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Parlam.Italiano: L'Europa deve affrontare la questione kurda



L'Europa deve affrontare la questione kurda.
Non è ammissibile l'ingresso della Turchia in Europa
senza una autentica democratizzazione della Turchia
e senza la risoluzione della questione kurda.
Ciò riguarda l'Europa "in prima persona",
poiché in caso contrario l'ingresso della Turchia
nell'Unione Europea significherebbe
lo snaturamento dell'Europa stessa.
Una Turchia democratica può nascere solo
da un nuovo "patto fondativo"
(che deve essere anche un nuovo "patto costituzionale")
tra il popolo turco ed il popolo kurdo.

Questo, in estrema sintesi, ciò che è emerso dalla
Conferenza internazionale di Roma del 16 febbraio 2001:

L'adesione della Turchia
all'Unione Europea :
Democrazia, Diritti umani,
Questione kurda.

Organizzata da :

Parlamentari italiani del
"Comitato interparlamentare
per la prevenzione dei conflitti
e il dialogo tra i popoli",
organizzazioni non governative e amministrazioni locali

Sono intervenuti :
i deputati italiani Marco Pezzoni (DS), Walter De Cesaris (PRC), Ramon Mantovani (PRC), Alessandro Forlani (CCD), Luigi Saraceni (Verdi).
Patrizia Carrera (Amnesty International), Mirella Galletti (storica)
Ismet Cherif Vanly (Presidente del KNK: Kurdistan National Conress), Akin Birdal (IHD), Feridun Yazar (HADEP), Irfan Dundar (avv. della difesa di Ocalan), Arturo Salerni (avv. al procedim. per l'asilo politico in Italia ad Ocalan), Feleknas Uca (europarlamentare), Luisa Morgantini (europarlamentare), Dino Frisullo (Azad), Donatella Linguiti (Prov. di Ancona, e Ciscase), Alessandra Mecozzi (Fiom Internazionale), Bruno Ficili (Ass.  Educatori di Pace), Fabio Marcelli (CRED)
nonché : Pietro Ingrao

Seguono:
1) la mozione conclusiva;
2) un articolo del Kurdish Observer con la sintesi della Conferenza.

Chi desiderasse ricevere l'audiocassetta con la registrazione integrale della Conferenza può rispondere alla presente e-mail.

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1) la mozione conclusiva

CONFERENZA INTERNAZIONALE

L'ADESIONE DELLA TURCHIA ALL'UE:
DEMOCRAZIA, DIRITTI UMANI, QUESTIONE KURDA

ROMA 16 FEBBRAIO 2001

I promotori della Conferenza Internazionale

Consapevoli che i processi di distensione e integrazione tra i popoli rappresentino una scelta strategica per assicurare una prospettiva di pace e cooperazione, di salvaguardia dei diritti umani e di affermazione della democrazia e che ciò sia particolarmente importante per aree del pianeta dove sono in corso conflitti che si trascinano da anni e che rendono non praticabili quei processi di distensione e integrazione, ostacolando, nel contempo, quell'affermazione dei diritti umani e di standard accettsbili di democrazia, che sempre più la comunità internazionale assume come parametri fondamentali di riferimento;

Convinti che la strategia di integrazione e inclusione da parte dell'Europa nei confronti dei popoli vicini possa essere fondamentale affinché vengano affermati il rispetto dei diritti umani (tra cui l'abolizione della pena di morte), la pace, il riconoscimento e il rispetto delle minoranze, la convivenza pacifica e cooperativa tra le diverse culture e tradizioni e che in tale prospettiva debba essere valutata come vinvolo la richiesta di ingresso della Turchia all'UE;

Convinti che il popolo kurdo e le sue rappresentanze siano, e quindi debbano essere riconosciuti, come uno dei motori essenziali di questo processo di integrazione in Europa e di convivenza pacifica;

Ritenendo che sempre più l'Europa debba farsi promotrice e parte responsabile, nelle aree difficili, dei processi di transizione per l'affermazione dei diritti umani, del riconoscimento dell'identità politica e culturale delle minoranze, dei diritti sociali, cos come espresso autorevolmente dal Parlamento europeo. Ciò non è solo una questione di solidarietà con le lotte e le iniziative di coloro che soffrono il non rispetto di quei diritti, ma riguarda direttamente il futuro della costruzione dell'Europa.

