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Unact - 16
Care amiche, cari amici,
vi alleghiamo l'edizione italiana di UNACT, il bolletino delle attività
della Lega per i diritti dei popoli presso le istituzioni internazionali
Chi desiderasse essere cancellato dalla lista di distribuzione, ce lo
segnali con una e-mail
Cordiali saluti
Lega per i diritti dei popoli
via Dogana Vecchia 5
00186 Roma
tel/fax 06.6864640
lidlip@mclink.it
==Attach=Converted===
Lega internazionale per i diritti e la liberazione dei popoli
Ligue internationale pour les droits et la libération des peuples
International League for the Rights and Liberation of Peoples
Liga internacional por los derechos y la liberacion de los pueblos
U N A C T
Attività dell'Ufficio della LIDLIP all'ONU a Ginevra e altrove
(disponibile anche in inglese, francese, spagnolo)
N° 16 - Dicembre 1999
1. Gruppo di lavoro sulle popolazioni autoctone
17ma sessione (26 - 30 luglio 1999) ONU, Ginevra
2. Sottocommissione per la promozione e la protezione dei diritti umani
51ma sessione (2 - 27 agosto 1999) ONU, Ginevra
3. Conferenza di Riesame dell'Organizzazione per la Sicurezza e la
Cooperazione in Europa (OSCE)
(20 settembre - 1° ottobre. 1999) Vienna
4. Conferenza di riesame dell'OSCE
Istanbul (8 - 10 novembre 1999)
5. Comitato dei diritti economici, sociali e culturali,
21ma sessione (15 novembre - 3 dicembre 1999) ONU, Ginevra
6. Congresso della LIDLIP
San Sebastian, Paesi Baschi (20 - 21 novembre 1999)
Redazione: Verena Graf
LIDLIP C.P. 357 CH-1211 Genève 13 - Svizzera tel/fax: +41.22.320 22 43
1. Gruppo di lavoro sulle popolazioni autoctone.
Ha tenuto la sua 17ma sessione dal 26 al 30 luglio 1999 al Palazzo delle
Nazioni con una grande partecipazione di circa mille rappresentanti
autoctoni del mondo intero ed altre persone vicine a questo tema. La
presidente Sig.ra Erica -I. Daes ha, giustamente, parlato di una crisi di
crescita, al punto che i lavori rischiano di soffrirne. D'altronde,
malgrado questa massiccia partecipazione, una migliore
istituzionalizzazione e un maggiore radicamento della tematica indigena in
seno al sistema delle Nazioni Unite restano incerti e ci si domanda perfino
se ciò non trascinerà alla stagnazione d'un processo che dura da una
ventina d'anni e che era portatore di grandi speranze.
L'elaborazione e l'approvazione della Dichiarazione dei diritti dei popoli
autoctoni d'altronde ristagna ora anche in un altro Gruppo di lavoro,
quello che dipende dalla Commissione dei diritti umani dove decidono gli
Stati. Si fa notare che un terzo Gruppo di lavoro, quello che dovrebbe
porre le basi di una istanza permanente per i popoli autoctoni in seno alle
Nazioni Unite, è anch'esso all'opera.
La versione aggiornata dello studio della sig.ra Daes "I popoli autoctoni e
la loro relazione con la terra" riafferma il legame profondo delle comunità
autoctone con i loro territori tradizionali, un legame che è generalmente
negato nelle legislazioni nazionali.
L'esperto Miguel Alfonso Martinez ha presentato la sua versione finale de
"Lo studio dei trattati, accordi e altre disposizioni costruttive fra gli
Stati e le popolazioni autoctone ". Egli ha stimato che il relatore non
aveva sufficientemente tenuto conto delle situazioni africane e asiatiche
concernenti le popolazioni autoctone, quando esiste il rischio di vedere
sorgere ulteriori problemi in situazioni spesso già molto complesse di
Stati multinazionali.
