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-----Messaggio originale-----
Da: dirittiglobali-request@peacelink.it
[mailto:dirittiglobali-request@peacelink.it]Per conto di F A B I O C C H
I::
Inviato: giovedì 13 giugno 2002 20.48
A: nobiotech; lilliput; dirittiglobali@peacelink.it; BaseVerde
Oggetto: Amesty su vertice FAO


DICHIARAZIONE DI MARCO BERTOTTO
PRESIDENTE DELLA SEZIONE ITALIANA DI AMNESTY
INTERNATIONAL
A CONCLUSIONE DEL VERTICE FAO SULL'ALIMENTAZIONE
www.amnesty.it

Si chiude oggi il vertice mondiale sull'alimentazione. L'ipocrisia e
l'insopportabile retorica dei governi che hanno partecipato
all'incontro di Roma cede nuovamente il posto al silenzioso dramma
quotidiano di milioni di persone, a cui continuano ad essere negati i
piu' fondamentali diritti umani: nutrirsi, curarsi, istruirsi, avere
accesso alle risorse essenziali, vivere una vita dignitosa.

I governi hanno assunto dinanzi alla comunita' internazionale degli
obblighi precisi: garantire la promozione e protezione di tutti i diritti
umani, inclusi quelli economici e sociali, e adempiere in questo
modo alle aspirazioni della Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani, la liberta' dalla paura e la liberta' dal bisogno. Eppure in ogni
angolo di mondo ci sono esseri umani che subiscono le peggiori
conseguenze di un sistema economico e sociale che produce
miseria ed emarginazione. Tutto avviene nella colpevole inerzia dei
governi, che invece di adottare misure concrete e possibili per
sradicare la poverta' e combattere l'ingiustizia sociale, continuano a
sbandierare le solite false promesse, ripetute con enfasi in ogni
occasione ufficiale e recitate a memoria anche dalle (poche)
delegazioni presenti al vertice di Roma.

Il legame indivisibile tra i diritti socio-economici e le liberta' politiche
ha trovato nello scenario internazionale del dopo 11 settembre un
nuovo terreno di sfida. In un contesto globale caratterizzato dalla
paura e da una pressante richiesta di sicurezza, le ingiustizie sociali
ed economiche che scaturiscono da gravi abusi dei diritti umani -
spesso alimentate o utilizzate a proprio favore dalle grandi imprese
multinazionali - creano un terreno fertile per i disordini e la violenza.
Mentre milioni di persone sono costrette alla guerra da poverta',
discriminazione ed esclusione sociale, i governi continuano ad
agitare la retorica della lotta globale contro il terrorismo e le loro
fabbriche proseguono indisturbate a rifornire di armi gli eserciti
piuttosto che a rispondere alle grandi sfide della poverta', della
salute, dell'educazione e degli altri bisogni sociali.

            Per combattere il terrorismo non servono misure
straordinarie e leggi d'emergenza, che erodono le liberta'
fondamentali e trasmettono sentimenti di intolleranza e
discriminazione. Occorre invece una mobilitazione internazionale a
favore dei diritti umani, incluso il diritto al cibo: la sfida e' quella di
"dirottare la globalizzazione", perché diventi veicolo per la
realizzazione dell'universalita' e dell'interdipendenza di tutti i diritti
umani per tutti gli esseri umani.

Roma, 14 giugno 2002