzione è stata già approvata dalla Corte
Suprema. Per il 30 agosto era stata fissata l'esecuzione di tale Rolando
Pagdayawon condannato per lo stupro della figliastra di nove anni. La
Presidente Arroyo il 14 agosto ha però emesso un ordine di sospensione di
tale sentenza e di altre due sentenze che si sarebbero dovute eseguire in
settembre. Il gesto presidenziale tende a rispondere alle pressioni della
Chiesa cattolica e sembra essere un regalo personale fatto all'influente
Cardinale Sin. In Parlamento si susseguono iniziative per l'abolizione
della pena di morte. Il 6 agosto la Corte Suprema ha commutato in pena
detentiva la condanna capitale di 107 persone quasi tutte imputate di
violenza carnale. Infine, per l'intervento di un gruppo cattolico impegnato
nelle prigioni, il 1° agosto la Corte Suprema ha ordinato al Governo di
rimuovere dal braccio della morte i 12 minorenni che vi erano rinchiusi,
dichiarando illegale la pena capitale per i minori di 18 anni. L'ordine
della Corte è stato eseguito il 19 agosto.

Inghilterra. Dopo l'uccisione delle due ragazzine si è parlato di pena
capitale. L'Inghilterra in quanto parte dell'Unione Europea è sottoposta a
vincoli che le impedirebbero in ogni caso di ripristinare la pena di morte.
Ciò non ha impedito che dopo il rapimento e l'uccisione delle studentesse
Jessica Chapman e Holly Wells - fortemente tratteggiati dai media - si
facessero sondaggi che hanno trovato nel momento attuale i due terzi dei
cittadini di Sua Maestà favorevoli alla pena capitale e che l'ex Ministro
dell'Interno, la conservatrice Ann Widdecombe, parlasse alla radio di un
preteso potere deterrente della pena di morte pur riconoscendo che non è
possibile per l'Inghilterra fare passi verso il ripristino della sanzione
capitale.

Iran. Pena di morte per precipitazione. Un abitante di Mashhad, arrestato
l'anno scorso e condannato il 18 luglio per aver violentato e ucciso un
nipote di 16 anni, dovrà essere chiuso in un sacco e gettato da un
precipizio. Secondo gli esperti di giurisprudenza, se egli sopravviverà
verrà impiccato.

Guatemala. Svolta verso l'abolizione per la visita del Papa. Alla vigilia
della visita papale nel più popoloso paese dell'America centrale nei giorni
29 e 30 luglio, il Presidente del Guatemala Alfonso Portillo ha decretato
una moratoria di tutte le esecuzioni capitali e si è impegnato a presentare
in Parlamento una legge per l'abolizione della pena di morte. "Ritengo,
come dice la lettera del Papa, che solo Dio può dare e togliere la vita -
ha dichiarato Portillo, aggiungendo: - la pena di morte non ha mai dissuaso
i criminali o diminuito i delitti e l'insicurezza nel mondo". Il Papa ha
espresso la sua soddisfazione al Presidente Portillo. La legge per
l'abolizione della pena capitale potrebbe trovare un ostacolo nel
Presidente del Parlamento, l'ex dittatore Efrain Rios Montt, che nel 1983
sfidò apertamente la Chiesa cattolica ordinando 6 fucilazioni in 3 giorni.
Due esecuzioni con il metodo dell'iniezione letale vi sono state a giugno
del 2000 nella camera della morte importata 'chiavi in mano' dagli Stati
Uniti. L'America latina è quasi del tutto esente dalla pena di morte.

Sudan. Corti di 'emergenza' emettono 88 condanne a morte. Corti speciali
istituite nel 1998 da un Atto che istituiva lo stato di emergenza nel
paese, che non sono tenute a seguire il Codice penale sudanese, il 17
agosto hanno condannato a morte 88 persone, tra cui due quattordicenni, con
l'accusa di aver partecipato a scontri tra i gruppi etnici Riziegat e
Maalyia che hanno causato 10 morti. I condannati fanno parte di un gruppo
di almeno 130 persone arrestate il 6 maggio. Vi sono preoccupazioni per le
scarse garanzie processuali concesse agli imputati dalle corti speciali. Se
le condanne verranno confermate si procederà all'impiccagione dei detenuti
e/o alla loro crocifissione.

