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PER SILVIA BARALDINI



GUERRE & PACE
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tel 0289422081; fax 0289425770
guerrepace@mclink.it



CONCESSI A SILVIA BARALDINI
GLI ARRESTI DOMICILIARI
MA NON LA SOSPENSIONE DELLA PENA

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Questo primo importante risultato, frutto anche di una forte
mobilitazione, non basta per consentire a Silvia di lottare in
condizioni di piena libertà contro la sua grave malattia e appare,
rispetto alla sospensione della pena, un cedimento all'indebita
ingerenza Usa.
Occorre rilanciare un vasto movimento perché Silvia torni
subito e definitivamente libera
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SILVIA A CASA
Da sabato 21 aprile, Silvia Baraldini è nella sua casa, a
Roma, essendole stata concessa dal Tribunale di sorveglianza la
detenzione domiciliare per gravi motivi di salute.
Il provvedimento è valido fino al 20 settembre, quando verrà
riesaminato. Silvia ha il diritto di muoversi in qualsiasi momento
della giornata per ragioni di cura e può  allontanarsi dal domicilio
ogni giorno dalle 9 alle 14 per ''esigenze di vita'' (di lavoro, di studio,
per andare a fare la spesa ecc.). Queste prescrizioni potranno
essere modificate in base a eventuali necessità della Baraldini, che
potrà anche telefonare liberamente, o ricevere in casa qualsiasi
persona. Nel provvedimento si mette in risalto come questa libertà
di movimenti possa essere un supporto psicologico alla cura cui è
sottoposta.

PERCHE' NON LA SOSPENSIONE?
Questa notizia suscita sentimenti contradditori poiché, dopo
tanti anni di attesa e dopo le iniziative dei mesi scorsi, pareva
imminente la sospensione della pena con la completa, anche se
pur sempre temporanea, scarcerazione di Silvia, gravemente
ammalata.
Il 23 marzo scorso, infatti, la Consulta aveva emesso una
chiara sentenza secondo cui la Baraldini andava trattata in base al
nostro ordinamento, come ogni altro detenuto.
Ciò consentiva al Tribunale di Sorveglianza di Roma di decidere in
piena autonomia la sospensione della pena, da esso stesso
indicata sei mesi fa come l'unica soluzione possibile poiché le gravi
condizioni di Silvia rendono "contrario al senso di umanità" il
protrarsi della detenzione.

L'INGERENZA USA
Ma a questo punto il governo Usa, con una nota e poi con le
impudenti dichiarazioni della sua ambasciata in Italia, si è fatto vivo
per "richiamare" al rispetto dell'accordo (da cui è esclusa ogni
forma di scarcerazione) e - pur dichiarando "di non volersi opporre
ad un rimedio provvisorio, quale il rilascio temporaneo dalla
carcerazione, per il tempo indispensabile ad  assicurare le cure'' -
ha "minacciato" di poter chiedere la restituzione della Baraldini, per
"curarla" nelle sue galere.
Questo arrogante richiamo al rispetto dell'accordo sulla
Baraldini è tanto più vergognoso se si pensa che gli Usa
quell'accordo l'hanno già violato tacendo a Silvia la sua malattia al
momento del trasferimento, come fa notare Minà sul "manifesto" e
che sempre gli Usa, come nota Gianni Mura su
"Repubblica", stanno sfacciatamente violando in questi giorni
un trattato di ben altra rilevanza mondiale come quello di Kyoto.
Un tal Robert Ciaffa, del Dipartimento della Giustizia Usa,
avrebbe addirittura preteso di partecipare alla seduta del Tribunale e
ne è stato escluso solo per la ferma opposizione di Grazia Volo,
avvocato di Silvia.
Questa plateale e indebita intromissione, raccontata dai media
come un fatto "normale" (forse perché si ritiene che agli Usa tutto
sia lecito), è stata attuata nello scoperto intento di condizionare le
decisioni del Tribunale di Sorveglianza in senso opposto a quello
della sentenza della Corte Costituzionale.

UNA SENTENZA "POLITICA"
Il risultato è stato una sentenza che interpreta restrittivamente
quella della Consulta e si rimangia quanto lo stesso Tribunale aveva
scritto sei mesi fa circa la detenzione contraria al "senso di
umanità", per "mediare" con le pressioni degli Stati Uniti. La
sentenza indica infatti come preferibili gli arresti domiciliari per un
motivo non infondato (non interrompono l'espiazione della pena e
non allontanano la sua fine) e un altro ben poco accettabile (si
discostano "il meno possibile" dall'accordo con gli Usa).
Da parte sua Fassino ha invitato a tacere di fronte all'ingerenza
statunitense, anziché rigettarla come lesiva della nostra sovranità e
ribadire che il governo e i giudici italiani sono tenuti a rispettare i
nostri ordinamenti, non gli ordini di Washington.
Da sottolineare infine il codardo silenzio di Amato in tutta
la vicenda Baraldini.

UN IMPORTANTE PASSO AVANTI.
Nonostante questo registriamo come un "passo avanti"
importante gli arresti domiciliari, frutto anche di una mobilitazione
che ha saputo imporre il caso Baraldini all'attenzione dell'opinione
pubblica e che permettono oggi a Silvia, dopo vent'anni, di vivere i
primi "scampoli" di vita normale.
Ma sottolineiamo che non bastano a garantirle quella
condizione di piena libertà così importante, secondo lo stesso
Tribunale, nella lotta contro le malattie tumorali. Tanto è vero che la
sospensione viene di solito concessa ai detenuti in analoghe
condizioni e appare quindi ingiusto il perpetuarsi di una
discriminazione che la sentenza della Corte Costituzionale aveva
teso a superare.

MA LA LOTTA DEVE CONTINUARE
Sarebbe soprattutto inaccettabile e da contrastare duramente
ogni tentativo di "salvare la faccia" all'accordo restringendo il
rispetto dei diritti costituzionali di Silvia alla "salute", riducendoli a
un breve periodo di licenza per "cure" quasi subito revocato e
ostacolando il suo accesso agli altri benefici di cui possono godere
tutti i detenuti.
Per questo è indispensabile non allentare la vigilanza e
prepararsi  a riprendere una decisa mobilitazione che porti Silvia -
attraverso la grazia o con altri percorsi previsti dal nostro
ordinamento - a ottenere, presto e definitivamente, la libertà.

"Guerre&Pace"
Associazione telematica Malcolm X

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* Articoli sull'accordo Italia/Usa e le mobilitazioni per
Silvia nel n. 78 di "Guerre&Pace" (la rivista ospita quasi ogni mese
anche un articolo di Silvia).
Per consultare il sito <http://www.mercatiesplosivi.com/guerrepace>.
Per informazioni, copia in saggio o iscriversi alla lista,
scrivere a <guerrepace@mclink.it>.

* Un'ampia rassegna stampa e informazioni sul caso di Silvia
Baraldini si
trovano nel sito dell'Associazione telematica Malcolm X
<http://silvia.malcolmx.it>. Per informazioni scrivere a
<info@malcolmx.it>.