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riconosciuto lo status di rifugiato in Italia ad un ragazzo gay ucraino






-----Messaggio Originale-----
Da: <gruppopolitico@mariomieli.org>
Data invio: giovedì 21 febbraio 2002 16.36
Oggetto: RICONOSCIUTO LO STATUS DI RIFUGIATO AD UN RAGAZZO GAY UCRAINO


Roma, 21 FEBBRAIO 2002
COMUNICATO STAMPA

RICONOSCIUTO LO STATUS DI RIFUGIATO AD UN RAGAZZO GAY UCRAINO

La Commissione Centrale per il riconoscimento dello Status di Rifugiato,
l'organo preposto in Italia alla concessione dell'asilo, ha riconosciuto
lo scorso 15 gennaio l¹asilo a R.V., un ragazzo omosessuale di
nazionalità ucraina, arrivato in Italia nel gennaio 2001. E¹ il primo
caso nel nostro paese di riconoscimento dell'asilo ad un ragazzo gay
proveniente da una nazione in cui l¹ordinamento non sanziona
l¹omosessualità e le sue manifestazioni.
Quello che abitualmente, con una dicitura non corretta, viene chiamato
"asilo politico" è il diritto garantito dall'ordinamento internazionale
ad essere riconosciuti rifugiati in un paese presso cui si chiede la
protezione da forme di persecuzione individuale.
Il Consiglio Italiano per Rifugiati si è rivolto al Circolo di cultura
Omosessuale Mario Mieli per una consulenza e un supporto alla causa di
R.V. Il Circolo Mario Mieli ha messo a disposizione il proprio servizio
di consulenza legale per assistere R. nel disbrigo di tutte le pratiche
burocratiche, tutto il Circolo si è adoperato per il sostegno umano in
un momento così complesso; R.V. ha frequentato le attività del Circolo,
in particolare il gruppo di accoglienza, Welcome Group, e con piacere
tutti i volontari hanno accolto il nuovo socio.
Il ragazzo ucraino, raccontando la sua storia, ha evidenziato come nel
suo paese non fosse libero di poter vivere pienamente la sua condizione
omosessuale, e sopratutto condurre alcuna attività commerciale e
lavorativa, in particolare la gestione di un bar gay in una cittadina
vicina a Kiev, a causa di parecchi fattori. In Ucraina la
discriminazione e il disprezzo nei confronti della comunità glbt sono
estremamente diffusi. Gli omosessuali sono oggetto di una vera e propria
persecuzione da parte di gruppi anti-gay, paramilitari e del crimine
organizzato; tutto ciò nel pieno silenzio delle autorità locali, che non
solo non intervengono, ma addirittura, con un comportamento di
silenzio-assenso e in un clima di illegalità diffusa, finiscono col
favorire l'operato sempre più aggressivo da parte degli appartenenti a
questi gruppi nei confronti delle persone gay. In questo quadro si
inserisce perfettamente l¹esperienza di R.V., il quale ha dovuto subire,
per il fatto di essere omosessuale,
 non solo umiliazioni, ma anche vere e proprie violenze fisiche. E'
stato ripetutamente picchiato, ha subito un sequestro durante il quale è
stato torturato, con conseguenze fisiche e mentali di cui ancora oggi
porta i segni.
Nonostante nel 1991 l'Ucraina abbia derubricato gli atti consensuali tra
le persone dello stesso sesso, la condizione degli omosessuali continua
ad essere di particolare gravità. Si denunciano, da parte delle maggiori
organizzazioni internazionali, carenze in tema non solo di visibilità,
ma anche di tutela dei diritti dei gay, delle lesbiche e dei bisessuali.
Infatti, se da una parte le autorità ufficiali del Paese hanno
difficoltà addirittura a riconoscere l'esistenza di una comunità gay e a
considerarla un reale strato sociale, dall'altra si praticano anche
discriminazioni sull'orientamento sessuale: ad esempio, il Ministero
dell'Educazione raccomanda di non assumere persone "visibilmente
omosessuali". In Ucraina per i cittadini omosessuali è difficile
studiare, trovare un lavoro e vivere a pieno la propria omosessualità. A
tutto questo si aggiunge il fatto che esistono prove che la polizia
iscrive i gay in liste chiamate "gruppo a rischio", in cui vengono
segnalati anche prostitut
e e tossicodipendenti. La schedatura, illegale poiché l'omosessualità
non è più reato, è incivilmente giustificata dalle pubbliche autorità
con l'esigenza di combattere l'AIDS.
Ora il ragazzo ha la possibilità di iniziare una nuova vita, cercando di
integrarsi nella società e cultura italiana. La Convenzione di Ginevra
lo protegge da eventuali rimpatri ed espulsioni verso l¹Ucraina, ma
soprattutto prevede per lui un trattamento giuridico favorevole almeno
quanto quello previsto per i cittadini italiani.
Questo riconoscimento assume una notevole importanza ed un forte
significato giuridico nei confronti della comunità glbt. Questa
decisione riconosce che non è sufficiente che un ordinamento interno non
criminalizzi l'omosessualità, ma ad esso si deve accompagnare una reale
ed effettiva protezione nei confronti di tutta la comunità GLBT.
Ci auguriamo quindi che questo costituisca un segnale forte per le
istituzioni nel nostro paese; non vogliamo che rimanga un caso isolato,
ma sia di esempio per noi e per le altre nazioni affinché si smetta di
calpestare i diritti umani e civili dei cittadini e delle cittadine gay,
lesbiche, bisessuali e transessuali.

Massimo Mazzotta
Presidente del Circolo di Cultura Omosessuale "Mario Mieli"

Gianluca Calzolari
Consiglio Italiano per i Rifugiati



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