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R: dino frisullo vive...e Ocalan?



Caro Roderigo, grazie per la domanda, vorrei che molti di più se lo
chiedessero. La risposta falla girare, se puoi; credo utile anch'io inviarla
a una rete di interlocutori.

Ocalan sta malissimo. Secondo i suoi avvocati (gli unici che possano
vederlo, e non spesso), il totale isolamento, guardato a vista 24 ore su 24
in una cella di 12 mq, con mezz'ora di "aria" in un locale chiuso senza mai
vedere il sole e il cielo, gli sta provocando crisi soffocanti di asma (non
ne aveva mai sofferto), insonnia, aritmie cardiache, crisi d'ansia, e gli
sta facendo perdere l'uso dei sensi (avrebbe già perduto quasi completamente
l'olfatto e il gusto).

Torture fisiche e somministrazione di sostanze chimiche, dopo i primi giorni
di arresto non ne avrebbe più subite - per la semplice ragione che i suoi
carcerieri si sono resi conto che questo provocava reazioni durissime nel
suo popolo. Ma stanno tentando, sostanzialmente, di lasciarl morire
lentamente e in modo "pulito".

Per fortuna conserva la lucidità, in modo sorprendente in quelle condizioni.
I suoi avvocati (i cui colloqui sono comunque seguiti e registrati, e con il
divieto di usare penna e carta) ne riportano ogni volta indicazioni
politiche molto nette, a partire dalla famosa scelta di rinunciare all'uso
delle armi e di avviare un'offensiva politica sul tema e sul terreno della
democrazia.

Quanto alla sua vicenda giudiziaria, come sai s'è conclusa (in prima istanza
e in, diciamo così, appello) con una condanna a morte definitiva, che Ocalan
condivide con circa sessanta turchi condannati a morte e detenuti a vita.
Uno di loro era anche nella mia cella, a Diyarbakir nel '98. Possono essere
messi a morte in qualsiasi momento, anche se la Turchia non esegue più pene
capitali da quasi vent'anni, ma occorre una decisione del governo ratificata
dal parlamento. L'ultima parola sulla sorte di Ocalan spetta dunque a un
organismo che ha appena eletto suo presidente un deputato nazista dei Lupi
grigi (Mhp, Partito di azione nazionalista), e in cui hanno sicuramente la
maggioranza i partiti di centrodestra favorevoli all'esecuzione di Ocalan.

Il governo turco in gennaio ha deciso di sospendere la decisione
sull'esecuzione, rinviandola a dopo la decisione della Corte di Strasburgo
sul ricorso dei legali di Ocalan per l'evidente illegalità del sequestro e
del processo. Il 21 novembre la Corte europea si pronuncerà
sull'ammissibilità del ricorso: se lo considererà ammissibile, e quindi
deciderà di procedere, teoricamente il governo turco s'è impegnato (ma
potrebbe anche ripensarci) ad aspettare il verdetto di Strasburgo. Se non lo
considerasse ammissibile, allora la decisione passerebbe subito al governo
turco, che a quel punto potrebbe sentirsi legittimato ad erigere la forca.

Difatti il governo turco in gennaio, dopo una travagliata riunione di sei
ore, ha preso una doppia decisione. Ha deciso di non decidere, in attesa di
Strasburgo, sull'esecuzione di Ocalan, ma ha anche deciso di rinviare
l'abrogazione della pena capitale. La posizione dei Lupi grigi, che contano
quasi metà dei ministri (altro che l'Austria haideriana!), è infatti la
seguente: abroghiamo sì la pena di morte (anche perchè altrimenti l'adesione
all'UE se la scordano), ma... il giorno dopo aver ammazzato Ocalan.

L'opinione mia e di molti altri è che il rinvio dell'esecuzione non è stato
dovuto tanto alla pressione dell'Europa, che c'è stata ma molto flebile,
quanto piuttosto alla precisa percezione da parte del governo turco e dei
suoi protettori atlantici che una mossa del genere farebbe esplodere milioni
di persone, sia in patria sia nella diaspora. Comunque un regime
totalitario, come secondo me è la Turchia sotto una parvenza di democrazia
formale, agisce secondo una logica tutta particolare, diversa anche da
quella utilitaristica: la logica della forza e del suo simbolismo.

Per questo la decisione del 21 novembre assume una grande importanza, e in
quei giorni i kurdi scenderanno in piazza in tutta Europa (forse anche in
Italia, a Milano il sabato prima, ma non è ancora deciso definitivamente).

Bisogna ricordare che il governo italiano (così come l'Unhcr, l'Agenzia Onu
per i profughi) avrebbe un prciso obbligo giuridico nei confronti di Ocalan,
riconosciuto (meglio tardi che mai) rifugiato politico in Italia da un
tribunale romano ai sensi dell'art. 10 della Costituzione. Una decisione
importante perchè sancisce che esiste una persecuzione dei kurdi in quanto
tali, e perchè ha innovato la giurisprudenza: l'art. 10 della Costituzione,
che dice che ha diritto all'asilo in Italia chiunque si veda negare in
patria i diritti fondamentali garantiti nel nostro paese, ha infatti una
ortata molto più ampia della Convenzione di Ginevra, che garantisce asilo
solo a chi è "personalmente perseguitato". E' stato il regalo postumo di
Ocalan all'Italia e agli esuli e profughi in Italia.

Il governo italiano in tribunale si è opposto fino ll'ultimo
all'attribuzione dell'asilo in tribunale, ma va detto anche che non si è
spinto fino a opporre ricorso alla sentenza, che quindi fra qualche mese
diverrà definitiva. A quel punto, teoricamente lo stesso governo sarebbe in
dovere di tutelare Ocalan, se non di chiederne la restituzione alla Turchia.

Quanto agli altri prigionieri kurdi, si stanno battendo da mesi, insieme
agli altri prigionieri politici, contro la generalizzazione delle celle
d'isolamento (nuove carceri di tipo "F"). Se vogliamo, la situazione di
totale isolamento, controllo continuo e deprivazione sensoriale di Ocalan è
il simbolo di ciò che lo stato turco vorrebbe sia il destino di tutti i
prigionieri. Ma ne vorrei parlare specificamente in altri messaggi.

Ciao - Dino Frisullo
(PS: il nuovo numero di tel/fax di Azad, ripeto, è 06.57305132).


----- Original Message -----
From: Roderigo <rodicast@libero.it>
To: <dinofrisullo@libero.it>
Sent: Friday, October 27, 2000 10:36 PM
Subject: Re: dino frisullo vive...e Ocalan?


> dino frisullo wrote:
>
> > Cari amici, scusate per questo messaggio inviato "a tappeto" al mio
> > indirizzario.
> > Per un mese il mio computer è entrato in coma. Lo davo per morto, come
> > molti avranno dato per morto me. Invece no, siamo vivi, lui un po'
> > acciaccato e io pure...
> >
>
> Caro Dino Frisullo, sono contento che tu sia vivo e stia bene. Apprezzo
> molto i tuoi messaggi d'informazione sul Kurdistan e sul tema
> dell'immigrazione. Vorrei chiederti, se puoi, di dirci qualcosa sulle
> condizioni carcerarie di Ocalan e degli altri prigionieri politici curdi.
E'
> da parecchi mesi che su questo c'è un silenzio di tomba. L'ultima volta
che
> ho letto su Ocalan, sul manifesto, si raccontava delle sue cattive
condizion
> di salute e di un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'Uomo. Poi
> nulla...
>
> Roderigo
>
>
>