Texas. Molte difficoltà per Calvin Burdine nel nuovo processo. L'avvocato
Robert McGlasson ha efficacemente assistito Calvin Burdine negli ultimi
appelli riuscendo a far annullare la sua condanna a morte per il fatto che
l'avvocato Cannon, che lo difese nel processo del 1984, dormì durante fasi
critiche del dibattimento. E' ovvio che Burdine abbia chiesto che nel nuovo
processo intentato contro di lui dallo Stato del Texas gli venisse concesso
come difensore d'ufficio lo stesso McGlasson. Invece il giudice che doveva
nominare l'avvocato si è rifiutato di scegliere McGlasson per ragioni
formali. Il detenuto ha presentato ricorso contro la decisione del giudice
e la questione è arrivata alla massima corte penale del Texas che ha
confermato il diniego. Alla fine di agosto l'avvocatessa Danalynn Racer che
difende Burdine da appena due mesi ha chiesto di spostare l'inizio del
processo, fissato - con inusitata celerità - per il 7 ottobre,  per poter
studiare il caso. Il giudice Joan Huffman che presiederà il nuovo processo
ha negato qualsiasi dilazione.

Texas. L'ex condannata a morte Pamela Perillo si sente dimenticata. Pamela
Perillo rimase nel braccio della morte del Texas per 20 anni prima di
ottenere la commutazione della sentenza in una lunga pena detentiva con
possibilità di uscita sulla parola. Non riceve più lettere dai sui amici di
penna da quando non è sottoposta alla pena di morte pur vivendo nelle
stesse condizioni di prima nello stesso carcere. Anzi lei ritiene che siano
aumentati gli abusi nei suoi confronti per la rabbia che ha generato la sua
'evasione dal braccio della morte'. Scrivete a: Pam Lyn Perillo - TDCJ No.
932235 - 2305 Ransom Road H2 16  -  Mt. View Gatesville - TX 76528 (USA).

Turchia. Finalmente abolita la pena di morte. Con una legge approvata dal
Parlamento il 2 agosto è stata abolita in Turchia la pena di morte in tempo
di pace per tutti i reati, incluso il terrorismo. Il paese si è pertanto
conformato alle richieste dell'Unione Europea nella quale è candidato ad
entrare. I familiari del leader del PKK Abdullah Ocalan - sul quale pendeva
una sentenza di morte -  hanno festeggiato l'evento con un sacrificio
animale. Vincendo le resistenze della destra, è stato anche approvato un
pacchetto di norme che riconosce alcuni diritti ai 12 milioni di Curdi che
vivono in Turchia, incluso quello di trasmettere in curdo e di imparare la
lingua curda.

USA. Stupri in prigione. Gli esperti avvertono che l'elevata frequenza
degli stupri ai danni dei detenuti nelle prigioni americane sta diventando
un grave problema per i carcerati e per la popolazione in generale a causa
della malattie sessualmente trasmissibili, a cominciare dall'AIDS. Il
problema maggiore risiede nell'atteggiamento dei responsabili delle carceri
che chiudono gli occhi e a volte negano l'esistenza stessa delle violenze.
Il Congresso alla fine di luglio ha preso in considerazione il grave
fenomeno. E' molto probabile che venga approvata con urgenza una legge
detta "Atto per la Riduzione degli Stupri" che impone alle Amministrazioni
carcerarie di osservare alcuni standard per prevenire le violenze. L'Atto
vincolerebbe le carceri federali ed anche quelle di un qualsiasi stato, a
meno di una votazione contraria del Parlamento dello stato. L'Atto prevede
una indagine annuale per individuare le carceri maggiormente affette dal
fenomeno i cui dirigenti verrebbero convocati da una apposita commissione
per rendere conto degli abusi e adottare i dovuti rimedi.

Virginia. Condannato a morte un sedicenne all'epoca del delitto. Amnesty
comunica che il 14 agosto una giuria di Petersburg in Virginia ha scelto la
pena di morte per un nero di nome Shermaine Alì Johnson, che ora ha 24
anni, accusato di aver violentato ed ucciso una donna nel 1994 quando aveva
16 anni di età. Durante il processo, alla giuria è stato imposto di non
leggere il quotidiano locale che parlava delle petizioni in favore
dell'imputato giunte da diversi paesi europei. Questo è il secondo processo
in  cui Alì Johnson viene condannato a morte: il primo venne annullato per
una irregolarità. Il 28 ottobre il giudice che pronuncerà formalmente la
sentenza terrà conto della decisione della giuria pur senza essere
obbligato ad adottarla.


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Questo numero è stato chiuso il 31 agosto 2002