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Riflessioni e documenti sul caso Marsiglia



La vicenda che ha coinvolto Luis Marsiglia, e che ha pesantemente investito
la nostra città, mi pare esiga alcune riflessioni a freddo.
In primo luogo mi ha colpito (anche se non sorpreso) la reazione delle
istituzioni locali, politici e Curia, e delle loro voci informativa locali:
si è difeso a spada tratta il buon nome di Verona, che sarebbe al centro di
un complotto delle sinistre per spargere veleno sul centro destra oggi come
sulla Diccì fino a dieci anni fa. Strumenti di questo complotto sarebbero
gli organi di informazione nazionali, la magistratura, i politici di
governo. I veronesi, al contrario, sono generosi, buoni, accoglienti: prova
ne sia che la Curia veronese ha dato da mangiare per 18 anni al "signor"
Marsiglia, che non la ha degnata di alcuna gratitudine, mentendole
spudoratamente e sparlandone ai quattro venti.
Mi domando dove vivano questi signori: Verona non è solo la città che negli
anni scorsi ha partorito Ludwig, Maso, Stevanin e la Tangentopoli più
florida d'Italia, ma è la città dove oggi girano le ronde padane, con la
benedizione di partiti ed amministratori locali, dove Lega ed AN
organizzano manifestazioni contro la Caritas che cerca di ristrutturare
alcuni locali da destinare anche ad immigrati, dove in Consiglio Comunale
si propone di far salire sull'autobus gli stranieri dalla porta anteriore
in modo che il conducente possa verificare se pagano il biglietto, dove
ogni muro è tappezzato di manifesti razzisti, dove persino i calciatori di
colore allo stadio sono insultati (il Verona è l'unica squadra di calcio
italiana che non può permettersi di tesserare giocatori di colore). e si
potrebbe continuare a lungo. Il clima mi pare sempre più pesante, e gli
atteggiamenti intolleranti sono considerati sempre più naturali, anche
nelle piccole cose. Mi viene da pensare ad una indagine effettuata in una
scuola media di Verona da cui è emerso un dato preoccupante: dall'analisi
risultava che il 23% dei ragazzini di prima e seconda, e fra questi tutti i
diversi (stranieri e portatori di handicap), era isolato all'interno della
classe.
È necessario un impegno di tutti per far crescere il confronto,
l'accettazione delle diversità come ricchezza, la tolleranza.
Certamente il clima di paura alimentato ad arte sui pericoli di una
microcriminalità che sembra sempre più agguerrita (e poi invece si scopre
che statisticamente nella nostra città i crimini sono in calo), porta ancor
più alla chiusura ed alla diffidenza. C'è bisogno di riflessioni,
iniziative, progetti per contrastare questa pericolosa deriva di
intolleranza, e credo che anche la Rete di Lilliput di Verona, che bene si
è mossa da subito sul "caso Marsiglia", debba mettere questa tematica al
centro delle sue iniziative locali.
Per intanto ti mando:
1. un articolo del Manifesto del 8.10 che pone in diversa luce quanto
diffuso dagli organi di informazione locali (Arena e Verona Fedele),
2. la lettera inviata da Luis Marsiglia al giornale e pubblicata sul
Manifesto dell'11.10,
3. l'appello lanciato dal 22 sett. e che ritengo sottoscrivibile come impegno.
In particolare come cristiano sono interpellato dalla presa di posizione di
Luis: che ruolo mantenere in questa chiesa, in questa istituzione con cui è
sempre più difficile identificarsi? È possibile far parte della Chiesa
turandosi il naso? Ha senso prendere qualche chiara e leggibile iniziativa
critica a sostegno, non tanto di Luis, quanto della libertà di opinione
nella Chiesa? Certamente è importante la mediazione, cercare il positivo
nelle scelte degli altri e valorizzarlo. però a volte ci vuole anche il
coraggio di prendere posizioni chiare.
Ciao e grazie per la disponibilità di tempo che mi hai
accordato se sei giunto fin qui


1. I titoli del professore
La Curia veronese cerca di scaricare Marsiglia una volta per tutte. Ma si
arrampica sui vetri

Il "giallo" sui titoli di Luis Ignacio Marsiglia, il docente di religione
aggredito il 18 settembre da tre sconosciuti (un'aggressione di stampo
antisemita, ma il professore, di origine ebraica, mai, prima di insegnare
al liceo Maffei, aveva avuto problemi) è ancora aperto.
