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Leyla Zana: aggiornamento campagna per la scarcerazione in prossimità del 7 dicembre



LIBERTA' PER LEYLA ZANA, LIBERTA' PER IL POPOLO CURDO

La campagna per la scarcerazione di Leyla Zana promossa dall'Associazione
Culturale Punto Rosso, in particolare da un gruppo di donne
dell'Associazione coordinato da Silvana Barbieri, è in corso. Vi inviamo
dei materiali per rendere conto dello stato di cose. Le guerre sono scempio
per i corpi e per le menti. Anche perché servono molto ai dominanti per
cancellare i tanti problemi del mondo, distogliere l'attenzione anche degli
uomini e delle donne di buona volontà e costringerci a occuparci
dell'emergenza.

Quella che segue è la lettera di Silvana Barbieri di ritorno da un viaggio
in Turchia. Siamo in prossimità del 7 dicembre e ricorre il settimo
anniversario della carcerazione di Leyla Zana e degli altri tre deputati
curdi. Gli allegati sono importanti e li poniamo alla vostra attenzione. E'
importante che le persone di buona volontà, compagne e compagni, amiche e
amici, presenti nelle varie istituzioni, comunali, provinciali, regionali
ecc., si adoperino, ognuna/o nella propria istituzione, affinché venga
approvato l'ordine del giorno di cui trovate il testo negli allegati. Anche
alla luce della sentenza della Corte di Strasburgo (vedi allegati nel
commento e nella presa di posizione del Comitato turco Cildek).

Abbiamo noi solo le armi e le bombe spirituali delle nostre grandi ragioni.
Abbiamo grandi ingiustizie a cui riparare. Sono tante e tutte gridano
vendetta. Ma di contro alle terribili divinità degli eserciti, dei
fondamentalismi religiosi, tra i quali in primo luogo il fondamentalismo
occidentalocentrico e statunitense, le nostre vendette sono il lavoro
paziente per la giustizia, la libertà, la solidarietà. In breve per
l'eguaglianza. Non dimentichiamo Leyla Zana e il popolo curdo.

Grazie per l'attenzione.



Care amiche, cari amici,

                                        come certamente ricorderete un anno
fa la nostra Associazione promosse un appello per la liberazione di Leyla
Zana, e con esso, inoltre, iniziava una campagna di iniziative.

 Abbiamo a Vostra disposizione, su richiesta, gli atti della manifestazione
pubblica da noi promossa lo scorso gennaio a Milano, appunto come sviluppo
della campagna.

Ora nuovamente torniamo a Voi per rendervi edotti di nuove iniziative,
essenzialmente di pressione sul Governo turco, e anche per chiedervi un
contributo ad esse.

A luglio la Corte di Giustizia di Strasburgo ha condannato la Turchia
proprio in ordine al processo a Leyla Zana, e ad altri tre parlamentari di
origine curda, ravvisandone l'illegittimità sotto ogni profilo, a partire
dalla composizione del Tribunale per finire alle condizioni nelle quali ha
potuto esercitarsi la difesa.

Mi sono perciò recata questo novembre ad Ankara per capire meglio,
attraverso discussioni con il rappresentante legale di Leyla Zana Avvocato
Yusuf Alatas e con i due organismi per i diritti umani più impegnati sul
terreno della tutela dei diritti culturali dei curdi, la Federazione per i
Diritti Umani (TIHV) e l'Associazione per i Diritti Umani (IHD), il nuovo
quadro che la sentenza ha creato e in quale modo fosse più opportuno agire
in questo quadro.