Auspicando che il popolo kurdo della Turchia, proceda nella direzione di dotarsi di forme di rappresentanza più ampie ed unitarie, tali da favorire un riconoscimento interno ed internazionale che è, comunque, doveroso e necessario;

Chiedono solennemente:

alle istituzioni, a tutte le forze politiche, economiche  e sociali della Turchia di avviare, finalmente, un dialogo con il popolo kurdo e le sue rappresentanze per affrontare insieme i nodi delle riforme costituzionali e le garanzie per un nuovo sistema politico - istituzionale pluralistico e democratico che riconosca l'identità culturale e politica del popolo kurdo, garantisca il rispetto dei diritti umani, avvii una pacificazione del territorio del sud est del Paese;

ai governi europei di prendere atto della rappresentatività delle forze e degli organismi kurdi e di favorire una loro legittimazione internazionale, così da aprire la strada a un mutuo riconoscimento e dialogo fra le parti in conflitto;

agli stessi governi e all'UE di assumere una forte iniziativa anche in sede ONU per un monitoraggio della situazione delle minoranze e dei diritti umani e per l'avvio di un processo di pace, sulla base dei principi del nuovo diritto internazionale e delle esperienze in altre aree del pianeta.

2) un articolo del Kurdish Observer con la sintesi della Conferenza.

Kurdish Observer, 20 II 2001 - - - Ali Ozserik, Ali Can

"L'Unione Europea e le Nazioni Unite devono occuparsi della questione kurda"

 In una conferenza nel Parlamento italiano in cui è stata dibattuta la questione kurda, è stato messo in rilievo che l'Italia deve adempiere le proprie responsabilità verso Ocalan. Rappresentanti dei partiti politici che hanno partecipato alla conferenza hanno sottolineato che la questione kurda deve essere sostenuta dall'Unione Europea e dalle Nazioni Unite.

 ALI OZSERIK - ALI CAN = ROMA

 La conferenza internazionale su : "La questione kurda e i diritti umani in Turchia sulla strada verso l'Unione Europea," organizzata dal Parlamento italiano e tenutasi a Roma, si è conclusa pochi giorni fa con il raggiungimento di importanti decisioni. La conferenza è terminata a tarda sera con la presentazione di una dichiarazione che è stata accettata unanimemente.

 La conferenza internazionale si è svolta nel palazzo del Parlamento con un gran numero di partecipanti. Il deputato dei Democratici di Sinistra Marco Pezzoni ha tenuto l'introduzione alla conferenza, ed hanno partecipato anche numerose personalità dalla Turchia, dal Kurdistan, e dall'Europa.

 Pezzoni ha detto che l'Europa stava compiendo sforzi per una soluzione pacifica al problema kurdo, ed ha evidenziato che questa conferenza  era uno di tali sforzi. Pezzoni ha portato l'esempio delle iniziative assunte sotto gli auspici dell'Unione Europea in Irlanda affinché i due popoli potessero ivi convivere assieme in modo pacifico, ed ha sottolineato che il loro scopo era di creare il dialogo tra il popolo kurdo e quello Turco e di assicurare una soluzione di pace. Pezzoni ha detto che la conferenza era importante come richiamo dell'attenzione su determinati problemi e come passo verso una soluzione, continuando: "Questa conferenza non è tenuta contro la Turchia; al contrario, è per aiutarla ad essere accolta nell'Unione Europea." Pezzoni ha menzionato il periodo in cui il Presidente del PKK era stato in Italia, ed ha detto che non si era stati in grado di sostenere Ocalan. Pezzoni ha anche espresso che il popolo kurdo e quello turco devono agire assieme agli Stati europei per l'abolizione della pena capitale.

 La rappresentante italiana di Amnesty International Partizia Carrera ha detto che la Turchia deve adempiere i Criteri di Copenhagen per entrare nell'Unione Europea, ed ha affermato che Akin Birdal è la migliore illustrazione delle difficoltà della battaglia per garantire i diritti umani in Turchia.

 I kurdi sono stati delusi due volte

 Il Presidente del Kurdistan National Congress (KNK) Ismet Sherif Vanli, per parte sua, ha esposto le dimensioni del problema kurdo. Vanli ha messo in rilievo che le parti kurde avevano continuamente espresso il loro desiderio di una soluzione ed avevano esercitato i loro sforzi a tal fine, ed ha sottolineato l'urgenza di una soluzione politica per la "questione kurda". Vanli ha detto che il KNK era favorevole ad una soluzione federativa democratica, ed ha ribadito che il KNK, il PKK, ed il popolo nel suo insieme vogliono una soluzione.