Il settimanale della Curia, Verona Fedele (ripreso da Il Giornale), ha
sbattuto in prima pagina un documento datato 2 ottobre 2000 e firmato da
Antonio Bonzani, responsabile del dipartimento di Teologia per laici di
Montevideo. Secondo quel documento Marsiglia non ha conseguito il titolo
conclusivo del suo corso di studi presso lo stesso Istituto. Ma noi siamo
in possesso anche di un altro documento, prodotto in data meno sospetta, il
6 settembre '99: proviene dal Vicario generale della Chiesa uruguayana
monsignor Silvano Berlanda, in cui si attesta la veridicità di quanto
sostiene Marsiglia, e cioè l'ottenimento del diploma in "Sacra Teologia per
laici". Si tratta di un diploma superiore ai titoli richiesti per
l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole italiane, rafforzato
da una licenza in Belle Arti, conseguita presso l'Accademia Cignaroli di
Verona (1988-89) e dalla prossima discussione che Marsiglia terrà per
ottenere il diploma in Scienze religiose presso l'Istituto di San Pietro
martire, che ha riconosciuto tutti gli esami sostenuti in Uruguay.
Nato a Montevideo il 4 novembre 1956 da genitori italiani di origine
ebraica, Luis Marsiglia consegue il diploma di maturità artistica nel 1975
e nel 1977 il diploma di maturità umanistica. I due diplomi sono
riconosciuti dall'ambasciata italiana a Montevideo. Dopo la maturità
artistica Marsiglia si iscrive all'Istituto teologico di Montevideo. Qui
conclude i suoi studi nel 1979: è vero - come sostiene il documento
riportato da Verona fedele - che non presentò alcuna tesi, ma per il
semplice motivo che allora non era prevista. Era prevista invece una
discussione, denominata "Universa", perché toccava tutti i temi studiati
nei 4 anni di corso. Sarà solo nel 1994 che l'Istituto teologico,
parificato all'Università pontificia, pretenderà anche per gli studenti
laici la presentazione della tesi. L'anno dopo, il 1980, è uno degli anni
più bui per l'Uruguay: la dittatura militare incarcera molti degli amici
del professore, impegnato nel Movimento per i diritti umani. Marsiglia
decide di andarsene usufruendo del suo passaporto italiano. Le incursioni
dei militari non risparmiano nemmeno l'Istituto teologico, che viene messo
più volte a soqquadro in quanto possibile covo di oppositori del regime:
molti dei seminaristi allievi di monsignor Berlanda vengono arrestati per
il possesso della "Biblia latino-americana", venduta clandestinamente dalle
suore Paoline e considerata una traduzione sovversiva. Durante quelle
incursioni spariscono molti documenti, forse anche il diploma di Marsiglia.
E ora proviamo a mettere alcuni fatti in fila. Monsignor Berlanda, oltre ad
essere vicario generale dell'Uruguay (si suppone quindi degno di fiducia
per la Chiesa), è anche un'eminente personalità in campo religioso e
sociale. E' il fondatore del Centro di documentazione Oscar Romero di
Verona e attualmente, a 70 anni suonati, è parroco di un paese di campagna
in Uruguay, dove ha dato vita ad un altro centro di documentazione,
l'Obsur, punto di riferimento per chiunque si occupi di America Latina. Un
personaggio scomodo, come Marsiglia, che ha fatto una scelta di vita "fuori
dalle righe".
Altro fatto: le graduatorie e i punteggi per titoli dei docenti di
religione non esistono, e questo lo confermano anche molti insegnanti di
religione tuttora in servizio. E' la Curia che decide e guai a metterci il
becco: ci provò il ministro Berlinguer e fu accusato di violare il
Concordato. E' vero però che, se la Curia li nomina, a pagarli è lo Stato e
così Luis Marsiglia, docente scomodo per aver fatto aprire occhi ed
orecchie non solo ai suoi studenti, ma all'intero corpo docente del
liceo-bene di Verona, rischia il licenziamento "laico" se non produrrà i
"titoli" entro il 10 ottobre. Ora, pur volendo ammettere che Marsiglia non
li abbia, con quel curriculum alle spalle i conti ugualmente non tornano.
Forse non sarà il rogo, ma qui si sente una forte puzza di bruciato.
