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I Kurdi e la rivolta delle carceri in Turchia (Fwd) [JUGO]




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Date sent: Mon, 25 Dec 2000 22:20:21 +0100
Subject: [JUGO] I Kurdi e la rivolta delle carceri in Turchia

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I prigionieri politici del PKK chiedono una presa di coscienza.
KurdishObserevr 18/12/00

I prigionieri politici del PKK, detenuti nelle galere della Turchia e del
Kurdistan, affermano che il dialogo per risolvere lo sciopero della fame
causato dalla decisione turca di creare le celle d'isolamento Tipo F è ad un
punto morto, vista la non volontà del Ministro Turk di aprire un dialogo
serio. Ali Sapan e Sabri Ok, a nome dei 10.000 detenuti politici del PKK,
hanno rilasciato una dichiarazione nella quale dicono: " Non è vero che la
sciopero della fame nella prigione di Bayrampasa è terminato a seguito di
sviluppi positivi della questione, e non è vero che il governo ha deciso di
dialogare con i prigionieri. Continueremo il nostro sciopero fino al
soddisfacimento delle nostre richieste.

Come prigionieri politici, membri del PKK, ripetiamo le nostre richieste:

Bloccare, immediatamente, la costruzione delle prigioni Tipo F.

Garantire la piena libertà di pensiero e di espressione.

Eliminare la Legge d'emergenza in Kurdistan.

Dichiarare un'amnistia generale per assicurare la pace sociale.

Miglioramento delle condizioni di prigionia di Ocalan."

Operazione "Mercy": massacro nelle carceri.

KurdishObserver, 21/12/00

Lo stato turco ha mostrato, nuovamente, il suo volto sanguinario. L'
operazione turca "Mercy" tesa a bloccare lo sciopero della fame dei
prigionieri politici ha provocato un massacro. La cosa più orribile è
accaduta nella prigione di Bayrampasa dove 6 donne sono state bruciate dalla
polizia (e non è vero, come si è affermato all'inizio, che si sono date
fuoco). Per bloccare lo sciopero della fame contro il progetto delle celle
"tipo F", il Primo Ministro Ecevit ha deciso, in una riunione segreta al
Consiglio dei Ministri, di ordinare l'assalto alle prigioni. Secondo le
prime notizie il numero delle vittime è di tredici, uccise dall'attacco
fatto con armi pesanti dalla polizia.

La prigione di Bayrampasa è stato il principale teatro di questa vigliacca
azione: i prigionieri sono stati attaccati con gas, con armi pesanti usate
dagli elicotteri e con mitragliatori e pistole usate dalla polizia. Il
regime turco si è, oltretutto, vantato di quest'azione definendola una
dimostrazione della "determinazione dello stato". Il Pubblico Ministero di
Istanbul, Ferzan Citici, ha addirittura legittimato l'azione della polizia
assumendo come farneticante giustificazione l'utilizzo, da parte dei
prigionieri, di armi, bombe e kalashnikov.

Presentiamo una breve scheda che dimostra come la Turchia crede giusto
"risolvere" i problemi nelle carceri:

5/7/2000: 67 prigionieri nel carcere di Burdur sono stati feriti, ad uno è
stato tagliato un braccio.

26/9/2000: nella prigione di Ulucanlar ci sono stati 10 prigionieri uccisi e
85 feriti.

24/9/96: nel carcere di Diyarbakir 10 prigionieri del PKK furono uccisi a
sprangate e legnate e 23 furono feriti.

Le giustificazioni di Ecevit.

KurdishObserver, 21/12/00

Ecevit, che ha dato il suo via all'operazione "Mercy", ha affermato che l'
operazione è stata effettuata per difendere "i terroristi dal loro stesso
terrorismo". Senza la minima vergogna, Ecevit si è addirittura permesso di
dire: "Abbiamo mostrato pazienza per settimane cercando di evitare l'
intervento armato. Tutte le nostre forze stanno lavorando con pazienza per
evitare violenze e per non perdere vite umane." Mentre parlava decine di
corpi erano portati fuori dalle carceri. Ecevit ha inoltre detto che, alla
luce di questi fatti, tutti ora sano l'importanza di portare avanti il
progetto delle prigioni "Tipo F" e che le dichiarazioni del Ministro della
"Giustizia" Turk (che aveva affermato l'intenzione di bloccare, per il
momento, il progetto) erano state rese solo per tenere buona l'opinione
pubblica.

. e quelle di Turk.

In una dichiarazione sanguinaria, Turk ha fatto capire che gli incontri dei
giorni scorsi coi prigionieri erano un bluff e che i massacri continueranno:
"Le prigioni nelle quali si sta sviluppando la nostra operazione, sono
quelle nelle quali le organizzazioni terroristiche hanno il controllo delle
camerate. Detto questo, una facile operazione nelle prigioni in questione
era fuori discussione. L'operazione, quindi, continuerà fino al suo pieno
successo."

Ad Ankara vige la legge marziale.

Numerosi scontri tra polizia e manifestanti si sono registrati in tutto il
paese. La polizia ha attaccato qualunque gruppo di due o tre persone che si
riunivano a Kizilay (centro d'Ankara) arrestandone dozzine. Il portavoce
della Camera degli architetti e degli ingegneri turchi (TMMOB) ha letto una
dichiarazione di solidarietà ai manifestanti e, la polizia, non in grado di
fermare gli applausi, ha caricato e arrestato decine di persone.
Contemporaneamente la polizia ha attaccato la sede del partito socialista
turco (TSIP) arrestando 52 persone (tra queste 21 donne). Gli scontri sono
proseguiti tutta la notte: il bilancio attuale è di circa 200 fermati.

HADEP: Noi accusiamo Ecevit.

Sui massacri nelle prigioni anche l'HADEP ha voluto far sentire la sua voce,
espressa dal vicepresidente del partito Ahmet Turk: "Gli sforzi turchi di
isolare i prigionieri politici dagli altri detenuti e di isolarli tra loro,
spingendoli ad un isolamento fisico e intellettuale sono anacronistici.
Accusiamo il governo per quello che sta succedendo ma, contemporaneamente,
lo invitiamo a fermare il suo piano."

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