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Sciopero della fame dei Prigionieri politici in Turchia
From "G 19" <diciannovevi@tiscalinet.it>
Date Sat, 16 Dec 2000 22:52:14 +0100
Subject [movimento] Comunicato del Comitato per la fine della Repressione
dei Prigionieri Politici in Turchia
Londra , 14 Dicembre
Comunicato del Comitato per la fine della Repressione dei Prigionieri
Politici in Turchia.
Nelle ultime settimane, la battaglia nelle prigioni turche, famigerate in
tutto il mondo per corruzione e tortura, si è intensificata. Più di 800
prigionieri politici sono in sciopero della fame e 241 di loro hanno
oltrepassato il punto di non ritorno verso la morte. Tutti rifiutano cibo e
acqua, hanno firmato liberatorie con cui rifiutano ogni assistenza medica
forzata e sono oggi al 56° giorno di sciopero della fame.
Per settimane il governo e i media ufficiali hanno cercato di tenere
nascosta al pubblico ogni notizia della loro lotta, ma la determinazione dei
prigionieri ha ottenuto un vasto sostegno da parte del popolo turco e infine
ha rotto il silenzio dei media.
La solidarietà coi prigionieri ha scosso l'intero paese. Sabato 25 novembre
diecimila persone hanno sfilato in corteo nel centro di Ankara, in
solidarietà con i prigionieri politici. Alcuni degli slogan più gridato
erano: "Le celle significano la morte, non lasciamo che li mandino lì", "No
ai carceri di tipo F, viva la resistenza sino alla morte!", "i prigionieri
politici sono il fiore del popolo". Un grosso spezzone di rivoluzionari ha
sfilato sotto lo striscione: "Dedichiamo la nostra vita alla guerra
popolare!".
Ad Istanbul. 200 avvocati hanno sfilato in toga per manifestare contro il
tentativo del governo di costringere i prigionieri politici nelle celle di
isolamento. Nove avvocati hanno iniziato lo sciopero della fame a oltranza.
Molti altri gruppi professionali si sono organizzati contro le prigioni di
tipo F, anche di giornalisti, di attivisti della difesa dei diritti umani e
altri.
I familiari dei prigionieri politici sono la principale forza di sostegno
alla lotta. Molti di loro in moltissime città sono entrati in sciopero della
fame.
La posizione dei prigionieri politici ha già prodotto una rivolta ai primi
di novembre, quando centinaia di prigionieri comuni si è ribellata contro le
condizioni di detenzione, occupando in parte diversi penitenziari, prendendo
guardie in ostaggio, e rivendicando l'amnistia per i reati legati alla
rivolta e la fine delle brutali condizioni di detenzione nelle carceri
turche.
Lo stato ha reagito al crescente sostegno per i prigionieri vietando perfino
ai media la diffusione di qualsiasi notizia che potesse incoraggiare i
prigionieri politici. Hanno anche esautorato la Commissione Parlamentare per
i diritti umani, che stava cercando una qualche risposta alle rivendicazione
dei prigionieri. Una settimana fa, tra il 9 e il 10 dicembre, a Istanbul la
polizia turca ha duramente represso una manifestazione, mentre ad Ankara per
5 ore di guerriglia urbana con i lupi grigi, i fascisti turchi, che,
spalleggiati dalla polizia, cercavano di fermare un'altra manifestazione di
solidarietà. In quegli stessi giorni, a Istanbul la polizia ha ucciso un
giovane manifestante, Tekin Ozkan, e ha ferito altri tre giovani che stavano
affiggendo manifesti a sostegno dei prigionieri politici. Diversi poliziotti
sono rimasti uccisi in attacchi che la stampa ha attribuito ai guerriglieri
maoisti del TIKKO. In risposta, migliaia di poliziotti, sono scesi in strada
in tutto il paese agitando i loro fucili e gridando la loro sete di vendetta
contro le organizzazioni della sinistra turca, per reclamare dal governo
centrale più poteri e più repressione.
Tra le masse del popolo turco e kurdo che vivono nell'Europa occidentale il
sostegno alla lotta dei prigionieri in sciopero della fame è rapidamente
cresciuto. Molti si sono uniti allo sciopero e alle manifestazioni contro lo
stato turco e i suoi piani di imporre le prigioni di tipo F. Il 10 dicembre
a Londra 1000 hanno manifestato e altre migliaia sono scese in piazza in
Germania, a Parigi, in Svizzera. A Rotterdam i Lupi Grigi hanno attaccato un
gruppo di compagni, accoltellando e assassinando un giovane in sciopera
della fame. In tutta l'Europa Occidentale si prevedono ulteriori clamorose
azioni per il 16-17 dicembre.
Per i prigionieri politici comincia ora un periodo cruciale. 92 di loro, che
hanno iniziato per primi lo sciopero della fame, già nei prossimi giorni
saranno in pericolo di vita.
Il Comitato centrale del Partito Comunista di Turchia (marxista-leninista)
ha reso nota una dichiarazione che appoggia la lotta dei prigionieri
politici e la loro eroica determinazione e la forza armata del Partito, il
TIKKO, ha realizzato azioni guerrigliere nelle regioni del Mar Nero e di
Dersim. In novembre, in una di queste azioni, i guerriglieri hanno preso di
imboscata le forze di élite dell'esercito turco di ritorno da un'azione
antisovversiva, uccidendo tre o quattro soldati e ferendone alcuni altri. In
un comunicato, i guerriglieri hanno rivendicato l'azione in sostegno alla
lotta dei prigionieri politici. In una videocassetta uscita dalle prigioni,
alcuni prigionieri cantano canzoni rivoluzionarie e spiegano il perché hanno
preso la drammatica decisione di mettere in gioco le loro vite: sullo sfondo
di striscioni che ritraggono Mao Tsetung e Ibrahin Kaypakkaya, i prigionieri
assicurano che nessuno potrà sconfiggerli e che trasformeranno in vittoria
ogni tentativo di isolare la loro lotta e di schiacciarli.
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