Paola Bonatelli - Verona


2. Chiesa, addio

Io Luis Marsiglia, cristiano di origine ebraica, nel pieno delle mie
facoltà, con il cuore ferito ma sereno, rinuncio alla mia appartenenza alla
chiesa cattolica e come conseguenza al mio ruolo di insegnante di
religione. Ritengo che questa chiesa continui a violare i diritti
fondamentali delle persone; credo che abbia perso la sua missione profetica
e che non sia più fedele al Signore Risorto.
In modo particolare ritengo che i grigi funzionari della curia veronese
siano più colpevoli delle persone che mi hanno aggredito, umiliato e
minacciato di morte.
Attualmente la mia vita è blindata e la mia casa custodita ventiquattro ore
su ventiquattro, non potendo uscire senza la scorta affidatami dalle
autorità competenti. Nonostante tutto il mio spirito è libero e sento di
aver agito seguendo la mia coscienza e ascoltando Dio, che è Padre e Madre
misericordioso. Non sarei fedele a Dio e alla mia coscienza se non facessi
questo atto ufficiale di rinuncia, che non vuole dire rinunciare ai miei
ideali e alle mie lotte, vuol dire abbracciare questi ideali e queste lotte
con totale libertà, senza le costrizioni di una istituzione che continua a
seppellire i suoi profeti. I roghi, l'inquisizione, le crociate, le
persecuzioni continuano, calpestando la dignità dei figli di Dio. Di fronte
al Signore Misericordioso e a tutte le persone che amo e che continuerò ad
amare, lontano per sempre da una chiesa che cerca in ogni istante di
spegnere il soffio vivificante dello Spirito. Luis Marsiglia



3. Contro le nuove aggressioni fasciste

"Si chiama fascismo, a Verona, l'aggressione al professor Marsiglia da
parte di un gruppo di giovanotti al grido di sporco ebreo. E si chiama
fascismo anche l'aggressione a una libreria di Roma, per ripulirla di un
testo di storia che spiega i lager nazisti, da parte di giovanotti di
Azione studentesca, benedetti sul posto dal parlamentare di An Maurizio
Gasparri.
Una domanda: come si chiama, come si definisce un'opinione pubblica, una
cultura, una serie di istituzioni che non reagiscono alle azioni
squadriste, che non ne additano le responsabilità, che non sanno porvi
freno?
Se solo la passività continuerà a essere la risposta, questo equivarrà a
dire che capaci di azione sono solo gli squadristi, che l'azione politica
più visibile e convincente in Italia è lo squadrismo, del quale la
democrazia si limita a prendere atto, voltando pagina in fretta davanti
allo shock delle cronache, parlando d'altro. E' già successo, in questo
paese. E già si mostra un guasto etico e intellettuale profondo nel fatto
che eventi del genere si verifichino. Perciò, mentre ci aspettiamo che i
reati vengano perseguiti, chiediamo che immediatamente si compiano - a
cominciare dalle scuole - azioni non rituali di cura della democrazia, che
si spieghi dunque non solo che cosa è stato il fascismo, quale è stato il
suo legame con lo squadrismo, ma che cos'è oggi il fascismo, e che cosa è
oggi lo squadrismo, in quali sentimenti e idee radica, da che cosa e da chi
viene promosso, con quali obiettivi. E che i ragazzi e le ragazze, non solo
chi è anziano e ricorda, si pronuncino.
E' urgente che in mezzo al fluire dell'odio, del razzismo e degli istinti
vendicativi che la destra italiana sta coltivando tenacemente, coprendosi
dietro l'indifferenza, l'avvilimento e l'incattivimento diffuso, tutti e
tutte impariamo a interporre le parole, le azioni e il modo d'essere di chi
comunque vive per un'altra speranza. Questo va fatto, per circondare con
una cintura protettiva le vittime candidate dello squadrismo fascista e per
risollevare la dignità ferita del suo contrario: il desiderio intelligente
di essere uomini e donne per una
democrazia più vitale".
Per adesioni: fax 06 68719573, email
lettere@ilmanifesto.it.