2. Sottocommissione per la promozione e la protezione dei diritti umani
Ha tenuto la sua 51ma sessione dal 2 al 27 agosto al Palazzo delle Nazioni
Unite a Ginevra, per la prima volta sotto il suo nuovo nome (in precedenza:
Sottocommissione per la lotta contro le misure discriminatorie e per la
protezione delle minoranze). E' stata rilevata la mancanza di entusiasmo e
una partecipazione piuttosto scarsa, soprattutto per la parte riguardante
le ONG. La sessione è stata diretta con ritmo implacabile dal presidente
giapponese Hatano; uno stile di dedizione ai diritti umani piuttosto
sorprendente! Comunque le ONG hanno approfittato della concentrazione di
persone interessate ai diritti umani per tenere delle riunioni parallele.
Alcuni avvocati di Abdullah Ocalan hanno anche potuto rivolgersi a un
pubblico internazionale. Una coalizione di ONG (LIDLIP compresa) ha tenuto
una riunione molto seguita per attirare l'attenzione sulla drammatica
situazione della popolazione dell'Irak dopo otto anni di sanzioni. Il fatto
che un paramilitare tristemente celebre, e per di più deputato del PRI,
figurasse nella delegazione di una ONG messicana, ha certamente prodotto
qualche agitazione (non al punto di vederlo espulso dallo spazio dell'ONU
come alcuni pensavano fosse bene fare). Egli ha avuto perfino l'occasione
di sviluppare un intervento pieno di condiscendenza verso i suoi avversari
nel conflitto messicano.
Inoltre la LIDLIP, ha tentato di sensibilizzare alcune ONG ed esperti per
sollecitare l'iscrizione del soggetto del diritto all'autodeterminazione
all'ordine del giorno della Sottocommissione. Peraltro questa sessione ha
lasciato prevedere ciò che doveva culminare nell'azione delle ONG per
contrastare la posta in gioco della conferenza ministeriale dell'OMC a
Seattle. Il confronto tra il sistema economico e il sistema politico
internazionale ha assunto un ruolo crescente nel dibattito. E' in questo
contesto che il Gruppo di lavoro, recentemente creato, sulle società
transnazionali, si è riunito per la prima volta. Questo gruppo avrà per
obiettivo di analizzare non solo le politiche e le azioni delle
multinazionali all'interno delle proprie imprese, ma dovrà anche occuparsi
degli effetti delle loro attività all'esterno delle loro proprie sedi e
filiali, come gli attentati alla sovranità nazionale per ingerenza negli
affari interni dei paesi. La Sottocommissione ha d'altronde adottato una
risoluzione molto promettente, quella sulla liberalizzazione del commercio
e il suo impatto sui diritti umani. Prega L'Alto Commissario ai diritti
umani "di intensificare i suoi sforzi di dialogo" con l'OMC, e di prendere
misure per fare in modo che i principi e gli obblighi in materia di diritti
umani siano pienamente presi in considerazione nelle future negoziazioni in
seno a questa organizzazione. La delegazione LIDLIP era composta da Verena
Graf, Varoujan Attarian, Pierrette Birraux-Ziegler, Mamoud Zani, Roberta
Muzio e Diego Postigo Otero.
- La LIDLIP ha fatto un intervento principalmente tematico sul tema delle
minoranze; la seconda parte dell'intervento verteva su di una situazione
concreta, quella dei Pandit del Kashmir dell'India. Si tratta di una
popolazione deportata all'interno del suo Stato, di cui circa 1500
intellettuali professionisti sono già stati vittime di malversazioni
- Sulla questione dei diritti umani e dello stato di eccezione la LIDLIP ha
descritto la situazione nelle provincie a maggioranza kurda del Sud-est
della Turchia, occupate da truppe turche di più di 100.000 uomini. Inoltre,
sono stati menzionati fatti che dimostrano violazioni massicce che possono
essere qualificate come crimini internazionali. Sempre nel contesto del
crimine internazionale, la LIDLIP ha parlato dell'impunità citando come
esempio la procedura ancora oggi incerta applicata al generale Pinochet.