 Vanli ha detto che il popolo kurdo era stato deluso due volte, dapprima con il Trattato di Losanna, e poi con il Documento di Partenariato di Accessione (APD), ed ha evidenziato che il popolo kurdo non ha accettato l'APD.  Vanli ha detto che il KNK vuole che i Criteri di Copenhagen vengano adempiuti. Ha affermato che questa non è una soluzione al problema kurdo, ma sarebbe positiva per compiere alcuni passi democratici. Vanli ha detto che essi non accetterebbero assolutamente il desiderio di sacrificarli ancora una volta per instaurare relazioni tra la Turchia e l'Europa, ed ha affermato che l'Unione Europea deve finalmente sviluppare un programma per una soluzione. Il Presidente del KNK ha detto che non vi può essere soluzione nell'ambito del governo attuale della Turchia, ma che ce ne può essere una con un governo congiunto kurdo-turco. Vanli ha anche criticato l'Europa per essere stata in silenzio di fronte ai recenti sviluppi.

 La deputata del Parlamento Europeo Feleknas Uca, da parte sua, ha affermato che l'Europa deve essere più coraggiosa e concreta nel suo approccio alla questione kurda, e che deve essere più sincera sul fatta che la Turchia stia incamminandosi a raggiungere l'Unione Europea oppure no.

 La storica Mirella Galletti, Presidente della Fondazione Internazionale di Cultura, ha toccato l'argomento delle relazioni storiche tra i popoli turco e kurdo, ed ha richiamato l'attenzione sul fatto che essi hanno agito assieme, negli anni settanta, per la prima volta a partire dalla Guerra di Indipendenza. "La Guerra di Indipendenza non avrebbe potuto essere vinta senza i kurdi," ha affermato la Galletti.

Abbiamo sperimentato il sentimento della libertà

Il leggendario leader della Resistenza italiana Pietro Ingrao, per parte sua, è stato uno dei più avvincenti oratori della conferenza. Ingrao ha parlato della necessità della lotta, ed ha detto: "Abbiamo sperimentato il sentimento e l'amore della libertà. La libertà crea il popolo. La conclusione che io ho ricavato dai discorsi che ho ascoltato è che sono come un dibattito di scuola elementare. Come può un popolo non essere riconosciuto ? Come può la gente essere uccisa nelle prigioni ? Le prigioni sono la cartina di tornasole dell'umanità. Noi gettiamo in prigione le persone che parlano di libertà. L'aspetto principale è come la vita umana viene considerata. Io mi meraviglio degli uomini incarcerati che ora stanno combattendo per l'umanità;questa è la vergogna dell'Europa. Noi siamo stati lasciati faccia a faccia con i divieti nel periodo fascista. Noi saremo al fianco del popolo kurdo. Se noi non possiamo fare nulla nel Parlamento italiano, se noi non possiamo effettuare un passo per la cultura del popolo kurdo, significa che noi non ci assumiamo le nostre responsabilità. E' importante per il futuro del popolo kurdo e per la democrazia turca che questo Parlamento possa tenere un incontro così significativo.

 Il deputato Walter De Cesaris del Partito della Rifondazione Comunista ha presieduto la seconda parte della conferenza internazionale. De Cesaris ha detto, in sintesi, che: "Il riconoscimento ufficiale da parte dell'Unione Europea della guerra che si svolge in Turchia costituirà un contributo alla realistica soluzione del problema. Non è possibile raggiungere determinazioni politiche e prendere decisioni senza dare un nome al problema".

 Il presidente della Associazione degli Educatori di Pace Bruno Ficili ha detto che era davvero confortante che la questione kurda fosse dibattuta in un luogo così importante. "Entrambi i popoli stanno pagando il prezzo della mancanza di soluzione della questione kurda. - ha detto Ficili, proseguendo: - L'ingresso della Turchia nell'Unione Europea non può essere realizzato senza risolvere la questione kurda, e noi dobbiamo lavorare anche su ciò".