Hanno firmato l'appello:
Lidia Campagnano, Lea Melandri, Rossana Rossanda, Elettra Deiana, Alba
Sasso, Tullia Zevi, Barbara Valmorin, Maria Bonafede, Lidia Ravera, Lietta
Tornabuoni, Adriana Zarri, Carla Pasquinelli, Maria Cristina Bartolomei,
Giacoma Limentani, Manuela Fraire, Mara Chiaretti, Maria Luisa Boccia,
Franca Angelini, Luciana Castellina. Adriana Buffardi, Piera Degli Esposti,
Anna Nogara, Teresa Fontanelli e Grazia Levi, Elisa Montessori, Angelica
Savinio De Chirico, Maria Nadotti, Paolo Colombo, Federico Tiezzi, Sandro
Lombardi, Miriam Mafai, Antonella Anedda, Anna Forcella, Carla Ravaioli,
Luciana Viviani, Rosetta Stella, Gabriele Polo, Carla Casalini, Giovanna
Boursier, Loris Campetti, Paola D'Ambrosio, Daniela De Bianchi, Gabriella
Mercadini, Angela Pascucci, Marinella Lazzarini, Francesca Koch, Gabriella
Turnaturi, Sandra Simonetti, Tania Groppi, Carmelo Sgropi, Alfredo Ancora,
Lina Apostolo, Paola e Antonio Ancora, Micaela Procaccia, Alessandra
Monducci e Attilio Orecchio, Circolo Culturale Montesacro di Roma, Roberto
Gigotti, Augusto A. Bloise, Romano Demicheli, Giorgio Ghezzi, Lorella
Franci, Gabriella Chiericato, Paola Borgonovo, Luciana Brandi, Clotilde
Barbarulli, Ubaldo Ceccoli, Stefania Pavan, Giulio Vittorangeli per l'ass.
Italia-Nicaragua di Viterbo, Isabella Temperelli, Giorgio Rossi, Valerio
D'Abbicco, M. Teresa Gennari, Andrea Millul, Enrica Brambilla, Tiziana
Salmistraro, AnnaMaria Tagliavini, Giovanna Gozzi, Maria Concetta Cucuzza,
Luisa Stefanelli, Francesca Peretto, Francesca Righi, Cinzia Bavieri,
Azzurra Celli, Roberto Maggi, Franco Iacovoni, Carlo Manna, Luca Sbano,
Luca Stamati, Fabio Simona, Ottorino Calcagni, Ettore Zerbino per docenti
studenti personale infermieristico e amministrativo del comitato per la
costituzione óG.Lazzatiò nel Policlinico A. Gemelli dell'Universit...
Cattolica di Roma, Giuseppe Vinci, i compagni dell'Ufficio delle Entrate di
Verona Uno, Azione Gay e Lesbica di Firenze, Raffaella Lamberti e Fernanda
Minuz e Elda Guerra per l'associazione Orlando di Bologna, Vittorio
Bellavite, Claudio Benedetti, Cesare Benedetti, Edgardo Bonalumi, Rita
Brivio, Franco Calamida, Milvia Dotti, Alberto Deambrogio, Jos, Luiz Del
Roio, Anna Paola Formiggini, Yvonne Formiggini, Alice Fratti, Roberto
Fratti, Maddalena Gasparini, Giovanna Giorgetti, Cinzia Grazioli, Teresa
Isenburg, Fabio Malcovati, Lucia Malcovati, Roberto Mapelli, Emilio
Molinari, Michela Nason, Walter Oppizio, Giovanna Pastore, Paolo Pinardi,
Giorgio Riolo, Matteo Schianchi, Giovanna Tescari, Emanuele Tortoreto,
Raffaella Vimercati, Gabriella Volpi, Maurizio Zipponi, Maurina Capuano,
Vanni De Simone, Nicola Dentamaro, direttore artistico dell'A.C.T.OR.,
Verona; Simona Segre, Milano; Serenella Ottaviano; Saverio Amadori,
Bologna; Salvatore Mica; Ruggero Piperno; Paola Innocente; Flavia Piperno,
Elena Piperno, Livia Persano Oddo, Alessandro Rizzo, Milano; Giulio e
Michele Toffoli; Antonella Besussi, Dipartimento di Studi Sociali e
Politici di Milano; Stefano Santangelo; Anita Braschi; Mariangela Bellu e
Massimo Pierro, insegnanti Roma; Maria Pia Tamburlini e Pina Raso, Udine;
Manlio e Paolo Marcelli; Marisa Musu; Alessandro Zan e Hans Ranalli;
Brunello Mantelli, Dipartimento di Storia dell'Università di Torino;