- Un intervento della LIDLIP verteva sul sostegno delle rivendicazioni dei
popoli autoctoni davanti alla Comunità internazionale. Si riferiva
precisamente al diritto all'autodeterminazione, che figura nel progetto
della Dichiarazione (allo studio attualmente davanti al Gruppo di lavoro
della Commissione dei diritti umani). Questo diritto deve essere applicato
nell'ambito del diritto internazionale, non ci si può accontentare di un
riconoscimento virtuale. Fa sempre paura agli Stati, che lo vedono come una
minaccia alla loro integrità territoriale. Inoltre, una menzione esplicita
e dettagliata è stata fatta sulla situazione dei Mapuche in Cile e del modo
in cui viene gestita attualmente dallo Stato.
- L'intervento della LIDLIP a proposito del conflitto che oppone in Sri
Lanka i Tamil alle forze armate governative cadeva nel difficile momento in
cui l'assassinio del giurista costituzionale Neelan Thiruchelvam era sulla
prima pagina di tutti i media e preoccupava anche la Sottocommissione.
Avevamo purtroppo poca possibilità di attirare l'attenzione della
Sottocommissione sui metodi del governo cingalese che utilizza generi
alimentari e medicinali come armi di guerra contro una popolazione di
500.000 persone.
- Un intervento congiunto della LIDLIP e dell'Associazione per i popoli
minacciati era centrata sul tema "Terrorismo e diritti umani". Tra le altre
cose, noi facevamo il punto sul terrorismo di Stato, segnatamente in
Turchia, dove in seguito a un rapporto della Commissione d'inchiesta del
Parlamento turco, è stato rivelato che le forze armate turche erano
implicate nell'"affaire Susurluk" così come alcune personalità di alto
livello, fino all'ex primo ministro Tansu Ciller. Abbiamo ricordato anche
che l'attuale "terrorista" definito numero uno, Oussama Bin Laden era stato
formato dalla CIA.
..
3. Conferenza di riesame dell'Organizzazione per la Sicurezza e la
Cooperazione in Europa (OSCE)
Ha tenuto la sua sessione dal 20 settembre al 1° ottobre nella Hofburg a
Vienna. Il dibattito si è esteso su di un ordine del giorno assai vasto.
Assai vasto perché inglobava tutte le questioni relative tanto alla
dimensione umana, quanto alla dimensione economica, alle attività,
istituzioni, strutture e strumenti dell'OSCE, e agli aspetti politico
militari della sicurezza. Le ONG hanno accesso a tutte le diverse sezioni,
intervengono allo stesso titolo degli Stati, tranne che sugli aspetti
politico-militari della sicurezza. Una importante iniziativa congiunta di
ONG sotto la direzione della Federazione mondiale delle Associazioni per le
Nazioni Unite (WFUNA), sezione danese, ha chiesto all'OSCE di includere la
partecipazione delle ONG ai lavori della Carta della sicurezza per il XXI
secolo. La LIDLIP è stata particolarmente attiva nella persona di Diego
Postigo Otero che ha presentato gli interventi.
- La LIDLIP è intervenuta sulla questione del Nagorno-Karabakh chiedendo
sempre negoziazioni tra gli attori diretti, cioè i rappresentanti dei
governi del Nagorno-Karabakh, dell'Armenia e dell'Azerbaigian
- Il tema delle istituzioni democratiche è stato l'oggetto di un intervento
della LIDLIP, relativo alla situazione dei Paesi Baschi, reclamando il
diritto all'autodeterminazione del popolo basco.
- Sul tema del diritto ad un processo equo, la LIDLIP ha citato il caso del
processo ad Abdullah Ocalan, chiedendo una nuovo processo.
- Sul tema delle popolazioni deportate la LIDLIP ha menzionato la
situazione non risolta da 25 anni di Cipro, chiedendo il diritto al ritorno
dei rifugiati interni alle loro case e proprietà.
- La LIDLIP è intervenuta sulla questione della libertà di associazione. Ha
criticato la Turchia per avere bandito partiti come l' HEP, il DEP,
l'OZDEP, il DDP, che presentavano tutti delle soluzioni alla questione
kurda, come anche il Partito HADEP che per la stessa ragione è osteggiato
dal governo.
