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Bertinotti: A Nizza vince la gente di Seattle



"A Nizza vince la gente di Seattle"

Bertinotti: "Gli incidenti? Colpa della polizia. L'Ulivo lanciato su un binario
morto"

di UMBERTO ROSSO

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ROMA - "C'era gente che mi telefonava, nel bel mezzo degli incidenti, da
Ventimiglia. Cittadini che dalle finestre assistevano impotenti alle violente,
immotivate cariche della polizia. Quasi imploranti: "Fate qualcosa, onorevole
Bertinotti, qui stanno massacrando senza ragione i ragazzi che manifestano
pacificamente". Ecco perchè insisto: va subito rimosso il questore di Imperia
che ha consentito tutto ciò. Se no, vuol dire che il governo è una specie di
impresentabile Giano bifronte".
Una doppia faccia, segretario?
"Sì. Visto che il ministro Bianco ha cercato di rimuovere il blocco francese
del treno alla frontiera, carico di giovani di Rifondazione comunista, verdi e
del centro "Ya basta!". Uno stop in aperta, clamorosa violazione degli accordi
di Schengen. Una decisione senza precedenti: solo i belgi avevano osato tanto,
contro gli hooligans, ma in quel caso le frontiere erano chiuse a 360 gradi.
Dunque, se il governo non vuole macchiarsi di una colpevole complicità mandi a
casa quel questore".
Tutta colpa della polizia italiana, a Ventimiglia?
"Datemi una prova del contrario. Una vetrina rotta. Un'aggressione compiuta dai
giovani. Niente. Parlate con la gente di Ventimiglia. Vi diranno: quei ragazzi
hanno comprato il pane e hanno pagato, preso i giornali e pagato, non un gesto
di provocazione. Del resto, alla Camera lo ha riconosciuto anche Fabio Mussi.
Ma poi, per la verità, anche sulla stampa non ho trovato false ricostruzioni:
tutti, o quasi, ammettono che le cose sono andate proprio come diciamo noi".
A Nizza però è esplosa la rabbia del popolo di Seattle.
"Se il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito".
Ovvero, onorevole Bertinotti?
"Ovvero il vertice ufficiale è fallito, il controvertice è riuscito in pieno.
All'incapacità dei governi europei di trovare un'intesa hanno fatto riscontro
le grandi manifestazioni del "popolo di Seattle". Perchè la globalizzazione
dell'economia capitalista è sempre più minacciosa. E perchè è sempre più
evidente che l'integrazione europea non si fa senza democrazia e senza
politica. L'Europa non è un'espressione geografica".
Ma gli scontri con la polizia?
"Se qualcuno cerca di specularci sopra, lo prevengo subito: condanno ogni forma
di violenza. Detto questo, a Nizza si è trattato di episodi circoscritti, da
parte di singoli segmenti. Ma, appunto, è come lo sciocco che vede il dito e
non la luna: per non fare i conti con questo grande movimento si tenta di
ridurre tutto allo scontro di piazza".
Però, dopo Nizza, con il centrosinistra i rapporti si fanno più difficili.
"Il problema è del centrosinistra. Che è in grande imbarazzo. Non può
condannare, non può assolvere. Idem Rutelli. Il centrosinistra è una prigione.
Un convoglio lanciato su un binario morto. Aveva a che fare solo con
Rifondazione, dopo Nizza deve fare i conti con un intero movimento sociale".
Vuol dire che gli accordi elettorali con voi si allontanano?
"Non è questo, il punto. Stiamo parlando non di tattica, ma di strategia
politica. Della rottura del centrosinistra. Se non annusano il vento che tira,
finisce che chiudono bottega".

Repubblica 9 dicembre 2000