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(Fwd) CS 01-2001 - Uranio impoverito
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From: "Amnesty International" <press@amnesty.it>
To: stampa@amnesty.it
Date sent: Wed, 10 Jan 2001 15:23:02 +0000
Subject: CS 01-2001 - Uranio impoverito
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URANIO IMPOVERITO: GLI ESERCITI NON SANNO TUTELARE I CIVILI
Amnesty International chiede alla NATO di cooperare alle inchieste
sugli effetti di queste armi sulla popolazione
Gia' nel giugno del 2000, in un nostro rapporto sull'azione NATO in
Kosovo, documentammo e denunciammo i rischi alla popolazione civile
che derivavano dall'uso dei proiettili all'Uranio impoverito. I
governi della NATO non risposero. Nel nostro paese, la vicenda e'
emersa in primo piano a causa delle malattie insorte in alcuni
militari italiani che hanno prestato servizio nella ex Jugoslavia. A
queste persone - qualunque sia la vera causa dei loro malanni - va la
nostra empatia e il nostro affetto, ma e' scandaloso che la tutela
dei civili che vivono nelle zone bombardate continui ad essere
considerata una questione marginale.
La tutela dei non combattenti e' uno dei capisaldi delle norme
internazionali da applicarsi nei conflitti armati, quelle Convenzioni
di Ginevra scritte e solennemente approvate dalla comunita' mondiale
all'indomani della Seconda Guerra Mondiale, che tante sofferenze aveva
causato a bambini, donne, anziani.
Eppure, in ogni guerra tutte le parti coinvolte calpestano
ripetutamente il principio della salvaguardia dei civili. Nella
ex-Jugoslavia, eserciti regolari e milizie hanno scatenato l'inferno
contro la popolazione. La NATO ha bombardato anche numerosi bersagli
non militari, spesso perche' gli aerei sparavano da una quota
eccessivamente alta per poter verificare la presenza di civili,
privilegiando cioe' la sicurezza delle forze armate a quella dei non
combattenti. In Irak le forze leali a Saddam Hussein hanno massacrato
migliaia di oppositori politici; gli attacchi aerei di forze nemiche
di Baghdad - in particolar modo statunitensi e britanniche - compiute
nel corso degli anni hanno causato la morte di centinaia di cittadini
innocenti.
L'uso di proiettili che rischiano di provocare danni permanenti sulle
popolazioni e' la dimostrazione che anche le forze armate dei paesi
piu' evoluti tecnologicamente, non vogliono o non sono capaci di
preservare la sicurezza dei civili.
Ribadiamo alla NATO la richiesta che gia' facemmo nel giugno
dell'anno scorso. Non si devono utilizzare proiettili all'urano
impoverito sino a quando non verra' dimostrato che non si tratta di
armamenti, proiettili, materiali e metodi bellici che causino danni e
sofferenze non necessarie alla popolazione, come sancito dalle
convenzioni di Ginevra.
Daniele Scaglione
Presidente della Sezione Italiana
di Amnesty International
Roma, 10 gennaio 2001
Ufficio Stampa
Amnesty International
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