Cassarà Nicolina; Nicoletta Morandi; Maria Teresa Gavazza, insegnante e
ricercatrice di Quargnento (Al); Donne in nero, Udine; Augusta De Piero,
Duilia Bernes , Gianna Bigi, Lidia Scoglio, Bruna Cuzzit, Bianca Ledri,
Grazia Lo Cascio, Dario Ledri, Franco Ivone, Andrea Lo Cane di Gorizia;
Vera Furlan, Gradisca (Go); Carlo Ridolfi; Anna Pigozzo, Verona; Alessandra
Armaroli, Milano; Alberto Ranzi e Renata Ottenfeld; Raffaele Taddeo; Maria
Luisa Tornesello e Roberto Signorini; Gabriella Finzi e Paulette Brombart;
Gaspare Savio Lo Vacco, Licata (Ag); Rirò Fiano; Massimo Lizzi, Mappano
(To); Tiziano Bellelli, Chieti; Marco Bellelli, Lanciano, Ch; Michela
Ferrara , Casale Monferrato; Maria Bacchi, Paola Dalboni, Ivanoe Vincenzi
di Mantova; Lucio Billwiller, coord. prov.le RdB Ascoli Piceno; Michele
Carbonin, sinistra giovanile Milano; Mariangela Bellu e Massimo Pierro,
insegnanti Roma; Giorgio Lombardo, Adelina Bartolomei, Loredana Dall'Asta;
Luciana Pieraccini, Sesto Firoentino (Fi); Marina Astrologo, Roma;
Donatella Levi; Il circolo di iniziativa omosessuale Tralaltro di Padova;
Giuseppina Manera , Milano; Paul Corner e Giovanna Procacci; Brunello
Mantelli; Diego Valeri, educatore cag Cinisello Balsamo (Mi); G. Marco
Cavallarin e Patrizia Ottolenghi; Franco Perrone e Antonietta Iacobone ,
Guagnano (Le); Francesco Giordano; Ferruccio Giacanelli, Bologna; Franco
Busetto; Elena Del Grosso, dipartimento di Biologia Evoluzionistica
Bologna; Daniela Frascati; Cavallero Luca, Casale Monferrato; Antonio
Tarsitano; Bianca Maria d'Ippolito Cuomo, Napoli; Antonio Zoccarato,
Monselice (Pd); Andrea Spini, docente c/o il dipartimento di Studi Sociali
Università di Firenze; Ambra Prearo, insegnante di Roma; Alberto Corletto,
coordinatore provinciale della Sinistra Giovanile di Treviso; Alberto
Benchimol; Adriana Perrotta Rabissi e Paolo Rabissi; Irene Mazzocchia,
Giulia Mazzocchia e Daniele Leone; Francesco Zaccaria Università di Napoli
Federico II; Kollettivo Porkospino Verona; Rosanna Guglielmi, Bari;
liviatan@tiscalinet.it; pmorpurgo@libero.it; Tiziana Noce e Luigi Piccioni;
Silvia Serafini; Romeo e Rachele Scarpa; Marco Brunazzi; Roberto Cerchio;
Piero Morpurgo; Luisa Ballocci e Dario Tenti; Miriam De Vito; Maria Bacchi;
Luciana Bramati; Lia Arrigoni; Renata Levi-Sacerdotti; Piero Ambrosio;
Lucia Morelli e Gianni Ferdani; Gian Paolo Romagnani; Roberta Bortolucci;
Carolina Castellano; Mariella D'Autilia, storica delle tradizioni popolari
Università Federico II di Napoli e membro direttivo Ds regione Campania;
Antoinino De Martino, vicedirettore gr1 Rai; Salvatore D'Autilia, ex
partigiano scampato alla risiera di S. Saba; Francesco De Martino jr,
studente univ. Lettere classiche; Giusi Naletto, Venezia; Gina Decima
Naletto, Verona; Mario Fazio, Alassio (Sv); Antonietta Lelario, Foggia;
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Talia; Claudia Zaccai e Sarah Klingeberg; Marta Fin, Bologna; Massimo
Lizzi, Mappano (To); Luciana Iannaco, docente Filosofia e Storia Roma;
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Finardi, Denver (Usa); Donatella Francesconi; Angela e Francesca
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sulle tematiche socio-economiche; Mariella Castoro, Bari; Andrea Morini,
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Verona.