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LIBRO - LE RAGIONI DI UN SILENZIO Persecuzioni nazifasciste contro omosessuali



 

-----Messaggio Originale-----
Da: bricioli@tin.it
Oggetto: LIBRO - LE RAGIONI DI UN SILENZIO



CIRCOLO PINK
centro di Cultura e Iniziativa Gay Lesbica Bisessuale e Transgender
Verona



LE RAGIONI DI UN SILENZIO
La persecuzione degli omosessuali durante il nazifascismo

libro a cura del Circolo Pink
edizioni Ombre corte / culture

Il libro sarà nelle librerie italiane verso la seconda metà di aprile.
Raccoglie gli atti di un convegno fatto a Verona nell'ottobre del 1999
integrato con altri scritti sull'argomento della persecuzione delle
persone omosessuali durante il nazifascismo. Questo libro é il risultato
di un percorso che il Circolo Pink ha intrapreso dal '97 quando presentò
la prima domanda al Comune di Verona per rappresentare, alle
manifestazioni ufficiali del 25 Aprile, le persone omosessuali
perseguitate dal nazifascismo, domanda sempre rifiutata dal Sindaco di
Verona e dal comitato promotore delle manifestazioni fino al 2000 anno
in cui il Pink ha potuto sfilare al fianco delle altre associazioni
presenti al 25 Aprile.

Siamo disponibili a presentare il libro
info Circolo Pink 045 8065911
Gianni Zardini e Giulio Russo 348 2634126
pinkverona@tiscali.it  /  bricioli@tin.it



Ero nel Reparto V, che comprendeva una colonia penale con una baracca
dotata di inferriate. Facevo parte di quella che veniva chiamata la
'squadra dei miserabili', e dovevamo lavorare dalle sei di mattina alle
nove di sera. Facevamo lavori di pulizia, svuotavamo le latrine... ed
eravamo isolati dagli altri. Per circa sei mesi sono stato 'piegato in
due', i miei polsi erano ammanettati alle caviglie. Quando portavano il
cibo la mia ciotola era sul pavimento ed i soldati versavano la minestra
dall'alto e così schizzava tutta fuori. Io dovevo leccarla per terra per
riuscire a mangiare qualcosa. Non potevo uscire dalla colonia penale e
non potevo liberarmi dalle manette; così mi facevo i bisogni addosso ed
i miei pantaloni erano sporchi e puzzolenti. Poi mi spedirono nella
baracca dell'isolamento Paul-Gerhard Vogel

'I due scopi primari dellíideologia nazista, mantenere la purezza della
razza ed una crescita della popolazione che assicurasse l'espansione del
popolo germanico, non potevano essere raggiunti in presenza di
omosessuali maschi e femmine. Un'altra cosa degli omosessuali che
disturbava politicamente i nazisti, era la peculiare cultura che questi
tendevano a creare; un mondo a parte fatto di particolari adattamenti
che li separava dagli altri. L'unità all'interno del popolo non era
possibile con gli omosessuali, perciò le loro peculiarità andavano
distrutte, cosicché la conformità del popolo potesse essere realizzata,
a partire dalle origini.' - Rüdiger Lautmann

'Non è questa l'occasione per ricordare quale sommatoria di concause
abbia reso possibile l'ascesa del partito di estrema destra guidato da
Adolf Hitler. Quale essa sia stata, è certo che ha offerto il miglior
terreno di coltura perché 'l'uovo del serpente' - prendo a prestito
l'espressione dal titolo di un'opera del regista Ingmar Bergman -
potesse schiudersi e ciò che ne sarebbe uscito schiantare con virulenza
la vacillante democrazia weimariana o, meglio, ciò che restava della
povera democrazia tedesca: 'È come un uovo di serpente. Attraverso le
sottili membrane tu puoi chiaramente scorgere il rettile già
perfettamente formato' (BERGMAN ). La tenace membrana dell'uovo
incominciò a mostrare le prime increspature, segno dellíimminente venuta
alla luce della creatura che vi si celava, nella mattinata del 30
gennaio 1933.' - Carlo Saletti

'La 'categoria' degli omosessuali è per definizione un raggruppamento
trasversale: si può essere, infatti, omosessuali ed ebrei, zingari,
tedeschi, cattolici, oppure omosessuali e allo stesso tempo comunisti,
liberali, socialisti e cosi via. Questa peculiarità induce ad almeno due
riflessioni: a) ogni tentativo di numerare gli omosessuali morti nei
lager è destinato a fallire; b) la persecuzione degli omosessuali
riguarda tutti, anche chi non ama che gli omosessuali siano considerate
vittime uguali a tutti gli altri perseguitati.' - Giovanni Battista
Novello Paglianti

'Col progressivo trasformarsi in regime, il fascismo operò in maniera
sempre più pressante per la vittoria di modelli maschili e femminili che
si confacessero ai ruoli tradizionali degli uomini e delle donne, seppur
visti in un'epoca moderna. Il fascismo rielaborò anche lo stereotipo
dell'omosessuale, già presente nella cultura italiana, sia rafforzando i
cliché già esistenti, sia creandone di nuovi, più corrispondenti
all'opinione più comune in quegli anni.' - Dario Petrosino

'Il codice fascista - il Codice Rocco - non prevedeva, al momento della
sua entrata in vigore nel 1931, una legge specifica antiomosessuale.
Neanche il precedente Codice Zanardelli conteneva una legge
antiomosessuale, ma in entrambi i casi non fu una scelta liberale: la
tolleranza degli atti omosessuali e il principio di non ingerenza del
diritto nella sfera dei comportamenti privati non erano propri
dell'ideologia fascista né di quella di Zanardelli o dellíItalia
Umbertina.' - Gianfranco Goretti



Le testimonianze degli omosessuali sopravvissuti raccolte da Müller, la
fredda analisi di Lautmann sulle azioni persecutorie dei nazisti, l'Idra
a cui Hitler toglie le catene documentata da Saletti, la rimozione
collettiva degli 'olocausti dimenticati' descritta da Paglianti, e la
via tutta italiana per estirpare il 'vizio d'oltralpe' che Petrosino e
Goretti riportano con cifre, luoghi e proclami. Sei interventi, sei
chiavi di lettura per conoscere e capire come è possibile creare e
mantenere, nella memoria comune, vittime 'degne di memoria' e 'vittime
dimenticate'. Un libro che non va solamente letto, ma va usato per
rivendicare la memoria, la sofferenza e la presenza nei riti ufficiosi e
ufficiali della Liberazione, fra una destra che nega, giustifica e
minimizza ed una sinistra troppo distratta.


Giulio Russo