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(Fwd) CS 08-2001 - Egitto
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From: "Amnesty International" <press@amnesty.it>
To: stampa@amnesty.it
Date sent: Wed, 28 Feb 2001 13:35:11 +0000
Subject: CS 08-2001 - Egitto
Send reply to: "Amnesty International" <press@amnesty.it>
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EGITTO: LA TORTURA RESTA DIFFUSA MENTRE LE RICHIESTE
DI GIUSTIZIA CADONO NEL VUOTO
"Negli ultimi vent'anni, migliaia di detenuti nelle stazioni di
polizia e negli altri centri di detenzione. hanno subito torture e
maltrattamenti in Egitto e la pratica rimane ampiamente diffusa
perche' le autorità egiziane rifiutano di prendere i necessari
provvedimenti per cancellarla," dichiara Amnesty International nel
presentare il suo nuovo rapporto. "La maggior parte di essi sono
persone trattenute a causa di indagini penali".
Secondo l'organizzazione, le vittime di tortura appartengono a tutti
gli strati della societa', compresi donne, giovani e anziani. Le
persone ai margini della societa' sono a rischio piu' elevato di
violazioni dei diritti umani ma molti di loro rifiutano di denunciare
i loro casi di tortura o maltrattamento per paura di rappresaglie o
pressioni sociali.
Nel corso degli anni, Amnesty International ha condotto molte
interviste a persone vittime di tortura e maltrattamento in Egitto. Il
nuovo rapporto intitolato "Egitto: La tortura resta diffusa mentre le
richieste di giustizia cadono nel vuoto" offre testimonianze relative
a diverse vittime di vari strati sociali, le cui vite sono cambiate
per sempre a causa della loro esperienza traumatica nelle mani dei
torturatori. La grande maggioranza di questi casi non ha ricevuto
ancora un'indagine.
La tortura dei prigionieri politici ha principalmente luogo durante la
detenzione incommunicado, alla presenza del Servizio di Sicurezza di
Stato (State Security Intelligence - SSI), l'agenzia per gli affari
interni dell'Egitto, e a volte nelle stazioni di polizia. Nonostante
una significativa riduzione dei rapporti di tortura di prigionieri
politici, dovuta soprattutto al calo degli arresti dei presunti membri
di gruppi islamisti negli ultimi anni, Amnesty International continua
a ricevere denunce di tortura di prigionieri politici, in particolare
durante la detenzione incommunicado.
Centinaia o migliaia di denunce di tortura, presentate alle
autorita', non sono mai state indagate. Le organizzazioni nazionali e
internazionali per i diritti umani, compresa Amnesty International,
cosi' come i dipartimenti delle Nazioni Unite, hanno ripetutamente
fornito alle autorita' egiziane un elenco dettagliato e completo di
raccomandazioni e rapporti per combattere la tortura, che in larga
parte sono stati ignorati.
Negli ultimi anni vari ufficiali di polizia sono stati processati per
la morte di detenuti in casi in cui la tortura sembrava aver causato o
contribuito alla morte. Nella maggior parte dei casi noti di morte in
detenzione, tuttavia, nessuno e' stato processato. I presunti
responsabili sono raramente perseguiti e quando cio' avviene spesso
sono prosciolti o vengono emanate sentenze lievi, contribuendo cosi'
a una atmosfera di impunita' che facilita fatalmente la diffusione
della tortura.
I metodi piu' comuni che continuano a essere riportati sono le
scariche elettriche, il pestaggio, le frustate, la sospensione di
arti, la sospensione in posizioni contorte a un palo orizzontale, e
varie forme di tortura psicologica, compresi le minacce di morte o di
stupro o abusi sessuali dei detenuti o delle loro parenti donne.
"L'Egitto non rispetta i suoi obblighi nazionali e internazionali nel
proteggere la societa' civile da gravi violazioni dei diritti umani"
segnala Amnesty International. "Sebbene il governo abbia intrapreso
alcuni piccoli passi per migliorare la situazione dei diritti umani,
come il bando annunciato nel 2000 delle fustigazioni nelle prigioni,
siamo estremamente preoccupati per la mancanza di volonta' politica
da parte del governo egiziano a introdurre cambiamenti sostanziali,
necessari a proteggere i detenuti dalla tortura e dai maltrattamenti".
Amnesty International ancora una volta richiama le autorita' egiziane
ad attuare misure concrete necessarie a porre fine all'impunita'
goduta dai responsabili di tortura e maltrattamenti, ad adempiere le
salvaguardie fondamentali per la protezione dei detenuti, compreso
l'accesso immediato a un avvocato, a parenti e dottori, e a istituire
indagini immediate, complete e imparziali su tutte le denunce di
tortura.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 28 febbraio 2001
Ufficio Stampa
Amnesty International
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