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(Fwd) [noomc-it] GLI USA RIFIUTANO DI OSSERVARE LA CONVENZIONE
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Date sent: Sat, 26 Jan 2002 08:09:56 +0100
Subject: [noomc-it] GLI USA RIFIUTANO DI
OSSERVARE LA CONVENZIONE DI GINEVRA
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From: "A.N.S.W.E.R." <answer.general@action-mail.org>
To: <answer.general@action-mail.org>
Sent: Saturday, January 19, 2002 3:50 PM
Subject: [ANSWER]: UNITED STATES REFUSES TO ABIDE BY
GENEVA CONVENTION
(traduzione a cura di Curzio Bettio di SoccorsoPopolare di Padova)
GLI STATI UNITI RIFIUTANO DI OSSERVARE LA CONVENZIONE DI
GINEVRA (Una
versione di questo Statuto, con collegamenti ad articoli relativi, è
disponibile a:
http://www.civil-rights.net .)
L'11 gennaio 2002, gli Stati Uniti hanno dichiarato che non avrebbero
accettato di osservare la Convenzione di Ginevra del 1949 sul
trattamento dei prigionieri di guerra, relativamente al trattamento e
all'internamento di quelli che sono stati fatti da loro prigionieri in
Afganistan o in Pakistan. La Terza Convenzione di Ginevra, che
fornisce specifiche indicazioni per il trattamento dei combattenti
fatti prigionieri, costituisce una parte della "legge fra le nazioni"
ed è un fondamento del diritto internazionale umanitario. Gli Stati
Uniti dichiarano che quei prigionieri attualmente non sono da
considerarsi prigionieri di guerra, ma a tutti gli effetti "
combattenti illegittimi".
I primi prigionieri sono arrivati nella base U.S.A. di Guantanamo
Bay, l'11
gennaio 2002. Secondo il "Washington Post", i prigionieri sono stati
incappucciati ed ammanettati durante tutto il volo, durato 27 ore. Gli
Stati Uniti difendono queste pratiche, come misure necessarie di
sicurezza. I media, di stanza a Cuba, hanno riferito che i prigionieri
sono stati dotati di occhiali anneriti all'esterno, per "ragioni di
sicurezza" necessarie a prevenire il loro uso della vista. In un
documento reso pubblico inviato a Donald Rumsfeld, Amnesty
International ha espresso la sua inquietudine, per il fatto che le
condizioni di trasporto dei prigionieri violavano le norme
internazionali.
I prigionieri sono stati sistemati in gabbie completamente aperte
all'aria, di 6 piedi per 8, (un piede equivale a cm.30.48; quindi in
gabbie di 2 metri per 2.5metri !), chiuse con filo spinato, con
pavimenti di cemento, tetti di legno e contenenti una stuoia e un
secchio di plastica. Gli U.S.A. esigono che i mezzi di informazione
non mostrino fotografie dei prigionieri in queste condizioni,
spiegando che le foto priverebbero i prigionieri dei loro diritti,
secondo la Convenzione di Ginevra. Secondo un portavoce del
Pentagono,
qualsiasi foto dei prigionieri, nelle condizioni imposte dagli Stati
Uniti, potrebbero risultare "umilianti" e "degradanti". Diversi
impedimenti esterni non hanno corrisposto alla richiesta del
Pentagono. Il rifiuto dell'Amministrazione Bush di adeguarsi al
diritto internazionale umanitario si pone in netto contrasto con le
giustificazioni avanzate per le azioni militari degli U.S.A. Il 20
settembre 2001, in un discorso televisivo, George W. Bush giustificava
di intraprendere la guerra come necessità di difendere i valori della
"civiltà" contro il "male": "Comunque, questa non è proprio una
battaglia della sola America. E quello che è messo in gioco non è la
libertà della sola America. Questa è la battaglia del mondo. Questa è
la lotta per la civiltà." L'8 novembre 2001, nel suo primo discorso
alla Nazione, il Presidente Bush dichiarava che i bombardamenti
sull'Afganistan erano "una guerra per salvaguardare la civiltà
stessa."
L'Articolo 4 della Convenzione definisce le categorie di persone che
devono essere considerate come "prigionieri di guerra." Secondo
l'Articolo 5, "se dovesse sorgere qualche dubbio che la persona, che
si è impegnata in azioni di belligeranza e che è caduta nelle mani del
nemico, appartenga alle categorie enumerate all'Articolo 4, tali
persone devono godere della protezione della presente Convenzione,
fino a quando il loro status sia stato determinato da un tribunale
competente." Nessun tribunale competente ha pronunciato un giudizio
a
tale riguardo. Ecco alcuni articoli della Terza Convenzione di
Ginevra, che riguardano il trattamento umanitario dei prigionieri di
guerra, quelli che gli U.S.A. si rifiutano di applicare,:
- Articolo 13: Trattamento umanitario obbligatorio; non sono permesse
rappresaglie. - Articolo 14: Rispetto per la persona e per l'onore;
nessuna discriminazione di genere. - Articolo 16: Nessuna
discriminazione basata su razza, nazionalità, credo religioso o
opinioni politiche. - Articolo 17: Nessuna tortura fisica o mentale;
nessuna coercizione per ottenere informazioni; i prigionieri che
rifiutano di fornire informazioni non possono essere minacciati,
insultati o esposti ad un trattamento sgradevole o sfavorevole. -
Articolo 18: Indumenti e oggetti per uso personale possono essere
conservati dai prigionieri. - Articolo 20: L'evacuazione o il
trasferimento devono avvenire sotto le stesse condizioni indicate dal
Potere di Detenzione. - Articolo 21: Internamento in campi
legittimamente appropriati; proibita la restrizione al chiuso. -
Articolo 22: Proibito l'internamento in penitenziari; viene richiesta
ogni garanzia di igiene e buona salute. - Articolo 25: Le condizioni
degli alloggiamenti devono essere favorevoli sia per i prigionieri di
guerra come per le forze del Potere di Detenzione; sono richiesti
adattamenti per gli usi e i costumi dei prigionieri di guerra; è di
obbligo la protezione contro l'umidità, un riscaldamento ed una
illuminazione adeguati.