4. Il seguito della Conferenza di riesame dell'OSCE
Si è tenuto dall'8 al 10 novembre al Palazzo Ciragan (Sultan) a Istanbul
con grande fasto. Minor fasto tuttavia per le ONG di cui alcune, benché
autorizzate dall'ODIHR, hanno subito misure di ritorsione da parte della
polizia turca. Nel solo entourage della LIDLIP, due rappresentanti di ONG
kurde sono stati arrestati. Le ONG turche hanno approfittato della presenza
internazionale per presentare - anche se timidamente - la situazione che
regna in Turchia in materia di diritti umani. Così pure numerose ONG del
Caucaso e dell'Asia centrale hanno potuto attirare l'attenzione dei media
internazionali . Gli appelli drammatici e urgenti specialmente di una ONG
cecena, non hanno avuto che scarse ripercussioni a causa della categorica
opposizione da parte della Russia e delle posizioni accomodanti che la
maggior parte dei governi adotta facendo prevalere la " sacrosanta ragione
di Stato", come del resto le ragioni economiche prevalgono sempre su quelle
umanitarie. La LIDLIP è stata particolarmente attiva nella persona di Diego
Postigo Otero che ha presentato l'intervento " sulla tortura in Turchia".
Questo intervento per aver menzionato un esemplare caso di tortura di un
profugo kurdo in esilio in Germania sequestrato in Moldavia e in seguito
torturato per undici giorni in Turchia, ha scatenato numerose e vive
reazioni nei media turchi. Perché? Principalmente per aver menzionato la
parola kurdo e l'autodeterminazione in Kurdistan, termini sempre tabù in
Turchia.
5. Comitato dei diritti economici, sociali e culturali
Ha tenuto la sua 21ma sessione dal 15 novembre al 3 dicembre 1999 al
Palazzo delle Nazioni, a Ginevra. Questo Comitato è stato creato nel 1985
dall' ECOSOC per sorvegliare l'applicazione del Patto internazionale
relativo ai diritti economici, sociali e culturali. Il Comitato, composto
da 18 esperti indipendenti, esamina i rapporti dei 139 paesi che hanno
ratificato il Patto a quella data. Durante questa sessione, ha esaminato i
rapporti delle delegazioni presenti dei seguenti paesi: Argentina, Armenia,
Bulgaria, Camerun e Messico.
Una parte dell'attenzione della sessione del Comitato è stata ritenuta
dalla Conferenza ministeriale dell' OMC a Seattle. Il Comitato ha allora
emesso una dichiarazione nella quale, tra gli altri punti, esorta i membri
dell' OMC ad assicurarsi che gli obblighi in materia di diritti umani siano
considerati prioritari nei loro negoziati.
- In assenza di un rapporto sottoposto dalle Isole Salomone che hanno
firmato e ratificato il Patto da 18 anni, il Comitato ha esaminato la
situazione in queste isole basandosi su informazioni di organizzazioni
governative e non governative o altre fonti di informazione in generale
assai critiche. Ciò dimostra che non è nell'interesse di uno Stato membro
non fare rapporto al Comitato.
- Era la prima volta per l'Armenia presentare, davanti a questo Comitato,
il suo rapporto iniziale. E, come capita spesso agli Stati che non hanno
familiarità con le procedure del Comitato, lo sforzo dell'Armenia era stato
di mostrare l'integrazione degli obblighi derivanti dal Patto nella
legislazione nazionale. Ma ciò che conta per il Comitato è anzitutto di
avere un'idea dell'applicazione concreta degli obblighi del Patto nella
vita della gente e non solo nei testi ufficiali.Sicché il Comitato, pur
prendendo in considerazione le conseguenze delle numerose difficoltà
evocate, come il terremoto, il conflitto armato che lo vede opposto
all'Azerbaigian per il Nagorno-Karabakh e il blocco imposto da due paesi
confinanti (Turchia e Azerbaigian), si è visto costretto a formulare una
serie di riserve e di raccomandazioni, principalmente sulla natura delle
informazioni da fornire al Comitato affinché possa veramente comprendere la
situazione di fatto nei più diversi campi. A questo fine, suggerisce
all'Armenia di fare uso dell'assistenza tecnica dell'Ufficio dell'Alto
Commissario ai diritti umani e di agenzie e programmi specializzati.
