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CGIL, sindacati e qualunquismo di sinistra




Poiche' non e' la prima volta che vedo sostenere tesi sul movimento
sindacale che rischiano di bollare come *filofascismo* tutta quanta
un'esperienza sociale e politica che e', e continua ad essere (lo si voglia
o meno) una base fondamentale per ogni concreta prospettiva di cambiamento
della nostra societa', forse e' il caso di spostare il discorso su qualche
argomento un po' piu' serio degli orologi dei computer:
1) fin dalle sue origini il sindacalismo si e' fondato sulla contrattazione
collettiva (cioé sulla trattativa con il vero *nemico*, cioe' il padrone)
come strumento di contropotere sociale della forza economica datoriale;
2) fin dalle origini e fino ad oggi (con il rifiuto della concertazione
espresso dal governo neofascista e dalla confindustria) il potere datoriale
ha cercato di sottrarsi a quel confronto;
3) la fase neocorporativa della concertazione trilaterale (governo,
sindacati, confindustria) si afferma a partire dalla seconda meta' degli
anni '70 (punto di contingenza e ammortizzatori sociali), al fine di
sostenere il potere di acquisto dei lavoratori eroso dagli eventi successivi
allo schock petrolifero di inizio decennio;
4) essa si e' poi estesa alla concertazione delle scelte di politica
economica in una fase di esaurimento di spinte rivendicative dovute
innanzitutto all'esaurimento delle risorse contrattabili direttamente dalle
parti sociali per le spinte recessive, ed all'esigenza di reperirle
nell'ambito delle politiche pubbliche;
5) fu craxi nel 1984 a introdurre il primo vulnus nel sistema concertativo
isolando la cgil sul problema della scala mobile (un po' come oggi tenta di
fare il suo amico e *compagno di tangenti* berluska);
6) e' indubbio che nel corso degli anni '80 il sistema concertativo
trilaterale sia degenerato in uno strumento di consenso sociale per i
governi succedutisi, di *normalizzazione* del movimento sindacale, il quale
ha rinunciato troppo spesso alle sue caratterizzazioni sociali, a vantaggio
di vesti istituzionali che alla fine sono state poco utili ai lavoratori;
7) tuttavia, chi si interessa di globalizzazione sa che il sistema sindacale
italiano mantiene tuttora, nonostante tutto, forti connotazioni sociali e
basi di massa, se lo si confronta col sistema sindacale chiuso e
parcellizzato inglese, con quello debole e frammentato della Francia, ovvero
col sindacato della ben piu' radicale (ma a destra...) cogestione della
Germania, in cui la *collaborazione* tra sindacato e padroni e' sistematica,
penetra in ogni impresa ed ingabbia ogni movimento di base;
8) cio' non toglie che una cosa sia la denuncia delle degenerazioni
*normalizzatrici* e desocializzanti di quel sistema, altro sia l'attacco
tout court al sistema della contrattazione ed al ruolo sindacale di
confronto con governo ed istituzioni, che rimangono essenziali e vitali per
ogni serio e credibile (innanzitutto per gli stessi lavoratori) movimento
sindacale;
9) quello che e' francamente insopportabile e' che proprio ora che i guasti
piu' macroscopici del sistema concertativo neocorporativo vengono alla luce
anche agli occhi del movimento sindacale, e si assiste alla ricerca da parte
di organizzazioni importanti, come la FIOM, di ricollegarsi non solo alla
propria base di lavoratori ma anche a tutti i fermenti sociali antagonisti
in campo, e che la CGIL comincia anche ad affrontare il rischio di un
proprio isolamento rispetto a certi ceti sindacali piu' estremisti (penso
alla CISL), e mi risulta che oggi insista tutti i giorni per lo sciopero
generale, certe frange (da sempre) cieche ed ottuse dell'*ultra' sinistra*
attacchino (guarda caso) non la CISL ma proprio e specificamente ed
esclusivamente la CGIL!!
10) e' la solita storia di chi, qualunquisticamente, fa di tutte le erbe un
*fascio*: se non conoscessimo la storia di certi abbaiatori del tipo di
Sofri, Ferrara, Liguori e Lerner (storia ciclica...) sosterrei che qui siamo
di fronte alla solita ingenuita' parolaia ed effimera di figli di papa'
annoiati e disorientati. Ma quella storia noi la conosciamo;
11) il movimento sindacale, a partire dalle sue organizzazioni piu'
rappresentative, e' un interlocutore essenziale di ogni movimento di
cambiamento (ecologista, pacifista, solidale), che occorre conquistare
interamente a noi, forti della nostra consapevolezza dell'inscindibilita'
dei legami tra le contraddizioni
capitale-ambiente-lavoro-sessualita'-sviluppo-giustizia sociale- diritti, ma
che certo nessuno di noi puo' pensare di combattere od avversare come *il*
nemico, specie oggi.
ciao.

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Francesco Fanizzi - Bari -
ultrared@libero.it

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----- Original Message -----
From: Davide Bertok <davide.bertok@adriacom.it>
To: <dirittiglobali@peacelink.it>
Sent: Wednesday, February 20, 2002 12:20 AM
Subject: Re: R: R: XIV Congresso CGIL


> E chi parlava di te, io parlavo di un sindacato connivente con la sinistra
> neoliberista e guerrafondaia.
> Purtroppo non c'è solo Berluska, ma disgraziatamente anche Rutelli e
> D'Alema, anche grazie a qualcun altro ci sono loro due...
> Amen
> E sistemati l'orologio del pc che ce l'hai quasi un mese indietro...
> Davide
>
> >
> > > Beh certo, se è per quello non ha mai provato a fare i conti neanche
> > > con i compromessi con il "padronato", che poi ad una rilettura
> > > dell'accordo spesso significa fregatura per il lavoratore e
> > > ulteriori vantaggi per l'imprenditore. Ma è inutile che vado anche a
> > > discutere, d'altra parte non credo che ci siano migliori sordi negli
> > > amici della sinistra neoliberista e guerrafondaia...
> > >
> > > Ciao,
> > > Davide
> > >
> > >
> > >
> >
> >
> >
>
>
>