- Articolo 26: Il cibo deve essere in quantità, qualità e varietà
sufficiente a mantenere buona salute e buon peso. - Articolo 27:
Vestiario, biancheria intima e calzature devono essere fornite in modo
adeguato. - Articolo 28: Devono essere predisposte dispense, con
alimenti, sapone, tabacco, a prezzi accessibili e gli articoli
ordinari vi devono essere immagazzinati. - Articolo 29 - 32: Si
richiede igiene e attenzioni sanitarie opportune, incluse visite
mediche mensili - Articolo 34 - 37: Ai prigionieri deve essere
consentita completa libertà nell'esercizio della religione, inclusa la
presenza alle funzioni, sotto la condizione che questo avvenga con la
consueta disciplina. - Articolo 38: Devono essere provviste attività
fisiche, intellettuali e ricreazionali. - Articolo 70: Deve essere
consentito ai prigionieri scrivere alla famiglia, e ad altri.
Pubblicato per la Campagna di Difesa del Dissenso e per il Progresso
dei
Diritti Civili, un progetto di collaborazione con Civil Justice~LDEF.
Per maggiori informazioni, andare a: http://www.Civil-Rights.net .
Gli autori sono membri del Comitato Direttivo Nazionale di
A.N.S.W.E.R.
(Act Now to Stop War and End Racism)(Agisci Ora per Fermare la
Guerra
e Distruggere il razzismo) http://www.internationalanswer.org .
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DA "LIBERAZIONE" DEL 24 GENNAIO 2002.
RUBRICA 'PUNTO ROSSO'
di Giovanni Russo Spena
Le gabbie di Guantanamo
Tetto di lamiera, base di cemento, reticolato metallico, 2 metri e
quattro per 1 metro e otto: la gabbia di Guantanamo è la 'galera
globale' della guerra infinita, senza tempo e spazio. E' metafora
della barbarie, del nuovo maccartismo. I 'prigionieri del nulla' sono
persone i cui reati sono solo presunti; essi sono ridotti a cose, con
bavagli, occhiali schermati e para orecchie. Ai 144 che sono già a
Guantanamo è andata bene; altre centinaia, forse migliaia di
prigionieri di guerra, sono stati massacrati nei roghi delle prigioni
o nei bombardamenti statunitensi sui cortili delle carceri afgane.
Altri prigionieri sono in arrivo, trasportati qui dalla base aerea di
Kandahar: un volo di 27 ore, bendati, imbavagliati, imbottiti di
sedativi. Nessuno sa se siano 'talebani', se siano 'militari di Al
Qaeda', nessuno sa come si chiamino; nessuno sa quali ruoli abbiano
svolto, di quali reati siano accusati. In verità, si sa che alcuni
certamente 'talebani' non sono: stanno arrivando a Guantanamo,
infatti, anche 6 algerini, che non c'entrano nulla con l'Afganistan;
sono stati arrestati in Bosnia su indicazione dei servizi segreti
statunitensi. Il giudice Bosniaco ha ordinato la loro liberazione,
ritenendoli non compromessi in azioni terroristiche; ma i militari
statunitensi se li sono fatti consegnare e li porteranno a Guantanamo.
I familiari degli algerini e la certezza del diritto ringraziano.
Secondo il governo statunitense le gabbie di Guantanamo contengono
non
persone, ma 'unlawful combatans', combattenti fuorilegge (una
categoria in verità molto innovativa): secondo, invece, l'Alto
Commissario dei diritti umani, Mary Robinson, la Croce Rossa,
Amnesty,
ecc., i detenuti di Guantanamo sono prigionieri di guerra in base alla
Convenzione di Ginevra del 1949 e devono essere trattati come tali
fino al momento in cui eventuali accuse di terrorismo vengano
formulate nei loro confronti. Altrimenti, sostiene l'Alto Commissario,
devono essere mandati in patria al termine del conflitto in
Afganistan. Ma il Ministro della difesa statunitense, Ronald Rumsfeld,
mentre continua a bombardare 'per portare la civiltà e la legalità',
tra una bomba e l'altra, infastidito dalle flebili voci dell'Alto
Commissario dei diritti umani e di qualche impotente garantista
dichiara: "Potremmo trattenerli a tempo indeterminato, sono individui
pericolosi. Noi non gestiamo un circolo ricreativo. Non provo la
minima preoccupazione per il loro maltrattamento." Non ci eravamo mai
illusi: la guerra globale ed infinita per la libertà e la giustizia
finisce, per paradosso, nelle gabbie di Guantanamo. La verità emerge.
Non ci meravigliamo: eppure questo ministro della difesa, che parla da
Kapò, fa male allo stomaco, fa tristezza; ma anche un po' paura.
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