- L'importante delegazione del Messico formata da 12 persone, che
presentava il suo terzo rapporto, non ha saputo eludere il verbale del
Comitato e di una platea di numerose ONG su quello scarso progresso fatto
malgrado gli sforzi compiuti nella lotta contro la povertà. Il Comitato ha
affermato che il problema della corruzione aveva un effetto negativo sul
godimento dei diritti economici, sociali e culturali. Ne risulta che le
persistenti difficoltà della sanità, dell'educazione, della alimentazione e
dell'alloggio per le popolazioni autoctone, in particolare negli Stati del
Chiapas, Guerrero, Veracruz e Oaxaca, costituiscono un vero flagello,
nonostante gli importanti investimenti concessi dal Programma nazionale di
educazione, di sanità e alimentazione (PROGRESA). D'altra parte la presenza
massiccia di forze militari e paramilitari nelle comunità indigene del
Chiapas ostacola gravemente la realizzazione dei programmi di assistenza e
di distribuzione. La delegazione messicana ha lasciato intendere che il
Comandante Marcos era responsabile dello stallo degli Accordi di San
Andrès. Il Comitato ha dovuto rammaricarsi di dover constatare il mancato
innalzamento dell'età di lavoro per i bambini da 14 a 16 anni. Ha chiesto
tra le altre cose al Messico di adottare misure immediate per proteggere le
lavoratrici nelle "Maquiladoras". Il Comitato ha stimato che se non si
riconoscono le cause strutturali della povertà, non si otterrà una
distribuzione più equa delle ricchezze tra i diversi segmenti della
società, tra Stati e regioni rurali e urbani. Nel contesto della
mondializzazione, ha incoraggiato il Messico ad accentrare i suoi sforzi
per alleggerire gli effetti negativi derivanti dalla attivazione
dell'ALENA.
- Il secondo rapporto arricchito di dati legali importanti presentato
dall'Argentina, non ha soddisfatto il Comitato riguardo a specifiche
informazioni che permettano di valutare la applicazione dei diritti
economici, sociali e culturali. Pur riconoscendo le disposizioni che
permettono la restituzione di terre originarie agli autoctoni, il Comitato
è preoccupato per l'applicazione di queste disposizioni, una applicazione
che si fa attendere nel caso di sei comunità Mapuche nella regione di
Pulmari. Nello stesso contesto, la Convenzione 169 relativa ai popoli
autoctoni, è ancora in attesa di essere ratificata. Il Comitato ha
sollevato una serie di riserve e di raccomandazioni rispetto al grande
numero di "nuovi poveri", al 37% di lavoratori urbani che non sono stati
registrati, il che comporta come conseguenza circa tre milioni di
lavoratori senza copertura sociale. Altre questioni sono inoltre state
segnalate dal Comitato: lo sciopero, il lavoro temporaneo, la
sottoccupazione e l'aumento del numero dei bambini di strada. Per finire il
Comitato ha raccomandato all'Argentina di tenere conto degli obblighi del
Patto quando negozia con le istituzioni finanziarie internazionali e di
assicurarsi che gli obblighi ne vengano rispettati.
La Lega internazionale per i diritti e la liberazione dei popoli (LIDLIP)
ha tenuto il suo 4°Congresso il 20 e 21 novembre 1999 a Donostia (San
Sebastian, Paesi Baschi). I lavori hanno sottolineato l'importanza della
difesa del diritto dei popoli la cui attualità e pertinenza sono state
confermate dopo la caduta del muro di Berlino e la diffusione della
mondializzazione. In una volontà di rigenerazione della Lega, il Congresso
ha riveduto e adottato uno Statuto il cui aggiornamento era divenuto
necessario. Le Leghe oggi attive (I, CAT, EUSK, CH, GR, N-K) coscienti del
carattere internazionale delle sfide attuali si propongono - malgrado le
difficoltà finanziarie - di adattare le loro strategie di lotta alle realtà
attuali, specialmente nei confronti delle istanze internazionali come l'ONU
e l'OSCE, e affermano la volontà di mantenere il loro Ufficio a Ginevra in
quanto rappresentanza internazionale.
Edizione italiana a cura di Luisa Bertazzoni
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