Il colloquio con l'Avvocato Alatas è stato lungo. Egli ha intanto molto
insistito sul cambiamento in meglio di condizioni giuridiche nelle quali
collocare la richiesta di una sollecita liberazione di Leyla Zana, e degli
altri parlamentari in carcere. La sentenza della Corte di Giustizia di
Strasburgo non solo condanna la Turchia al pagamento dei danni ma la
impegna ad una sollecita revisione del processo, e questo sulla scia di
un'interpretazione dello Statuto del Consiglio d'Europa alla quale la Corte
annette obbligatorietà per gli stati membri, ed esattamente di quella norma
che impegna gli stati membri a collocare, nella misura del possibile,
quanti siano stati danneggiati da sentenze ingiuste nelle condizioni
precedenti al danno.

Allo stato la Turchia si è ad oggi solo impegnata a pagare i danni: non si
è invece espressa sulla questione, ben più sostanziale, di una revisione,
in un modo qualsiasi, del caso Leyla Zana e dei suoi colleghi, ovviamente
per le implicazioni politiche che ciò avrebbe.

(Vi mando dunque in allegato a questa lettera anche una sintesi della
sentenza di condanna della Turchia da parte della Corte di Giustizia di
Strasburgo e alcuni materiali che la interpretano e inoltre indicano i
poteri dei quali questa Corte dispone e le obbligazioni alle quali i Paesi
appartenenti al Consiglio d'Europa sono tenuti. Purtroppo una parte di
questi materiali è in francese, non sono riuscita ad averli in italiano.)

L'Avvocato Alatas pertanto ritiene che chiunque oggi intenda sollecitare la
liberazione di Leyla Zana è da tutto ciò che dovrebbe partire: per
l'efficacia di un'argomentazione quale quella dell'obbligo da parte della
Turchia di conformarsi alle norme e alle sentenze di organismi dei quali la
Turchia è partecipe. Occorrerebbe anche evitare atteggiamenti che
potrebbero fornire agli interlocutori turchi pretesti per fargli rinviare
alle calende greche la revisione del caso Leyla Zana ecc. Inoltre
l'Avvocato Alatas chiede che le iniziative di pressione sulle Autorità
turche per la liberazione di Leyla Zana abbiano un carattere il più
possibile trasversale agli schieramenti politici: sempre perché la
pressione riesca ad essere efficace.

A loro volta gli organismi per i diritti umani TIHV e IHD hanno confermato,
in buona sostanza, il ragionamento dell'Avvocato Alatas.

Dunque è soprattutto per questo che Vi scriviamo: per chiedervi di aiutarci
nella costruzione di iniziative nei consigli regionali, provinciali e
comunali, sostanzialmente sulla linea di questo ragionamento.

A questo proposito Vi mando in allegato anche una bozza di possibili ordini
del giorno, appunto da proporre nelle sedi consiliari, e inoltre gli
indirizzi dei luoghi istituzionali della Turchia ai quali gli ordini del
giorno potrebbero opportunamente essere inviati.

Vi informo infine di come il 15 gennaio prossimo, con ogni probabilità, ci
sarà in Parlamento Europeo un'iniziativa per la liberazione di Leyla Zana
gestita da deputati di vario orientamento politico, alla quale saranno
presenti il Dr. Alatas, rappresentanti di TIHV e IHD, funzionari e giudici
della Corte di Giustizia di Strasburgo, e forse anche il
rapporteurall'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa
sull'applicazione delle sentenze di questa Corte.

In conclusione penso che non sia impossibile, anche se sarà faticoso e
tormentato, ottenere il risultato. Non sarà facile per la Turchia eludere
una sentenza che ha dietro di sé la firma della Turchia ai trattati che a
questa sentenza hanno condotto. Bisogna però proseguire nella nostra azione
con la stessa intelligente duttilità e con la stessa tenacia che ad Ankara
ho visto animare la battaglia difficilissima dei democratici turchi e curdi.

Silvana Barbieri

Milano, 28 novembre 2001

P.S. Da lunedì 3 dicembre sarà inattivo il vecchio indirizzo
puntorosso@tiscalinet.itPertanto ogni vostro messaggio inviato a quella
e-mail risulterà vano. Per favore aggiornate come da indirizzi in calce.
Grazie.





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