Noi non siamo felici del dibattito in Europa

  Il deputato presidente del Partito della Democrazia del Popolo (HADEP) Feridun Yazar ha anch'egli parlato alla conferenza. Yazar ha detto che non sono stati loro a condurre la Turchia in queste condizioni, e che essi non vorrebbero dibattere problemi che la Turchia dovrebbe risolvere da sola nelle capitali europee. Yazar ha continuato dicendo : "Noi avremmo preferito che essi fossero stati risolti e che qui avessimo potuto dibattere su come possiamo sviluppare una migliore Europa. HADEP non è solo un partito kurdo. E' un partito che vuole la democrazia per la Turchia, ed ha pagato un grande prezzo. Solo recentemente, noi non conosciamo la sorte di due nostri membri che sono "spariti". Io mi domando se la Turchia non vuole entrare in Europa, o se è l'Europa che non vuole la Turchia. Non sono riuscito a capirlo. Noi non vediamo l'Unione Europea come l'unica salvezza. Ovviamente, si può risolvere rapidamente con i criteri dell'Unione Europea, ma se la Turchia non può ristrutturarsi con questi criteri, imporli non garantirà una soluzione".

Noi siamo con i kurdi in guerra ed in pace

 Il deputato Ramon Mantovani del Partito della Rifondazione Comunista ha detto, in sintesi, quanto segue: "Noi siamo stati al fianco del popolo kurdo nel periodo della guerra, per la pace. Noi siamo assieme ad esso nel processo di pace, per garantire la pace. Se il conflitto continua nuovamente in modo armato, noi ancora una volta prenderemo posto al loro fianco".

 Alessandro Forlani del Centro Cristiano Democratico, per parte sua, ha detto che essi si erano costantemente incontrati con i rappresentanti kurdi ed erano impegnati nell'opera di iniziare un processo di pace. L'oratore ha aggiunto che la Turchia deve dapprima raggiungere strategicamente l'Europa, aggiungendo che l'instabilità in Turchia ha rinviato una soluzione e che è necessario compiere passi più chiari e più concreti per l'Unione Europea.

Azione, non parole

 Un altra oratrice della conferenza, Donatella Linguiti, ha detto che il suo Ente locale di appartenenza, nelle [Marche], hanno esaminato la Turchia e sviluppato due progetti concreti: quello del disinquinamento del lago di Van e quello di assistenza a donne e bambini. La Linguiti ha detto che essi stavano anche lavorando su ciò che potevano fare per una soluzione della questione kurda, e che era necessario per loro ricevere un sostegno politico.

 Arturo Salerni, uno degli avvocati difensori del Presidente del PKK Abdullah Ocalan, ha detto: "Il nostro paese sta sperimentando grandi problemi nella sua politica verso il Kurdistan. Il problema kurdo oggi non è solo il problema della Turchia ma anche il problema dell'Europa. Se viene accostato in questo modo, la questione dell'immigrazione diverrà più chiara. Un altro problema in Turchia è l'impossibilità delle minoranze di esprimere se stesse. L'apertura della porta all'opportunità della pace da parte del PKK è stato un passo importante".

 Un altro degli avvocati difensori di Ocalan, venuto dalla Turchia, Irfan Dundar, ha sottolineato che i problemi sperimentati scaturiscono dalle politiche di negazione. Dundar ha proseguito: "Il Presidente del PKK si è concentrato specialmente su come i popoli kurdo e turco possano vivere assieme ed ha raggiunto importanti conclusioni ad ogni giorno che passava. Il progetto che Ocalan ha presentato è stato fondamentalmente all'ordine del giorno per due anni e ancora è in corso una grande battaglia per portarlo in vita. Esso è un progetto di pace, di unità, e di democrazia".

 Hanno inoltre parlato la europarlamentare Luisa Morgantini, il giornalista Dino Frisullo, il deputato dei Verdi Luigi Saraceni, e numerosi altri, ed hanno affermato che ritenevano importante che il Parlamento italiano avesse assunto tale problema, ma che era adesso giunto il tempo di fare passi concreti per risolverlo. Essi hanno unanimemente accettato la dichiarazione contenente le seguenti risoluzioni:

"La parte kurda deve essere riconosciuta ufficialmente.

Devono proseguire gli sforzi per iniziative di pace per la questione kurda.

Il sostegno dei poteri internazionali per realizzare il progetto di pace deve essere accresciuto e devono essere fatti passi concreti.

Tutti i lavori devono conseguire un coordinamento centrale.

Il governo italiano deve adempiere le sue responsabilità verso il Presidente del PKK Abdullah Ocalan.

La questione kurda deve essere portata all'Unione Europea ed alle Nazioni Unite."