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I: KURDI A BOLOGNA: ASSEMBLEA E SEMINARIO NAZIONALE 7-8 APRILE



7-8 APRILE A BOLOGNA CON IL POPOLO KURDO

UNA TESTIMONIANZA E UN IMPEGNO

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DUE MILIONI DI FANTASMI...

Il 21 marzo eravamo a Diyarbakir e a Van, in Turchia, per il Newroz, il
Capodanno kurdo.

Non credevamo ai nostri occhi. Oltre 500.000 persone a Diyarbakir,
nonostante i tripli controlli di polizia. 150.000a Van, davanti alle
mitragliatrici spianate. Due milioninei villaggi e città del Kurdistan
turco e nelle metropoli turche circondate da baraccopoli di profughi. Due
milioni di uomini, donne, bambini, con i loro colori, canti e balli vietati.

Ci hanno festeggiati, noi, quarantaquattro italiani e italiane, la
delegazione più vasta dall'Europa. Medici, avvocati, sindacalisti,
lavoratori, studenti... Ambasciatori di un'altra Europa possibile. Persone
fra persone.

FANTASMI. NOI E LORO.

Perché per la televisione e la grande stampa italiana ed europea il Newroz
non è esistito.

La polizia turca ha anche attaccato. A Istanbul una donna è in coma, i
feriti sono decine e centinaia gli arrestati. I fuochi di libertà del
Newroz non si erano ancora spenti, che le squadre del Jitem si scatenavano
casa per casa. Ma grazie al senso di responsabilità di milioni di persone,
non una provocazione è stata raccolta. Non ci sono stati morti.

OCCORREVANO I MORTI, PERCHE' IL MONDO SI ACCORGESSE DI LORO?

Noi siamo stati testimoni di un grande evento, parallelo e simile a quello
seguito da altri italiani all'altro capo del mondo, la Marcia zapatista in
Messico. Il 21 marzo i kurdi hanno aperto una pagina nuova. Hanno avviato
la loro "Serhildane (Intifada) politica". E' come se quei due milioni di
persone si fossero messi in marcia anche loro, verso Ankara ma anche verso
Roma, Ginevra, Strasburgo, Bruxelles, Washington. Un popolo negato ha
gridato la sua esistenza. In faccia alla polizia e all'esercito ha gridato
il nome del suo presidente in catene, legittimato dai giudici di Roma e di
Strasburgo ma rimosso dai politici europei.

Due milioni di persone si sono levate in piedi. Come i palestinesi, non
torneranno mai più in ginocchio.



Sabato 7 aprile alle ore 21 a Bologna, nella sala di Contropiani in via
Ranzani 4,

incontro pubblico con il Newroz di Diyarbakir e Van

e con la sua memoria parlata, registrata, scritta, fotografata, filmata



La delegazione italiana di ritorno dal Newroz

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IN TURCHIA COOPERARE PER LA PACE E' POSSIBILE

Sentiamo il bisogno di un momento di incontro e riflessione.

Per "un nuovo inizio", che è appunto il significato del Newroz.

Quella giornata di manifestazioni quasi ovunque legali, con la repressione
che l'ha seguita, dimostra che è ancora tutto aperto in Turchia il bivio
fra pace e guerra, fra democrazia e militarismo, fra convivenza e
discriminazione.

Per troppo tempo gran parte dell'arcipelago italiano della solidarietà,
ricco di esperienze dai Balcani alla Palestina al Centroamerica, ha
delegato alla diplomazia l'esito di questo confronto in un paese candidato
all'ingresso in Europa.

Il tessuto di municipalità e società civile protagonista del Newroz ha
bisogno di presenza non episodica, di solidarietà e cooperazione
permanente. Rafforzare questo tessuto, contrastare la repressione e aprire
spazi ai diritti negati, oggi è possibile. Dunque è necessario.

Vogliamo partire dall'esperienza di questa ed altre delegazioni, e dalle
preziose esperienze di cooperazione avviate da alcuni enti locali ed
associazioni italiane, per dare risposte all'angosciosa domanda formulata
da migliaia di labbra ed occhi agli osservatori italiani a Diyarbakir: "Ma
l'Europa, l'Italia che fa? voi, che fate?"

Domenica 8 aprile dalle ore 10.30 alle 17.30

nell'Auditorium sindacale in via Milazzo 16 (pressi stazione Fs)

seminario nazionale su "Kurdistan e Turchia: quale cooperazione per la pace"

con l'intervento di esponenti del Hadep e della Mezzaluna Rossa kurda
(Heyva Sor).

Promuovono: Arci; Associazione Azad; Assopace; Contropiani; Ics; Uiki



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Dalle altre città preavvertire della presenza a Bologna

telefonando al 06.57302933 - 06.42013576 - 0339.6504639