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(Fwd) cs 32-2001
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Date sent: Wed, 27 Jun 2001 16:42:30 +0200
Subject: cs 32-2001
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Enti locali d'Italia contro la tortura.
Amnesty International lancia oggi un appello alle istituzioni locali
italiane per l'adesione alla campagna internazionale sull'abolizione
della tortura.
L'organizzazione presenta un nuovo rapporto sulle discriminazioni
sessuali.
In occasione della Giornata mondiale delle Nazioni Unite per le
vittime della tortura, la Sezione italiana di Amnesty International
lancia oggi un appello agli Enti Locali affinche' adottino un ordine
del giorno a sostegno della campagna internazionale "Non
sopportiamo la tortura". Ad ogni Regione, Provincia e Comune della
penisola si richiede l'adesione alla campagna attraverso iniziative
volte alla promozione di un'autentica cultura dei diritti umani.
Nell'ambito della celebrazione odierna e al culmine di una serie di
incontri sul tema svoltisi in piu' parti d'Italia, Amnesty International
ha organizzato un dibattito con le testimonianze di vittime di tortura
provenienti da diverse aree del mondo, che e' in corso oggi a
Milano presso l'Auditorium San Carlo, in Corso Matteotti, 14.
Sebbene sia condannata dalla comunita' internazionale come
un'offesa alla dignita' umana e proibita in ogni circostanza dal diritto
internazionale, la tortura continua ad essere quotidianamente
perpetrata in tutto il mondo. In particolare, "la discriminazione -
basata sull'identita' sessuale, il genere, la razza, l'etnia o ogni altro
fattore - fornisce un terreno molto fertile per la persistenza e la
proliferazione della tortura", dichiara Amnesty International.
In un Rapporto lanciato oggi, l'organizzazione descrive la
condizione di migliaia di persone, lesbiche, gay, bisessuali e
transessuali (LGBT) in tutto il mondo, torturati, maltrattati, stuprati,
soggetti con la forza a trattamenti medici e psichiatrici, costretti a
fuggire dalla propria patria a causa della loro reale o presunta
preferenza sessuale, considerata come una minaccia per l'ordine
sociale. Il documento illustra esempi relativi a 30 Paesi, sebbene in
oltre 70 i rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso siano
considerati un crimine e in alcuni casi soggetti alla pena di morte.
A causa del pregiudizio che spesso colpisce omosessualita' e
transessualita', la tortura e i maltrattamenti inferti alle persone
LGBT sono circondati da una cospirazione al silenzio, nonostante
siano perpetrati ovunque, dalle forze di polizia, nelle prigioni, ma
anche nella comunita'. Per sradicare questo fenomeno le autorita'
devono garantire l'accurata investigazione dei casi e la consegna
alla giustizia dei relativi responsabili.
"Combattere la tortura basata sull'identita' sessuale e' parte
integrante della lotta complessiva verso un mondo realmente libero
dalla tortura", aggiunge l'organizzazione che, pur avendo accolto
con favore lo speciale meccanismo della Commissione ONU per i
Diritti Umani volto allo scambio delle informazioni sugli abusi legati
all'identita' sessuale, dichiara come "gli organismi delle Nazioni
Unite per i Diritti Umani dovrebbero prestare maggior attenzione
alle questioni riguardanti le persone LGBT".
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 26 giugno 2001
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Amnesty International
Tel. 06 44.90.224
Ufficio Stampa
Amnesty International
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