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(Fwd) cs 34 - 2001
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From: "Amnesty International" <press@amnesty.it>
To: stampa@amnesty.it
Date sent: Fri, 13 Jul 2001 19:19:33 +0000
Subject: cs 34 - 2001
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CINA: DIRITTI UMANI E SPIRITO OLIMPICO
Nella sua qualita' di paese ospitante i Giochi Olimpici del 2008, la
Cina deve migliorare la situazione dei diritti umani ed applicare i
principi contenuti nella Carta Olimpica, compreso quello di favorire
"l'instaurazione di una societa' pacifica tesa al rispetto della
dignita' umana", ha dichiarato oggi Amnesty International.
Ad aprile il Vice-Presidente del Comitato preparatorio di "Pechino
2008", Liu Jingmin, aveva affermato: "Se concederete a Pechino di
ospitare i Giochi, aiuterete lo sviluppo dei diritti umani".
"Considerato l'aumento delle gravi e diffuse violazioni dei diritti
umani negli ultimi tre anni, le autorita' cinesi hanno ancora molta
strada da fare per dimostrare un forte e concreto rispetto per i
diritti umani" - sostiene Amnesty International.
Nel corso dell'ultima campagna "Colpire duro", le autorita' cinesi
sono riuscite nell'intento di eseguire piu' condanne a morte in tre
mesi di quante ne abbia eseguite il resto del mondo negli ultimi tre
anni. Da aprile, sono stati "giustiziati" oltre 1.700 presunti
criminali, molti dei quali con ogni probabilita' torturati perche'
confessassero crimini mai commessi e sottoposti a processo irregolare.
"Ironicamente, gli stadi sportivi sono stati l'ultimo posto dove sono
stati portati i condannati a morte, per essere sottoposti al rito
dell'umiliazione pubblica di fronte a folle oceaniche, appena prima di
essere giustiziati".
Le minoranze etniche e religiose - come i Tibetani, gli Uiguri, gli
appartenenti alla setta Falun Gong e i Cristiani - continuano a subire
atti di repressione quali arresti arbitrari, torture e lunghe condanne
detentive. Oltre 200 membri della Falun Gong sono morti in detenzione
dal luglio 1999. Quando questo movimento spirituale e' stato bandito
per la prima volta, la polizia ha effettuato una retata di migliaia di
suoi aderenti, trasferendoli in uno stadio di Pechino.
I dissidenti politici, gli attivisti sindacali e i contadini che
protestano contro la corruzione e le ingiustizie vanno a loro volta
incontro alla repressione. Centinaia di persone languono ancora in
prigione per la loro partecipazione alle proteste del movimento per la
democrazia del 1989. Le manifestazioni degli operai e dei contadini
contro i bassi livelli salariali e le tasse elevate, vengono
frequentemente soppresse. Molti attivisti sindacali si trovano in
prigione per aver protestato contro le ingiustizie o chiesto la
nascita di sindacati liberi.
Dei dissidenti sono stati arrestati o sottoposti a provvedimenti
vessatori anche per essersi opposti alla candidatura di Pechino alle
Olimpiadi ed aver chiesto la liberazione di altri dissidenti politici.
Quando Pechino aveva presentato la propria candidatura ai Giochi
Olimpici del 2000, numerosi noti oppositori politici erano stati
rilasciati, per essere poi nuovamente arrestati dopo la decisione
sfavorevole del Comitato olimpico.
"Il Comitato Olimpico Internazionale dovra' chiedere garanzie
rigorosissime che le autorita' non opereranno arresti di massa ad ogni
visita a Pechino dei suoi rappresentanti" - sostiene Amnesty
International. "Dovra' anche verificare se e in che modo, in tutte le
fasi della preparazione dei Giochi, la Cina rispettera' i principi
etici contenuti nella Carta Olimpica".
"Il governo cinese dovra' dimostrare che vale la pena svolgere i
Giochi in Cina, condividendo lo spirito olimpico del fair play ed
estendendo 'il rispetto per i principi etici fondamentali universali'
all'intera popolazione della Cina".
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 13 luglio 2001
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa tel. 06 4490224 - cell. 348 6974361
Ufficio Stampa
Amnesty International
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